Che cos’è una bussola emotiva e perché dovresti averne cura

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Viviamo in un mondo strano, ricco di stimoli e di distrazioni, ricco di opportunità da cogliere e soprattutto, viviamo in un mondo che va veloce, molto veloce. Il rischio di smarrirsi è alto. Oggi abbiamo norme sociali, istituzionali, abbiamo l’economica, la cultura, l’intrattenimento, le relazioni usa e getta, il sindacato, le crociere per single… ma i nostri bisogni primari sono rimasti immutati rispetto all’alba dei tempi. Siamo organismi semplici in un mondo complesso. Sta a noi riscoprire e ritornare alla nostra semplicità e come dico sempre, sta a noi portare alla luce la nostra isola felice. A condurci su quell’isola, ci pensa proprio la tua bussola emotiva.

Adesso, se tu desideri una cosa ma ne fai un’altra (per esempio, desideri metterti in forma ma non muovi un muscolo, oppure desideri chiudere una relazione tossica ma continui a caderci e rispondere alle sue chiamate…) oppure se ti definisci in un modo ma poi le tue condotte ti smentiscono (per esempio, ti definisci un grande amante della natura ma invece di passeggiare nei boschi o nei parchi, trascorri le domeniche sul divano, oppure ti definisci corretto e morigerato ma getti cartacce ovunque…) vuol dire che la tua bussola emotiva è difettosa. È difettosa anche se desideri una storia d’amore da sogno ma poi finisci sempre tra le braccia della persona sbagliata.

La bussola emotiva non è qualcosa che si compra o che viene fuori dal nulla, è piuttosto qualcosa che si costruisce nel tempo. Insomma, se non sei esattamente soddisfatto di alcuni aspetti della tua vita, guardati alle spalle e vedi le scelte che ti hanno condotto lì. Il mondo in cui viviamo è indubbiamente complesso e caotico ma tu, che ti piaccia o no, hai molto più potere di quanto immagini, solo che ancora non ne sei consapevole.

La bussola emotiva

Quando ti trovi di fronte a una decisione (lo dico o non lo dico? Faccio A oppure B? Lo assecondo oppure dico «no»?) o se stai vivendo un momento di conflittualità, il modo in cui reagisci è guidato dalle tue emozioni, o meglio, dal modo in cui gestisci le tue emozioni. C’è questo falso mito che la ragione e le emozioni sono agli antipodi. Capacità emotiva e cognitiva sono, in realtà, strettamente correlate, si integrano a vicenda. Una bussola ben funzionante vede integrate le tue emozioni ai tuoi processi di pensiero.

Dicevo, anzi, scrivevo: c’è questo falso mito che la ragione e le emozioni sono qualcosa di opposto e questo ci porta a vivere, anche dentro di noi, una sorta di scissione, da un lato c’è ciò che vorremmo e dall’altro ciò che dovremmo. Quando riuscirai a far crollare il mito e a integrare cognizione ed emozione, non ci sarà più alcuna differenza tra i tuoi vorrei e dovrei. Andrai dritta nella direzione di ciò che è meglio per te sia da un punto di vista emotivo che razionale.

Ciò significa che inizierai a dare più spazio a ciò che vuoi realmente tu e a ciò che si aspettano gli altri. Credi di essere libero dalle pressioni legate alle aspettative altrui? Allora rifletti su questo. Quando fai qualcosa, la fai per il piacere di farla o per raccontare o postare di averla fatta? Quando ti viene chiesto un favore, sai sempre dire di «no»? In verità, osservando le persone, noto due grandi differenze. Prendiamo le ingiustizie. Da un lato ci sono persone che incassano silenti, che non riescono a ribellarsi. Dall’altro ci sono persone che esplodono, cadendo in un eccesso di ribellione. In entrambi i casi, la reazione è frutto dell’impotenza appresa.

Quando siamo bambini, apprendiamo l’assertività, la resilienza o l’impotenza. Apprendiamo di non poter cambiare le cose quando continuiamo a scontrarci in muri genitoriali che non tengono conto dei nostri bisogni. Sistematicamente, alcuni genitori (perché troppo distratti da altro, per inconsapevolezza o per disturbi) ignorano i bisogni dei figli e li sostituiscono con i loro. Un figlio, ben presto, si ritroverà a vivere la vita che il genitore desidera e non avrà mai modo di affinare la propria bussola. Da adulto, si ritroverà a vivere totalmente disorientato, in balia delle mille opportunità offerte dai tempi moderni, che di per sé sono un bene, ma quando una persona è già disorientata di suo, la nostra società non aiuta.

Come costruire la tua bussola

Non si può fare in due giorni quello che naturalmente faresti in tanti anni. Il tempo che ti servirà per costruire la tua bussola dipende dalle tue basi di partenza. Prima di scoraggiarti, però, ricorda che ne vale la pena. La Terra continua a girare, il tempo continua a scorrere, allora perché intanto non provare a rendere la tua vita migliore? Ugualmente dovrai affannarti per qualcosa, fa in modo che quel qualcosa sia te stesso, magari prima ancora che tu te ne renda conto, avrai “trovato” la tua isola felice. Per iniziare a costruire la tua bussola, hai bisogno di tre “semplici” elementi.

1. Introspezione

Qui, dove razionalità ed emozioni s’incontrano. Come premesso, viviamo in un mondo che va veloce, allora tu rallenta. Rallenta ogni volta che senti il volume delle tue emozioni troppo alto. Poniti spesso questa domanda: «perché mi sento così?». Attento a riflettere sulla risposta. L’introspezione non è un flusso libero di pensieri ma è un ragionare sui propri pensieri e stati d’animo. Non è affatto semplice perché nei pensieri che affollano la nostra mente ci facciamo guidare sempre da convinzioni, cioè da qualcosa che abbiamo appreso tanto tempo fa e che oggi non c’è più d’aiuto.

2. Trova risposte alternative

Rallenta, poniti delle domande sui tuoi mondi interiori e sullo stato delle cose ma attento alle risposte che dai, prova sempre a trovare tre o quattro risposte alternative e tienile tutte ben in mente quando agisci. Le emozioni e i pensieri che facciamo, infatti, hanno il compito di direzionare il nostro comportamento, sono loro la nostra bussola emotiva! Dobbiamo fare in modo che tutto si svolga in direzione dei nostri bisogni autentici, e non in direzione di pressioni sociali, apprendimenti, schemi e convinzioni.

Facciamo un esempio pratico. Sei in un negozio, stai scegliendo un oggetto ma sei indeciso tra due. La commessa fa un commento «dai, prendi questo e magari la prossima volta passi a comprare l’altro!». Adesso tu puoi interpretare queste parole come segno di impazienza (vuole liquidarmi! Mi sta dicendo di muovermi) oppure come segno di rassicurazione (vuole rassicurarmi! dice che qualsiasi scelta che farò è giusta). Nessuno è un veggente, neanche la persona più intuitiva può sapere con assoluta certezza quali sono le intenzioni dell’altro, ma può solo fare interpretazioni.

Nel primo caso (lettura impaziente) potremmo sentirci rifiutati e compiere una scelta forzata, sotto la spinta di queste emozioni spiacevoli. Sappi che chi legge la realtà così, nel suo passato si è spesso sentito rifiutato e messo da parte, sicuramente interpreterà le parole della commessa come un segno negativo.

Nel secondo caso, invece, potremmo sentirci… rassicurati, assertivi, e compiere la scelta in modo ponderato, calmo e perché no, con la consapevolezza che potremmo concederci entrambi gli oggetti in momenti diversi! Sappi che nel suo passato, chi legge la realtà così, ha avuto la possibilità di sviluppare una sana fiducia ma non negli altri, in se stesso.

Quello che noi leggiamo all’esterno, le interpretazioni che facciamo della realtà, raccontano la nostra storia. È vero che le nostre “letture” nascono da un input esterno (un comportamento, una frase che sentiamo…) ma questi input vengono processati con meccanismi interni che parlano di noi, di cosa abbiamo vissuto e appreso. Svelano un po’ il funzionamento della nostra bussola. Questo è vero anche al contrario. Se qualcuno ti attribuisce intenzionalità che non sono le tue, se qualcuno ti fraintende spesso, sta usando una bussola difettosa.

Prima di fare attribuzioni (su di te e sul mondo esterno) fai un passo indietro e vaglia almeno tre ipotesi, non assumerne nessuna come certa, rallenta e rifletti. Rifletti soprattutto sulla tua prima ipotesi, quali sono i fattori delle tue esperienze passate che ti hanno condotto lì?

3. Fai consapevolezza ed esercitati

La verità è che se una persona come te è motivata nel modo giusto, è capace di imprese meravigliose. Purtroppo poche persone hanno avuto la possibilità di crescere in un ambiente supportivo, che fornisse gli stimoli giusti. La gran parte di noi, quelle motivazioni deve costruirsele, non c’è nessuno pronto a incoraggiare o a dare una benevola pacca sulla spalla in caso di errore. In realtà qualcuno c’è: sei tu. Devi solo essere disponibile all’ascolto con te stesso.

Proprio come un buon amico, tu potresti invogliarti, incoraggiarti, supportarti nelle sfide più difficili e tenerti per mano quando il cuore stringe. Ci sono molte cose su di te che ignori completamente, modi di essere inediti da esplorare ed emozioni tutte da vivere e integrare ai tuoi pensieri più profondi.

La nostra società ci educa alle norme sociali: sappiamo dire grazie o prego, sappiamo quali sono i comportamenti offensivi, come relazionarci agli altri… eppure non sappiamo come relazionarci a noi stessi, come accogliere i nostri bisogni più profondi e ascoltarci davvero.

Nella nostra crescita è mancata un’educazione psicoaffettiva e così vaghiamo per il mondo con bussole difettose, facendo scelte che spesso si rivelano sbagliate e senza capire con chiarezza cosa ci portiamo dentro. È per questo che ho scritto un libro, si tratta del libro che io stessa avrei voluto leggere prima ancora di diventare psicologo. Si tratta di un prezioso manuale di psicologia e del libro più consigliato dagli psicoterapeuti. S’intitola «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» ed è il libro giusto per te se vuoi tracciare tu stesso la tua strada e affinare la tua bussola. Lo trovi in tutte le librerie o su Amazon, a questo indirizzo. È, tra l’altro, ricco di esercizi psicologici da fare tutte le sere.

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore del libro bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” – Rizzoli
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