Ci innamoriamo e poi finisce. Perché?

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Uno dei desideri più diffusi nelle coppie, è che l’innamoramento (e/o gli stati d’animo ad esso collegati: passione, forte attrazione, emozioni travolgenti…) durino per sempre. Ed uno dei lamenti più comuni nelle coppie di lunga data, è proprio la perdita di emozioni intense.
Questo “desiderio di eternità” è pericoloso specialmente per coloro che identificano l’amore con la passione; quando quest’ultima va scemando, infatti, costoro pensano che pure l’amore stia finendo. E magari lasciano il/la partner, nella continua ricerca di un’emozione ardente che non si spenga mai…Ma funziona davvero così? Quanto queste idee sono reali oppure dei miti? Essere sempre innamorati è possibile, o accade solo nelle favole?

L’innamoramento ha una “scadenza”

L’innamoramento agisce quasi come un farmaco che scatenando il rilascio di ormoni, neurotrasmettitori e sostanze chimiche ci permette di amplificare sensazioni fisiche e psichiche. Tutto sembra più bello, più allegro, più colorato e ci sentiamo in pace con il mondo e con noi stessi. Per iniziare, la scienza smentisce le aspettative eccessivamente romantiche. Diverse ricerche, infatti, hanno stabilito che lo stato di innamoramento dura normalmente tra 12 e 18 mesi, raramente fino a tre anni.

L’altro è davvero speciale, o lo vediamo noi speciale?

Quindi la biochimica interna gioca una parte importante nelle nostre scelte sentimentali: la chimica dell’innamoramento ci spinge infatti a vedere l’altro migliore di quello che è: ci appare speciale, unico e insostituibile, sembra la realizzazione del nostro ideale e che sia destino stare insieme. Ma spesso queste sensazioni non sono basate sulle qualità reali del partner, bensì sono create dagli effetti di quelle molecole nel nostro cervello. Che questo sia vero (ed accada praticamente a tutti) è illustrato da vari fenomeni:

  • Agli inizi, se messi di fronte all’ipotesi della fine dell’innamoramento, o al fatto che tante coppie poi si separano, o agli amori infelici del passato, ci ritroviamo a dire le frasi di tutti gli amanti: “Questa volta è differente”, “Per noi due sarà diverso”, “Stavolta è quello giusto”…
    Ci convinciamo di essere speciali, rifiutando di riconoscere che le cose che accadono agli altri, accadono quasi sempre anche a noi.
  • Dopo un certo tempo (quando la fase dell’innamoramento comincia a sbiadire) vediamo il partner in una luce diversa: non più perfetto e ideale, scopriamo suoi difetti (che però esistevano anche prima), magari iniziamo ad avere dei dubbi sulla relazione.
    In pratica, passiamo da una visione idealizzata (e in parte illusoria) ad una più reale. A volte l’amore e la relazione continuano, altre volte finiscono.
  • Non di rado, dopo la fine di una passione travolgente ci si ritrova a chiedersi “Ma cosa ci trovavo di tanto speciale in lui/lei?”.
  • Se la relazione finisce, prima o poi ci innamoriamo di nuovo (magari diverse volte nella vita); ed ogni volta l’altra persona ci appare unica e insostituibile. L’innamoramento è “una magia che si ripete”, anche se ogni volta ci sembra “per sempre”.

Le forti emozioni dell’innamoramento diminuiscono (o spariscono) anche perché dopo un certo periodo scopriamo che l’altro non è così speciale come credevamo. Non solo c’è la diminuzione fisiologica delle sostanze sopracitate, ma quando non siamo più “drogati” da quelle sostanze, vediamo l’altro per come realmente è; ed è possibile che la persona reale ci deluda, ci piaccia molto meno di quella idealizzata che avevamo creato nella nostra mente.

Perché è così difficile  dimenticare chi non ci corrisponde?

Se invece non siamo ricambiati, o se veniamo lasciati mentre siamo ancora innamorati, lo stato dell’innamoramento può durare più a lungo, perché il suo “ciclo” non ha la possibilità di compiersi. Quindi la “tempesta” ormonale può prolungarsi, e non arriviamo a conoscere davvero l’altro (e ad esserne magari delusi). Come dice un detto, “Un amore non consumato non si consuma”; ma non perché sia più nobile o puro, bensì perché può conservare a lungo i suoi aspetti illusori e idealizzati. Come dico più avanti, il più grande nemico dell’innamoramento è probabilmente la realtà, con la sua quotidianità, l’abitudine e la noia: l’innamoramento è uno stato di perfezione ideale, opposto all’inevitabile imperfezione della vita reale.

Tutto cambia, ma non sappiamo prevedere come

Un altro motivo per cui i sentimenti col tempo cambiano inevitabilmente, è che sono le persone stesse a cambiare. La persona di cui mi innamoro in questo periodo, sarà in qualche modo diversa tra un anno, o tra cinque o dieci; ed anch’io sarò diverso. Per cui la relazione tra noi per forza si trasformerà – in che modo, dipende da tanti fattori; ma di sicuro non potrà rimanere uguale a oggi.

Però ci è molto difficile immaginare questo cambiamento. Come spiegato da Daniel Gilbert (professore di psicologia ad Harvard) nel suo libro “Felici si diventa” (“Stumbling on happiness”), noi esseri umani siamo scarsamente capaci di prevedere le nostre emozioni future: immaginiamo il domani basandoci sulle emozioni di oggi, quindi tendiamo a credere che in futuro ci sentiremo come ci sentiamo al momento. Allo stesso modo, quando siamo innamorati tendiamo a credere che continueremo a provare le stesse emozioni anche a distanza di anni. Ma poiché le situazioni – e le persone – cambiano nel tempo, questa previsione si rivela quasi sempre errata.

Dalla sicurezza, all’abitudine, alla noia…ed ecco che l’amore finisce

Questo “decadimento” dell’intensità emotiva resta però un fatto comunemente osservato nelle coppie. Oltre ai fattori sopra citati, credo che tra i principali elementi che lo provocano ci siano la stabilità e la sicurezza. Noi umani cerchiamo sempre sicurezza e stabilità; questo è ancora più vero nelle coppie. L’impermanenza di ogni cosa ci inquieta e ci spinge a creare, nelle nostre vite, punti fermi e situazioni solide.

Il guaio è che l’intensità delle emozioni è inversamente proporzionale alla sicurezza! Quando non siamo certi di “possedere” l’amato bene, quando temiamo di perderlo, quando la sua presenza è incerta e sporadica… il desiderio è spasmodico e averlo vicino ci provoca le emozioni più intense. Maggiore è il bisogno, più ardente è il “fuoco” che ci brucia dentro.

Ma poi, man mano che la coppia si consolida e il partner diventa una presenza sicura, abituale, persino scontata, il bisogno e l’incertezza dei primi tempi non possono che diminuire, e con essi l’intensità emotiva. Sono l’incertezza e l’alternanza a suscitare le emozioni più forti: assenza/presenza, mancanza/appagamento, vuoto/pieno… è il contrasto tra questi stati opposti, e il cambiamento che provoca in noi, a stimolarci. Per quanto desideriamo la stabilità, essa produce una quiete emozionale.
Non a caso, molte relazioni “clandestine” o difficoltose durano diversi anni (proprio perché la distanza e l’impossibilità di rendere stabile la relazione mantengono alta l’intensità emotiva), ma si spengono poi rapidamente quando la coppia può vivere la relazione senza più ostacoli.

Ricordiamoci che, insita nell’animo umano, c’è la tendenza a desiderare sempre quello che non abbiamo. Così anche nelle relazioni, quando siamo travolti dalle emozioni desideriamo la sicurezza… ma quando l’abbiamo raggiunta, tendiamo ad “annoiarci” e sentiamo nuovamente il bisogno di emozionarci. Questa dinamica può essere uno dei motivi che facilita “l’apparizione” di un/a amante; non necessariamente la mancanza d’amore per il partner, ma – magari – la noia della routine o l’eccessiva tranquillità di una situazione abitudinaria.

“Drogati” di emozioni?

Se osserviamo che non sappiamo fare a meno del batticuore e delle emozioni mozzafiato, possiamo chiederci se non siamo troppo “dipendenti” da essi. Dietro potrebbero esserci una certa immaturità emotiva, una difficoltà a stare con se stessi (le emozioni servono a “distrarci”), un’idea dell’amore troppo idealizzata, o una difficoltà a vivere una relazione in modo più “adulto” e stabile.

Come mantenere viva la relazione? Una ricetta magica non c’è, ma qualche riflessione da fare sì

Non è strano se stando insieme alla persona che ami da tanto tempo inizi a notare le sue imperfezioni, se ti rendi conto che non è speciale come credevi all’inizio. Magari gli scontri si fanno frequenti, spesso vi ritrovate ad alzare la voce e rinfacciarvi cose. E magari a quel punto inizi anche a fantasticare di trovare una persona nuova, migliore.

È dura fare i conti con la realtà, con la vita di tutti i giorni insieme. All’inizio sembra tutto una favola, ma poi irrompe prepotentemente la vita con tutti i suoi problemi e la difficoltà di affrontare tutto come una vera squadra.

Bisogna ri-trovarsi. Non più come gli innamorati dei primi tempi. Ma come due persone che hanno scelto consapevolmente di amarsi e di abbracciarsi nella loro completezza e unicità. Bisogna trovare il giusto ritmo, dividersi i compiti. Si inizia a costruire insieme, laddove un giorno si sognava soltanto. E non è semplice, non lo è affatto.

Mentirei se non dicessi che ci sono alti e bassi, che qualche volta avrai la tentazione di mollare la presa e tornare a goderti la magia dei primi tempi in una nuova ed entusiasmante storia. Ma la persona giusta non esiste. Esiste la situazione giusta, quella che si crea insieme con la volontà e il coraggio di andare avanti giorno dopo giorno. E se qualche volta vi sembra di perdere la speranza, prima di salutarvi per sempre (se è ciò che inevitabilmente è necessario fare) provate a rispondere a questa domanda:

  • Cosa mi ha fatto innamorare di te? Cosa mi ha colpito?

Provate a riscoprire il lato positivo, a ritrovarvi come i primi tempi, a dedicarvi delle occasioni per reinventarvi. Coltivate il vostro amore, prendetevi cura dell’altro.

“Riscrivi le pagine della tua vita”

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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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