Come cambia la tua vita quando frequenti un narcisista

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Come tutti i sentimenti, come tutte le sfide che si accettano, anche lo stare in coppia deve mantenere ben chiari dei limiti non valicabili che siano rispettosi di entrambe le parti. Ho sempre pensato: “certe cose brutte, certe relazioni d’amore particolarmente devastanti, non possono accadermi… proprio a me no!” E invece ho avuto la sfortuna (chiamiamola sfortuna) di innamorarmi di un uomo narciso, un perfetto carnefice, manipolatore.

E’ molto difficile resistere al fascino di un narcisista, perché é li che risiede il suo unico gran talento

Benvenuti nel mondo del NARCISISTA: un mondo completamente RIBALTATO con una vasta gamma di giochi psicologici, fuori dal quale sembrerà di aver fatto un viaggio al “paese dei balocchi” mano nella mano con un pinocchio patentato. I giochi di cui parlo purtroppo sono una serie di step il cui sadismo aumenta mano a mano che il mio addestramento progredisce, fino a farmi abituare ad una serie di ingiustizie e barbarie attuate a mio danno senza alcuna pietà

1. Fase del corteggiamento

Mi sembrava che tutti i miei sogni d’amore all’improvviso potessero realizzarsi; c’era una passionalità e un’intesa a dir poco magica: si mostrava dolce, tenero, attento, premuroso, innamoratissimo. Da subito è riuscito a farmi sentire speciale! Forse in quel momento per lui rappresentavo un “oggetto” interessante,  magari mi vedeva fragile, sensibile… mah, non saprei. Una volta caduta in questa trappola, questo bellissimo principe azzurro si è tramutato pian piano in un rospo velenoso: sempre di cattivo umore, lunatico, silenzioso e a tratti lo sentivo lontanissimo… niente a che vedere con l’uomo premuroso dei primi tempi.

2. Fase della svalutazione

Improvvisamente, non andava bene il vestito che mettevo, non andava bene il mio peso, il mio lavoro, le mie abitudini…Ho iniziato a sentirmi inadeguata, instabile, umiliata. Ho fatto di tutto per assecondare i suoi bisogni di ammirazione, ho evitato di contrastarlo in qualsiasi cosa… e guai se gli avessi posto richieste o questioni che gli creavano problemi. Di parlare dei miei malesseri o problemi non se ne parlava…lui non lasciava molto spazio a discorsi che riguardavano ME.

Ho dovuto essere tollerante quando guardava le altre donne; a lui piaceva farsi ammirare da altre donne, eh sì, le sue incredibili doti non potevano non essere notate anche da altre. Anche se non è mai stata una cosa esplicita, sentivo che una delle sue “ammiratrici” poteva anche insidiare la mia posizione di compagna ufficiale, se non l’avessi assecondato in tutto. Mi ritrovavo in trappola, una situazione molto  difficile da descrivere e da capire, se non vissuta in prima persona. Le mie emozioni? Provavo rabbia, gelosia, attaccamento, dipendenza, rabbia, ansia, paranoia.

La storia è finita!

La storia è finita non per merito mio, semplicemente perché lui voleva un rapporto libero, dove non dovevo chiedergli conto di nulla; poteva andare con altre donne, rientrare quando voleva… E’ chiaro che non ho accettato, e lui mi ha lasciato: ma come può avermi trattata così? Avevo riposto tutto in questa storia, è durata 5 anni, l’ho amato troppo,  credevo che il nostro amore non potesse finire mai. All’inizio della rottura mi ritrovavo a pensare: “Se solo non mi fossi comportata in quel modo, forse lui ora sarebbe ancora qui.” E’ trascorso ormai un anno, la mattina mi sveglio, la sera vado a dormire e il suo pensiero è sempre li: mi chiedo se riuscirò a guarire mai, quanto tempo ci vorrà e se dovrò portarmi dentro questa ferita per tutta la vita.

La cosa peggiore è che nel lasciarmi ha fatto in modo che fossi io a sentirmi sbagliata. Mi ha fatto dubitare di me stessa, proprio io che fino a 5 anni prima ero piena di certezze. La fine di questa relazione mi ha straziata, ha raso al suolo la mia autostima… mi ha lasciata perché io non avrei retto un giorno in più il suo atteggiamento ma per lui, dal suo punto di vista, mi ha lasciata perché non ho saputo comprendere il suo amore, i suoi ideali e non ho saputo condividere le sue ambizioni di uomo.

Perché sono caduta nella rete di un Narcisista?

Il Narcisista è una persona che gioca solo a proprio favore e che mantiene l’interesse nella relazione solo fino a quando ne ricava a sufficienza e non ci perde nulla“. Certo, l’ho capito dopo, non sono una persona forte; avrò tante qualità, ma mi porto delle ferite del passato che mi hanno reso una donna sola, frustrata. Di sicuro, se fossi stata una persona forte e indipendente non mi sarei mai legata a un Narcisista; mi sarei accorta subito, lo avrei distanziato in fretta.

Lo ammetto, non ero la persona forte che credevo di essere. Solo con la consapevolezza di questa storia ho capito di essere una persona fragile, mi sono sentita lusingata e importante per il fatto di essere stata scelta, dal mio carnefice, fra le tante pretendenti. Se volete un consiglio da me su come chiudere una relazione con un narcisista, non credo di esserne all’altezza; non so cosa spinge certe donne ad accompagnarsi a uomini che le fanno soffrire. Non so come io ho potuto reggere per ben 5 anni. Posso solo dire che il problema “forse” siamo noi “fragili”; è colpa nostra se diventiamo le loro carnefici.

Ma questa donna che si racconta esiste?

Si, esiste in tutte le vittime del narcisista. E’ la storia di Giovanna, di Sofia, di Maria, di Antonella, di Francesca, di Serena, di Stefania, Marta, Rita, Simona………..i nomi cambiano ma le dinamiche restano sempre le stesse. E’ la storia di tutte quelle donne che hanno una relazione con un uomo capace di far sentire l’altra come la persona più importante e bella, salvo poi demolirla non appena si allontana dal suo ideale.

Campanelli d’allarme da non sottovalutare

Se vai a cena con una persona che ritieni interessante, non guardare come ti tratta ma come tratta il cameriere. Con la mia esperienza ho imparato che il narcisista rivela il proprio carattere quando può approfittare di persone che, per qualche motivo, hanno un ruolo subordinato. Quindi fai attenzione a come tratta i bambini, gli animali, le persone che in un dato momento hanno un ruolo di servizio. Non concentrarti solo su come vieni trattata per poi dire: “Voi non lo capite, con me è dolcissimo!” Sta semplicemente tessendo la sua tela per intrappolarti.

Noi donne siamo tutte potenziali vittime del narcisista?

I motivi profondi che possono portare chiunque, in una fase difficile della propria vita ad essere vittima di un amore malato, di un incontro doloroso con una persona incapace di amare pongono le radici nel non sentirsi meritevoli d’amore. L’essere stati cresciuti nel biasimo e nella critica distruttiva sin da bambini, ha fondato dentro l’individuo un modello per cui l’amore passa attraverso il giudizio; la persona si è nutrita di disamore verso se stessa credendo di valere ben poco. Da questo ne è derivata l’idea che non si è degni d’amore. Qualunque relazione instaurata con un narcisista provoca effetti collaterali inammissibili: una dipendenza paragonabile alla più subdola delle droghe, una profonda sofferenza che lascia orribili cicatrici.

Si guarisce da un amore distruttivo?

Sì, si guarisce! E Un giorno o l’altro bisognerà fare il primo passo per venirne fuori, anche se per il momento non si ha nessuna voglia. Allora bisognerà elaborare il lutto, e per farlo bisognerà smettere di torturarsi: piangi pure, piangi tutte le tue lacrime. Perché, anche se adesso ti sembra impossibile, da una delusione d’amore si guarisce. Ci vuole tempo, ma alla fine si guarisce. Arriva un giorno in cui ci si sorprende a ridere di gusto o a pensare ad altro. E’ solo un momento, ma è il segno che si comincia a guarire. Resta da superare il fatto che non vuoi nemmeno sentire parlare di innamorarti di nuovo. «Non voglio più vivere una storia come questa, mi ha frantumato l’animo».

Puoi ricostruire il tuo “dopo” sfruttando il tuo dolore, ascoltando le tue paure e la rabbia residua di tutte le ingiustizie subite, di quei riconoscimenti mancati (…). Puoi ricostruire il dopo ripartendo dai tuoi bisogni, ascoltandoli e rispettandoli (e facendoli rispettare!). La fase di ricostruzione può segnare l’origine della tua nuova vita. È l’occasione preziosissima di riscoprire se stessi. A questo proposito ti consiglio caldamente di leggere il mio libro (già bestseller!) “D’Amore ci si ammala, d’Amore si guarisce”. Intendiamoci, un libro non può cambiarti la vita ma può aiutarti a costruire relazioni migliori, con te stesso e con gli altri. Il cambiamento, poi, sarà inevitabile, sarà la naturale conseguenza di un’autentica scoperta di sé. Curare i nostri legami, le nostre ferite, i nostri conflitti… curare il nostro benessere, è un dovere imprescindibile che abbiamo verso noi stessi. Nel libro, troverai molti esercizi psicologici pratici che potranno aiutarti in mondo tangibile fin da subito.

Con il libro, potrai ripristinare un equilibrio perduto: ogni pagina ti insegna a rivendicare il tuo valore di persona completa, amabile e degna di stima, ad ascoltare i tuoi bisogni e soprattutto, a farli rispettare. Perché come scrivo nel libro “L’amore che guarisce è prima di tutto il tuo”. Se hai voglia di ricominciare a volerti bene, è il libro giusto per te. Puoi trovare il libro in qualsiasi libreria d’Italia o su Amazon, a questo indirizzo  Ecco! Io, il libro che tanto cercavi l’ho scritto. Il resto sta a te ❤

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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