Fin da bambini ci insegnano come «dobbiamo» comportarci e spesso questi apprendimenti ci conducono in una direzione sconveniente, fatta di bisogno di controllo, contenimento e silenzi. Il risultato? Evitiamo di dire ciò che pensiamo, evitiamo di esprimere difficoltà e sentimenti, evitiamo finanche di chiedere aiuto nel momento del bisogno! Tutto questo si verifica perché, fin da bambini, ci hanno insegnato che le emozioni sono qualcosa di scomodo, qualcosa da trattenere, da non mostrare.
«Fai il buono altrimenti la mamma si arrabbia» oppure, «Non piangere, i bambini buoni non fanno i capricci», ancora «quando fai così mi fai star male…». Tutte queste frasi veicolano un potente messaggio subliminale: devi comportarti come piace agli altri. È così che impariamo a metterci da parte, a farci sempre più piccoli, è così che impariamo -purtroppo- a ignorare i nostri bisogni per rispondere alle aspettative altrui.
Anno dopo anno, arriviamo alla vita adulta con molti scompensi. I più fortunati di noi, riescono ancora a comprendere quali siano i propri reali bisogni anche se faticano a farsi valere, altri di noi, invece, non hanno questo privilegio e devono scavare a fondo per capire cosa succede nella propria vita interiore, hanno come un buco nero dentro, una voragine! Anche illuminando tutta questa oscurità con una torcia da 5000 lumen, non è detto che vedano con chiarezza cosa si portano dentro.
L’oscurità di cui parlo può emergere in forma di confusione, di difficoltà a prendere decisioni, problemi a riconoscere i propri bisogni, sensibilità al rifiuto, bisogno vorace di approvazione… ma può anche emergere in forma di distacco e vuoto interiore, una sorta di torpore emotivo che potrebbe far addirittura dubitare della propria natura umana.
Tutta questa oscurità che alcuni di noi si portano dentro, non si verifica per un mancanza personale, si verifica, invece, semplicemente perché nessuno ci ha concesso uno spazio e un tempo in cui potevamo esprimere profondamente noi stessi. Dovendo sempre stare attenti a non urtare gli altri, abbiamo finito per prendere le distanze da noi stessi, dal nostro vero sé. Con queste premesse, vediamo quali sono i 5 motivi per cui dovresti sempre vedere il mondo con i tuoi occhi
#1. Meriti un posto in questo mondo
Il primo motivo è questo: riconquistare il tuo spazio e il tuo tempo. Non puoi riscattarti per quello che in passato ti è stato negato, ma puoi fare in modo che adesso nessuno (neanche te stesso!) te ne sottragga dell’altro. Tu meriti un posto in questo mondo e con te, anche le tue emozioni più ingombranti, anche i tuoi pensieri più scomodi. Fa tutto parte del “pacchetto” e tu hai bisogno di accogliere tutto per essere pienamente te stesso.
#2. Ti sentirai davvero apprezzato
Se hai la sensazione di non sentirti apprezzato, di non essere mai abbastanza, probabilmente ciò avviene perché invalidi tutte le tue emozioni. Mettendo sempre da parte te stesso, finisci per precluderti ogni possibilità di stima. Quello di invalidazione è un concetto importante in psicologia. L’invalidazione – che sia intenzionale o meno – comunica chiaramente che i tuoi stati d’animo, i tuoi pensieri e le tue azioni non hanno senso, sono stupidi o eccessivi, che non valgono l’interesse, il rispetto e che quindi, non meritino un tempo e uno spazio.
Quando decidi di dare voce a ciò che ti porti dentro, inizi finalmente a validarti. Cosa significa questo per te? Che inizierai dapprima a sentirti davvero apprezzato da te stesso e poi, opererai quella selezione naturale che potrà farti affiancare solo da persone che, proprio come te, ti stimano. In altre parole, ti sentirai davvero apprezzato dimenticando per sempre quella brutta sensazione di non valore che spesso ti affligge.
#3. Pensieri ed emozioni portano all’azione
Fare ordine nei nostri pensieri e scegliere in modo spontaneo quali portare alla luce e quali condividere con gli altri, è il primo passo da compiere per cambiare. Sembra banale ma non lo è. Emozioni e pensieri sono il motore pulsante delle nostre azioni e sono gli elementi che ci orientano nella vita.
Le emozioni, che molti di noi vivono come un intralcio, sono in realtà l’ago di una potentissima bussola. Ogni emozione ha un suo significato e prevede un’attivazione fisiologica. Ciò significa che quando sperimenti un’emozione, è tutto il tuo corpo che “la sente” con vere e proprie variazioni biochimiche. I pensieri possono condizionare le emozioni e le emozioni possono condizionare i nostri pensieri. Tutto questo con ricadute sul nostro comportamento.
Quando proviamo a fare chiarezza nei pensieri che balenano alla nostra mente e nelle emozioni che pervadono il nostro corpo, orientiamo noi stessi all’azione. Cosa succede quando cerchiamo di ammutinare ciò che sentiamo ed evitiamo di dire ciò che pensiamo? Ci stiamo invalidando! Questo non solo ha risvolti fisiologici (emicrania, tensioni muscolari, rigidità articolari, bruciori di stomaco, colon irritabile, problemi di respirazione…), ma incide sul nostro comportamento: ci rende più chiusi, più insicuri, più reticenti, più preoccupati, più ansiosi… Ecco, per invertire la rotta è bene imparare a esprimere con chiarezza ciò che ci portiamo dentro.
#4. Chi ti ama, resta
Sembra una frase fatta ma non lo è. Ognuno, con comportamenti e parole, opera una selezione naturale delle persone che possono stargli accanto. Ecco, se hai imparato a dire solo ciò che gli altri si vogliono sentirsi dire, allora, anno dopo anno, sarai diventato una calamita per persone egocentriche, che amano parlare solo di sé e detestano empatizzare con le difficoltà degli altri, comprese le tue.
Analogamente, se sei accondiscendente e remissivo, con buone probabilità, negli anni, ti sarai circondato di persone prevaricatrici che amano decidere, controllare e farti sentire inferiore. Non è il destino a farti incontrare solo “persone sbagliate“, è piuttosto il tuo atteggiamento che nel tempo ha realizzato questa selezione naturale.
Una selezione naturale che avviene in modo del tutto automatico e di cui tu non te ne rendi neanche conto e di certo non sei «colpevole», ma ne puoi essere responsabile. La responsabilità chiama in causa la propensione nel migliorare le cose e, tu, puoi impegnarti a farlo alimentando nuove consapevolezze. È apprendendo nuove verità su di sé e sui propri vissuti emotivi che si può invertire la rotta.
Se inizi a guardare in te stesso e a dare voce ai tuoi bisogni, allora la selezione naturale che potrai operare sarà tutt’altro che dannosa. Al tuo fianco resteranno solo persone che sono realmente a te affini (e non complementari per una serie di incastri emotivi e collusioni psicologiche), che ti stimano e che sono mosse da un interesse genuino. Forse tu l’hai dimenticato perché è da tempo che non ne hai uno, oppure, peggio, forse sei completamente sfiduciato perché non ne hai mai avuto uno, ma i legami genuini, profondi e autentici, esistono! Impara a esprimere ciò che pensi e ciò che senti per costruire i tuoi.
#5. Ti concedi la possibilità di sperimentare ciò che ti piace
Il farsi piccoli piccoli per non dar fastidio, per non essere feriti, per non essere giudicati, ti preclude molte opportunità, prima tra tutte, quella di sperimentare te stesso in contesti diversi. Riflettici. Per rispettare le aspettative altrui e non deludere, quante volte hai detto «sì» perché non sei riuscito a opporti alla volontà del tuo interlocutore? Quanti compromessi scomodi hai accettato?
Da bambini mandiamo già il primo boccone amaro, poi ne mandiamo giù un altro e un altro ancora, fino a nutrirci di amarezza come abitudine quotidiana e questo è altamente auto-limitante. Questo approccio ci fa sentire insicuri, ci fa dubitare di noi stessi. Ci depriva del coraggio necessario a cimentarci in ben altre imprese, ci impedisce di diventare chi davvero siamo destinati a essere. Concedendoti il lusso di guardare in faccia ciò che provi e di esprimerlo senza timore, avrai la possibilità di validarti e quindi scegliere di sperimentare ciò che davvero ti piace e non ciò che si aspettano gli altri.
Impara a ridefinire il tuo valore
Nel profondo, dentro di te, puoi fare un esercizio di auto-scoperta e chiederti: cosa vuoi veramente? Come pensi che ti farà sentire ciò che desideri? Più amato? Più apprezzato? Più stimato? Più di valore? Allora ripensa a quanto scritto sul valore perché i successi che ambisci oggi per te stesso, non ti restituiranno i riconoscimenti mancati nel passato, non andranno a compensare dei vuoti affettivi… Quelli solo tu puoi compensarli. Infine, chiediti: quali aspettative sono realmente mie e quante, invece, sono state generate da pressioni esterne? Quanto riflette ciò che voglio oggi e quanto, invece, pesano le mancanze del mio passato?
Se iniziamo a riflettere sul modo in cui “rispondiamo” agli eventi della nostra vita quotidiana, se iniziamo con l’auto-riflessività, se iniziamo a sperimentarci in contesti in cui l’unicità è tutto, allora possiamo riprenderci in mano la nostra vita.. e guardare il mondo con i nostri occhi e non più attraverso la lente distorsiva delle credenze. Già, l’unicità!
Eh sì, perché se non impari a entrare in contatto con te stesso, saranno sempre le pressioni esterne a definirti. Allora è legittimo chiederti, quanto di te c’è nella tua vita e quanto di te vuoi cominciare a metterci? E soprattutto, vuoi iniziare ad ascoltarti davvero? Se vuoi entrare in contatto con ogni parte di te e hai voglia di sperimentare emozioni inedite, che possano accompagnarti nella gratificazione quotidiana, ti consiglio la lettura del mio nuovo libro «il Mondo con i Tuoi Occhi», disponibile a questa pagina Amazon e in tutte le librerie. Il manuale è nato per mostrarti l’evoluzione dell’identità individuale e aiutarti a mediare il passaggio da un “io” più diffuso a un’identità ben affermata, autonoma, capace di costruire senso di appartenenza e vicinanza senza dipendenza o eccessiva distanza.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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