Come capire se ami (davvero) il tuo partner

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Troppo spesso ci concentriamo su ciò che il partner prova o non prova per noi, su ciò che il partner fa o non fa… quante volte, invece, proviamo ad analizzare i nostri reali sentimenti? Quante volte ci mettiamo in discussione e proviamo davvero a guardarci dentro per capire a cosa è dovuto il nostro grado di soddisfazione nel rapporto di coppia, per poi mettere alla prova la nostra stessa capacità di amare?  Quando si parla di amore, tutti danno per scontato di saper amare; nella realtà dei fatti sono poche le coppie che basano la loro relazione su un’autentica reciprocità e sull’amore vero.

Altri meccanismi scendono in campo: riscatto emotivo, tentativi di risanare antiche ferite, dipendenza affettiva, tentativi di appagare, attraverso il rapporto di coppia, bisogni insoddisfatti che ormai fanno parte del passato, bisogno inconscio di ritrovare una figura paterna/materna, coazione a ripetere di modelli e schemi appresi durante l’infanzia, possessività, paura di rimanere soli… Insomma, tutti possono dire “ti amo” ma sono poche le persone che amano davvero. Tu sei sicuro di essere tra quelle?

Amori e coazione a ripetere

Nello stringere i rapporti di coppia, troppo spesso, si cade nella cosiddetta coazione a ripetere, definita letteralmente come una «tendenza incoercibile, del tutto inconscia, a porsi in situazioni dolorose, senza rendersi conto di averle attivamente determinate, né del fatto che si tratta della ripetizione di vecchie esperienze».

In pratica, da bambino, hai appreso una modalità di «amare» e «rapportarti nella coppia» e, da adulto, tenderai a ristabilire sempre il medesimo equilibrio, anche se disfunzionale e doloroso.

Impara a leggere nel tuo cuore e accogliere ciò che viene percepito. Un timore, una difficoltà, un bisogno… Le sensazioni che salgono a galla, quando si prova a fare introspezione, possono causare sofferenza e confusione ma una cosa è certa: insicurezza e destabilizzazione non rappresentano gli ingredienti del benessere di coppia.  Prova a mettere in discussione te stesso: se la coppia è motivo di insoddisfazione, insicurezza o instabilità, perché non provi a fare un passo indietro?

Indicatori che ti fanno capire che NON ami il tuo partner

Parti da questo presupposto: i rapporti d’amore dovrebbero migliorare la qualità della tua vita e non rendertela dolorosa o più difficile. Quando la relazione inizia a essere spiacevole, non si può più parlare di amore ed è opportuno interrogarsi se è giunto il momento di interromperla. Ma come capire se, da parte tua, c’è ancora amore?

Amore a intermittenza: «oggi sono innamoratissima, domani sono fredda»

L’amore a intermittenza può essere indicatore di un gran numero di disagi emotivi o semplicemente il campanello d’allarme della fine di una storia. Freddezza emotiva, disinteresse emotivo, senso di pesantezza suscitato dal partner, comportamenti contraddittori, sono tutti indicatori che qualcosa non sta più funzionando nel verso giusto. Cosa diversa, ovviamente, dai normali alti e bassi che possono esserci tanto nella coppia quanto nell’individuo.

Era amore, oggi è dipendenza affettiva

E’ possibile innamorarsi in modo genuino dell’altro, iniziare la storia con tutte le carte in regola per costruire una relazione soddisfacente ma poi, con la stessa “spontaneità”, per diversi meccanismi ci si può ritrovare invischiati in una storia basata sulla dipendenza affettiva. Te ne rendi conto quando la relazione continua a non appagarti ma non riesci a chiamarti fuori, non riesci a mettere fine alla storia.

L’inizio di una relazione può farci presagire gli scenari migliori perché non ci s’innamora tanto della persona in sé, ma dell’immagine che ci siamo costruiti di quella persona. Questa immagine può essere più o meno realista, più o meno sincera (anche verso noi stessi) e può, più o meno, rispondente ai nostri bisogni più profondi. Ciò fa sì che l’amore sia altra cosa rispetto all’immagine idealista, monolitica e indistruttibile che a volte ce ne vogliamo fare. Gli amori che durano una vita esistono, è vero, ma molti sono quelli che finiscono.

Quando l’amore inizia sulla base di un’immagine idealizzata e poi, solo in secondo momento ci si rende conto che quel partner “non è ciò che pensavamo” oppure addirittura percepiamo che sia “cambiato“, abbiamo la possibilità di chiudere la relazione ma se nel frattempo è scesa in campo una dipendenza affettiva diventa tutto più tragico. In questo contesto potresti addirittura sentirti incastrato in una relazione che non vuoi.

Alcune persone «vedono solo ciò che vogliono vedere»  o meglio, «vedono e captano solo quei segnali che l’inconscio già conosce e riconosce nel partner» (coazione a ripetere). Altre persone, invece, riescono a essere più oggettive nella valutazione di chi hanno di fronte e s’innamorano delle caratteristiche che vorrebbero per sé gettando le basi di una relazione più duratura. Per altre, il meccanismo d’innamoramento è ancora diverso.

C’eravamo tanto amati: la mancata accettazione della fine del rapporto

Dentro di te sai che qualcosa è cambiato, percepisci che l’amore che provavi un tempo si è affievolito, ma la mancata accettazione della fine del rapporto può indurti a ignorare queste sensazioni. In questo contesto potresti avere di fronte a te tante una miriade di segnali e indicatori ma preferiresti comunque ignorarli. Quando, anche di fronte all’evidenza non si vuole agire, non si tratta necessariamente di dipendenza affettiva!

La paura del cambiamento, la difficoltà nell’accettare la fine di una storia o la concezione che una relazione finita possa equivalere a un fallimento personale, sono tutti fattori che possono portarti a ignorare tutti i sintomi del tuo disinnamoramento. In questo caso, bisogna superare la fase di non accettazione per iniziare a prendere in considerazione la possibilità che la tua storia possa essere già finita.

Valuta ciò che è meglio per te: l’amore che nutri è abbastanza? Può fare da collante? Può renderti felice? Se la riposta è un secco no, l’unica certezza a cui dovresti aggrapparsi è che nella vita i momenti difficili vanno superati, e si va avanti.

La fine di una storia non è un fallimento, non è un rinnegare ciò che hai condiviso. Ogni relazione, a suo modo, può arricchirti, decidere di lasciare il tuo partner non significa cancellare l’amore e il bene che c’è stato. Non essere reticente al cambiamento.

Sono infelice ma tecnicamente è difficile separarci: ecco come migliorare una relazione infelice

Le varie ragioni che ti portano a restare nella relazione sono state elencate e analizzate nell’articolo «Perché resto legata al mio partner se sono infelice». All’interno dell’articolo ti ho dato dei suggerimenti utili che possono aiutarti se, nonostante la tua infelicità, decidi di rimanere nella relazione per ragioni pratiche (insicurezza finanziaria, presenza di figli e beni in comune…).

Distanza e mancate gratificazioni

Sintomi più eclatanti di questi sono difficili da descrivere! Un partner innamorato vuole gratificare il partner e sentirsi a sua volta gratificato. Quando una o entrambe le gratificazioni mancano, nella coppia c’è qualcosa che non funziona. Tutto questo può essere amplificato da apatia e distanza emotiva.

Svalutazione del partner, vorresti cambiarlo (in senso lato!)

Se sei innamorato del tuo partner, riconosci in lui un valore. Se hai la tendenza a svalutare il tuo partner o addirittura a volerlo cambiare, anche in questo caso dovresti rivedere il tuo concetto d’amore.

Mancanza di stima e rispetto reciproco

La stima è un’arma potente nei rapporti: coadiuva la vicinanza e fomenta l’amore! In una coppia non bisognerebbe mai essere aridi di complimenti: gli apprezzamenti mettono alla luce le parti migliori dei componenti della coppia e nascono in modo spontaneo quando c’è stima e si dà valore al partner.

Le coppie più felici sono costituite da persone che apprezzano ciò che hanno. Poniti questa domanda, tu apprezzi davvero ciò che hai?

Risentimento e colpevolezza: il partner è la causa della tua infelicità

Questo è un cliché bello e buono. Se dai, al tuo partner, la colpa di ogni tua infelicità c’è qualcosa che devi rivedere non solo nel tuo rapporto di coppia ma anche nel modo in cui approcci alla vita. Se nutri un insano risentimento e credi che il tuo partner possa infelicitarti la vita, prova a fare luce in te stesso/a. Il risentimento è il frutto avvelenato di vecchie questioni lasciate in sospeso, questioni che probabilmente riguardano solo te e non il tuo partner.

Attrarre e lasciarsi attrarre dalla «persona giusta»

L’amore è un sentimento complesso. Implica emozioni, bisogni, relazioni, espressioni di sé, accoglienza delle diversità altrui, implica vicinanza e talvolta paura del distacco. L’amore è scoprire l’altro e farsi scoprire per ciò che si è davvero e, nel bel mezzo di questa scoperta, sentirsi accolti, stimati, valorizzati nella propria identità. Quanta roba è l’amore vero? E qui non mi sono soffermata sul lato attrattivo-passionale delle prime fasi. Eppure, un qualcosa di così complesso, spesso lo lasciamo al caso. Lasciamo che sia il destino a scegliere per noi chi dovrà stare al nostro fianco. Certo, il “caso fortuito” fa la sua parte ma in questo gioco di scambi fisici ed emotivi, noi facciamo una grossa parte.

Se sei stanco di essere ferito in amore, di sentirti messo in disparte, di ricorrere sempre l’altro, non ti resta che capire e osservare un po’ più da vicino le intricate dinamiche dell’amore. L’amore è tante cose ma ridotto ai minimi termini è… semplicemente un “legame”, un “legame affettivo” profondamente studiato in psicologia. Se ti va di comprendere quali variabili giocano un ruolo predominante nella tua vita affettiva, ti consiglio di leggere il libro bestseller «d’amore ci si ammala, d’amore si guarisce». È un saggio di psicologia che ha già aiutato e riempito migliaia di cuori. Puoi trovarlo in qualsiasi libreria d’Italia o su Amazon a questo indirizzo.

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del libro bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita», Rizzoli
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