Ci troviamo in un momento socioculturale piuttosto particolare: abbiamo tante possibilità, abbiamo raggiunto un buon livello di emancipazione, tuttavia ci mancano le basi psicoaffettive per vivere il tutto al meglio! Già, ci hanno insegnato le buone maniere, la grammatica e la geografia, ma nessuno si è preoccupato per la nostra educazione emotiva. Così, ci ritroviamo a vivere legami ed emozioni andando quasi allo sbaraglio. La conseguenza? Ci sentiamo confusi e quasi mai soddisfatti. Viviamo tante relazioni ma non con la profondità e stabilità che vorremmo.
In questo contesto, è facile trovare qualcuno con cui uscire, qualcuno da frequentare ma trovare una persona con cui costruire qualcosa di importante sembra quasi titanico. Poi, un giorno, incontri quel qualcuno, incontri quella persona che ti piace e sembra anche capirti. Vi frequentate e questo avvicinamento sembra un crescendo. Ma poi? Sei sicuro che l’altro sia pronto ad impegnarsi? E tu lo sei davvero?
La paura di impegnarsi
Chiariamolo subito, la paura di impegnarsi può essere del tutto naturale. Anche tu puoi desiderare una storia d’amore e, al contempo, temere i vincoli che la relazione prevedere. Questo timore, però, è superato facilmente. Quando si forma un legame, infatti, avviene una sorta di baratto. Si baratta la possibilità di frequentare altre persone (diciamo così, la novità!) con l’appagamento che solo un legame più profondo può offrire. Tale evoluzione può essere vissuta solo da persone che hanno una buona maturità emotiva e che riescono a viversi la gratificazione legata a un amore più maturo.
Prima accennavo al fatto che manca un’educazione emotiva proprio per sottolineare che alcune persone sono educate a riconoscere solo le forme più superficiali dell’amore, cioè quelle legate ai primi appuntamenti, alla conoscenza, all’eccitazione dello scoprirsi. Non sono educate, invece, a tutto ciò che viene dopo quell’eccitazione iniziale, non sono pronte a viversi la calma, la stabilità e soprattutto la sicurezza che solo un legame stabile e duratura può offrire. Ecco che, quando la relazione si fa seria, l’altro può fare marcia indietro. Vediamo insieme quali sono i segnali che ti indicano se l’altro è pronto a impegnarsi con te.
Ti fa sentire una priorità
Tutti abbiamo impegni a cui dedicarci, è naturale. C’è il lavoro, la famiglia d’origine, grattacapi vari, poi ci sono gli amici, qualche hobby… L’auspicio è che ognuno di noi abbia una vita ricca e soddisfacente, che il partner possa diventare una ciliegina sulla torta e non l’intera torta! Chiarito questo, quando l’altro è innamorato e intende impegnarsi, cerca di passare (compatibilmente con i suoi impegni) più tempo possibile con te!
Quando succede qualcosa nella tua vita, vuole esserci. Hai avuto una promozione? Vorrà festeggiare. Hai un problema con l’auto? Vorrà aiutarti. Una persona che vuole impegnarsi, vorrà essere proprio accanto a te mentre attraversi la vita. Vorrà farlo, perché si pregusta come sarà attraversare la vita insieme.
Ti presenta le persone importanti della sua vita
Non avrà problemi a presentarti ai suoi amici e alle persone importanti della sua vita. E se ha figli da una relazione precedente? Un buon genitore può essere al contempo anche un buon partner. Quando si sentirà sicuro del legame, vorrà che tu conosca i suoi figli. Sarà orgoglioso di presentarteli. Tu puoi fare lo stesso presentandogli la tua cerchia ristretta di affetti.
Non ti mette alla prova
Se genera in te confusione, dubbi e gelosia, allora presta ben attenzione. Quando una persona vuole costruire qualcosa di sano, lo fa in modo di pulito. Non sente il bisogno di farti ingelosire frequentando altre persone, non ti mette alla prova. Chi ci tiene davvero, non corre il rischio di rovinare tutto con dei giochetti infantili. Inoltre, ricorda che un buon partner vorrà che tu ti senta apprezzato, non vorrà mai sminuirti, paragonarti ad altri o farti sentire minacciato.
Fa progetti concreti
Se vuole costruire una relazione seria, fa progetti concreti. Nelle relazioni improvvisate, anche i piani sono casuali perché l’altro si tiene aperto diverse porte così da darsi la possibilità di scegliere all’ultimo momento ciò che ritiene meglio. Cosa significa? Che si vive con il “poi vediamo” o con frequenti appuntamenti saltati. Chi vuole impegnarsi, non ha bisogno di valutare ciò che è meglio per sé perché il meglio l’ha già trovato e sei tu!
È lineare
Possiamo essere tutti amanti perfetti con le parole, ciò che fa la differenza sono le azioni. È attraverso le azioni che lui/lei chiarisce la sua posizione e il suo interesse per te. Non accontentarti di parole ma bada ai fatti.
Condividono i loro progetti con te
Cosa rende un rapporto profondo e speciale? Lo schiudersi all’altro, la possibilità di essere pienamente se stessi. Certo, la piena spontaneità è una conquiste che arrivano con il tempo, tuttavia i primi segnali arrivano quando la frequentazione si fa concreta. Ecco che lui/lei è pronto ad aprirsi, a condividere con te quali sono i suoi obiettivi, le ambizioni e anche i sogni infranti. Chi crede alla sincerità di un rapporto, inizia a sbottonarsi e mostrarsi gradualmente senza paura.
È così che si inizia a costruire quella sicurezza, anzi, quello spazio sicuro in cui sentirsi pienamente a proprio agio, senza timore di essere giudicato e senza l’ambizione di dover impressionare l’altro! Quando il legame diviene profondo abbastanza, allora il desiderio di condividere tutto se stesso si riflette su ogni azione!
Ti ascoltano
Se qualcuno è pronto a impegnarsi, allora si prende la briga di ascoltarti e imparare a conoscerti per ciò che sei davvero. La persona che frequenti, ascolta davvero ciò che dici o capisce solo ciò che vuole capire? Poi se oltre ad ascoltarti mostra anche compassione ed empatia, allora siete sull’ottima strada.
Parlano del futuro
Il futuro può sembrare spaventoso e lontano, ma quando vuoi qualcuno a tuo fianco, ecco che si intravede qualche certezza. In questo mondo di disillusi, sappiamo bene che nulla rappresenta l’assoluta certezza, ma indubbiamente c’è quantomeno la volontà di quella certezza. «Non so domani cosa accadrà ciò che so è che io voglio costruire con te oggi e domani pure! Ecco la mia certezza». Una dichiarazione del genere dalla persona amata è un po’ come possedere il biglietto della lotteria vincente. Spoiler. La possibilità che esca un ambo è di 1 su 400.
Vuoi sapere se è pronto a impegnarsi? Chiedi pure.
È vero, le parole stanno a zero se non sono accompagnate da i fatti. Altrettanto vero è che non bisogna pressare ma… domandare è legittimo! Osserva come si pone con te, come ti fa sentire (se ti fa sentire confuso/a non è un buon segno) e sentiti libero/a di fare le domande sui punti poco chiari che riguardano la relazione. La chiarezza d’intenti è sempre la strada da preferire.
Se ti dice «io non voglio impegnarmi anche se non si può mai dire». Già hai la tua risposta. Non vuole impegnarsi. Ora tu cosa vuoi fare? Investire il tempo in una persona che certamente non ti darà ciò che vuoi, oppure andare per la tua strada, investire nella tua personalissima torta e cercare una gustosissima ciliegina altrove? Ricorda, la tua relazione affettiva non è tutto il tuo mondo, è solo un contorno, un valore aggiunto.
Nel contesto socioculturale odierno, abbiamo raggiunto un’emancipazione solo parziale. Sembra quasi che essere single non è socialmente accettato. Te ne accorgi perché quando rivedi i vecchi amici, una delle prime cose che ti chiedono è «stai con qualcuno?» o «sei sposato?» come se essere single non fosse contemplato. Sai, se sei single non sei difettoso, significa solo che sai goderti la vita a modo tuo! Che hai saputo preparati la tua torta. Un partner deve essere un valore aggiunto, qualcuno che faccia il tifo per te, che possa comprenderti e sostenerti. Non accontentarti di chi sta con te in modo disimpegnato. Nella relazione bisogna investirci in due, se lo fai solo tu… fai qualche passo indietro e concentra quelle attenzioni su te stesso! Ricorda, un buon partner fa il tifo per te mentre affronti le tue sfide e fa in modo di esserci… sempre, non solo quando gli fa comodo o non gli costa impegno!
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Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
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