Come disinnescare un Manipolatore affettivo

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Può essere davvero difficile avere a che fare con un manipolatore affettivo. Parliamo spesso di manipolazione nelle relazioni romantiche, in realtà, se è vero che esistono partner manipolatori, è anche vero che esistono genitori manipolatori. Perché questa premessa? Perché probabilmente, se hai avuto un genitore manipolatore, finirai per diventare a tua volta manipolatore (apprendendo il suo stile relazionale) oppure finirai per cadere tra le braccia di un amante manipolatore (che ti propone un modello relazionale familiare). È chiaro che crescere con un genitore manipolatore è estremamente disorientante, invalidante e lesivo.

Creature mostruose e affascinanti

I manipolatori sono spesso descritti come creature, al contempo, mostruose e affascinanti, dannatamente attraenti! In realtà, i manipolatori sono persone come tante altre, le «vittime» li percepiscono in questa modalità ambivalente perché al contempo ne sono ferite e attratte, deluse e illuse, accolte e rifiutate. Il tema dell’attrazione l’ho approfondito nell’articolo: «Il fascino seducente del manipolatore affettivo», nel presente articolo mi soffermerò sul tema della ferita.

I manipolatori hanno avuto la sciagura di apprendere uno stile manipolatorio come unica via per relazionarsi agli altri e soddisfare i propri bisogni. In una prospettiva evolutiva, sono persone «sfortunate» che hanno vissuto un’infanzia talmente invalidante da impedire loro la costruzione di legami autentici e profondi. Il manipolatore, infatti, è capace solo di simulare la profondità perché le relazioni che instaura sono estremamente superficiali.

In ogni caso, non è tutta una questione di «sfortuna», perché se è vero che parte della nostra storia evolutiva (l’infanzia) viene scritta da altri (i nostri genitori o chi ci ha accudito), è altrettanto vero che il resto della storia la scriviamo noi. In altre parole, una volta adulti, siamo noi i responsabili delle nostre «sfortune» o «fortune», siamo noi che definiamo noi stessi in base a scelte consapevoli o seguendo le orme tracciate dagli altri per noi. Quello che molti chiamano destino, è semplicemente un susseguirsi di reazioni, solo che il nesso causa-effetto non sempre è così palese, pertanto sfugge ai più che guardano alla propria vita con uno sguardo inconsapevole.

Cosa fa un manipolatore affettivo?

Presto detto. Queste persone manipolano per ottenere ciò che vogliono facendoti agire contro i tuoi stessi interessi. Un manipolatore usa differenti strategie atte a indurre nell’altro una risposta comportamentale incoerente con i suoi valori e bisogni. In altre parole, chi viene manipolato agisce contro i suoi stessi interessi. Il ricatto emotivo spesso verte solo su un ingrediente: la minaccia del rifiuto. La vittima del manipolatore, infatti, troppo spesso ha già incontrato la ferita del rifiuto, una ferita che non si è del tutto cicatrizzata.

La ferita del rifiuto genera una gigantesca paura di essere disapprovati. L’approvazione del manipolatore genera attrazione, rafforza momentaneamente il legame, la minaccia del rifiuto tiene viva la manipolazione. Così, ogni qual volta il manipolatore tocca i tasti giusti, chi viene manipolato diventa disposto a tutto per non correre il rischio di essere disapprovato/ferito e, ancora una volta, rifiutato.

In più, chi viene manipolato cade in un turbinio di pensieri ossessivi, il cervello finisce per trasformarsi nella ruota di un criceto, sempre pronto a tornare sulle stesse tematiche, sempre pronto ad affliggersi con gli stessi perché, senza mai trovare una risposta. È chiaro, una risposta non potrà mai essere trovata perché l’unica risposta disponibile è quella che la vittima non vuole sentire: il manipolatore non sa amare, è tutta una menzogna.

Il cervello della vittima di un manipolatore diventa letteralmente una ruota per criceti. Quando ci sentiamo minacciati (la manipolazione verte su un ricatto emotivo che è, di per sé, una minaccia), il nostro cervello predilige una «via bassa», cioè si attivano i centri nervosi che coinvolgono l’amigdala e non le vie nervose che coinvolgono la corteccia prefrontale, cioè quell’area del cervello legata alle capacità attentive, valutative e riflessive. In altre parole, ci si sente estremamente confusi e disorientati. In sintesi, il manipolatore affettivo:

  • ti fa sentire confuso
  • ti fa agire contro il tuo interesse
  • ti offre una relazione superficiale
  • ti usa per soddisfare i suoi bisogni

Il manipolatore ti fa sentire minacciato e al contempo ti offre rassicurazioni, diviene così la fonte e la soluzione delle tue angosce. È chiaro che avere a che fare con un manipolatore non è affatto semplice.

Come disinnescare un manipolatore affettivo

Molte persone, in genere donne, mi scrivono per capire come affrontare un manipolatore affettivo, cosa dire per tenergli testa e come metterlo con le spalle al muro. Ecco perché ho deciso di scrivere questo articolo. Il modo migliore per mettere con le spalle al muro il manipolatore affettivo non è trovare qualcosa di geniale da dire ma è lavorare su te stessa, sui tuoi confini e sul tuo mondo interiore.

Ti deluderà leggere quanto segue. La prima strategia vincente per affrontare un manipolatore affettivo è guarire la tua ferita del rifiuto. Solo lavorando su te stessa il manipolatore perderà ogni potere e ogni fascino, perché non avrà più nulla su cui fare leva. Ecco che per te il manipolatore diverrà una persona come tante altre, da lasciare nel tuo passato, sfocata sullo sfondo, deprivata di ogni importanza.

Cosa significa guarire la ferita del rifiuto? Da spiegare è semplice, da elaborare è molto più complicato. Guarire la ferita del rifiuto significa capire, nel tuo profondo, che puoi essere disapprovato. Significa che puoi deludere, che puoi dare dei dispiaceri. Già, perché spesso la vittima del manipolatore è cresciuta sotto la costante minaccia: «devi essere buona sennò….» (la mamma si arrabbia, fai piangere Gesù, viene il mostro cattivo…).

L’apprendimento implicito che accompagna questa minaccia è: «puoi essere amata solo se…»; purtroppo la vittima del manipolatore è cresciuta conoscendo solo l’amore condizionato.

Ecco perché il manipolatore è così dannatamente affascinante, perché ripropone in te un modello relazionale che hai già conosciuto e ripetendo il copione, speri nel profondo che qualcosa possa cambiare, che finalmente potrai essere approvata senza condizionale. Ecco uno spoiler: con il manipolatore, questo, non accadrà mai! Lascialo sullo sfondo e mettiti in salvo!

  1. Lavora sulla tua ferita del rifiuto
  2. Smettila di cercare una ragione. Cerca di capire che il comportamento del manipolatore non riguarda te, anche se ti coinvolge. Il comportamento del manipolatore riguarda solo il manipolatore. La vittima è una povera malcapitata.
  3. Evita di fare affidamento su ciò che dice.
  4. Dedica del tempo ad attività che ti gratificano, dove sei tu la protagonista del tuo investimento. Impegnati per te stessa, in qualcosa che ti piace.
  5. Ascolta i tuoi bisogni. Se hai una relazione con un manipolatore, o peggio, sei cresciuto con un genitore manipolatore, è probabile che i tuoi bisogni non vengano soddisfatti da molto tempo. Cerca di ascoltare e rispettare quelli che sono i tuoi bisogni, anche se farlo significa correre il rischio di deludere qualcuno.

Come mettere il manipolatore con le spalle al muro

Molto spesso le vittime tendono a iniziare un braccio di ferro con il manipolatore: niente di più sbagliato! Gli scontri, le sfide, le competizioni, i botta-e-risposta, sono tutte dinamiche che alimentano la brama del manipolatore.

Altra tendenza sbagliata consiste nel cercare di curare il manipolatore e renderlo più consapevole. La verità è che nessun manipolatore ammetterà mai di essere un manipolatore, anzi, potrebbe anche ammetterlo ma anche questa ammissione sarebbe a scopo manipolativo. La dinamica suona più o meno così: «ammetto di avere un problema per pretendere aiuto, tuttavia non faccio nulla per aiutare me stesso, anzi, approfitto della situazione». «Ma lui piangeva, mi sembrava così sincero!» Ecco. Quando qualcuno piange «per te», assicurati che lo faccia realmente mosso da amore incondizionato e non perché sta perdendo potere sulla tua vita.

Nella realtà dei fatti, il manipolatore non mette mai in discussione se stesso, lo può fare all’apparenza solo per continuare a perseguire i suoi scopi all’interno della relazione. Ricorda il punto 3 dell’elenco visto in precedenza!

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Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del libro best seller “Riscrivi le pagine della tua vita” edito Rizzoli
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