Come diventare più intelligenti secondo le neuroscienze

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Il cervello umano è meraviglioso, capace di incredibili funzioni e l’intelligenza è l’abilità che più ci affascina. È spesso oggetto di ricerche nel panorama scientifico e, anche in società, sembra essere una dote molto ambita! Da dove nasce l’intelligenza? Sicuramente essa può essere collegata a diverse funzioni cerebrali. Allora, per capire come sviluppare l’intelligenza, iniziamo parlando del cervello. Tutti i cervelli umani condividono strutture anatomiche analoghe ma, al contempo, sono diversi tra loro, unici nei collegamenti e nelle funzioni, dato che si sono “formati” in contesti evolutivi differenti e… sicuramente adesso starai pensando che il tuo cervello è il più incredibile di tutti! Forse sì, lo è davvero.

Ma da dove nasce tutta questa voglia di mettersi alla prova?

Pensiamo erroneamente che il valore di una persona possa essere quantificato in base alle più disparate misure: quanto guadagna, quanto è alto il suo QI, quanti amici ha, quanti 30 ci sono sul libretto, quanti follower o like ha…! Allora, se vuoi metterti alla prova per migliorare te stesso e conoscerti, sei il benvenuto! Se, invece, vuoi esplorare la tua intelligenza perché ritieni che possa essere l’unica misura del tuo valore personale, allora demordi: ti assicuro che tu sei molto di più che una serie di misure quantificabili! Eccoci qui. Dopo questo piccolo promemoria, torniamo dai neuroni e dal quoziente intellettivo (QI)!

Che cos’è l’intelligenza?

L’intelligenza è un complesso di facoltà psichiche e mentali che, mediante processi cognitivi (come l’apprendimento, la riflessione e la comprensione), consentono di elaborare concetti e significati e, di conseguenza, organizzare il proprio comportamento sia nel campo delle idee sia nel campo dell’attività pratica per risolvere un problema e raggiungere un obiettivo. In pratica, se sei dotato di un’intelligenza completa, in base a profonde riflessioni sulla vita e grazie alle giuste conoscenze, potresti costruirti una routine in grado di gratificarti se ti ponessi l’appagamento personale come obiettivo. Allora chi sta male è uno scimunito? No. Purtroppo anche le persone brillanti e intelligenti potrebbero non disporre delle nozioni giuste e soprattutto, potrebbero anche prefissarsi l’obiettivo sbagliato.

Eccoti un esempio: il mio obiettivo potrebbe essere la felicità, ma le nozioni che ho a disposizione potrebbero avermi persuaso che posso raggiugnere tale scopo solo se sarò amato da… (Tizio, Alfredo, Odino o Caio), o solo se sarò sufficientemente efficiente, bravo, magro o altre credenze. La mia intelligenza, però, mi dovrebbe suggerire che ho bisogno di nuova conoscenza, ho bisogno di guardare oltre il limite del mio campo visivo. L’intelligenza, diventa uno strumento potente solo se accostata da specializzazioni nozionistiche. Possiamo essere eccellenti “ragionatori” ma se riflettiamo sul materiale sbagliato, ce ne facciamo ben poco di tutto il nostro capitale intellettivo.

E la memoria?

La memoria umana è vista come un magazzino statico. Nessuno si farebbe scrupoli a dire «ho una pessima memoria», ma tutti avrebbero problemi ad affermare «sono un po’ tonto». Eppure la memoria e l’intelligenza sono due misure fortemente correlate. Anzi, è stato dimostrato che un tipo di memoria può predire con assoluta accuratezza il QI in ogni sua sfaccettatura (intelligenza verbale, pensiero astratto, ragionamento visuo-percettivo e velocità di elaborazione). Ed è questa componente che potrebbe fare la differenza.

Perché alcune persone sono più intelligenti di altre?

Gli scienziati di tutto il mondo sono giunti alla conclusione che nel determinare l’intelligenza, un ruolo predominante sia svolto dalla «memoria di lavoro». La memoria di lavoro, non solo immagazzina temporaneamente informazioni ma ne consente la manipolazione, può essere descritta come quello “spazio di lavoro mentale” che rende possibile attività complesse come il ragionamento, il calcolo, l’applicazione della logica, l’apprendimento e la comprensione. I test che misurano la memoria di lavoro riescono a predire i punteggi ai principali test di QI. Anzi, due ricercatori (Kyllonen e Christal), hanno confrontando le prestazioni in una serie di compiti di memoria di lavoro con una batteria di misure di capacità di ragionamento tratte dai classici testi del QI. Come previsto, è stata trovata una correlazione fortissima. La differenza? I test del Qi sembrano dipendere di più dalle esperienze, quindi non misurano qualcosa di appreso. Ma l’intelligenza, dunque, si può apprendere? In un certo senso sì, o meglio, è possibile allenare determinate funzioni del cervello.

Alcune ricerche, hanno dimostrato che migliorando la memoria di lavoro è possibile migliorare l’intelligenza. Ma quando parliamo di intelligenza, a quali aree del cervello facciamo riferimento? Qui il dibattito è molto intenso. Le ricerche (condotte da neuroscienziati come Olesen, Klingberg e Westerberg) sfruttando la risonanza magnetica funzionale, hanno osservato che cinque settimane di training mirate ad aumentare la memoria di lavoro, producono una maggiore attivazione della corteccia frontale e parietale, aree che, come noto, sono associate alle funzioni superiori di ragionamento.

Come diventare più intelligenti secondo le neuroscienze

Innanzitutto, puoi diventare più intelligente riducendo i carichi che impediscono un buon funzionamento della memoria di lavoro. Quali? Ansia e stress. Allenare la mente alla calma è la scelta più saggia che tu possa fare per diventare più intelligente.

L’incapacità di inibire gli impulsi (l’impulsività, gli automatismi, gli scatti d’ira e le “reazioni d’istinto”) è strettamente correlata a una scarsa memoria di lavoro. Puoi migliorare la tua intelligenza agendo in domini insospettabili della tua vita! La memoria di lavoro è importante nel guidare il processo decisionale e nel regolare il comportamento. In modo indiretto, lavorando su te stesso e sul tuo comportamento, finirai per migliorare la tua memoria di lavoro con ricadute positive su quell’abilità che comunemente chiamiamo intelligenza. La memoria di lavoro, in termini comportamentali, è importante per:

  • il controllo e l’inibizione degli impulsi,
  • il comportamento finalizzato,
  • la capacità di pianificare a breve e a lungo termine
  • la capacità di resistere a gratificazione immediate
  • problem solving (risolvere i problemi pratici, di tutti i giorni, senza perdere le staffe)

L’ansia, l’emozioni a mille, lo stress, sembrano avere effetti deleteri su tali capacità. Infatti, un deficit nella memoria di lavoro non solo si traduce in un basso QI ma anche in un minor controllo della risposta emotiva e una ridotta autoregolazione emotiva dopo un feedback negativo (elevata reattività). Insomma, l’intelligenza non è solo una misura da sfoggiare ma si tratta di una serie di abilità che possono concretamente migliorarti la vita (se sai come applicarle).

Rallentare e resistere agli impulsi, riflettere, ragionare su ciò che la vita di butta addosso, è il modo più prezioso e pratico che hai per migliorare il tuo QI! Altrimenti a cosa ti serve avere un elevato QI se non lo metti al servizio del tuo benessere? Se speri di sfoggiare un elevato QI per avere una pacca sulla spalla e qualcuno che ti dica «bravo! WOW! Mi hai stupito», sappi che faresti un cattivo uso del tuo intelletto. Se, invece, utilizzi il tuo intelletto per trovare gratificazioni, magari per costruirti una relazione sentimentale appagante e una vita su misura, che rispetti i tuoi ritmi e valori, allora sì che avrai fatto “fruttare” il tuo capitale intellettivo.

Il ruolo dell’attenzione

Proprio a causa degli effetti “disinibenti” di sostanze come l’alcol e gli stupefacenti, queste possono causare una compromissione sulla memoria di lavoro che si traduce, in modo indiretto, in un decremento del QI. Al contrario, il sonno, il riposo e il relax migliorano le funzioni cognitive! In pratica hai scoperto che per potenziare l’intelligenza, devi fare esattamente il contario di ciò che sei portato a fare! Scommetto che tu, come tutti, sei portato a iper-eccitare e iper-stimolare il cervello. Quando ciò avviene, si ottiene un effetto di abituazione che invece di renderci più “svegli” e “riflessivi”, ci automatizza: di certo diventiamo più svelti in determinate schemi ma compromettiamo, a largo spettro, molteplici capacità. Prima tra tutte, la capacità attentiva.

Recenti studi hanno dimostrato che -a causa della tendenza al multitasking- la nostra intelligenza stia calando. Il realtà, questo avviene perché a calare il la memoria di lavoro! In caso di attenzione divisa in più compiti, ci disabituiamo ad usare un’attenzione sostenuta… in pratica, più ci stimoliamo, più perdiamo le nostre capacità attentive e… meno siamo capaci di ragionare!

Utilizzare il tuo QI nella vita di tutti i giorni

Come premesso, l’intelligenza, da sola, potrebbe non essere garanzia di una vita appagante se mancano conoscenze di base. Inoltre, la tendenza a vivere una vita frenetica e a lasciarsi sopraffare dalle emozioni, lascia davvero poco spazio all’allenamento di funzioni superiori. La nostra memoria di lavoro sembra essere ridotta ai minimi termini.

Per migliorare la memoria di lavoro, non esiste un training accessibile a tutti che io possa consigliare: la gran parte di app per smartphone e software appositamente sviluppati, non hanno ottenuto risultati dimostrati nei test di laboratorio. Ciò che mi sento di consigliare, per rallentare i ritmi e riconquistare le funzioni perdute, è la lettura di un manuale di autoanalisi che s’intitola «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce». Fornisce tutti gli strumenti utili per imparare a pianificare gratificazioni a lungo termine, per non lasciarsi sopraffare e soprattutto, per apprendere a ragionare in modo intelligente sui dilemmi che ci butta addosso la vita quotidiana (relazioni interpersonali, lavoro, famiglia…). Il libro si trova in tutte le librerie o su Amazon, a questa pagina.

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» (tradotto in 5 lingue) e del nuovo «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce».
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