Come gestire la fine di una relazione con un manipolatore

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

La relazione con un manipolatore è molto impegnativa poiché egli ha grosse difficoltà ad amare poiché ha difficoltà ad amare se stesso. I manipolatori, soprattutto se narcisisti, riescono a vedere il proprio partner come una persona autonoma con i propri bisogni ma la considerano come una persona funzionale alle proprie esigenze e a bisogni di attenzione.

Quando le attenzioni mancano, finiscono per svalutare il partner e/o i figli poiché sono completamente incapaci ad identificarsi nell’altro e a considerare i suoi bisogni.  Molte persone sono attratte da un partner manipolatore nonostante il dolore che poi infliggeranno loro poiché spesso si presentano come individui affascinanti e disponibili che illusoriamente influenzano la loro autostima.

La sensibilità della vittima crea il terreno fertile

Di solito la preda di un manipolatore è una persona empatica, sensibile, propensa al sacrificio per gli altri, empatica e poco incline a prendersi cura di sé. A volte sono persone bisognose di una guida, insicure ed incapaci di stare da sole ( e non sole), dipendenti affettive.  Il manipolatore invece dopo una fase iniziale di forte ed apparente coinvolgimento iniziano a provare una forte paura dell’abbandono, si sentono vulnerabili pur non mostrandolo, controllano la relazione e reagiscono con il silenzio prolungato dopo un litigio.

Le loro relazioni possono essere teatrali ed istrioniche o altre volte silenziose al solo scopo di catturare l’attenzione del partner. I manipolatori, soprattutto se narcisisti si innamorano rapidamente (love bombing) ma perdono tale desiderio in breve tempo attuando prima una critica continua della vittima (svalutazione) per poi  eliminarla dalla loro vita senza tener conto delle conseguenze (scarto).

Le vittime di un manipolatore possono essere individui dalla personalità differente per cui non è semplice delineare un unico profilo, ma in qualsiasi caso, per la vittima non è mai semplice riconoscere di trovarsi di fronte ad un manipolatore. Il segnale più rilevante che aiuta a riconoscere che ci si trova di fronte ad un manipolatore è il rifiuto assoluto a lasciare che il partner contribuisca a determinare la relazione. L’unico che deve definire e orientare la relazione è solo lui, il manipolatore.

Un altro elemento che aiuta a riconoscere di essere in presenza di un manipolatore è la sottile e continua manipolazione che attua al fine di isolare la vittima dai propri contatti sociali. Comprendere il ruolo che si ha in una relazione con un manipolatore è fondamentale per iniziare il processo di decontaminazione e di liberazione.

Questo aiuta ad attribuire un ruolo ai due componenti della coppia, a riconoscere le dinamiche comportamentali e i tratti caratteriali che contraddistinguono vittima e carnefice. Riconoscere che il partner manipolatore deve alimentare continuamente un senso grandioso e fragile di sé che cela un profondo senso di inadeguatezza e l’assenza di amore per se stesso. Il passaggio dal sentirsi vittima passiva a persona consapevole di stare in relazione con una persona che sfrutta gli altri si basa sulla necessità di costruire dei limiti fermi ed invalicabili.

Mettere le giuste distanze

Solo lo stabilire dei confini chiari, consente di far sapere all’altro il proprio valore. Prendersi del tempo per ritrovare i propri valori, e obiettivi è indispensabile per iniziare a fare a meno dell’altro nel processo di rafforzamento della propria autostima. Sei tu l’artefice della tua vita e non puoi mettere nelle mani dell’altro il compito di stabilire il tuo valore. Questo processo aiuta a creare il coraggio che aiuta ad interrompere ogni rapporto con un partner manipolatore. Il no contact non ha come obiettivo di colpire il manipolatore ma di proteggere chi ha avuto una relazione con lui e di avviare il processo di ricostruzione di sé.

Chiudere  la relazione con un manipolatore è un processo doloroso e molto faticoso, una vera e propria battaglia con i mulini a vento poiché il manipolatore evita ogni confronto ed ogni contatto con le emozioni, è sempre pronto a criticare l’altro e a non mettersi mai in discussione.  Quando si decide di lasciare un manipolatore si innesca un meccanismo che all’inizio può sembrare difficile da arginare, poiché il manipolatore non ama perdere ed essere lasciato ma vuole lasciare.

Promette che cambierà  o che  il partner non ce la fa a vivere senza di lui o che non troverà nessuno come lui. Quando finalmente il partner riesce a chiudere ogni contatto con il manipolatore è bene non farsi convincere dagli ulteriori tentativi che mette in atto per tentare di riconquistare la vittima (manipolazione). Un ultimo problema è costituito dai ricordi piacevoli che possono riemergere, generando nostalgia, rimpianto e confusione emotiva.

Il ricordo di quando la relazione nella fase iniziale sembrava essere piena d’amore, potrebbero ingenerare confusione ma è bene tenere a mente che quei complimenti non erano sinceri ma solo una strategia per adescare il partner. Per non farsi intrappolare dai momenti di nostalgia è importante ricordare tutte le offese, le menzogne, i sensi di colpa e le aggressioni subite, le quali non esistono in una relazione sana e reciproca.

Non aspettare chi non ti vuole!

Un amore autentico è un sentimento sano, sicuro, non ossessivo e reciproco dove non si viene svalutati e ricattati e soprattutto dove le parole sono seguite da azioni. Ti fai solo del male se continui a idealizzarlo, se continui a domandarti perché è successo, se pensi che sia stata solo colpa tua e per questo ti svaluti. E’ il momento di elaborare tutto il male che hai dovuto subire, stringere i denti, andare oltre.

Si guarisce da una delusione d’amore?

Sì, si guarisce! E Un giorno o l’altro bisognerà fare il primo passo per venirne fuori, anche se per il momento non si ha nessuna voglia. Allora bisognerà elaborare il lutto, e per farlo bisognerà smettere di torturarsi: piangi pure, piangi tutte le tue lacrime. Perché, anche se adesso ti sembra impossibile, da una delusione d’amore si guarisce. Ci vuole tempo, ma alla fine si guarisce. Arriva un giorno in cui ci si sorprende a ridere di gusto o a pensare ad altro. E’ solo un momento, ma è il segno che si comincia a guarire. Resta da superare il fatto che non vuoi nemmeno sentire parlare di innamorarti di nuovo. «Non voglio più vivere una storia come questa, mi ha fatto frantumato l’animo».

Una lettura preziosa per rinascere

Anche se non lo sappiamo, avevamo un mondo e una vita completa anche prima che il nostro partner arrivasse. Ciò che possiamo fare oggi, è continuare a prenderci cura del nostro mondo, a prescindere dalle azioni dell’altro. Certo, non tutti sono capaci di essere presenti per se stessi, alcuni sembrano più bravi a occuparsi degli altri e non di sé, ma anche questo cambierà. Come spiego nel mio libro «Riscrivi le Pagine della tua Vita», quando sappiamo guardarci bene dentro e riusciamo cogliere i nostri bisogni più profondi, riconoscendoci nella nostra interezza saremo capaci di muoverci nella direzione giusta per appagarli, a prescindere dall’altro! La soddisfazione relazionale diverrà la naturale conseguenza delle nostre scelte personali, del nostro modo mentale. Il libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» è il più consigliato dagli psicoterapeuti, ha già aiutato migliaia di persone e di coppie.  Il libro lo trovi nella tua libreria di fiducia o su Amazon.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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