Come il manipolatore fa la vittima per ottenere da te ciò che vuole

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Oggi vorrei concentrarmi su un tema che troppo spesso passa inosservato. Il vittimismo del narcisista. In genere, quando si parla di disturbo narcisistico di personalità, ci soffermiamo tutti sul suo senso grandioso del sé, sulla fame illimitata di potere, la scarsa empatia, e trascuriamo i risvolti pratici di tutto questo; in primis, trascuriamo il fatto che il mezzo più potente che usa per manipolare l’altro è l’obbligo morale, la colpa indotta dal sua innato vittimismo.

Psicoadvisor è stato tra i primi portali in Italia a parlare di narcisismo e manipolazione affettiva non solo nella relazione di coppia ma anche in famiglia. Chi subisce manipolazione affettiva in ambito di una relazione passionale, quasi sicuramente avrà già sperimentato dinamiche analoghe anche nella famiglia d’origine, solo che non è consapevole. Il motivo? Le dinamiche vissute in famiglia tendono a essere “normalizzate” perché rappresentano la prima realtà con la quale entriamo in contatto da bambini. Ti faccio questa premessa perché vorrei che, leggendo questo articolo, non pensassi solo ai partner romantici ma anche alle relazioni interpersonali che vivi con i tuoi cari.

Come il manipolatore fa la vittima per ottenere ciò che vuole

La mentalità da vittima può essere caratteristica di molti tipi di personalità e può costituire un potente mezzo di manipolazione. Chi si pone in una condizione momentanea di svantaggio, infatti, può fare leva sul senso di colpa altrui, sul senso del dovere e sugli obblighi morali che ci accompagnano fin da bambini. Già, perché fin da piccoli, non ci hanno insegnato ad autoaccudirci o ascoltare le nostre emozioni, piuttosto ci hanno insegnato a prenderci cura degli altri, a non dare fastidio, a essere buoni, a sopprimere i nostri bisogni per soddisfare quelli altrui… così, quando qualcuno sta male, ci sentiamo in dovere di aiutarlo, anche se questo significa mandare a monte i nostri progetti.

Una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica «Personality and Social Psychology Bulletin» (McCullough et al. 2003) ha messo in evidenza come il narcisista si senta spessissimo trattato ingiustamente nelle dinamiche interpersonali. In effetti, se ci pensi, questo è intuibile! Se il narcisista si sente speciale e crede profondamente di meritare un trattamento coi guanti, per lui anche accettare un «no» può essere causa di vittimizzazione! E anche il dover fare una semplice fila all’ufficio postale può essere motivo di ingiustizia. Nella mente del narcisista, infatti, tutto ciò che egli fa è speciale, una normalissima commissione si trasforma in un’impresa epica. Quando fa qualcosa, ha sempre dei risvolti titanici… non come le “cose banali” che facciamo noi “comuni mortali”. Perché enfatizzando se stesso, il narcisista troverà sempre un modo per farti sentire inferiore. Quindi, in un certo senso, in alcuni casi il narcisista potrebbe realmente percepirsi come una vittima. In altre circostanze, invece, si cala deliberatamente in questa parte per ottenere i suoi vantaggi.

Il manipolatore narcisista non vede o non vuole vedere

In generale, le persone con tratti narcisistici hanno difficoltà a essere consapevoli dei loro comportamenti e dell’impatto che queste condotte hanno sugli altri. Anche quando glielo fai notare con calma, fingono comprensione per poi ripetere per la milionesima volta la medesima condotta. Oppure, potrebbero non essere in grado di “vederlo” anche quando glielo fai notare, arrivando a negare l’evidenza.

Pur di proteggere il loro senso grandioso del sé, arrivano ad aggredirti verbalmente se gli fai notare un’incongruenza nella loro condotta, oppure, se proprio messi all’angolo, iniziano a calarsi nel ruolo della vittima. Creano uno scenario in cui lei/lui è l’incompreso e tu, sei l’ingrato di turno. Quello insensibile, che non capisce e non mostra rispetto e gratitudine per tutto ciò che lui/lei fa per te.

Questo è uno scenario tipico tanto in coppia quanto in famiglia. Per farti capire dove riescono ad arrivare queste persone, ti propongo un esempio di conversazione tra due componenti di una famiglia disfunzionale. In questo scambio, A. desidera fortemente organizzare un evento per il 15 del mese successivo, lo vuole così tanto da cercare di estorcere una promessa d’impegno e ignorare le difficoltà e i bisogni di B. Prima ci prova con l’insistenza e il carisma, poi con i sensi di colpa.

A. «Il mese prossimo sei a Napoli?»
B. «In realtà ho molto lavoro, non so dove sarò»
A. «Ah, quindi non sai cosa farai?»
B. «Esatto. Non dirmi nulla. Se volevi propormi qualcosa ne riparliamo più avanti»
A. «Quindi non puoi dirmi se il 15 sei libero?»
B. «No, non so dirti niente. Spero di rispettare la scadenza di fine mese e liberarmi, ma non so se ce la farò o se slitta»
A. «Però secondo me potresti organizzarti»
B. «Sì, forse più avanti, ma non riesco a dirti fin da ora. Sto proprio impantanato»
A. «Però ce lo vuoi tu»
B. «In che senso? È il lavoro dei miei sogni e mi piace. Solo che non posso dirti niente per il 15!»

Quel «ce lo vuoi tu» la dice già lunga. Un mix di colpevolizzazione, giudizio e presunzione. Già, perché A. presume di sapere come B dovrebbe trascorrere il suo tempo, come dovrebbe organizzarsi e anche a cosa dovrebbe dare priorità. Con i narcisisti è sempre così. Loro sanno tu cosa dovresti e non dovresti desiderare. Tentano sempre di sostituire le loro aspettative alle tue ambizioni di vita! Poi, la conversazione prosegue. E dopo pochi minuti in cui si parlava di altro, A. ritorna sull’argomento del 15 come se nulla fosse! Come se non avesse già avuto la sua risposta… in realtà A. non vuole accettare un rifiuto, non vuole mollare la presa e incalza:

A. «Allora, il 15 lo trascorriamo insieme?»
B. «Ti ho detto che non lo so»  – con tono deciso.
A. «Dai, che sarebbe bello. Lo vorrei sapere»
B. «Ti prego, non insistere. Non te lo so dire, dovrei finire per fine mese ma non lo so!» – con tono deciso.
A. «Ci tengo tanto. Secondo me ti puoi organizzare»
B. «Ho capito, ma non posso dirtelo fin da ora! Quante volte te lo devo ripetere?» – con voce seccata.
A. «Vedi come sei? Io volevo solo organizzarti una sorpresa! Hai rovinato tutto. Io faccio tutto questo e tu mi tratti così?»
B. «Stai distorcendo. Ti devo salutare».

Amare l’altro non significa possederlo

Con queste persone è decisamente difficile avere una conversazione aperta perché se tu non sei pronto ad assecondare le loro aspettative, loro invece saranno pronte a trasformarsi nella vittima e fare di te la peggiore persone di questo mondo o… almeno ci provano! Chi è ben ancorato alla realtà e sa ascoltare i propri bisogni, non cade in questi meccanismi. Se ci pensi, in fondo B. aveva palesato il suo bisogno di tempo per fornire una risposta. Aveva spiegato che c’era una scadenza di lavoro imminente e che non sapeva se riusciva a rispettarla. Nella realtà dei fatti, ad A. non importa proprio nulla di B. altrimenti gli avrebbe concesso il tempo che aveva chiesto. Altrimenti non avrebbe sentito il bisogno di far leva sui sensi di colpa. Avrebbe rispettato i suoi tempi, le sue priorità e, se ce ne fosse stato modo, avrebbe organizzato la “sorpresa”… è così che fanno le persone che nutrono un genuino affetto.

Al contrario, le persone che vogliono solo esercitare potere e possedere l’altro, non ascoltano ne’ ragioni ne’ bisogni. Cercano solo di imporsi e ci provano in ogni modo. A pagarne le spese sono le persone fragili, se B. non avesse imparato a legittimare i suoi bisogni, avrebbe poi ceduto.

B. ha smesso di tentare di far ragionare A. perché ha capito che non tutte le persone vogliono mettersi in discussione. In effetti, chi è incapace di introspezione e al contempo ha un senso esagerato di sé. un forte senso di superiorità, è incapace di adottare una visione più ampia che si discosti dai suoi bisogni. Le persone con un senso grandioso del sé e scarse abilità introspettive, riescono a vedere il mondo solo sotto la lente dei propri bisogni. Allora confrontarsi è impossibile.

Cosa fare?

Allora qual è l’unica via percorribile? Accettare che non possiamo cambiare gli altri, ne’ convincerli a capirci, anzi, sbagliamo se ci accaniamo a cercare comprensione in chi non potrà mai offrircela. Chi ha un disturbo narcisistico di personalità additerà sempre gli altri di avergli “incasinato la vita”, ponendosi in un piano di vittima perché, in modo del tutto contraddittorio, anche se si percepiscono come grandiosi, non accettano le proprie responsabilità. Ecco perché il narcisista passa così repentinamente dal ruolo dell’eroe al ruolo della vittima.

Cosa possiamo fare noi? Seguire la nostra strada. Diventare gli eroi sì… ma di noi stessi! Possiamo smettere di farci definire dalle azione e dalle parole degli altri e finalmente iniziare a definirci da soli. Possiamo imparare ad ascoltare i nostri bisogni e rispettarli, facendoci completamente scivolare le parole velenose del manipolatore di turno. Tutto questo è possibile quando riusciamo ad affermarci. Nessuno ti ha insegnato a farlo, ad affermare te stesso come persona meritevole, degna d’amore e completa. O almeno, nessuno te l’ha insegnato prima d’ora. Nel mio nuovo libro «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce» ti spiego come prenderti cura di te e disinnescare le dinamiche relazionali più scomode, sia in coppia che in famiglia. Nella tua vita c’è un unico punto fermo e quello sei tu. È venuto il momento di rispolverare i tuoi bisogni e metterli al centro di tutto! Puoi unirti a noi e partecipare al preordine su Amazon, a questo indirizzo. In alternativa, il manuale di psicologia «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», è disponibile in tutte le librerie d’Italia a partire da martedì 4 luglio.

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore del libro bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” – Rizzoli e dell’attesissimo «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce».
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