Come imparare l’ottimismo: 10 regole d’oro

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Si può imparare l’ottimismo? Ci si può allenare ad essere felici e a pensare positivo per vivere meglio? È pensiero comune che il mondo sia diviso in due parti: una dai colori vividi, solari e accesi, abitata da persone ottimiste e un’altra, cupa e silenziosa, da quelle pessimiste. Positivo e negativo sono dunque messi in contrapposizione come se il destino di un individuo fosse segnato e deciso in base alla parte del mondo dove si trova. Ma è davvero così? Una persona pessimista è destinata a essere tale per sempre?

Imparare l’ottimismo: cosa dice la scienza?

Per fortuna la scienza afferma il contrario. Diversi studi hanno infatti dimostrato che imparare a pensare positivo è possibile cambiando in modo in cui interpretiamo gli aventi. Anzi, sarebbe essenziale per innescare procedimenti mentali che portano a soddisfazione, senso di completezza e infine, felicità. Non solo: sembra che anche il corpo che ospita una mente ottimista reagisca meglio allo stress, si ammali meno, dorma meglio e abbia un metabolismo più attivo.

L’ottimismo si impara (almeno per il 40%)

Uno studio fra tutti, quello di Sonja Lyubomirsky, rinomata professoressa di psicologia americana, che ha definito la differenza sostanziale tra ottimismo cosiddetto “genetico” e uno invece “appreso”, grazie agli studi effettuati su diversi casi di gemelli. Secondo la Lyubomirsky, i fattori che determinano un atteggiamento ottimista nelle persone sono al 50% genetici: quindi per metà si è più predisposti all’ottimismo o al pessimismo dalla nascita, al 10% da circostanze esterne, e il 40% da come si agisce e si pensa.

Pensieri positivi per vivere meglio, i benefici

Il testo “Imparare l’Ottimismo” dello psicologo Martin Seligman elenca numerosi vantaggi dei pensieri positivi:

  • maggiore resistenza alle malattie, attraverso l’innalzamento delle difese immunitarie;
  • longevità;
  • una vita relazionale più appagante;
  • il pensare positivo aiuta a raggiungere successi lavorativi e in altri ambiti;
  • miglioramento del tono dell’umore.

Come imparare l’ottimismo – quali pensieri evitare

I pensieri positivi non si sviluppano attraverso l’ottimismo cieco e ingiustificato (saremmo incoscienti), o attraverso una visione del mondo rosea e idealizzata.

Primo pensiero: evitare credenze catastrofiste

Come “da questo problema non ne uscirò mai” oppure “questa situazione non si risolverà mai”. Questo tipo di pensiero ci pone in una prospettiva infinita e sconfortante, ci indebolisce e rende difficile utilizzare le energie e le risorse per reagire.

Secondo: evitare di generalizzare

Se un ambito della nostra vita (lavoro, salute o relazioni) non sta andando come vorremmo, dovremmo evitare di estendere la negatività anche ad altri settori. Non si tratta di un virus che si propaga per prossimità: è meglio procedere per compartimenti stagni e preservare ciò che sta funzionando, e magari trarne incoraggiamento ed energia.

Terzo: non colpevolizzarsi in maniera radicale

Infatti, è corretto riconoscere le proprie responsabilità: ciò significa anche che possiamo fare qualcosa per mettere in atto un cambiamento. Dirsi invece “è tutta colpa mia” rischia di diventare una frase fine a se stessa e controproducente. Difficilmente qualcosa dipende solo ed esclusivamente da noi.

Come fare allora ad allenare i pensieri positivi per vivere meglio?

…e vedere sempre il bicchiere mezzo pieno? La risposta risiede nella capacità di coltivare l’abitudine al pensiero positivo e dunque mettere in moto e alimentare il cambiamento positivo nell’approcciarsi al mondo esterno.

Imparare l’ottimismo – 10 consigli

1. Ogni sera, annotarsi 3 eventi positivi accaduti nella giornata – che sia fare meditazione, bere un caffè con un amico, scrivere il proprio diario, mettere in ordine l’armadio, correre più di 10km. Oppure, un sorriso per strada, trovare parcheggio in una zona molto trafficata… E’ importante riconoscere ogni giorno almeno un evento positivo, identificarlo e accoglierlo come tale. Quest’abitudine spinge a diventare più positivi e vedere il mondo con occhi diversi.

2. Riconosci i tuoi pregi – imparare a valorizzarsi. Riconoscere le proprie capacità e unicità da sicurezza ed energia, spesso chiavi per aprire nuove opportunità nel mondo.

3. Pratica la gratitudine – è più difficile a dirsi che a farsi. Semplicemente, ogni giorno, sommando le due azioni precedenti, e cancellando invidie e paragoni con gli altri, è importante riconoscere se stessi nei valori, nei pregi e nella capacità di vedere il positivo.

4. Pratica la capacità di meravigliarti: fa bene all’umore e fa bene alla salute.

5. Definisci i tuoi obiettivi – partendo da quelli a breve e medio termine, fino ad arrivare a mete più a lungo termine. Questo aiuta a scandire le giornate e le settimane, a gratificarsi nel tenere traccia dei progressi e ad essere soddisfatti.

6. Prendi il controllo – sulla stessa falsa riga, riuscire a ritagliare il tuo tempo, prendere la scena quando ti spetta, permette di essere padroni del proprio vivere e questo porta a sensazioni di completezza, equilibrio e positività.

7. Sorridi – affrontare il mondo con un atteggiamento aperto e positivo contribuisce a riconoscere nel mondo altri atteggiamenti simili e dunque a riceverli in cambio. Un sorriso o una risata (magari in compagnia) sono contagiosi e possono alleggerire situazioni complicate e negative.

8. Cambia la prospettiva – valutare un evento negativo come un’opportunità non è sempre facile, ma è spesso il modo migliore per superarlo. Considerandolo come una sfida, una prova, sarà un modo per sperimentare, crescere e migliorarsi.

9. Riconosci i tuoi successi – quello che si fa può essere semplice o complesso, ma a prescindere è importante identificare le proprie azioni come successi e non semplici sequenze di movimenti o pensieri. Fare questo dà vigore e soddisfazione. Annotarseli per iscritto e rileggerli a fine anno è un buon modo per tenerne traccia!

10. Mantieni l’equilibrio – non si può essere sempre ottimisti e positivi, la vita non è sempre tutta rose e fiori. E’ importante dunque anche essere realistici, concentrati sul presente, per riprendere il controllo e riflettere su ciò che possiamo fare.

A cura di Chiara Venturi, psicologo psicoterapeuta. Riceve nel suo studio di Milano. Mail info@chiaraventuri.it

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