Come le persone a te care limitano le tue potenzialità

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Fin da bambini, impariamo a guardare a noi stessi con gli occhi degli altri. Diventiamo, infatti, il riflesso di come gli altri ci trattano e ci fanno sentire. Non contano tanto le parole o i complimenti che ci rivolgono, piuttosto hanno peso gli atteggiamenti e i comportamenti. Se gli altri sono iperprotettivi e hanno un’immagine di noi come deboli, finiremo per sentirci fragili e incapaci! Se gli altri ci trattano con superficialità o come se fossimo un peso, sentiremo di avere poco valore. In queste circostanze, sarà difficile credere in noi stessi. Le prime esperienze infantili gettano le basi su cui costruiremo non solo la nostra identità, ma anche le nostre relazioni da adulti.

In una certa misura, questa sorta di modellamento, avviene anche da adulti. Ecco perché dobbiamo prestare molta attenzione alle persone che scegliamo di avere accanto. I genitori non si scelgono, essi ci capitano! Crescendo, siamo costretti a scendere a patti con i loro limiti: sono pur sempre esseri umani e come tutti, possono sbagliare. Una volta adulti, però, non dobbiamo stringere legami con le persone che “capitano” nella nostra vita.

Dovremmo imparare a operare una selezione e instaurare un rapporto solo con chi ci valorizza

Se lasciamo le cose al caso, continueremo a relazionarci con chi conferma l’immagine che i nostri genitori ci hanno trasmesso di noi e… non sempre è un’immagine idilliaca. In pratica, se lasciamo le cose “al caso” continueremo a prosperare sulle stessa basi costruite durante l’infanzia, senza apportare alcun vero arricchimento alla nostra esistenza. Non credi che gli altri possano modellarti fino a pregiudicare la tua crescita? Allora leggi questo.

L’effetto Rosenthal

Lo psicologo Robert Rosenthal ha dimostrato come le convinzioni interpersonali possano condizionare il comportamento dell’altro fino a generare una profezia che si autoavvera, denominata “effetto Rosenthal”. In questa prima parte, ti spiegherò come le persone a te vicine: genitori, amici di scuola e insegnanti, hanno condizionato la tua vita. Lo studio è tratto dal libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita», edito Rizzoli.

«Rosenthal creò due gruppi di bambini con analogo quoziente intellettivo e che ottenevano risultati paragonabili ai test attitudinali. I due gruppi erano completamente identici, tuttavia Rosenthal presentò agli insegnanti il primo gruppo come quello dei bambini “dotati” e il secondo gruppo come quello dei bambini “normali”. Dopo un anno di didattica, fu riproposto ai bambini un altro test. I bambini del primo gruppo ottennero dei punteggi nettamente superiori rispetto al gruppo dei normali. Eppure i due gruppi erano identici. Cosa era cambiato? A variare era solo il punto di vista degli insegnanti. Il punto di vista dei nostri adulti di riferimento, infatti, è in grado di condizionare le nostre credenze, le nostre condotte e perfino i risultati che raggiungiamo.

Questo esperimento ha aperto le porte agli studi di parent leveling, cioè allo studio di quanto il punto di vista genitoriale sia in grado di condizionare lo sviluppo e le potenzialità dei figli. (…)

Il modo in cui ci hanno trattato gli altri nel nostro passato ha gettato le basi per tutta una serie di apprendimenti, compresa l’idea che abbiamo delle nostre capacità. Da bambini, abbiamo interiorizzato i giudizi altrui e, ancora oggi, da adulti, ci comportiamo di conseguenza. Abbiamo molte più risorse di ciò che pensiamo, ma la verità è che non ci conosciamo abbastanza perché fino a oggi ci siamo osservati con gli occhi degli altri.» – tratto dal libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» pg. 55.

L’effetto Michelangelo e l’effetto Roses

L’effetto Michelangelo è un fenomeno osservato nelle relazioni sentimentali che stringiamo da adulti. È stato descritto, per la prima volta, dallo psicologo Stephen Michael Drigotas. Secondo questo fenomeno, quando due persone stanno insieme, si scolpiscono a vicenda e quando accanto hai una persona che vede il meglio di te, tu sarai portato a diventare la migliore versione di te stesso. Sarai naturalmente indotto ad affrontare la vita in modo propositivo, fiducioso e a testa alta. Senza mai provare vergogna, insicurezze o indecisioni. Riuscirai a camminare a passo spedito perché inizierai a guardarti con gli occhi di chi crede in te.

Al contrario, se sei circondato da persone che non ti fanno sentire apprezzato e stimato, puoi incorrere in quello che è definito «l’effetto Roses». Il testo che segue è tratto dal libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», edito da Rizzoli:

«Nell’effetto Roses, il partner mina l’identità della persona che afferma di amare, lo fa comunicando indifferenza, pessimismo, disapprovazione, minacciando la sua autostima e non supportandola nelle attività che potrebbero avvicinarla al suo sé ideale. L’effetto Roses si fa ancora più tangibile quando il partner, umiliando costantemente l’altro, lo annienta e lo trasforma in un soggetto passivo. (…)
Anche in questo caso ti invitiamo a una riflessione: come pensi che il tuo partner e le persone a te vicine, stiano condizionando la tua identità? Nelle tue scelte, ti senti ostacolato e supportato? È importante porsi questi quesiti perché il modellamento reciproco che si opera non è solo identitario…». – tratto dal libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», pg. 73.

Proteggersi dalle relazioni svalutanti

Come avrai capito, le relazioni che instauri hanno un forte potere su di te e possono costituire l’ambiente ideale per favorire lo schiudersi delle tue potenzialità o inibirle. In che modo, pensi che le persone a te care stiano contribuendo alla tua vita? Se ti senti spesso giudicato, messo da parte o non considerato, come se la tua opinione valesse poco o nulla, sappi che hai instaurato relazioni svalutanti. Sappi che non devi necessariamente allontanare tutti per uscirne.

Puoi imparare a gestire i tuoi confini, mettere una sana distanza psicoaffettiva, e iniziare a lavorare su di te. Lo scopo? Iniziare a capire bene chi sei davvero differenziando «chi sei tu»  da «come ti vedono gli altri». Per esempio, se gli altri hanno sempre la pretesa che tu sia super-disponibile, probabilmente alla fine hai ceduto, sei diventata quella persona che “non sa dire di no”, che proprio non ce la fa a correre il rischio di deludere gli altri. E, sicuramente, questa propensione alla disponibilità ti avrà portato a fare molte rinunce personali. O, addirittura, ti avrà portato a sacrificare i tuoi bisogni. Analogamente, se nessuno ti ha mai mostrato come darti valore, avrai finito per autosvalutarti.

Certo, non è che di punto in bianco puoi piantare i piedi a terra e dire «no» a ogni richiesta. Ma puoi, giorno dopo giorni, riconquistare un pezzettino di te che ti è stato portato via. A furia di confermare l’idea che gli altri avevano di te, infatti, hai finito per allontanarti da te stesso! Hai finito per perderti e vivere una vita che probabilmente non ti appartiene, non riconosci come TUA.

Appartenere a se stessi

Quando ci cimentiamo nella grossa impresa di riconquistare la nostra identità, di ri-appartenere a noi stessi, troviamo delle resistenze. È naturale. Se per anni ci hanno fatto sentire in un certo modo tanto da condizionare il nostro modo di comportarci, non possiamo pretendere di cambiare da un giorno all’altro. È normale sentire tensione quando dobbiamo affrontare un cambiamento. Anche nelle piccole cose! Anzi, è proprio da quelle che bisognerebbe iniziare in modo assertivo. Le rivoluzioni, non si fanno urlando, alzando la voce e sgomitando. Si fanno riflettendo, provando e riprovando.

Se devi affananrti per farti rispettare, non è il tuo ambiente. Allora lì, sì che è necessario mettere distanze. Per alcune relazioni, l’unico lieto fine possibile è un addio! Per riprenderci noi stessi, infatti, dobbiamo essere disposti a perdere chi non crede in noi. Può sembrare doloroso e lo sarà, ma farà male solo fin quando non avrai imparato ad autoaccudirti e guardare a te stesso con gli occhi della stima, del rispetto e dell’amore.

Siamo a caccia di considerazione. Desideriamo che gli altri ci notino, che ci guardino con gli occhi dello stupore, che dicano «wow, quanto è bravo! Intelligente… capace…». Un po’ come quando un bambino, pedalando in bici in perfetto equilibrio si volta e chiama sua madre: «mamma, guarda! Vado senza mani!». Ricerca quello sguardo, ricerca quell’ammirazione, perché attraverso gli occhi della persona amata che riesce a valorizzare se stesso. Da adulti, per fortuna, possiamo auto-accudirci, prenderci cura di chi siamo e di cosa sentiamo, possiamo amarci per ciò che siamo e valorizzarci fino a diventare ciò che vogliamo. È un percorso che solo chi è disposto a pronunciare determinati «addii» potrà compiere. È un percorso per pochi ma chi lo intraprende non sarà mai solo, perché avrà ritrovato se stesso!

Libri consigliati per ritrovarsi: «Riscrivi le Pagine della Tua Vita», bestseller 2022. Disponibile in tutte le librerie e su Amazon, a questo indirizzo. «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», libro più consigliato dai terapeuti. Disponibile in tutte le librerie e su Amazon, a questo indirizzo.

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» (tradotto in 5 lingue) e del nuovo «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce».
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