Come liberarsi dalla paura del giudizio

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Psicologa e mental coach, specializzata in psicologia alimentare, gestione dello stress, psicologia dell’ansia e della coppia. Riceve online e nei suoi studi di Terni e Bellaria-Igea Marina.

La paura del giudizio negativo è qualcosa insito nella natura umana, è viva anche nelle persone più sicure, anche se talvolta non ne sono completamente consapevoli. Dal timore di essere giudicati, è impossibile esimersi. Siamo esseri umani, ed in quanto tali, esseri sociali; abbiamo bisogno “dell’altro” per essere.

La necessità di approvazione, il bisogno di essere amati ed accettati, fanno parte parte dei bisogni umani essenziali, così come quello di sicurezza e di appartenenza; necessitiamo di tutto ciò così come di mangiare, bere e dormire.

Che sia in relazione al proprio aspetto fisico, alle proprie origini familiari, al proprio livello culturale, il timore dell’emarginazione, dell’esclusione nascono proprio da questi bisogni primari di “esseri sociali”.

Il giudizio non è un dato oggettivo: la legge dello specchio

Molto spesso però ci si dimentica che il giudizio non è un dato oggettivo, e per questo può trarre in inganno. Esso infatti deriva da un’interpretazione del pensiero altrui. Ovvero si crea da una mera convinzione di ciò che si crede gli altri pensino di noi (“legge dello specchio”).

Mi spiego meglio, il giudizio che temiamo possa arrivare “dall’altro” (dall’esterno), è della stessa misura in cui si giudica se stessi. Per trasposizione quindi, la valutazione che arriva dall’esterno… è in realtà frutto dal proprio inconscio.

È qualcosa che si verifica spesso in relazione alla la timidezza. Molte persone si definiscono timide e tutte condividono la difficoltà nell’esporsi, nell’esprimere le proprie idee. Il denominatore comune è quindi una chiusura in se stessi per la paura di essere giudicati negativamente.

Quale fattore determina questa stessa paura? Semplice, la credenza (errata) di non aver argomenti interessanti da dire o che i propri pensieri e le proprie opinioni non abbiano valore e quindi non possano ricevere approvazione.

In realtà poi, non appena ci si da il permesso di “essere” senza giudicarsi, si può scoprire l’infondatezza di tali credenze… che non rispecchiavano la realtà.
La paura del giudizio in alcuni casi può essere così forte da divenire una vera e propria fobia sociale, intesa come ansia e paura intensa di trovarsi in situazioni sociali, di interagire e agire di fronte agli altri per paura di ricevere un giudizio negativo o essere umiliati.

Inoltre, ci si crea previsioni sfavorevoli circa il proprio comportamento. Tutto ciò, può avere ricadute rovinose sulla propria vita sociale e relazionale, in quanto conduce ad un evitamento delle situazioni sociali.

Le distorsioni cognitive

Come anche accennato all’inizio di questo articolo, convinzioni come queste sono in realtà distorsioni cognitive, ovvero escamotage utilizzati dalla nostra mente per distorcere la realtà. Tale meccanismo, quando diviene pervasivo, non fa che alimentare pensieri, ma sopratutto, emozioni negative difficilmente gestibili.

Per esempio, poni di essere ad una conferenza di lavoro durante la quale dovrai presentare un progetto ai tuoi colleghi. Ad un certo punto, scorgi uno di loro ridere. Il primo pensiero è che quella persona stia ridendo di te, quando in realtà non hai sufficienti elementi per dimostrarlo, e quindi i motivi potrebbero essere ben altri, per esempio potrebbe aver ricevuto un sms esilarante da parte di un amico. La mente automaticamente pensa al peggio (distorsioni cognitive), causando così senso di imbarazzo.

Ogni interpretazione che facciamo del mondo deriva da una prospettiva che si genera durante il percorso di vita.

Generalmente la modalità che abbiamo di interpretare le situazioni che si vivono, si forma fin dalla tenera età e viene portata avanti negli anni. Capita di frequente, che in seguito a delusioni, si è portati a costruire credenze errate.

Prendendo in esame l’esempio precedente, la convinzione errata sta nel pensare che quando le persone ridono, lo facciano per schernirci. Ecco che, quando una distorsione cognitiva diviene pervasiva, diventa complicato distinguere quando una situazione è reale o frutto dei propri timori.

Come liberarsi della paura del giudizio

Esistono alcune strategie che possono essere molto utili per allontanare da sé il timo di essere giudicati:

1. Qual’è la cosa peggiore che potrebbe accadere se…

Molto spesso, sopratutto coloro i quali vivono nella costante paura del giudizio, sono invasi da emozioni negative (imbarazzo, timore, vergogna) che impediscono di poter ragionare lucidamente al fine di prendere la decisione più opportuna.

Ogni qualvolta che la nostra mente è impaurita, va alla ricerca della “via d’uscita” più semplice, ed in questo caso, è l’evitamento del confronto con gli altri. Tale comportamento però non farà altro che rinforzare la sensazione di paura e inadeguatezza.

Se per esempio provi interesse per qualcuno, ma il timore dell’esito di un primo approccio è così grande, tanto da risultare paralizzante, la tua mente si orienterà verso la via d’uscita più sicura convincendoti che in fondo si sta bene anche soli, perché spesso l’amore fa soffrire… ma è davvero questa la realtà?

Se ci pensiamo bene, vedere le proprie avance rifiutate, o la fine di una storia, non sono cose poi così drammatiche, ma eventualità del tutto superabili. Quindi, è conveniente evitare di far qualcosa per la sola paura di un possibile esito negativa?

La mente è nostra alleata, e fa sempre il possibile per proteggerci, ma talvolta questo senso di protezione diviene proprio il modo giusto per commettere gravi errori.

Quindi, se e quando ti troverai in situazioni simili chiediti davvero qual’è l’esito peggiore che potrebbe determinarsi da quella situazione, e vedrai che nella maggior parte dei casi non saranno conseguenze così gravi. Per non aver rimpianti per le cose non fatte a causa delle paure… agisci.

2. Al posto di…

Capita molto spesso che quando ci si ritrova in occasioni sociali, si abbia la sensazione di essere al centro dell’attenzione. Tale stato mentale è anche detto “pubblico immaginario”, come se tutti i presenti avessero gli occhi puntati su di sé; e di conseguenza fossero pronti a giudicare.

Si fa quindi attenzione a come ci si comporta, a come ci si muove e a ciò che si dice per evitare di essere criticati o derisi in caso di piccoli incidenti imbarazzanti, come per esempio macchiarsi la camicetta mente si sorseggia un drink. È qualcosa che accade anche alle persone che (appaiono) più sicure, e nonostante la loro sicurezza, hanno paure che temono possano essere notate dagli altri.

Qualora dovesse capitarti di avvertire questa sensazione, prova a rovesciare la situazione mettendoti dalla parte del pubblico… cosa penseresti di una persona che accidentalmente si dovesse macchiare la maglietta sorseggiando un caffè? Beh, credo proprio che non la giudicheresti negativamente, anzi, potrebbe accadere che tu non te ne accorga nemmeno. Quindi se dovesse mai succedere a te, perché farne un dramma?

3. Valuta le critiche

Ricordati che le persone che giudicano, spesso lo fanno perché si sentono in un qualche modo attaccate, o semplicemente per riversare sugli altri la propria insoddisfazione, rabbia o tristezza.

La critica quindi è più un problema loro che non tuo. Internet ed i social network sono proprio l’esempio emblematico di ciò, dove ognuno si sente in diritto criticare, utilizzando questo comportamento come tentativo di liberarsi di un proprio malessere, criticando e denigrando gli altri; aiutati anche dal fatto che si ha la possibilità di rifugiarsi dietro un nickname ed una falsa identità legalizzata, forgiandosi anche di una inconsistente sicurezza.

Ricordati… ogni volta che farai qualcosa di nuovo, ogni volta che uscirai dalla tua zona di comfort andrai inevitabilmente incontro a consigli e critiche. Alcune saranno costruttive, altre no.

Quello che ti resta da fare è accettare e proseguire il tuo percorso, valutare bene quali sono i giudizi costruttivi che possono quindi aiutarti a migliorare e quali invece non lo sono.

L’ultima parola, la decisione se accogliere i pensieri altrui oppure no, sarà sempre e solo tua.

4. Impara a conoscerti

Purtroppo in molte persone è viva la convinzione che la propria felicità dipenda dalle relazioni con gli altri, ed in questa ottica lasciano che siano proprio le altre persone a definire la loro identità. Questa invece è compito che spetta a sé stessi.

Utilizza il tempo per comprendere chi sei come individuo, quali sono i tuoi desideri, i tuoi progetti di vita, cercando anche di farti un’idea di quali sono le persone con le quali ti confronti e ti relazioni.

PER CONCLUDERE…

Ricordati di lasciare andare critiche e giudizi, ma ricordati altresì che alcuni possono essere costruttivi, ed essere d’aiuto per diventare persone migliori. Siamo esseri umani e per questo esseri imperfetti, indi per cui, ci è concesso sbagliare.

Ricordati che è praticamente impossibile piacere a tutti, dato ciò è opportuno vivere nella consapevolezza che non è realistico avere consensi unanimi. Ci sarà sempre qualcuno che criticherà il nostro modo di essere, qualcuno che avrà un’idea diversa, qualcuno che cercherà di demotivarci; sta poi a noi stessi aver fiducia in ciò che si siamo e che facciamo. Sta a noi stessi accogliere i consigli costruttivi scartando invece ciò che crea solo malessere e confusione.

Veronica Rossi, Psicologa e Mental Coach 
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