Come l’infanzia condiziona la scelta del partner in età adulta

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Perché alcune persone tendono a ricercare sempre lo stesso tipo di partner? Perché alcuni hanno difficoltà ad avere relazioni durature? O ancora, perché alcuni scappano appena un flirt si trasforma in qualcosa di più profondo? La comprensione dell’attaccamento in età adulta richiede una comprensione del proprio vissuto infantile. L’infanzia è universalmente riconosciuta come un periodo formativo cruciale nella vita di ogni individuo. Durante questi anni, i bambini sviluppano modelli emotivi e comportamentali che possono avere un impatto duraturo sulle loro relazioni sentimentali nell’età adulta. Le esperienze infantili, sia positive che negative, gettano le fondamenta per la percezione di sé, per la fiducia negli altri e per la capacità di instaurare relazioni significative

Le Dinamiche Familiari e i Primi Modelli Relazionali

Ricevere amore sin dalla nascita è fondamentale per il nostro benessere psicofisico e per la salute emotiva. Quando si parla di amore, non tutti conoscono il ruolo primario dei genitori nel definire l’approccio alla futura vita amorosa dei figli.

La famiglia rappresenta il primo ambiente sociale in cui un individuo si immerge, e le dinamiche che caratterizzano questo contesto possono giocare un ruolo determinante nella formazione delle aspettative e delle abilità relazionali. Ad esempio, un ambiente familiare stabile e amorevole tende a promuovere la sicurezza emotiva e la capacità di fidarsi negli altri, mentre un contesto familiare instabile o dannoso può generare insicurezze e timori legati all’attaccamento. Le carenze affettive durante l’infanzia possono avere ripercussioni sul nostro equilibrio psicologico; quando infatti diventiamo adulti, agiamo in ogni ambito della vita spinti dalla carenza di affetto. Carenza che cercheremo disperatamente di soddisfare attraverso rapporti di dipendenza, invasivi e immaturi… anche se in modo inconsapevole.

Le carenze emotive sono l’origine di molti dei nostri problemi

Siamo esseri sociali, ciò significa che siamo biologicamente predisposti ad instaurare relazioni. Tuttavia, il modo in cui lo faremo è fortemente influenzato da come siamo stati trattati nel corso della nostra storia, a partire dall’infanzia. Le carezze curano, gli abbracci ci fanno sentire sicuri e amati, uno sguardo pieno di affetto rallegra l’animo.

E se tutto questo ci è venuto a mancare non potremo che sentirci affamati d’amore…tanto da ammalarci. A questo punto è legittimo chiedersi: è possibile ammalarsi per non aver ricevuto il giusto nutrimento dell’anima? La risposta è SI. Chi non riceve abitualmente questo tipo di rinforzo positivo trasmesso dalle parole, dalle azioni e dalle carezze cariche di sentimenti sentirà sempre un vuoto.

Il rinforzo positivo: perché è importante

I rinforzi positivi ovvero le necessità di base sono dodici: accettazione, cura, fiducia, comprensione, incoraggiamento, ammirazione, riconoscimento, apprezzamento, conferma, approvazione, rassicurazione, rispetto. Per soddisfare i propri bisogni, i nostri genitori fanno sempre del loro meglio con gli strumenti a loro disposizione, purtroppo talvolta non sono coscienti delle conseguenze che i loro comportamenti scatenano in noi.

Queste necessità acquistano di volta in volta un’importanza diversa in sintonia con la nostra crescita affettiva e psichica e devono essere soddisfatte secondo i bisogni della nostra età.

Per esempio un bambino di due anni ha bisogno d’accettazione, cura, comprensione in modo diverso da uno di otto ed inoltre, devono essere soddisfatte più volte nel corso della vita perché possano cementarsi nei nostri cervelli in modo da creare programmi di pensiero che ci porteranno a dire: Io sono accettato, compreso, riconosciuto ecc….

Laddove queste necessità di base non sono soddisfatte, verranno a formarsi delle ferite le cosiddette ferite emozionali. Queste mancanze sono decisive nei primi anni e sono costantemente richiamate nel corso della vita. Dietro ogni emozione che proviamo c’è una necessità che non è soddisfatta. Crescere senza determinate forme d’amore modifica la storia della nostra vita.

Come avviene la scelta del partner?

L’infanzia è spesso descritta come il “campo di addestramento” per le relazioni sentimentali. È durante questi anni che i bambini iniziano a sviluppare una comprensione di se stessi, degli altri e delle dinamiche relazionali. Questo processo è fortemente influenzato dall’ambiente familiare e dalle prime interazioni con i caregiver.

Può avvenire per riparazione del modello di attaccamento primario, scegliendo persone che sono l’opposto della figura di attaccamento. Oppure può avvenire per ripetizione del modello di attaccamento primario, scegliendo partner che ricordano la figura di attaccamento (solitamente la madre, ma non necessariamente..).

Quante volte è capitato di ascoltare confidenze di questo tipo: “è come se lo/la conoscessi da una vita” “con lui/lei mi sento a casa, non so dire perché”. Il motivo di tali affermazioni risiede nel fatto che l’innamoramento è intimamente correlato alla memoria inconscia, cognitiva ed emozionale, delle prime relazioni. È essenziale, pertanto, che le nostre paure siano elaborate altrimenti le ferite infantili dirigeranno tutto il corso della nostra vita e ci faranno assumere atteggiamenti spesso controproducenti, anche in considerazione del fatto che raccogliamo sempre ciò che seminiamo.

L’amore come cura, le tre fasi

Non è un percorso semplice quello di guarire le ferite, soprattutto, quando si tratta di riconoscerle, di essere consapevole e di guardare la realtà di ciò che che hai dentro. Parti dal presupposto che questo lavoro lo fai per te stessa/o. Il rapporto di coppia può diventare il luogo privilegiato dove poterle curare ed è caratterizzato da tre fasi:

1. L’Innamoramento, dove entrambi mostriamo i nostri lati migliori; inconsciamente stiamo cercando nell’altro quelle qualità che possano sia ferirci sia curarci, in altre parole rivivere le ferite e poterle finalmente curare. La maggior parte delle volte incontriamo dei partner che hanno ferite simili o uguali alle nostre.

2. La fase inconscia o infantile, dove possiamo rilassarci e mostrarci per come siamo veramente. Adesso diciamo al partner: rendimi felice. È la fase della lotta di potere dove ognuno dei due cerca di prendere quello che può, dando il meno possibile. A questo punto si presentano tre possibilità:

A.  si crea un rapporto vittima/persecutore;
B.  termina la relazione. Si cercherà un’altra persona per curare le proprie ferite e riproporre lo stesso modello;
C. vi è evoluzione e si giunge alla fase tre.

3. La relazione conscia e adulta, dove abbiamo la consapevolezza dei meccanismi di comportamento e curiamo le nostre ferite. In questa fase diciamo: Io ti renderò felice. Questo tipo di crescita deve essere fatto insieme, attraverso il dialogo, la comunicazione, altrimenti si crea un dislivello che in ogni modo potrà portare alla separazione ed in questo caso il partner che avrà fatto un maggior lavoro su se stesso, cambierà il modello nella relazione successiva.

Una delle regole per un buon dialogo è partire dal concetto di base che l’altro fa sempre il meglio che può con le possibilità a sua disposizione e se ne assume tutte le responsabilità. Nella fase tre diventa evidente qual è la ferita dell’infanzia: ci rendiamo conto che tendiamo a essere come uno dei due genitori oppure l’opposto.

Se cerchi l’amore prenditi prima cura di te stesso

Un elemento chiave per superare l’infanzia e le sue influenze sulle relazioni sentimentali è l’amore e la cura di sé. Hai notato che ci sono delle persone che non sanno sorridere e che non riescono assolutamente a divertirsi? Non lo fanno perché non lo hanno appreso o perché nessuno glielo ha mai insegnato, ma anche perché non si concedono il diritto di manifestare la propria gioia. Diceva Gandhi “Nessuno può farti più male di quello che fai tu a te stesso.” Il primo passo? Inizia ad amarti, inizia a credere nel tuo valore. Perché se vuoi vivere pienamente e sentirti meritevole d’amore è necessario che l’animo venga nutrito di affetto, di carezze emotive, di parole positive…

Amati e valorizzati per tutto quello che sei e non per quello che qualcuno ti lascia intendere. E se qualcuno ti trascura o non ti apprezza, non vuol dire che qualcun altro non possa amarti per quello che sei…fai il possibile per circondarti di persone che ti vogliano nella loro vita, che diano il giusto valore alla tua persona. Il tuo valore esiste, devi solo credere in te.

Del resto, il compagno che più di tutti sarà al nostro fianco, sempre, dovunque e comunque, siamo noi stessi, ed è questo compagno che prima di tutti merita il posto d’onore nella nostra vita, perché è attraverso di lui che viviamo tutte le nostre esperienze.

Restituisci a te stesso la responsabilità della tua felicità

Quando inizierai davvero ad amarti, restituirai a te stesso la responsabilità della tua felicità. Ti verrà spontaneo il desiderio di ascoltare davvero i tuoi bisogni più profondi per onorarli e farli rispettare! Inizierai anche a conoscerti. Già, perché ancora non sai chi sei davvero o chi puoi essere! Ciò che sai di te oggi, infatti, non è altro che quello che ti racconta la tua storia personale, il tuo passato… ma dentro di te hai molto altro da scoprire. Cosa dicevamo delle cose che non si conoscono? Non si credono possibili! Dentro di te è custodito un mondo inedito dove ogni emozione che provi può raccontarti la tua storia. Puoi scoprire, in te stesso, amore, felicità, appagamento e sopratutto senso di sicurezza!

Ciò di cui abbiamo davvero bisogno è sentirci al sicuro. In modo disfunzionale, per perseguire questo obiettivo, cerchiamo riparo dalla solitudine negli altri, cerchiamo accettazione negli altri, pretendiamo comprensione dagli altri e… se non l’avessi ancora capito, cerchiamo all’esterno tutto ciò che in realtà possiamo già trovare dentro di noi! Tutto ciò che, in realtà, è già dentro di te, ben sepolto, e aspetta solo di emergere in superficie.

Per imparare a conoscerti e scoprire davvero chi sei e cosa ti porti dentro, ti consiglio la lettura dei miei libri, “Riscrivi le Pagine della Tua Vita» e «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce”, entrambi già bestseller su Amazon.  Intendiamoci, un libro non ti cambierà la vita ma potrà fornirti gli strumenti utili per riconoscere, ai primissimi segnali, se la tua relazione si sta dirigendo nella direzione giusta. Non solo, avrai modo di capire se TU, riesci davvero a esprimerti per ciò che sei. Ognuno presume di conoscersi ma, in realtà, sono tantissime le cose che ignora e questo ignorare può far deragliare. Così finiamo per definirci come amanti della natura o dello sport ma non fare nulla per perseguire quelle “passioni”, finiamo in uno stato di passività e, tutto questo, si ripercuote sul proprio benessere e quello della coppia. Continuando a cercare fuori ciò che in realtà ci portiamo già dentro. Se vuoi iniziare a essere davvero il protagonista indiscusso della tua vita, è il libro giusto per te.

Come avrai capito, quando riuscirai a far entrare le scienze psicologiche nella tua vita, tutto assumerà un significato diverso, riuscirai a sperimentare modalità di esistere del tutto inedite e ti sorprenderà scoprire quanti meravigliosi doni può tenderti il tuo “groviglio”. Mi sono presa due anni per scrivere i due manuali di psicologia che io stessa avrei voluto leggere prima ancora di iscrivermi alla facoltà di Psicologia! Adesso sta a te. Se ti senti solo, ti consiglio di iniziare da questo: d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce, mentre se sei molto sensibile e le emozioni sono troppo intense, inizia dal primo. Li trovi in tutte le librerie o su Amazon, a questo indirizzo:

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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