Si parla spesso di relazioni tossiche, amore malato e, più in generale, di relazioni che fanno male, che fanno soffrire. Tutte queste definizioni fanno riferimento a un legame interpersonale che presenta caratteristiche disfunzionali. In psicologia clinica, la parola disfunzionale è molto usata; essa indica qualcosa di inadeguato al contesto, qualcosa di controproducente per sé e per i propri scopi. Beh, i legami disfunzionali o relazioni tossiche, che dir si voglia, sono estremamente controproducenti per sé perché compromettono uno scopo universale: il perseguimento del proprio benessere, esse sono infatti dannatamente corrosive per mente e corpo.
Sì, si può parlare anche di benessere fisico perché le neuroscienze hanno dimostrato, da tempo, quanto, il nostro benessere mentale, possa impattare su quello fisico. Ormai non ha più senso parlare di “benessere fisico” e “benessere mentale” come due componenti scisse. Nelle relazioni tossiche si finisce spesso per vivere sentimenti ambivalenti: da un lato la persona non vuole lasciare il partner e nutre un forte attaccamento nei suoi confronti, ma dall’altro, potrebbe anche detestarlo per come la fa sentire.
Elevati livelli di ambivalenza relazionale sono stati associati, tra le altre cose, a problemi cardiovascolari (Uchino, Smith e Berg, 2014) e pressione sistolica elevata (Nealey-Moore, 2003). Vi sono poi altri vissuti emotivi che potrebbero essere associati a problemi endocrini come quelli alla tiroide, la gastrite e la sindrome del colon irritabile. Ecco perché, curando la qualità delle tue relazioni e lavorando per renderle più funzionali, ti prenderai cura anche del tuo corpo!
Quali sono le relazioni che fanno male?
Quando parliamo di legami disfunzionali, storie tossiche o relazioni che fanno soffrire, non dobbiamo necessariamente pensare a un rapporto di coppia. Qualsiasi relazione affettiva può presentare diversi livelli di disfunzione, anche quella con un figlio o un genitore, anzi, spesso parte tutto da lì. Con le nostre relazioni primarie (cioè con i primi legami che stringiamo da bambini) apprendiamo come relazionarci agli altri. Purtroppo questi apprendimenti, talvolta, non sono in linea con il vero benessere, così finiamo per imparare ad approcciarci al prossimo in modo controproducente per noi e finiamo per essere vittime di manipolatori, narcisisti o semplicemente di persone che vogliono approfittarsi di ciò che abbiamo da offrire. Se pensi che non hai molto da offrire è perché la tua storia personale ti ha insegnato questo, ecco un apprendimento sbagliato che avrai bisogno di correggere! Ognuno di noi ha molto da offrire!
Quando si parlare di relazioni che fanno soffrire, per praticità, mi piace usare la metafora della dose d’amore. Ognuno di noi viene al mondo con due enormi dosi d’amore! Una da riservare a se stesso e l’altra da donare a una persona che è pronta a donarci a sua volta la sua seconda dose. Gli squilibri si creano quando diamo troppo senza ricevere nulla in cambio.
L’amore vero è uno “scambio”
Adesso i più romantici penseranno: «l’amore non è uno scambio!». Invece ti sbagli, l’amore è proprio un perpetuo e dinamico scambio. In particolare, l’amore è CONDIVISIONE! L’amore vero è mettere in condivisione ciò che si ha ma senza sottrarre nulla a se stessi. L’amore è RECIPROCITÀ, cioè un rapporto dinamico che pone le due persone sullo stello livello! Quando non c’è reciprocità, vuol dire che quel rapporto è sbilanciato, vuol dire che vi è un componente di SERIE A che ha privilegi e un componente di SERIE B che si sta sacrificando troppo e questo non va bene perché, prima di tutto: l’amore è EQUILIBRIO. In perfetto equilibrio, ci si scambia stima, affetto, attenzioni, i bisogni di entrambi hanno lo stesso peso sulla bilancia, cosicché nessuna insoddisfazione debba essere alimentata o fomentata da uno dei componenti della coppia.
Nelle relazioni che fanno male, mancano reciprocità, condivisione ed equilibrio. Tutto parte da questo: i bisogni di uno, sono più importanti di quelli dell’altro. Questo è molto frequente nelle famiglie in cui i figli, anche da adulti, vengono trattati come subordinati ai genitori, come mezzi posti al servizio del benessere genitoriale e non come organismi a sé che hanno diritto a una soddisfazione e una vita propria!
Le fasi cicliche delle relazioni che fanno soffrire
Le relazioni sane, che siano di amicizia, di un legame di sangue (fratelli, genitori, figli…) o d’amore, hanno tutte una cosa in comune: cambiano, non seguono schemi o copioni fissi! I legami funzionali evolvono nel tempo, cambiano in base alle prospettive e alla crescita dei singoli componenti.
Le relazioni che fanno male, invece, seguono un copione fisso tanto da poterle suddividere, solo a livello descrittivo, in quattro fasi cicliche che si ripetono in modo continuativo e che, purtroppo, alimentano l’insoddisfazione del legame. La relazione disfunzionale vede:
- un accumularsi di tensioni
- episodi esplosivi in cui si scarica la tensione
- riconciliazione
- calma apparente
- un nuovo accumulo di tensione
- nuovi episodi in cui si scaricare sull’altro
- una nuova riconciliazione
- ancora calma apparente
Questi cicli possono andare avanti per anni. Ogni fase ha una durata variabile in base a fattori situazionali e caratteristiche di personalità. In più, a complicare il tutto, vi sono fattori esterni come difficoltà finanziarie, familiari da accudire, ambienti lavorativi ostili (…). I problemi della vita, in realtà, non dovrebbero complicare la relazione affettiva ma dovrebbero trovare conforto e ristoro in essa. I due componenti, infatti, se nutrono reciproca stima e fiducia, non scaricano le colpe sull’altro, non accusano, non condannano, non criticano… Piuttosto mostrano comprensione e supporto dinanzi alla difficoltà.
So che, probabilmente, penserai che tutto questo è utopistico. È chiaro che lo pensi se non hai mai fatto esperienza di una relazione funzionale! Penserai che si tratta di pura utopia, una chimera! Eppure le relazioni appaganti esistono e vanno coltivate a partire da un lavoro personale, da fare su di sé. Questo ti guiderà nella scelta del partner giusto, con il quale condividere con equilibrio e reciprocità quella dose d’amore che puoi destinargli.
L’amore vero esiste e sta aspettando te
Molte persone pensano che l’amore vero non esista, credono che tutte le relazioni siano piene di compromessi e che prevedano una buona dose di sofferenza. Niente di più sbagliato! Questo modo di pensare è la diretta conseguenza di un vissuto difficile, ci si convince di questo semplicemente perché l’amore vero non è mai stato provato. Se l’avessero provato, queste persone non parlerebbe di certo così! Chi non crede nell’amore, non solo non ha mai conosciuto il supporto e il ristoro che può fornire una persona che ama e stima per ciò che ha realmente di fronte, ma ha anche smesso di cercarlo.
Ognuno di noi merita di essere amato per ciò che è realmente e non per l’immagine che l’altro proietta. Chi ti ama però ti vorrebbe diverso, semplicemente non ti ama! L’amore vero, ricordi? È reciprocità, ciò implica anche accettazione e stima reciproca. Quando deciderai di donare la prima dose d’amore a te stesso, sceglierai di amare chi ti piace e non chi ti capita e meglio “collude” con i tuoi vissuti irrisolti.
Sì, ecco un altro mito da sfatare: l‘amore è una scelta. L’amore vero è una scelta che si compie ogni giorno, perché, in quel rapporto, ci si sceglie reciprocamente ogni giorno. Nelle relazione disfunzionali non c’è una vera scelta, il legame nasce un po’ per caso lasciandosi trasportare dal legittimo entusiasmo iniziale. Solo che, quando l’entusiasmo iniziale sparisce, insorgono tutti i problemi. Quella dei primi appuntamenti e dei primi mesi, è semplice infatuazione, ci si innamora della novità che può offrirci l’altro, al contrario, amiamo davvero quando siamo disposti ad abbandonare ogni novità perché ciò che abbiamo di fronte e che ormai conosciamo bene, ci piace davvero e desideriamo averlo accanto per tutta la vita!
Questa è un po’ una concezione baumaniana dell’amore (Bauman è il sociologo e filosofo che tanto ha parlato dell’amore liquido). Per Bauman, infatti, l’amore liquido è quello che si fa trasportare dalle emozioni forti ma che non arriva mai a conoscere la vera profondità del legame. L’amore vero, invece, si lascia guidare da sentimenti più profondi in cui si ha (talvolta l’inedita) opportunità di essere pienamente se stessi.
Ancora non lo sai ma la felicità, così come il più profondo amore della tua vita, non sono lì da qualche parte fuori nel mondo ma si trovano, già da tempo, dentro di te. Per viverli a pieno hai bisogno solo di scoprirti, conoscerti e accoglierti nel profondo. Ogni giorno hai la fortuna di avere, dinanzi a te, una pagina bianca, tutta da scrivere, tutta da definire. Non nel modo giusto ma a modo tuo.
Rivendica il tuo amore
L’amore vero, in realtà, non è una conquista ma una rivendicazione. Rivendicare il tuo diritto di esistere, di dire la tua, di soddisfare i tuoi bisogni e perseguire i tuoi sogni. Nel linguaggio giuridico, «rivendicare» significa reclamare qualcosa che per troppo tempo è appartenuto ingiustamente ad altri, qualcosa che sarebbe dovuto essere tuo per diritto di proprietà. Beh, l’amore vero sarebbe dovuto essere tuo per diritto di nascita. Ricordi cosa ti ho scritto prima sulle due dosi d’amore? Potrai trovare l’amore vero solo quando inizierai a riservare a te stesso la prima di quelle dosi.
Imparare a concedersi un po’ d’amore quotidiano non è affatto semplice, soprattutto quando nessuno ci ha mostrato davvero come si fa. Quando riesci ad amare te stesso, puoi prenderti cura di te, onorare i tuoi limiti, ascoltare i tuoi bisogni e perseguire i tuoi sogni e obiettivi. La verità è che c’è solo una persona con cui trascorri ogni secondo di ogni giorno della tua vita: te stesso. Imparare ad amare se stessi può essere un processo lungo e complicato, ma ti porterà anche ad una maggiore libertà e consapevolezza di te. Il significato di amare se stessi risiede nel prendersi cura dei propri bisogni e non sacrificare il proprio bene per compiacere gli altri
Come nascono le relazioni che fanno soffrire?
Quando non ci si ama, una delle “soluzioni” utilizzate per uscire da periodi di vulnerabilità e solitudine è quella di ricercare sicurezza, stabilità e comprensione nella relazione con un’altra persona. È così che nascono le relazioni che fanno soffrire. Senza rendercene conto, affidiamo la responsabilità del nostro appagamento e della nostra felicità, al partner di turno e così facendo alteriamo il concetto stesso di amore, riducendolo a rapporti disfunzionali dove la dipendenza affettiva è dietro l’angolo.
Restituisci a te stesso la responsabilità della tua felicità
Quando inizierai davvero ad amarti, restituirai a te stesso la responsabilità della tua felicità. Ti verrà spontaneo il desiderio di ascoltare davvero i tuoi bisogni più profondi per onorarli e farli rispettare! Inizierai anche a conoscerti. Già, perché ancora non sai chi sei davvero o chi puoi essere! Ciò che sai di te oggi, infatti, non è altro che quello che ti racconta la tua storia personale, il tuo passato… ma dentro di te hai molto altro da scoprire. Cosa dicevamo delle cose che non si conoscono? Non si credono possibili! Dentro di te è custodito un mondo inedito dove ogni emozione che provi può raccontarti la tua storia. Puoi scoprire, in te stesso, amore, felicità, appagamento e soprattutto senso di sicurezza!
Ciò di cui abbiamo davvero bisogno è sentirci al sicuro. In modo disfunzionale, per perseguire questo obiettivo, cerchiamo riparo dalla solitudine negli altri, cerchiamo accettazione negli altri, pretendiamo comprensione dagli altri e… se non l’avessi ancora capito, cerchiamo all’esterno tutto ciò che in realtà possiamo già trovare dentro di noi! Tutto ciò che, in realtà, è già dentro di te, ben sepolto, e aspetta solo di emergere in superficie.
Anche se non lo sappiamo, avevamo un mondo e una vita completa anche prima che il nostro partner arrivasse
Ciò che possiamo fare oggi, è continuare a prenderci cura del nostro mondo, a prescindere dalle azioni dell’altro. Certo, non tutti sono capaci di essere presenti per se stessi, alcuni sembrano più bravi a occuparsi degli altri e non di sé, ma anche questo cambierà. Come spiego nel mio libro «Il mondo con i tuoi occhi», quando sappiamo guardarci bene dentro e riusciamo a cogliere i nostri bisogni più profondi, riconoscendoci nella nostra interezza saremo capaci di muoverci nella direzione giusta per appagarli, a prescindere dall’altro! La soddisfazione relazionale diverrà la naturale conseguenza delle nostre scelte personali, del nostro modo mentale. Perché come scrivo nell’introduzione del libro “Puoi decidere di vedere te stesso e il mondo come ti hanno insegnato gli altri oppure con i tuoi occhi”. Il libro puoi ordinarlo qui su Amazon ed è disponibile su tutti gli store online oppure in libreria. Se hai voglia di scoprire le immensità che ti porti dentro e imparare a esprimere pienamente chi sei, senza timori e insicurezze, è il libro giusto per te.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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