Come parlare a tuo figlio. Tecniche assertive

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Ci sono molti studi a riguardo. Educatori ed esperti in psicologia negli ultimi decenni hanno riscritto le linee guida di riferimento che i genitori dovrebbero tenere presente per crescere i lori figli, costruire con loro un rapporto armonico e senza alcun conflitto. Si tratta di consigli ben diversi e molto più empatici rispetto a quelli proposti 50 anni fa. Tuttavia, i momenti critici, certe problematiche e incomprensioni continuano a presentarsi generazione dopo generazione. Questo perché certi conflitti sono fisiologici, perché, anche se parenti, siamo tutte persone diverse fra di noi, per via della differenza di età fra genitori e figli e perché le emozioni umane, a volte, sono davvero complicate.

Un altro aspetto molto rilevante che rende difficile la comunicazione tra genitori e figli e in particolare fra padri e figli è la differenza di ruolo. Nessuno di noi, in fondo, ha completamente dimenticato com’era da piccolo, come ci sentivamo spensierati e mai intenzionati a smettere di sperimentare. Oppure quali erano i sentimenti, le passioni che ci muovevano da adolescenti, gli impulsi, gli scatti d’ira o di pianto, i problemi a scuola, la sensazione di non essere compresi dagli adulti.

Basterebbe richiamare alla mente queste memorie per essere subito più indulgenti con i nostri figli, ma è più forte di noi. La nostra posizione, il nostro ruolo di educatori e la maturità che ci viene richiesta hanno sempre la meglio. La responsabilità che ci sentiamo addosso nella crescita, nello sviluppo, nel benessere e nell’educazione dei bambini è così grossa che ci fa vivere sempre in tensione. Per paura di sbagliare, di viziare, automaticamente i “no” diventano più frequenti dei “si” e agli occhi dei nostri figli diventiamo uno scoglio. Il clima in famiglia diventa difficile e i muri alzati nel periodo dell’adolescenza scatenano un processo che potrebbe diventare distruttivo.

Rapporto tra genitori e figli

Se è facile rendersi conto di essere la causa di un cambiamento nel rapporto con i figli, allo stesso tempo ci risulta impossibile pensare che la soluzione sia l’accondiscendenza. Non è certo lasciando correre tutto e assecondando ogni richiesta che si otterranno risultati positivi. Anzi, la paura è proprio quella di permettere ai bambini di incorrere in qualche pericolo. Loro hanno bisogno di una guida lungo il percorso! Una guida che, però, sia autorevole e non autoritaria.

Questa è la sfida degli ultimi anni, questo il centro degli studi di molti pedagogisti, i quali stanno cercando il modo migliore per conciliare le esigenze e i ruoli di tutti, mantenendo la crescita dei bambini armonica e felice. Dall’infanzia alla pubertà, lo sforzo dovrebbe essere la capacità di riuscire a intuire, di volta in volta, le nuove e diverse esigenze dei nostri figli e riuscire a soddisfarle insieme. Un comportamento adeguato da parte del genitore alle esigenze specifiche dell’età del figlio, produrrà unicamente effetti a catena positivi.

Anche noi, oggi, con quest’articolo, vogliamo contribuire a dare delle informazioni, dei punti di vista e degli esempi pratici di risoluzione per aiutarvi a vivere senza ansia il rapporto genitore figlio.

Il rimprovero

Ci sono dei momenti lungo la crescita dei nostri figli nei quali si ha l’impressione di non fare altro per tutto il giorno: rimproverare. Proprio per la quantità di rimproveri che un genitore fa al figlio e per il loro ripetersi negli anni, sarebbe importante per un genitore conoscere bene qual è il significato di questi strumenti e come andrebbero applicati. In sintesi, dovrebbe approfondire quella che possiamo di sicuro definire “l’arte del rimprovero”.

Il rimprovero è uno strumento molto importante in mano ai genitori, qualcosa che, dall’alto delle loro esperienze di vita, dovrebbero utilizzare per ammonire i loro figli in caso di comportamento sconveniente e indirizzarli verso la strada giusta. Il rimprovero va fatto con tono fermo e deciso. Le frasi che intendiamo usare devono essere brevi e semplici. A discorso concluso, è importante inserire un lungo silenzio, per dare modo al bambino, o al ragazzo, di interrogarsi sul suo comportamento.

Sempre più spesso, invece, il rimprovero si trasforma in uno sfogo di rabbia, in un momento nel quale il genitore alza la voce, perde il controllo, getta contro il figlio tutto il suo stress quotidiano e quello causato dalla mal celata preoccupazione per l’incapacità di gestire i problemi del figlio e con il figlio. Il rimprovero, così, non è più costruttivo ma distruttivo nei confronti della personalità dell’autostima e dei comportamenti futuri di vostro figlio.

Per quanto difficile possa essere in alcune circostanze, prima di partire con il vostro rimprovero rilassatevi e rimanete concentrati sul fine. Il fine è che vostro figlio non commetta più lo stesso errore. Per avere una possibilità di riuscita, prima di tutto dovete farvi ascoltare. Mettete tutta la serenità e la fermezza possibile nel vostro rimprovero e otterrete buoni risultati. Lasciate perdere le urla e l’atteggiamento di oppressione, causeranno solo una maggiore sofferenza e rigidità da parte di vostro figlio e la non risoluzione del problema.

Questo che vi abbiamo appena illustrato è un invito a guardare in modo diverso le vostre azioni. Ma “l’arte del rimprovero” non è affatto l’unica strada percorribile. Il cambiamento è possibile anche attraverso una maggiore empatia e l’eliminazione del rimprovero stesso. Ad affermarlo è il libro “Smettila di fare i capricci”, moderno best seller di pedagogia, scritto da Roberta Cavallo e Antonio Panarese, entrambi formatori esperti nella crescita dei bambini secondo natura. Potete leggere la loro storia, i loro libri e il tanto materiale disponibile online per realizzare come sia possibile eliminare completamente ogni tipo di comportamento negativo da parte di vostro foglio senza difficoltà, semplicemente attraverso la prevenzione e la comprensione del vero motivo che induce una persona a comportarsi in modo poco opportuno. Attraverso il metodo proposto da questi educatori, riuscirete ad avere un dialogo aperto e sincero con i vostri figli, aumentando il loro rispetto nei vostri confronti, rendendoli felici e migliorando il clima familiare. Una serie di attività e suggerimenti validi dalla prima infanzia all’adolescenza.

Tecniche assertive per migliorare la comunicazione

Porsi delle domande, chiedersi in continuazione se i metodi che stiamo utilizzando con i nostri figli sono adatti ed efficaci è segno di buonsenso e attenzione. Nessuno di noi, in fondo, è nato genitore. La condizione di genitore si concretizza per una coppia nel momento del parto e da lì in avanti ognuno di noi andrà avanti cercando quella che crede essere la strada più corretta, prendendo spunti dalle persone che ritiene più autorevoli, utilizzando l’educazione che ha ricevuto come base di partenza (corretta o meno) e, soprattutto, facendo errori.

Come parlare con i bambini

Le regole per parlare in modo corretto con i bambini, per essere efficaci e non creare con loro conflitti, sono semplici:

1) Stabilite solo poche e chiare regole, su queste siate intransigenti. Possibilmente queste regole dovrebbero essere impostate al positivo, quindi non un elenco di cose da “non fare”, ma, al contrario, un elenco di cose “da fare”. Ad esempio “rispondere con gentilezza”; “riordinare dopo aver concluso un gioco”, etc. Date istruzioni dettagliate su quello che vi aspettate che il bambino faccia. Frasi tipo “non fare il cattivo” o “fai il bravo” sono troppo generiche per farsi comprendere.

2) Aggiungete alle vostre richieste una motivazione. Se renderete partecipe il vostro bambino delle motivazioni che vi spingono a fargli una richiesta, oltre ad apprendere qualcosa di nuovo, si sentirà coinvolto, considerato e trattato alla pari di tutta la famiglia. Infine, se d’accordo con la vostra motivazione, la memorizzerà più facilmente e tenderà a eseguire quello specifico gesto in modo autonomo alla prossima occasione. Ad esempio “raccogli le costruzioni dal pavimento, così nessuno si farà male ai piedi calpestandole”.

3) Sottolineate e ricompensate adeguatamente i comportamenti corretti del vostro bambino. Quando fa qualcosa di ben fatto, non perdete l’occasione per farglielo notare.

4) Date il buon esempio! Questa è, probabilmente, la più importante di tutte le regole. Non criticate comportamenti sbagliati di vostro figlio se ne siete proprio voi la causa. Non urlate se volete che vostro figlio non urli; toglietevi le scarpe appena entrate in casa se volete che impari anche lui questo gesto.

5) Altra regola molto importante è: siate coerenti. La coerenza è fondamentale in ogni situazione, nei rapporti umani e, ancora di più, nei rapporti con i bambini piccoli. Se avete stabilito delle regole, rispettatele senza eccezioni. Se una cosa un giorno vi ha fatto arrabbiare, il giorno dopo non dovrebbe essere occasione di risate. Esprimetevi solo in accordo con il vostro compagno. Due genitori che si esprimono in maniera discordante di fronte al loro figlio, perdono entrambi di credibilità e destabilizzano il bambino.

5) Ammettete i vostri sbagli. Sbagliare è un atto umano. Se vi siete resi conto d’aver esagerato, avvicinatevi al bambino e diteglielo.

6) Quando fate ognuna delle cose descritte sopra, fatelo guardando il vostro bambino negli occhi e, possibilmente, abbassandovi alla sua altezza. Stabilite sempre con sicurezza il contatto visivo.

Come parlare con gli adolescenti

Il rischio di risultare opprimenti è molto alto nel periodo dell’adolescenza, anni durante i quali il senso critico e la rigidità nei confronti dei genitori da parte dei ragazzi raggiunge livelli estremi. A ragione, vengono definiti gli anni più difficili, non solo perché i ragazzi sono, effettivamente, meno facili da gestire, ma anche perché ogni passo falso da parte del genitore rischia di trasformarsi in un muro che potrebbe restare in piedi anche tutta la vita e richiedere l’intervento di uno psicologo. Per questo abbiamo deciso di continuare il nostro articolo sul rapporto fra genitori e figli concentrandoci sull’età dell’adolescenza e su come comunicare in modo efficace con i vostri ragazzi.

Ormai da tempo i pedagogisti hanno stabilito che i primi 3 anni di vita del bambino sono quelli che maggiormente incidono sulla formazione del carattere e della personalità. Si tratta di anni intensi, carichi di scoperte, esperimenti e acquisizioni di nuove abilità. Subito dopo l’infanzia, l’adolescenza è, però, il secondo momento della nostra vita nel quale avvengono il maggior numero di cambiamenti fisici, psicologici e dal punto di vista sociale. E’ questo il periodo in cui l’adolescente sente maggiormente il bisogno di libertà e indipendenza, vuole avere una personale identità, conoscere più cose sul sesso e su tutti gli argomenti tabù, vive le prime relazioni amorose, si confronta più duramente con il gruppo di coetanei e deve affrontare un carico di studio più pesante.

In questo contesto delicato i genitori dovranno avere una nuova attenzione verso i loro figli e un nuovo modo di comunicare con loro. Ecco qualche suggerimento:

1) Ascoltate, ma ascoltate veramente vostro figlio quando vi parla. A quest’età i ragazzi in realtà sono i primi a non essere sicuri delle loro opinioni e hanno bisogno di qualcuno che li prenda in considerazione e li aiuti a capire quanto il loro ragionamento sia valido o meno. Se dovete proprio vietare loro qualcosa, rispondete alle richieste dicendo frasi tipo “capisco il tuo pensiero, ma non lo condivido”.

2) Date fiducia. Sforzatevi di non assecondare le vostre paure e date ai vostri figli delle responsabilità. Siate pronti ad assistere con pazienza a un eventuale fallimento. In ogni caso, non colpevolizzateli.

3) Non riempite le loro giornate di domande. Se stanno evidentemente soffrendo per qualche motivo che non vogliono dirvi, non allarmatevi immediatamente. Semplicemente state loro vicino, dategli amore e abbiate pazienza.

4) Non stancatevi mai di dare il buon esempio. Non stancatevi nemmeno del vostro ruolo educativo. Anche dopo i 18 anni è importante che continuiate con il vostro ruolo di guida, ammonendoli (se serve) e incoraggiandoli, proprio come quando erano bambini. Continuare sempre a supportare la loro cultura e la passione per lo sport.

Ognuno di noi è diverso e ha diritto i ricevere un’attenzione particolare. Guardate ai vostri figli non come allo specchio del bambino che eravate e non applicate per forza su di loro quello che i vostri genitori hanno applicato su di voi. Amateli per quello che sono nel presente e non per quello che potrebbero diventare nella società del futuro. Fatto questo, un giorno potrete vantarvi di aver avuto con i vostri figli un rapporto diverso.