Come proteggersi dal coronavirus a 360°

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor
proteggersi dal coronavirus
Le linee guida di Psicoadvisor per proteggersi dal coronavirus a 360°

Ansia e panico si stanno diffondendo più rapidamente del virus asiatico. Psicoadvisor.com invita tutti a proteggersi dal coronavirus sia fisiologicamente, sia psicologicamente. La buona informazione è alla base.

Nel giro di 48 ore l’Italia è diventata il Paese occidentale con più contagi, circa 160, la maggior parte in Lombardia. Sono i numeri della prima ondata italiana del coronavirus, mentre il bilancio mondiale sale a più di 2.400 vittime. Ci sono persone colpite in cinque regioni: Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Piemonte.

I due casi nel Lazio hanno una cronostoria ben precisa e il pericolo è stato immediatamente contenuto. Discorso ben diverso per ciò che sta accadendo nel Settentrione d’Italia, sembrerebbe Codogno il comune focolaio principale ma c’è poca chiarezza sulla storia epidemiologica e sulla diffusione.

Hans Kluge, direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità in Europa, ha spiegato a Repubblica che «quello che preoccupa della situazione italiana è che non tutti i casi registrati sembrano avere una chiara storia epidemiologica, cioè un legame con viaggi in Cina o contatti con altri casi già confermati».

Come fronteggiare l’ansia da coronavirus

Media e Autorità ci raccomandano di non cadere in allarmismi e non avere paura, tuttavia questi avvertimenti, per noi italiani, hanno poco senso. Non abbiamo mai vissuto nulla del genere ed è del tutto naturale essere disorientati o spaventati. L’ansia e il panico, però, sono tutt’altra cosa.

Se la paura è un’emozione funzionale (ci predispone all’azione, ci rende cauti e previdenti), panico e ansia sono vissuti interiori meno utili. L’ansia da coronavirus può paralizzarci, indurci alla paranoia o farci vivere al peggio l’intera vicenda, ne è un esempio il ragazzo meridionale che è scappato dalla quarantena disposta in Lombardia, preso da un carico eccessivo di panico, ha messo in pericolo se stesso, gli altri e i suoi stessi familiari.

Il panico non è d’aiuto a nessuno, soprattutto in situazioni come questa che richiedono elevati dosi di cooperazione. La sanità è una questione collettiva, ognuno ha il dovere di fare la sua parte per prevenire la diffusione del virus.

Ogni cittadino ha il dovere di stare in allerta e prevenire il contagio seguendo facili norme:

  • Mantenere una distanza di sicurezza l’uno dall’altro (almeno 150 – 200 cm)
  • Evitare la calca
  • Massimizzare l’igiene (lavare le mani…)
  • Limitare il contatto con occhi, bocca e naso
  • Impiegare respiratori (mascherine) in modo adeguato
  • Evitare l’impiego di antibiotici senza prescrizione medica

Il Covid-19 si contrae come il classico virus dell’influenza stagionale: uno sbadiglio, uno starnuto, salutare con il classico bacetto sulla guancia, lo stretto contatto pelle a pelle (anche una stretta di mano… pensa solo a quando qualcuno tossisce o sbadiglia, con cosa si copre la bocca?!), il contagio è per via aerea. In pratica per difenderti dal coronavirus basterebbe attuare le stesse strategie che impieghi per proteggerti dalla classica influenza invernale.

La grossa differenza sta nel decorso della malattia, il virus Covid-19 è ben diverso dal classico virus influenzale (nella sintomatologia, nel tasso di letalità…) ma è proprio qui che deve subentrare il buon senso. Ecco le linee guida di Psicoadvisor per proteggersi dall’ansia da coronavirus.

#1. Documentati

Nell’introduzione del nostro articolo hai già avuto molte nozioni su come evitare il contagio, ma non fermarti qui. Tieniti aggiornato sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Documentati sulle zone in quarantena. L’informazione è fondamentale per garantirsi una buona protezione e abbassare i livelli d’ansia. L’informazione è potere e la fiducia nelle proprie risorse abbassa, di per sé, i livelli d’ansia.

#2. Non sovrastimare

Circa il 98% dei casi di Sars-CoV-2 sono in Cina, in più dell’80% dei casi le persone infettate hanno avuto sintomi lievi, solo nel 5% dei casi si registra una patologia grave e la mortalità è poco sopra il 2%, la maggior parte persone anziane e/o con patologie pregresse. Questi i dati che provengono dalla Cina. E’ importante sottolineare che la risposta al virus è molto soggettiva e a giocare un ruolo sarà la presenza di malattie pregresse nella popolazione.

E’ vero che il coronavirus è pericoloso ma è altrettanto vero che ha un tasso di mortalità di circa il 2% (tecnicamente definito come tasso di letalità) e una buona percentuale di decessi riguarda persone anziane, con deficit immunitari o persone con patologie pregresse (malati oncologici, cardiopatici, ipertesi, diabetici…).

#3. Rispetta l’autorità sanitaria

Come premesso, in questi casi la sanità funziona bene solo se c’è cooperazione tra cittadinanza e autorità. Ognuno ha il compito di fare la sua parte e questo vale anche quando si parla di quarantena. Se un intero comune è posto in quarantena è positivo. All’apparenza potrebbe non sembrare un fattore positivo ma in realtà è un’ottima cosa. La quarantena aiuta a ridurre e prevenire la diffusione del virus a un livello maggiore.

Anche qui è del tutto normale essere disorientati. Non si sente spesso parlare di uno stato di quarantena che interessa un’intera città ma dal punto di vista sanitario è un fattore molto positivo. La quarantena non mette in esilio un gruppo di persone ma ne limita i movimenti per un periodo determinato di tempo.

Rispettare le autorità sanitaria significa avere un piano, seguire un protocollo; significa limitare la confusione individuale e collettiva.

#4. Euristiche e scorciatoie di pensiero

Se ti piacciono le statistiche saprai sicuramente che ci sono più possibilità di essere coinvolti in un incidente stradale fatale che morire in un incidente aereo. Eppure la maggior parte di noi tira un sospiro di sollievo quando atterra dopo un volo. Il motivo? Se c’è un incidente aereo i TG ne parlano per giorni e giorni, creando in noi una traccia indelebile che riproponiamo al momento del decollo.

L’attenzione mediatica al coronavirus è del tutto legittima. Non possiamo chiederti di fare a meno dei TG ma possiamo invitarti a essere più consapevole dell’effetto che hanno le informazioni sulla tua psiche. Si chiama “euristica della simulazione” e spiega il meccanismo riportato nell’esempio di prima: quanto è più semplice creare un’immagine mentale di un evento tanto è più facile che si creda che un tale evento sia possibile.

La nostra percezione del pericolo legato al coronavirus è “viziata” dalle tante informazioni che ricaviamo dai media. In pratica sovrastimiamo la possibilità di contrarre il virus solo perché sappiamo che il contagio è possibile.

In questo preciso instante scienziati e ricercatori stanno lavorando a un vaccino e su come risolvere il problema. Se allenti un po’ la presa e provi a rilassarti, di certo potrai vedere la vicenda con una psiche più lucida!

#5. Continua la tua vita

Le buone norme igienico-sanitarie (lavarsi le mani, rispettare lo spazio vitale del prossimo mentre sei in coda al supermercato…) sono valide lungo l’intero arco della vita e non solo oggi che si parla di coronavirus. Continua la tua vita incorporando queste buone regole. Se nella tua regione ci sono contagi, usa la mascherina.

Quando ho iniziato a scrivere questo articolo erano 117 i contagi accertati e dopo poco tempo il bilancio è salito a 152. E’ stupido ridimensionare questo sta accadendo, la situazione è critica e ci troviamo dinanzi a un’emergenza internazionale. Sicuramente le cifre sono destinate ad aumentare proprio perché in Italia manca una storia epidemiologica ben precisa… ma è altrettanto vero che è in nostro potere salvaguardarci.

La mascherina serve?

Nonostante il forte “no” delle autorità, la mascherina potrebbe essere molto utile nel limitare i contagi. Quei dispositivi di protezione individuale che tutti chiamano “mascherina”, in realtà, si chiamano respiratori.

Le mascherine servono? Possono davvero proteggere dal coronavirus?
In realtà sì, ma solo se scelte bene e solo se associate alle buone norme igienico sanitarie elencate in precedenza. Pericolose e sconsigliate dall’Istituto Superiore di Sanità, invece, sono le mascherine fai da te.

Personalmente non so perché le autorità non ne abbiano incoraggiato l’uso. La mascherina, associata alle buone norme igienico sanitarie, potrebbe essere un fattore protettivo supplementare da non sottovalutare.

L’impiego della mascherina va fatto, però, in modo corretto. Per riportare quanto detto dall’OMS: «le mascherine sono efficaci soltanto se usate in combinazione col frequente lavaggio delle mani con acqua e sapone o sostanze alcoliche», al contrario, le mascherine impiegate da sole, per proteggere dal coronavirus, non sono affatto efficaci.

Altra mezza verità passata in tv: il costo delle mascherine ha raggiunto le stelle! In realtà il costo delle mascherine non è aumentato ovunque. Il fornitore di articoli da laboratorio (che conoscono fin dai tempi del mio primo anno all’università, corso di laurea in biologia… N.B. solo successivamente ho intrapreso gli studi in psicologia) ancora le vede a circa 3,80 € cad. Bisogna fare attenzione a scegliere “la mascherina giusta”.

Rifletti un attimo: se tra le diverse mascherine da laboratorio c’è una grande differenza in termini di protezione, figuriamoci con una mascherina fai da te.

Le mascherine devono essere abbastanza performanti da poter impedire l’accesso alle vie respiratorie all’agente patogeno Sars-CoV-2. I virus sono piccolissimi! 10 volte più piccoli dei batteri (0,02 e 0,3 micrometri), ancora più piccoli dei virus sono le polveri sottili, il cosiddetto “particolato” che ha dimensioni nell’ordine di grandezza dei nanometri.

I lavoratori a rischio biologico impiegano respiratori FFP2 o FFP3 per proteggersi dai virus. Il problema è che le mascherine sono monouso, quindi per conservare la loro efficacia andrebbero sostituite a ogni impiego. E’ del tutto inutile usare mascherine generiche che hanno anche il rischio condensa!

A volte è la cattiva informazione a generare caos e allarmismi. Ricorda che nelle situazioni difficili la più preziosa risorsa sei tu: comportati sempre responsabilmente. Coopera con le autorità e mantieniti aggiornato senza perdere giudizio e lucidità.

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