“Se vuoi che gli altri ti rispettino, la cosa migliore che puoi fare è rispettarti. Solo allora, solo attraverso il rispetto per te stesso, costringerai gli altri a rispettarti”, scrisse Dostoevskij. In effetti, non possiamo controllare il comportamento di tutti, ma possiamo imparare a stabilire dei limiti e delle conseguenze se vengono oltrepassati. Rispetto è avere occhi di riguardo. Quando gli altri ti rispettano, hanno cura di te. Si preoccupano per te e ti ricercano, non per secondi fini ma per un sano e puro interesse, scevro da meccanismi insulsi e manipolativi. La mancanza di rispetto, invece, si traduce in manipolazione. Se le persone non hanno rispetto per te tendono a prendersi gioco di te, o per lo meno a sfruttarti e calpestarti per raggiungere i propri fini. Nessun interesse sano, dunque, così come nessuna preoccupazione: solo contrasto al fine di apparire sulle tue spalle, sminuendoti.
Si manca di rispetto ogni qual volta non si ha riguardo per gli altri o per se stessi
Alcune persone possono essere irrispettose senza nemmeno rendersene conto. Per esempio, interrompono un dialogo senza scusarsi o ci invalidano la giornata chiedendo sempre aiuto. Altri sono molto più consapevoli del loro comportamento e lo fanno di proposito, anche deridendoci o insultandoci.
Etimologia della parola rispetto
Il termine “Rispetto” deriva dal latino respicere nel significato di guardare, volgere lo sguardo attorno, rivolgere attenzione. Il Rispetto, il riguardo per qualcuno o qualcosa, nasce da uno sguardo, da uno scorgere. Rispettare, accorgersi, notare, fermare la propria attenzione. Di fatti, rispetto è sentirsi visti, perciò è strettamente correlato al riconoscimento della tua persona, di ciò che fai o pensi.
Vi è rispetto quando si protegge lo spazio tra noi e l’altro. Portare rispetto vuol dire concedere a se stessi e agli altri la libertà di essere esattamente ciò che si sceglie di essere, nella piena consapevolezza del proprio valore e della propria dignità. Manchiamo di rispetto quando non custodiamo questa distanza, quando la prevarichiamo con le nostre certezze, i nostri modi o le nostre emozioni. Quando abbiamo parole o gesti senza indugio, quando adottiamo le nostre convinzioni senza uno sguardo che dubita, considerandole anche verità per l’altro.
Nel rispetto c’è intenzionalità, c’è la volontà reale di avvicinarsi all’altro con educazione e gentilezza per conoscerlo, riconoscerlo e accettarlo nella sua specificità. Il rispetto, come l’amore, è gratuito e senza condizioni, quindi come non può sussistere il “Ti amo se…”, allo stesso modo non può esistere il “Ti rispetto se…”.
I confini che mettiamo nelle relazioni con gli altri rappresentano anche una forma di cura e rispetto verso noi stessi
Quando stabiliamo dei confini funzionali nella relazione (di qualunque natura essa sia, amicale, familiare o sentimentale) infatti, ci sentiamo più sicuri e gratificati, meno sfruttati e non coltiviamo risentimento e rabbia verso noi stessi o l’altro, perché sentiamo che i nostri bisogni vengono rispettati e soddisfatti all’interno della relazione.
Imparare a farlo è dunque molto importante al fine di potersi sentire più capaci, più solidi e migliorare la qualità della propria vita. Per far sì che gli altri rispettino i nostri confini, occorre imparare a dichiararli con chiarezza e a mantenerli con determinazione. Spesso accade che, in una relazione disfunzionale, vi sia un partner particolarmente richiedente e controllante, che utilizza il controllo e la colpevolizzazione come forme “manipolatorie” finalizzate ad ottenere crescenti rassicurazioni, dedizione, disponibilità, rinunce e prove da parte dell’altro.
Questi partner fanno di tutto per sabotare i tentativi di stabilire confini relazionali sani: si arrabbiano, colpevolizzano, ricorrono alla “strategia del silenzio” ignorando l’altro e facendolo sentire inadeguato o indesiderato. Minacciano e, a volte, ricorrono anche alla violenza fisica per punire o dissuadere il partner a stabilire e difendere i suoi spazi (fisici e psichici).
La mancanza di rispetto attraverso la manipolazione
Può capitare a tutti di dover affrontare discussioni con persone che, attraverso l’aggressività verbale o la manipolazione, cercano di imporre la loro volontà, le loro decisioni, il loro modo di vedere le cose, o di destabilizzarci con messaggi ambigui e fumosi, facendoci sentire insicuri e incerti, facendoci sentire in colpa…
Spesso sono tecniche inconsapevoli che l’interlocutore mette in atto pur di ottenere ciò che desidera (ad esempio affermare la propria volontà, la propria ragione o punto di vista, sentirsi potente e in controllo, sottomettervi, farvi sentire confusi e sminuirvi ecc.). Altre volte si tratta invece di comportamenti volutamente messi in atto per destabilizzarci e portarci a fare ciò che altrimenti non faremmo spontaneamente.
10 modi per rispondere a chi ti manca di rispetto
Poiché non possiamo impedire all’altro di comportarsi in modo irrispettoso, dobbiamo imparare a prenderci cura di noi stessi stabilendo da subito confini chiari e definiti. A tal proposito è bene conoscere alcune semplici tecniche di risposta che possono essere applicate a diversi contesti.
Si tratta di semplici comportamenti che ti permetteranno di rendere la comunicazione paritaria, riequilibrando eventuali dislivelli di “potere” e permettendo ad entrambi di mantenere libertà di scelta ed espressione, rispetto e considerazione.
1. Rifletti su come rispondere
Può sembrare banale, ma alle volte è più saggio prendersi il tempo di riflettere prima di reagire. Se qualcuno fa un’osservazione irrispettosa, prenditi il tempo per metabolizzare la cosa. In questo modo, eviterai di rispondere in modo aggressivo o impreciso. Attenzione però, non lasciare che questo comportamento diventi un’abitudine. Se succede di nuovo, dovresti pensare a cosa vuoi dire per avere la risposta pronta.
2. Stabilisci dei limiti
Tutto parte dalla stima e dalla sicurezza che hai in te stesso. La paura di sbagliare, di rimanere solo, di non essere degno di amore, non ti permette di agire? Per guadagnarti il rispetto altrui devi prima avere tu rispetto di te stesso. Quindi, se il tuo interlocutore assume un atteggiamento irrispettoso stabilisci subito dei limiti, non dargli il permesso di ferirti.
Molte volte sorridiamo o “stendiamo un velo pietoso” se qualcuno ci fa sentire a disagio, per esempio con un commento sgradevole. Se stiamo zitti e se mettiamo in atto questo comportamento inoltre, mandiamo un chiaro messaggio all’altro, è come se indirettamente gli dicessimo “puoi mancarmi di rispetto, te lo concedo”.
3. Dai risposte essenziali
Quando ti sentii attaccato e NON vuoi discutere oltre, rispondi in modo fermo e semplice con un “si” oppure un “no”.
4. Individua subito lo scopo dell’interazione
Utile soprattutto in presenza di soggetti manipolatori, in quanto ti consente di interrompere sul nascere un tentativo di manipolazione. Puoi affermare “si certo, capisco cosa vuoi dire MA IO la penso così…” oppure “capisco, MA IO preferisco fare /non fare così…”. Riafferma la tua posizione senza dare giustificazioni né ulteriori spiegazioni.
5. Assicurati che ti stia ascoltando
Se hai l’impressione che l’interlocutore non ti ascolti, chiedigli “cosa pensi che ti abbia appena detto”, oppure “cosa pensi che ti stia dicendo/chiedendo”?
6. Sii gentile ma diretto
Spiega con calma come il suo comportamento ti colpisce e affligge. Non aver mai paura di chiedere con fermezza e con educazione (chiunque sia) di usare toni meno offensivi al tuo interlocutore. Se ciò che dice ti infastidisce, anche se si tratta di una battuta innocua agli occhi degli altri, è giusto che tu ne parli. Per esempio: “Questo tipo di battute mi mette enormemente a disagio, gradirei che smettessi di farle”
7. Non scusarti
Chiedere scusa rischia di metterti in una posizione di debolezza. Infatti, dimostra che c’è una mancanza di autostima. Per questo, quando è l’altro ad attaccarti, non devi assolutamente farlo. Quindi è importante non iniziare questo tipo di frase con un “Scusa, ma…”. No! Devi esprimere chiaramente le tue emozioni ma non scusarti per qualcosa che non hai fatto!
8. Chiedigli il perché del suo comportamento
Poni domande sincere e NON ALLUSIVE all’interlocutore sul suo comportamento verbale, su ciò che intende comunicare. Se per esempio durante una discussione ti dice: “sei il solito sbadato!” Tu rispondi semplicemente: “In quali circostanze ti è sembrato di esserlo stato? Le domande sono molto efficaci nel contrastare l’aggressione verbale e aiutano l’altro a diventare consapevole dei suoi comportamenti
09. Parla usando “Io e non “Tu”
Le frasi inizianti con “tu” portano l’interlocutore a mettersi sulle difensive, mentre le frasi che iniziano con “io” favoriscono l’empatia, l’ascolto e una comunicazione costruttiva. (ad esempio: “io penso”, “io sento che…” oppure “io credo” ecc).
Ci sono confini negoziabili e altri assolutamente non negoziabili
Occorre avere ben chiaro cosa accettare, perdonare e a cosa rinunciare nella relazione, e cosa invece considerare come intollerabile e indicativo della necessità di riconsiderare gli equilibri, i ruoli o la continuazione del rapporto.
I compromessi sono una buona cosa, quando non portano a violare la propria dignità, i bisogni fondamentali e i valori personali per accontentare le richieste dell’altro. Tollerare l’intollerabile con la speranza che l’altro cambi, capisca o ci resti accanto a tutti i costi non è un compromesso sano, anzi insegna all’altro che si è disposti a tollerare sempre di più mancanze di rispetto, considerazione o peggio.
Chi non ti rispetta non ha a cuore te
Per imparare a prendere le distanze occorre rispettare il proprio sentimento e le proprie emozioni tanto quanto i propri reali desideri e bisogni, dire “no” quando è NO che sentiamo: ad esempio non accondiscendere a incontri o intimità solo “per far andare bene le cose”.
Anche se hai paura di perdere la persona che ti piace o che ami chiedendole di essere all’altezza dei tuoi standard, la verità è che rendere chiare le tue necessità e non accettare compromessi, è l’unico modo per essere rispettato e avere delle relazioni felici.
Se non chiedi, niente ti sarà dato. Se non agisci, niente cambierà
La tua persona continuerà a pensare che a te sta bene la situazione e continuerà a comportarsi come ha sempre fatto. Sei tu che decidi cosa vuoi e sei solo tu ad avere la possibilità di dire no agli atteggiamenti degli altri. Devi solo conoscere il tuo valore e capire che chi non ti da la giusta importanza, chi non ti rispetta, non è una persona da tenere nella tua vita.
È dentro di te che troverai l’ascolto, la comprensione, l’amore, la considerazione e la stima mancati
È con i tuoi occhi che potrai dire «wow». Non ci sarà nessuno da stupire, le bellezze che ti porti dentro non dovranno essere “scoperte” da nessuno se non da te stesso! Se hai voglia di iniziare questo cammino, ti consiglio la lettura di due manuali di psicologia.
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Sono i libri che io stessa avrei voluto leggere ancor prima di laurearmi in psicologia. Manuali perfetti per imparare a conoscersi e guardarsi per ciò che si è e non più per come ti hanno fatto sentire.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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