Come sviluppare le potenzialità dei bambini con il Metodo Montessori

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Il metodo Montessori è un sistema educativo che ha cambiato profondamente la concezione dei bambini da parte degli educatori. Prima della sua comparsa, infatti, i bambini erano concepiti come dei vasi vuoti in cui versare la conoscenza e la cultura per formarli come persone e farli diventare adulti; la visione montessoriana invece ha portato una nuova concezione, basata sulla centralità di ogni bambino come individuo con caratteristiche già ben definite. Il compito degli insegnanti secondo questa concezione non era più quello di riempire un vaso vuoto, ma quello di trovare il modo migliore per far venire fuori le potenzialità che ogni bambino custodisce già dentro si sé, attraverso attività e strumenti mirati.

Di fondamentale importanza nel metodo Montessori è l’interazione tra i bambini e l’ambiente circostante: secondo la sua teoria infatti, i bambini formano il loro carattere a partire dalle interazioni con ciò che li circonda. Per questo è importante preparare degli ambienti idonei dove poter lasciare la libertà ai bambini di potersi esprimere più possibile. Solo attraverso la libera scelta infatti i bambini possono sviluppare al meglio le loro potenzialità in autonomia. Per questo è anche importante che gli ambienti siano a misura di bambino e non di adulto, così che i movimenti naturali dei bambini possano trovare lo spazio per essere espressi, e in modo che i bambini abbiano ciò di cui hanno bisogno a portata di mano.

Sempre secondo il pensiero di Montessori, è importante anche la collaborazione, non solo tra adulti e bambini, ma anche tra bambino e bambino, in modo che i bambini più grandi ed esperti diventino modelli da seguire per i bambini più piccoli e inesperti, e che il passaggio di conoscenza avvenga da pari a pari con un linguaggio più immediato e comprensibile. Per questo è importante far partecipare i bambini a corsi in cui è incoraggiata l’attività di gruppo, sia negli sport che a scuola.

Metodo Montessori: breve storia

Già alla fine dell’Ottocento, Maria Montessori iniziò ad approfondire nel dettaglio la materia della pedagogia, frequentando il corso di studi in merito all’Università di Roma: qui poté imparare ciò che era stato teorizzato sull’educazione dei bambini nei 200 anni precedenti, e iniziò a formare una propria idea personale su come si sarebbero dovuti educare i più piccoli. Fu a questo punto che, nel quartiere di San Lorenzo a Roma, Montessori fu incaricata di aprire la sua prima scuola: avrebbe accolto i figli delle famiglie operaie in un ambiente da riqualificare anche attraverso l’apprendimento delle nuove generazioni. La scuola fu chiamata da Maria Montessori “Casa dei bambini”, e ospitava piccoli di età tra i 3 e i 6 anni. Fu proprio all’interno di questa scuola che la pedagogista ebbe la possibilità di mettere in pratica le sue teorie, dando vita al metodo Montessori.

All’inizio il metodo educativo era pensato e rivolto ai bambini con disabilità, ma attraverso l’esperienza pratica la pedagogista capì che in realtà funzionava benissimo per tutti i bambini, e iniziò ad applicarlo e perfezionarlo, tanto che si diffuse anche oltreoceano. Maria Montessori aveva una formazione da scienziata e la applicò in questo ambito attraverso l’osservazione e l’esperienza, da cui poi traeva logicamente i risultati di diversi esperimenti pedagogici: fu forse questo uno dei cambiamenti più importanti che Montessori apportò alla materia, ovvero quello di trattarla come una scienza e di applicarvi quindi il metodo scientifico.

Poco tempo dopo Maria Montessori pubblicò il suo primo volume, dal titolo Il metodo della pedagogia scientifica, che venne tradotto e riscosse moltissimo successo negli Stati Uniti, dove Montessori si recò nel 1913: fu accolta con molto calore e il suo metodo iniziò a diffondersi anche in Nord America. Tuttavia più tardi altri scienziati vollero smentire le tesi della pedagogista e l’entusiasmo si affievolì per alcune decine di anni, fino a quando intorno al 1960 non riprese vigore ancora maggiore e si diffuse in diversi Paesi. Oggi infatti il metodo viene applicato in più di 60 mila scuole sparse in tutto il mondo.

I principi fondamentali del metodo Montessori

Sebbene i principi che si possono evincere dal metodo montessoriano siano molti, ce ne sono sicuramente alcuni che spiccano per la loro carica rivoluzionaria, che cambiò profondamente la concezione pedagogica del tempo, e che ancora oggi sono pilastri dell’educazione spesso utilizzati nella didattica della scuola primaria e dell’infanzia.

Per esempio, uno dei principi più forti è quello dell’educazione all’indipendenza, per cui è importante che i bambini imparino a fare le cose da soli, soprattutto i piccoli gesti della vita quotidiana come mangiare in autonomia, lavarsi, vestirsi. I genitori a casa e gli insegnanti a scuola hanno, secondo questo metodo, il compito di aiutare a far imparare questi gesti di fondamentale importanza per lo sviluppo del bambino che, quando si sentirà in grado di muoversi da solo nel mondo, acquisterà maggiore fiducia in se stesso e potrà agire con ancora maggiore libertà.

Sempre in quest’ottica, secondo il metodo, il maestro deve essere un osservatore e intervenire il meno possibile nello spazio di movimento del bambino, in modo che il piccolo impari a soddisfare i propri bisogni da solo. Ovviamente, quando c’è un concreto bisogno di aiuto, sarà necessario che l’adulto intervenga, ma per il resto del tempo il bambino dovrà sviluppare le proprie capacità da solo o con gli altri bambini.

Altro principio fondamentale per la Montessori era quello di rendere l’ambiente a misura di bambino, quindi di avere sedie, banchi, tavoli adatti alla misura dei bambini e non degli adulti. Su questo principio spesso nelle scuole dell’infanzia sono state costruite delle piccole case in miniatura, in cui i bambini hanno la possibilità di arrivare a prendere tutti gli oggetti che vogliono dai vari scompartimenti. Per esempio, in una piccola cucina riprodotta su misura di bambino, il piccolo avrà la possibilità attraverso il gioco di imparare come preparare il cibo e prenderà confidenza con i vari utensili che poi dovrà utilizzare nella realtà.

Attività per bambini secondo il metodo Montessori: alcuni esempi

Se volete provare anche in famiglia a sottoporre ai vostri bambini degli esercizi che si ispirano al metodo Montessori, ce ne sono alcuni che potrete realizzare semplicemente. Sono esercizi che aiutano a sviluppare la concentrazione, la sensibilità e la cura per se stessi e per l’ambiente circostante: ecco alcuni esempi che potrete facilmente riprodurre.

Un’attività importante e formativa per un bambino può essere quella di occuparsi di una pianta: prendersi cura di un’altra forma di vita infatti accrescerà il senso di responsabilità e indipendenza, perché non sarete più voi genitori a occuparvi dei piccoli, ma saranno i piccoli a occuparsi di un altro essere vivente. Questo processo richiederà loro attenzione e costanza.

Anche passare molto tempo nella natura all’aria aperta è sempre una buona idea, così che i bambini possano fare esperienza del mondo e andare alla scoperta delle regole che gestiscono gli animali e le piante. La natura suscita sempre la curiosità e l’interesse dei bambini perché è piena di aspetti da capire e da studiare che non si possono apprendere sui libri ma solo con l’esperienza diretta della vita pratica. È una buona idea, quindi, portare i vostri bambini nella natura, più spesso possibile, e offrire il vostro supporto nello spiegare il meccanismo dei fenomeni che i bambini potranno osservare.

Un altro buon principio è quello di non sgridare i bambini quando sbagliano: spesso il nostro modello di società mette molta pressione su ogni persona affinché raggiunga lo scopo desiderato subito e senza errori, ma questo non è il percorso naturale con il quale un bambino diventa grande. La crescita infatti è fatta di tentativi, errori e ricerca delle soluzioni: solo se il bambino si sentirà libero di sbagliare potrà fare più tentativi e quindi arrivare prima a una soluzione. Anche nei giochi, il consiglio è di cercare di stimolare i bambini a capire il funzionamento, i materiali e l’uso che si può fare di un oggetto senza ricorrere subito a una spiegazione del suo utilizzo.