Avere una relazione con un manipolatore affettivo è profondamente tossico. Il suo comportamento è profondamente destabilizzante per l’equilibrio psicologico di chi cerca di comprendere i suoi bisogni e soddisfare le sue richieste. La manipolazione emotiva è una sorta di passo a due, ballato da due persone con caratteristiche complementari: una delle due (tipicamente il manipolatore) ha bisogno di mantenere il controllo, la percezione positiva di sé e di avere sempre ragione, mentre l’altra (la vittima manipolata) è caratterizzata da un bisogno fortissimo di fusione ed approvazione, che la porta a permettere al manipolatore di ri-definire la sua idea di realtà, idealizzandolo e cercando costantemente il suo consenso.
La pericolosità della manipolazione cresce in maniera esponenziale quando questa si verifica all’interno di una relazione in cui esiste una forte componente affettiva, e in cui sono presenti sentimenti ed emozioni profonde. Il malessere psicologico provocato da una relazione manipolatoria nella vittima è tristemente noto. Le reazioni più frequenti che si innescano nella vittima sono:
- Frustrazione: non si è mai abbastanza intelligenti, belli, bravi o disponibili per gli standard di un manipolatore affettivo
- Perdita di autostima: i suoi bisogni sono più importanti, si scandisce la vita in base alle priorità del manipolatore, di conseguenza la vittima inizia ad annullarsi per il bene della relazione
- Rabbia inespressa: quando la vittima cerca di manifestare rabbia il manipolatore svaluta completamente quella manifestazione emotiva, catalogandola come eccessiva e folle, quindi la vittima se sente costretta a reprimerla.
Proprio la rabbia che cova per lunghissimo tempo nell’emotività della vittima porta quest’ultima a maturare desideri di vendetta nei confronti del manipolatore affettivo. Si tratta di una reazione perfettamente comprensibile: le vittime si convincono che, dopo aver realizzato la propria vendetta, saranno libere e felici.
Le cose naturalmente non sono così semplici e inoltre la ricerca della vendetta può trasformarsi in una nuova trappola emotiva che potrebbe assorbire moltissime energie mentali e “legare” la vittima al carnefice in maniera ancora più subdola.
Le solite strategie del manipolatore per tenere in pugno la vittima
Il manipolatore affettivo adotta determinate strategie mentali e comportamentali per legare la vittima e farla diventare dipendente dalla sua presenza o dalla sua approvazione. Tra le strategie più comuni del manipolatore affettivo (e del narcisista patologico) ci sono:
- il silenzio intermittente: sparisce per giorni o settimane senza dare spiegazioni, poi ricompare come niente fosse
- lo sfruttamento delle debolezze: denigra la sua preda sfruttando le sue insicurezze per il solo scopo di farla sentire inadeguata e sbagliata. Una strategia molto efficace per tenere in pugno la vittima
- il senso di colpa: è abilissimo nel far credere che sono gli altri i colpevoli di ogni cosa, soprattutto degli errori il manipolatore stesso commette. Insomma è abilissimo nel “girare la frittata” a suo piacimento
Come tenere testa a un manipolatore
Cerchi vendetta? La soddisfazione data dalla vendetta nell’aver messo spalle al muro un manipolatore è un sentimento appagante e profondamente affascinante per la maggior parte delle persone.
Questo non significa però che sia un sentimento positivo per l’equilibrio psicologico. Piuttosto che vendicarsi e cercare di indagare la psicologia del proprio carnefice, la cosa più saggia da fare sarebbe allontanarsi il più velocemente possibile dal manipolatore affettivo, tagliando tutte le forme di contatto con lui. Intanto ti offro alcune strategie per tenere testa un manipolatore con soluzioni assertive e funzionali.
1. Indifferenza assertiva
Il manipolatore affettivo ama essere adorato, approvato o invidiato dalle persone che lo circondano. Ha bisogno di scatenare una reazione in qualunque modo possibile per poter affermare la sua esistenza. L’indifferenza è pertanto un’arma potentissima contro il manipolatore affettivo. Si tratta di una “inversione” del suo modus operandi: trattamento del silenzio, abitudine a sparire periodicamente.
Ovviamente non serve attuare le sue stesse tattiche o strategie del tipo: negarsi a telefono, fingere di essere impegnati, sparire senza dare spiegazioni…..queste tattiche subdole lasciamogliele a lui! Non devi vendicarti, devi solo tenergli testa, rivendicare il tuo diritto di essere rispettata come persona.
L’indifferenza assertiva nei confronti di un manipolatore si esprime rivoluzionando le tue priorità. E consiste nel non cedere alle provocazioni del manipolatore, nell’ignorare i commenti offensivi…insomma non dare risposta ai comportamenti che generano solo situazioni di stress e frustrazione. Con il passare del tempo, l’indifferenza assertiva diventa un’arma efficace per disinnescare il comportamento nocivo del manipolatore: non avendo riscontro con il suo gioco malsano, prima o poi abbandonerà questi comportamenti in quanto inefficaci.
E’ anche fondamentale non dare la possibilità al manipolatore di controllare i nostri rapporti: se ci chiede di non frequentare più una determinata persona, non bisogna assecondarlo. Se ci mette contro la nostra famiglia bisogna opporsi con forza!
2. Ironia
Il manipolatore si crogiola nel suo immenso ego. Ama prendersi molto sul serio e a ingigantire i suoi meriti e le sue imprese. Ma questa è solo una facciata: a conti fatti, non è altro che una persona con profondi problemi di autostima che nasconde anche a se stesso. Infatti, egli cerca di colmare tali lacune costruendo un’immagine fasulla, nella quale è il primo a credere.
E grazie ai suoi punti deboli, l’ironia può diventare un arma potentissima contro il manipolatore affettivo. Ironizzare sulle loro storie sempre esagerate, ridimensionare i suoi meriti o la sua persona con una battuta pungente e dimostrare di non essere impressionati dai suoi racconti e dal suo atteggiamento sarà quasi insopportabile per il manipolatore.
3. Canalizzare la rabbia
Il manipolatore si nutre dei sentimenti che riesce a generare nelle persone. Non importa che quei sentimenti siano di amore, ammirazione, odio o disprezzo. Ciò che gli importa è essere tenuto in considerazione, essere importante in qualche modo, per un periodo più o meno breve.
In particolare, quando il manipolatore affettivo riesce a generare rabbia nel suo interlocutore raggiunge un apice di soddisfazione che difficilmente riesce a provare con altri mezzi. È fondamentale riuscire a controllare la propria rabbia senza manifestarla, oppure canalizzandola attraverso l’ironia o il sarcasmo, con la consapevolezza che si sta togliendo nutrimento emotivo al manipolatore.
In questa fase è fondamentale riuscire a trasformare la rabbia che ci logora dentro, in una rabbia strumentale. Bisogna imparare a controllarla per renderla uno strumento contro il narcisista. Per esempio, se il manipolatore ci istiga, rispondiamo con tono pacato ma manifestando le nostre ragioni. Se lui dice che abbiamo torto su una certa questione, spieghiamoci di nuovo cosa ci porta a pensarla in un determinato modo. Queste reazioni lo destabilizzeranno: il suo scopo di instillare sensi di colpa si riveleranno per lui inefficaci.
4. Lo specchio
Le cause per cui un individuo diventa un manipolatore sono da ricondurre nella sua storia personale e molto spesso risalgono alla sua infanzia. Tutto quello che il manipolatore fa nella sua vita da adulto è finalizzato a nascondere la propria vulnerabilità e la sofferenza provata in passato, cercando disperatamente di non mettersi nella stessa situazione.
Dopo aver compreso quali sono le motivazioni alla base del suo comportamento, si potrebbe decidere di rivelarle al manipolatore. Metterlo duramente davanti alle sue debolezze e alle falle nella sua emotività innescherà nel manipolatore una reazione emotiva devastante. Molto probabilmente cercherà di nascondere il suo stato d’animo ferito e vulnerabile: il manipolatore non sopporta guardarsi dentro. A quel punto comprenderà che il suo gioco è stato scoperto e che qualcuno lo ha visto per quello che è davvero.
5. Consapevolezza
Il modo più straordinario di tenere testa un manipolatore è acquisire la consapevolezza del nostro “valore”. Sappi che dentro di te c’è una forza incredibile che ha bisogno solo di una piccola scintilla per essere accesa.
Quello non è amore…è solo un prepotente che cerca conferme nelle altre persone, coinvolgendole in giochi di manipolazioni e dolori. Se tu non vuoi far parte di tale gioco al massacro ti basta solo volerlo! Lo so che è difficile, ma un passo alla volta ce la farai. Prima di tutto, ricorda chi sei: sei una persona bella e speciale che ha solo creduto alle false promesse di un manipolatore. Non sentirti in colpa. Chi più chi meno, almeno una volta ci cascano tutti!
C’è una buona azione che però si potrebbe compiere nei confronti del proprio manipolatore affettivo prima di sparire definitivamente dalla sua vita. Consigliargli di farsi seguire da un terapista professionista, che sia in grado di guidarlo verso la comprensione e il superamento dei suoi traumi e dei suoi comportamenti tossici. Molte vittime credono di poter “salvare” il manipolatore solo attraverso l’amore e la forza di volontà: si tratta di un’illusione assolutamente falsa e pericolosa. Il manipolatore non guarisce se non attraverso una lungo e consapevole percorso terapeutico.
NON ASPETTARE CHI NON TI VUOLE!
Un amore autentico è un sentimento sano, sicuro, non ossessivo e reciproco dove non si viene svalutati e ricattati e soprattutto dove le parole sono seguite da azioni. Ti fai solo del male se continui a idealizzarlo, se continui a domandarti perché è successo, se pensi che sia stata solo colpa tua e per questo ti svaluti. E’ il momento di elaborare tutto il male che hai dovuto subire, stringere i denti, andare oltre.
Si guarisce da una delusione d’amore?
Sì, si guarisce! E Un giorno o l’altro bisognerà fare il primo passo per venirne fuori, anche se per il momento non si ha nessuna voglia. Allora bisognerà elaborare il lutto, e per farlo bisognerà smettere di torturarsi: piangi pure, piangi tutte le tue lacrime. Perché, anche se adesso ti sembra impossibile, da una delusione d’amore si guarisce. Ci vuole tempo, ma alla fine si guarisce. Arriva un giorno in cui ci si sorprende a ridere di gusto o a pensare ad altro. E’ solo un momento, ma è il segno che si comincia a guarire. Resta da superare il fatto che non vuoi nemmeno sentire parlare di innamorarti di nuovo. «Non voglio più vivere una storia come questa, mi ha fatto frantumato l’animo».
Una lettura preziosa per rinascere
Anche se non lo sappiamo, avevamo un mondo e una vita completa anche prima che il nostro partner arrivasse. Ciò che possiamo fare oggi, è continuare a prenderci cura del nostro mondo, a prescindere dalle azioni dell’altro. Certo, non tutti sono capaci di essere presenti per se stessi, alcuni sembrano più bravi a occuparsi degli altri e non di sé, ma anche questo cambierà. Come spiego nel mio libro «Il mondo con i tuoi occhi», quando sappiamo guardarci bene dentro e riusciamo a cogliere i nostri bisogni più profondi, riconoscendoci nella nostra interezza saremo capaci di muoverci nella direzione giusta per appagarli, a prescindere dall’altro! La soddisfazione relazionale diverrà la naturale conseguenza delle nostre scelte personali, del nostro modo mentale. Perché come scrivo nell’introduzione del libro “Puoi decidere di vedere te stesso e il mondo come ti hanno insegnato gli altri oppure con i tuoi occhi”. Il libro puoi ordinarlo qui su Amazon ed è disponibile, su tutti gli store online oppure in libreria. Se hai voglia di scoprire le immensità che ti porti dentro e imparare a esprimere pienamente chi sei, senza timori e insicurezze, è il libro giusto per te.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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