Come un manipolatore sfrutta i sensi di colpa per esercitare controllo

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

I manipolatori sono spesso descritti come creature, al contempo, mostruose e affascinanti, dannatamente attraenti! In realtà, i manipolatori sono persone come tante altre, le «vittime» li percepiscono in questa modalità ambivalente perché al contempo ne sono ferite e attratte, deluse e illuse, accolte e rifiutate.  Il manipolatore, in ambito sentimentale, sembra seguire un preciso schema. Dapprima si presenta come il partner ideale, una persona sensibile, empatica, altruista e molto interessata alle necessità della vittima. In questa fase iniziale, il manipolatore può servirsi di strategie affettive come il love bombing. La vittima viene letteralmente sommersa di attenzioni e false promesse d’amore.

Questa prima modalità d’azione, serve al manipolatore per entrare nello spazio intimo della vittima, per abbassarne le difese e renderla incline ad accondiscendere alle successive richieste. Richieste che non tarderanno ad arrivare. Solo con il tempo, il manipolatore mostrerà il suo vero volto, quello di una persona egoista, accentratrice e interessata solo al soddisfacimento del proprio ego gonfiato.

Manipolatore e vittima: le due parti in gioco

In questo gioco malato delle parti è fondamentale distinguere due figure: un manipolatore e una vittima. Il manipolatore muove i fili invisibili del senso di colpa, ci tiene stretti come pesci in una rete ed è una figura che il più delle volte passa inosservata.. La vittima si presenta nella maggioranza dei casi come un soggetto dal carattere fortemente emotivo e sensibile, facilmente influenzabile e impressionabile, priva di autostima e, spesso, incapace di prendere decisione senza avere il supporto di qualcuno.

Il Ruolo del Manipolatore

a) Abilità manipolative: I manipolatori sono spesso dotati di abilità comunicative e di persuasione. Sanno come sfruttare le emozioni e le debolezze degli altri per raggiungere i propri obiettivi.

b) Narcisismo: Molti manipolatori sono motivati da un forte senso di superiorità e autogratificazione. Hanno bisogno di sentirsi al centro dell’attenzione e di avere il controllo su coloro che li circondano.

c) Mancanza di empatia: I manipolatori spesso mostrano una mancanza di empatia e considerazione per gli altri. Sono concentrati sui propri desideri e non si preoccupano delle conseguenze negative che le loro azioni possono avere sugli altri.

d) Tattiche manipolative: Utilizzano una serie di tattiche per esercitare il controllo, tra cui la colpa, la manipolazione delle emozioni, il ricatto emotivo, la critica costante, il distacco affettivo e l’isolamento sociale.

Il Ruolo della Vittima

a) Vulnerabilità: Le vittime spesso presentano vulnerabilità emotive o situazionali che rendono più facile per il manipolatore esercitare il controllo. Queste possono includere bassa autostima, dipendenza emotiva, desiderio di piacere agli altri o paura di conflitti.

b) Sensi di colpa e auto-critica: Le vittime tendono a sentirsi in colpa per le azioni o le parole del manipolatore, anche se non sono effettivamente responsabili di quanto accade. Possono essere molto auto-critiche e cercare di soddisfare costantemente le aspettative del manipolatore per evitare sensi di colpa.

c) Dipendenza emotiva: A causa delle tattiche manipolative del manipolatore, le vittime possono sviluppare una dipendenza emotiva nei confronti di quest’ultimo. Sono desiderose di ricevere affetto, accettazione e approvazione e temono di perdere la relazione con il manipolatore.

d) Perdita di autostima: La manipolazione costante può causare una graduale perdita di autostima nella vittima. Si possono sentire inadeguate, insicure e incapaci di prendere decisioni indipendenti.

Come il manipolatore usa i sensi di colpa per soggiogarti

Da bambini ci è stato insegnato a scusarci. Ci hanno detto che era un segno di buona educazione, ed è probabile che in più di un’occasione, durante la nostra infanzia, ci siamo scusati senza essere pienamente consapevoli delle nostre azioni. Di conseguenza, dentro di noi comincia a crescere il seme della colpa. Diamo per scontato che quando qualcuno si sente offeso, la colpa è nostra. L’abbiamo offeso con le nostre parole, atteggiamenti e/o comportamenti. In realtà, è vero solo in parte. Ogni offesa implica l’esistenza di “punti sensibili” nell’altro. Pertanto, ciò che può essere un’offesa per alcune persone, per altri non lo è.

Siamo responsabili delle nostre parole, ma non di quello che intendono gli altri. Dobbiamo sforzarci di trasmettere il nostro messaggio nel miglior modo possibile, ma non siamo responsabili dei “punti sensibili” degli altri e, soprattutto, non siamo obbligati a tacere quando qualcosa ci riguarda direttamente solo perché l’altra persona è molto suscettibile. Dopo tutto, chi “troppo ingoia alla fine si strozza”. Certo, il problema si presenta quando chi cerca di manipolarti è qualcuno che ti sta vicino, qualcuno importante di cui ti fidi. È difficile cadere nella rete della manipolazione di uno sconosciuto, ma quando ci sono di mezzo i sentimenti è più facile cedere.

Il senso di colpa è sia una catena, sia un collante nella società: a volte l’unica cosa che ci mantiene uniti è un dilagante peso sulla coscienza. Siamo “allenati” al sentirci colpevoli perché è il modo più vantaggioso per spingerci ad agire in un determinato modo. La vergogna è talmente scottante che siamo pronti a tutto pur di liberarcene, anche di rinunciare alla propria libertà, e questo i manipolatori lo sanno. Esploriamo dunque, come i manipolatori utilizzano i sensi di colpa per avere pieno controllo sulla vittima di turno!

Individuano i punti debole della vittima

I manipolatori esperti sono spesso in grado di individuare le fragilità emotive e i punti deboli delle persone che desiderano manipolare. Attraverso osservazione e interazione, possono identificare eventi passati o situazioni personali che possono generare sensi di colpa. Questi potrebbero includere errori commessi, promesse non mantenute o addirittura tragedie personali. Una volta individuati i sensi di colpa, il manipolatore sarà in grado di utilizzarli a proprio vantaggio.

Creano un senso di responsabilità esagerato

I manipolatori utilizzeranno tattiche per far sentire la vittima responsabile di determinati eventi o situazioni, anche quando non lo sono effettivamente. Possono esagerare l’importanza delle azioni o dei comportamenti della vittima, attribuendo loro un impatto negativo su altri o sulla relazione stessa. In questo modo, il manipolatore crea un senso di colpa e responsabilità e induce la vittima a sentirsi inadeguata o sbagliata.

Manipolano le emozioni

Una volta che il manipolatore ha creato un senso di colpa nella vittima, utilizzerà le emozioni per rafforzare il controllo. Possono agire come se fossero feriti o delusi a causa delle azioni o delle scelte della vittima, sfruttando il senso di colpa per suscitare empatia. Questo può portare la vittima a provare tristezza, vergogna o persino paura di perdere il rapporto con il manipolatore. La vittima potrebbe quindi sforzarsi di compiacere il manipolatore per evitare ulteriori sensi di colpa.

Ricompense e punizioni condizionali

I manipolatori possono utilizzare ricompense o punizioni condizionali per influenzare il comportamento delle vittime. Promettono gratificazioni, amore, accettazione o persino perdono se la vittima si comporta come desiderano. Al contrario, minacciano di punizioni emotive, rifiuto o abbandono se la vittima non obbedisce o non soddisfa le aspettative del manipolatore. Questo crea un ciclo in cui la vittima è costantemente alla ricerca di approvazione e affetto, cercando di evitare ulteriori sensi di colpa.

Isolamento e controllo sociale

Un altro metodo utilizzato dai manipolatori per rafforzare il controllo è l’isolamento sociale. Possono cercare di allontanare la vittima dalle persone di supporto o dagli amici e creare dipendenza emotiva nei confronti del manipolatore stesso. In questo modo, la vittima diventa sempre più dipendente dal manipolatore per il sostegno emotivo, aumentando così il potere del manipolatore sulla sua vita.

È fondamentale essere consapevoli dei meccanismi manipolativi utilizzati dai manipolatori per sfruttare i sensi di colpa

Riconoscere questi schemi e prendere consapevolezza delle proprie emozioni è il primo passo per proteggersi. Se sei in presenza di un manipolatore, non cadere nella sua trappola ma usa il suo attacco alla tua integrità per rinforzarti: su cosa fa leva? Cosa risuona in te mentre prova di inculcarti colpe che non ti appartengono? Quale ferita interiore pulsa? Cercando le risposte a queste domande individuerai i tuoi punti deboli e potrai scoprire le linee di debolezza che i manipolatori vedono in te e sfruttano a loro piacere: lavoraci; sana le tue ferite, le tue insicurezze; fai della tua auto-consapevolezza il tuo scudo per evitare di cadere nelle loro trappole.

Le relazioni, di qualunque tipo, dovrebbero essere rassicuranti, non dovrebbero funzionare come una sorta di roulette russa dove qualcuno ti tiene una pistola puntata alla tempia. Una relazione sana ti fa sentire accolto, protetto, compreso… ti fa sentire appagato. Se tutto questo manca nella tua relazione, poniti qualche interrogativo.

D’amore ci si ammala, d’Amore si guarisce

Insieme alla psicoterapia, c’è un altro strumento che può rivelarsi preziosissimo per concederti modalità inedite di esistere: il secondo libro di Psicoadvisor. Questa volta, il tema portante è l’amore e come si evolvono i nostri stili relazionali dall’infanzia fino all’età adulta. Proprio come con il nostro primo libro (bestseller 2022 e libro di Psicologia e self-help più venduto d’Italia), anche con questo secondo manuale offriremo strumenti utili, esercizi psicoterapeutici e tante strategie per l’autoanalisi. Ognuno di noi dovrebbe diventare il suo oggetto di studio: mettere se stessi al centro della propria vita non è un errore, è il primo passo per iniziare a vivere relazioni, amori, emozioni e non subire. L’amore è un dono, non una condanna! Il libro sarà disponibile in tutte le librerie dal 4 luglio. Il titolo non poteva essere che questo: «D’amore ci si ammala, d’Amore si guarisce».

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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