Come una madre può compromettere la stabilità emotiva del figlio

| |

Author Details
Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Il rapporto madre-figlio è tra i più saldi e meravigliosi che esistano al mondo. Attraverso questo rapporto impariamo ad amare o odiare, fidarci o non fidarci, arrenderci o combattere.. un rapporto a dir poco complesso.  Un insieme di molteplici aspetti tanto forti quanto contrastanti. Christiane Northrup, ginecologa e ostetrica, non poteva esprimere meglio il profondo legame che ci unisce fin da piccole alle nostre madri: “Le nostre cellule si sono divise e sviluppate al ritmo del suo battito cardiaco. La nostra pelle, i capelli, il cuore, i polmoni e le ossa sono stati alimentati dal suo sangue, sangue che era pieno di sostanze neurochimiche formatesi in risposta ai suoi pensieri, credenze ed emozioni. Se provava paura o ansia, o se si sentiva molto infelice per la gravidanza, il nostro corpo lo percepiva, così come notavamo anche se si sentiva al sicuro, felice e soddisfatta”. Tuttavia vi sono dei casi nei i quali tale vincolo assume un’accezione negativa condizionando per sempre la vita dell’individuo

Madre-figlio: il legame affettivo più profondo

Che sia un rapporto sano o un legame tossico, la relazione madre-figlio  è tra quelli che condiziona di più la vita. Nel bene e nel male infatti questo rapporto influisce profondamente sulla capacità di instaurare relazioni affettive, sul modo di approcciarsi alla vita di ogni individuo.

Le madri: non possiamo vivere né con loro né senza di loro” questa frase è tanto emblematica quanto veritiera. Il rapporto con i genitori, in particolar modo il rapporto con una madre, condiziona quella che sarà la percezione del mondo e di sé stessi. Il legame tra madre e figlio è un qualcosa di talmente viscerale da superare ogni barriera, da risultare meraviglioso, puro, profondo.

Legame madre-figlio: dipendenza affettiva

Fin dalla tenera età si è spinti a ricercare l’approvazione da parte della madre (la figura principale di accudimento). Per i primi anni di vita il bambino è strettamente legato alla figura materna o caregiver (letteralmente, “colui/colei che fornisce cure”) La dipendenza madre-figlio non è solo fisica ma anche emotiva. La madre infatti non solo nutre il suo piccolo e se ne prende cura ma manifesta anche il proprio affetto, lo coccola, lo ama.

Man mano che ci si avvicina all’adolescenza questo legame si trasforma: il piccolo o la piccola pian piano diventa adulto/a e ha bisogno sempre più di indipendenza, un’indipendenza che non sempre gli/le è concessa. Per riuscire a condurre un’esistenza sana è importante però che il figlio riesca a percepire se stesso come individuo indipendente. Non sempre questo risulta semplice. Spesso infatti a causa di un atteggiamento eccessivamente apprensivo ed opprimente si rischia di spingere il bambino a vivere in simbiosi con la madre.

C’è una frase che una madre ripete spesso al proprio figlio: “Nessuno ti ama come me”. Se un bambino la prende alla lettera, è possibile che non esprima il diritto di lamentarsi anche se non si sente molto apprezzato da sua madre….perchè pensa “lo fa per il mio bene”. L’affetto dunque può trasformarsi in un rapporto malsano che impedisce al figlio di essere realmente indipendente. Parliamo della cosiddetta madre “castrante” o madre “simbiotica”.

Madre castrante

La figura della madre castrante è presente da sempre nell’inconscio collettivo delle persone. Nei  racconti popolari ma anche nelle fiabe e più recentemente nei cartoni animati la figura negativa della madre appare sotto forma di arpia, mostro o anche strega. La matrigna cattiva nella vita vera potrebbe essere proprio quella della mamma.

Non è raro infatti che la madre non si separi mai realmente dal figlio. Questo impedisce la formazione della personalità del bambino, che diventerà una sorta di satellite della figura materna. Un rapporto sano infatti è di fatto liberatorio. L’amore vero se da un lato fornisce radici salde, dall’altro deve dare la possibilità di spiccare il volo, di essere liberi, altrimenti non è amore, è costrizione.

Conseguenze di un rapporto tossico madre-figlio

Il bambino, che cresce con una madre simbiotica diventerà un adulto privo di autonomia in tutti i sensi, dalle cose più futili a quelle più serie. Si potrebbe incorrere in:

  • Scarsa autostima
  • Problemi relazionali e sessuali
  • Ansia
  • Frustrazione
  • Difficoltà nel prendere decisioni

Come riconoscere un rapporto tossico con la madre

I rapporti madre-figlio tossici sono quelli nei quali la madre non riesce a riconoscere il figlio in quanto adulto. La madre dunque tende a comportarsi nei confronti del figlio considerandolo sempre come fosse un bambino. La madre infatti:

  • Si rivolge continuamente al figlio con vezzeggiativi infantili,  spesso anche dinnanzi ad altre persone
  • Esige che il figlio condivida la sua stessa visione delle cose con frasi tipo “noi la pensiamo cosi”, “non la pensiamo allo stesso modo?” “Siamo sempre stati d’accordo”
  • Ha un rapporto morboso, anche a livello fisico, lo coccola di continuo e se non riesce a farlo va su tutte le furie o si mostra estremamente dispiaciuta, utilizzando spesso le lacrime per farlo sentire in colpa.
  • Ha una visione chiara del futuro del figlio, sa già cosa dovrà fare nella sua vita, anche se luio lei di fatto non si è espresso a riguardo. Questo atteggiamento si protrae per tutta la vita del figlio, anche da adulto, ed è proprio li che risiede il problema.

L’eredità delle nostre madri

Senza dubbio, il legame tra te e tua madre è stato uno dei più profondi che ci siano. Il problema è che in alcuni casi neghi quel legame, così neghi anche te stessa/o. Se non riconosci quanto è stato costruito da tua madre, non puoi crescere, rimarrai bloccata/o nella negazione.

Qualsiasi figlio porta con se le conseguenze di tale rapporto. Se tua madre ti ha trasmesso messaggi positivi e insegnato ad amare e rispettare, i tuoi insegnamenti rappresenteranno una preziosa guida emozionale che ti accompagnerà ovunque tu vada. Ma se hai avuto una madre tossica, forse sei diventata/o sospettosa/o, manipolatrice/ore, atteggiamenti che in seguito replicherai nei rapporti con gli altri.

Se tua madre era timorosa e insicura, è probabile che avrai una bassa autostima e non oserai assumere dei rischi. In questi casi dovrai guarire. E per farlo dovrai essere in grado di capire quanto questi comportamenti e credenze che ti limitano provengano dal rapporto che hai avuto con tua madre.

Rapporto tossico madre-figlio: come superarlo

Non è semplice uscire da una situazione del genere, anche perché a causa del rapporto di dipendenza con tua madre è difficile che tu riesca a sviluppare un livello autocoscienza tale da permetterti di migliorare il rapporto. Tuttavia nel caso in cui tu riesca a individuare dei campanelli d’allarme è importante correre subito ai ripari.

Per evitare le disastrose conseguenze legate a un rapporto tossico con tua madre è necessario risolvere la questione. Come? Tagliando il “cordone ombelicale”, esigendo la tua indipendenza affettiva. Inizialmente non sarà semplice, tua madre probabilmente farà leva sui sentimenti facendoti credere che le stai recando un danno, farà leva sui tuoi sensi di colpa. Eh si, una mamma quando vuole sa come essere crudele anche se in modo inconsapevole.

 Cura le tue ferite emotive

Un pensiero disadattivo che ti limita quasi sempre si nutre di un conflitto che non hai risolto. Dunque, dovrai individuare quelle parti del rapporto con tua madre che non accetti e che richiedono un processo di guarigione. Trascinare con te questi problemi, far finta che non esistano, non ti consentirà di crescere. Affronta i conflitti, perdona e volta pagina. A volte, tutto ciò di cui hai bisogno è fare la pace con le frustrazioni e le difficoltà che hai vissuto sulla tua pelle.

E magari non tutto è stato negativo

Può darsi che nel rapporto con tua madre hai trascurato molti aspetti positivi. Concentrati su tutte le cose positive del vostro legame. Ricorda che tutti noi abbiamo luci ed ombre, ma possiamo decidere se concentrarci sugli errori o apprezzare i successi.

La crescita emotiva passa per il perdono..

Perdonare ogni torto, ogni mancanza, ogni scomoda eredità lasciata da tua madre, è il tuo biglietto per la libertà emotiva. Lo so, è più facile a dirsi che a farsi. La strada del perdono è lunga e piena di insidie… tuttavia dovresti provare a intraprenderla.

Qualcuno potrebbe confondere il perdono con il cadere di nuovo vittima di una mamma totalitaria… già perdonandola ti esponi a un rischio emotivo, ma fidati, vale la pena correrlo. Ma dovrai avere fiducia in te stessa/o e nelle tue capacità. Dovrai concedere a te stessa/o tutti i riconoscimenti mancati del passato. Dovrai avere una buona dose di autoaffermazione e nutrire la tua autostima. Dovrai essere sicura/o di non farti nuocere di nuovo ma anche questo dipende solo da te.

Perdonare tua madre può essere un’arma a doppio taglio..

Dovrai, perciò, puntare sulla tua crescita emotiva e spostare la responsabilità su di te. Hai avuto una cattiva madre? E’ vero ma fa parte del passato. Oggi sei un adulta/o, quindi, l’unica/o responsabile della tua felicità sei tu. Certo, i fantasmi del passato fanno soffrire ma sta a te scoprire le dinamiche che si celano dietro i tuoi problemi d’infanzia.

Vi lascio cari lettori con una citazione di  Jeanette Winterson: “La madre è la nostra prima storia d’amore. E se poi la odiamo, ci portiamo dietro quella rabbia e la riversiamo su chi amiamo. E se la perdiamo, dove la ritroveremo?”

Nota Bene: Il più delle volte il caregiver è rappresentato dalla madre, ma è possibile che questo ruolo sia rivestito da un’altra figura, come il padre, i nonni, la tata; comunque da una delle persone che maggiormente si prendono cura del bambino.

Se apprezzi i mei contenuti…

Ho scritto un libro che non parla di maternità ma approfondisce gli stadi di sviluppo della nostra mente, in pratica ti spiego come sei diventato quello che sei oggi in base ai tuoi vissuti di ieri e l’educazione ricevuta. L’amore è un tema di fondamentale importanza, tuttavia, fin dalla nostra crescita, nessuno si prende la briga di educarci a relazioni appaganti. Tutte le tematiche psicoaffettive sono lasciate un po’ al caso e così, finiamo per scappare -più o meno involontariamente- da noi stessi e dal groviglio emotivo che ci portiamo dentro. Beh, è venuto il momento di sciogliere quel meraviglioso groviglio e vedere chi siamo davvero, metterci a nudo perché l’unico nudo che accresce l’intimità e unisce, è quello emotivo (e non certamente fisico!).

Quando riuscirai a far entrare le scienze psicologiche nella tua vita, tutto assumerà un significato diverso, riuscirai a sperimentare modalità di esistere del tutto inedite e ti sorprenderà scoprire quanti meravigliosi doni può tenderti il tuo “groviglio”. Mi sono presa due anni per scrivere i due manuali di psicologia che io stessa avrei voluto leggere prima ancora di iscrivermi alla facoltà di Psicologia! Adesso sta a te. I titoli sono: «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» e «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce». Se ti senti solo, ti consiglio di iniziare da questo: d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce, mentre se sei molto sensibile e le emozioni sono troppo intense, inizia dal primo. Li trovi in tutte le librerie o su Amazon, a questo indirizzo:

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Se ti piace quello che scrivo, seguimi sul mio profilo Instagram: @anamaria.sepe.
Se ti piacciono i nostri contenuti, seguici sull’account ufficiale IG: @Psicoadvisor
Puoi leggere altri miei articoli cliccando su *questa pagina*