In un rapporto di coppia, litigare è assolutamente normale e può essere terapeutico. Vuol dire che si è disposti a far conoscere lati di sé che potrebbero farci apparire meno amabili, che si è pronti a correre il rischio di urtare il partner e, in definitiva, pur di poter comunicare in modo autentico: “ora posso dirti anche quello che non mi va“. Nella realtà, la coppia non è il luogo dell’armonia e dell’idillio, ma dell’incontro/scontro di due mondi separati e diversi, che costruiscono un percorso di vita insieme, con la necessità costante di riscoprirsi, attraverso tutti i cambiamenti della vita, e rinegoziare e rinnovare i presupposti del proprio stare insieme, bilanciando continuamente le proprie esigenze personali con quelle del partner e della famiglia. Non sono i litigi a minare la coppia, non sono lo scontro, il dolore o la tristezza ad essere distruttivi, ma l’evitamento delle emozioni negative e la cattiva gestione dei confitti.
Saper litigare è salutare per la coppia
Nessuna coppia si lascia perché litiga, ma perché, litigando male, o non litigando affatto, le vere problematiche non vengono mai affrontate e i nodi conflittuali non sono mai sciolti. Subentrano così insoddisfazioni, continue rivendicazioni, soprattutto distanza emotiva, perché viene meno la capacità di sintonizzarsi con l’altro e di modificare i propri comportamenti in relazione ai suoi bisogni. Anche se può sembrare strano, litigare può essere terapeutico per la coppia, purché le persone coinvolte siano capaci di “farlo bene”. Litigare infatti aiuta a scaricare le tensioni e riporta in circolo un’energia che stava ristagnando all’interno della relazione. Ma quali sono le regole per litigare nella miniera “giusta”?
La prima regola per evitare che litigare diventi distruttivo è avere chiaro il motivo per cui si sta discutendo, senza allargare il discorso ad altri aspetti, senza attaccare la persona nel suo complesso e senza rivangare situazioni passate. Il dialogo deve essere circoscritto al problema presente. Quindi, per esempio, non usare frasi giudicanti del tipo: “Sei sempre una frana in cucina” oppure “Anche quella volta con tua madre…”. Altro aspetto da non trascurare: non evitare il conflitto, per non accumulare rabbia e risentimenti che finirebbero inevitabilmente per scoppiare in maniera violenta e confusa. Piuttosto, bisognerebbe favorire il confronto ed imparare a utilizzare le discrepanze della coppia come una ricchezza.
Infatti, un punto di vista diverso dal nostro può sicuramente allargare i nostri orizzonti, “il dissenso può essere un’occasione, il problema un’opportunità” ed è proprio attraverso le dinamiche e le criticità apportate dalla conflittualità stessa, che significano anche riaffermazione della propria identità e individualità, la coppia può evolvere positivamente, raggiungendo un equilibrio più elevato e arrivando così al ‘cuore’, inteso come sintesi di passione e intimità.
10 errori da evitare dopo un litigio
I conflitti nella coppia sono un fatto naturale. Il conflitto nasce infatti dalla differenza, dal volere cose diverse o avere bisogni diversi, a volte anche dal fatto di avere idee diverse su vari argomenti. Tuttavia, durante un confronto la discussione viene inquinata da elementi estranei e dannosi: rivendicazioni, orgoglio, vittimismo, ricatti morali, tentativi manipolatori, lamenti. Ecco allora alcuni errori da evitare se vuoi “litigare bene” col tuo partner. Puoi comprendere meglio l’effetto di ognuno dei seguenti messaggi se ricordi l’effetto che hanno avuto su di te le volte che il tuo partner li ha utilizzati.
1. Non dargli/le improvvisamente le spalle
Se hai bisogno del tuo spazio dopo una lite, va benissimo, a patto che tu glielo dica. Uno degli sbagli più grossi che la gente fa, dopo aver litigato, è quello di mettere un muro. Se lo respingi o lo ignori potrebbe pensare che lo stai punendo, cosa che in futuro potrebbe trattenerlo dal dirti ciò che prova. Digli invece qualcosa del genere: “le mie emozioni non si esauriscono così rapidamente come le tue, ma dammi 24 ore e sono sicura/o che si sistemerà tutto”, altrimenti litigherete molto di più.
2. Non rinfacciargli/le le parole che ha usato
Ciò che è stato è stato! Qualsiasi cosa il tuo partner dica durante il litigio deve rimanere lì. Chi litiga non dirà mai al proprio partner cosa lo disturba in quel momento. Perciò se durante un litigio il tuo lui o la tua lei dice qualcosa che ti irrita, fagli/le presente che le sue parole ti stanno deludendo. Se il giorno dopo ti senti irritata/o dalle parole che ha usato durante la lite, invece di rivolgergli/le subito la parola, prenditi il tuo tempo. Tirare in ballo un litigio porta troppo spesso a parlare a vuoto, anziché ad una soluzione.
3. Non dire solo “scusa” quando è ancora arrabbiata/o
Lui o lei dice “sono stufa/o, lasciami sola/o. Ho voglia di fare altro”. Bisogna che tu dica “mi dispiace per…” e spieghi di cosa stai parlando. E poi dovresti aggiungere “In futuro, vorrei” e concludere con il fatto che non vuoi sbagliare nuovamente.
4. Non trovare scuse sul perché avete litigato
Ci sono milioni di cose alle quali potresti imputare un litigio: un brutto giorno al lavoro, un mal di testa, una notte insonne. Le coppie con più probabilità di litigare sono quelle che non dormono abbastanza. Tuttavia, non è positivo dare la colpa a se stessi o al proprio partner. Se sei arrabbiata/o, triste o risentita/o, fallo sapere al tuo partner, non trattare la relazione come uno “spazio” in cui sfogarti e rovesciare tutti i tuoi problemi: la coppia non è la pattumiera della tua vita.
5. Non andare via se lui/lei tira di nuovo fuori la questione
Se sono passati solo pochi minuti dal litigio, di al tuo partner che sei disposta/o alle domande o ad ascoltare lamentele in differita dopo che lui/lei ha avuto il tempo di pensare. Anche se vuole riaprire la questione dopo pochi giorni non voltargli/le le spalle. Se impulsivamente decidi di andartene, chiedi scusa e torna ad ascoltarlo/a fino alla fine. Rifletti su quello che ti sta dicendo. Chiedi con tono pacato di spiegarsi meglio per essere sicura/o di aver capito bene.
6. Non tenere il broncio
Non tenere il “broncio” per troppo tempo o non fare finta di niente di fronte a un atteggiamento o a parole che non ti vanno giù: in questo modo rischieresti di sbottare improvvisamente nel momento della “saturazione”. Trova invece il contesto adatto per dire al partner ciò che pensi, così da evitare di accumulare risentimenti.
7. Non usare il sess riparatore se non te la senti
Molti uomini fanno l’errore di fare del sesso dopo il litigio per rimediare. Se ti rendi conto che quella è l’ultima cosa che ti passa per la testa, vacci piano. Non girarti bruscamente dall’altra parte, piuttosto rassicuralo dolcemente e fagli presente che ti piace fare l’amore con lui/lei ma che non è semplicemente il momento giusto a causa del tuo stato d’animo. Se è una persona intelligente, capirà senza offendersi. E il giorno dopo fare l’amore avrà tutto un altro gusto!
8. Non dire “non intendevo questo”
Usare questa espressione ha lo stesso effetto di una gomma su un pennarello indelebile. Usare questa espressione infiamma la situazione perché il tuo partner dirà: “Sì, intendevi proprio quello”. Fare avanti e indietro su ciò che hai o non hai detto, volevi o non volevi dire, vi terrà vincolati al passato anziché cercare una soluzione per il futuro, che è il punto d’arrivo per ogni disaccordo. Se è lui/lei a dirlo, rispondi: “Non volevi dire questo, ma il risultato è stato che io ho capito proprio quello!” Perciò, in futuro, per favore, pensa prima di parlare.
9. Mai scoraggiarsi se si litiga
Tutti vogliono un partner che sia coinvolto e litigare è il segno che entrambi state contribuendo alla vostra relazione, è una cosa positiva! Siate contenti del fatto che vi impegnate ancora abbastanza per andare a fondo ai vostri problemi, senza fingere che non esistano. Le coppie che non litigano mai, o che non litigano più, forse si sono solo abbandonate al fatto che è meglio passare oltre alle cose! E questo onestamente non ha niente di costruttivo, anzi ha qualcosa di molto triste, vuol dire che non gli interessa costruire, ma solo rimanere nella tranquilla e noiosa staticità di un rapporto forse un po’ troppo vuoto.
Attenzione a cosa si cela dietro al litigio!
A volte il litigio è’ solo la punta dell’iceberg in cui la coppia si incaglia per non dover riconoscere ed affrontare le problematiche profonde, spesso difficili da capire anche per i partner stessi. Litigare ferocemente per le faccende domestiche o per l’organizzazione delle vacanze permette alla coppia di “smuovere il mondo”, per poi lasciare tutto come prima. Quello che facciamo è portare fuori di noi, controllare, banalizzare, ciò che ci spaventa e facciamo fatica a mettere a fuoco.
Non cercare il colpevole
Di fronte ad un problema, un sistema psichico di difesa basilare e “primitivo” è quello di cercare il colpevole fuori di noi, per non doverci confrontare con dolorose contraddizioni, confusione e altri vissuti negativi. Il partner diventa il “cattivo” su cui rovesciare addosso tutta la nostra insoddisfazione, colpendolo sui suoi tasti dolenti, dove sappiamo fa più male. Lo stesso trattamento riserverà lui a noi, e ne usciremo ammaccati, logorati e sempre più insoddisfatti
I conflitti nella coppia ci sono anche quando c’è l’amore
Ciò che fa la differenza è come questi conflitti vengono gestiti. Un conflitto può essere infatti costruttivo, se porta a una maggiore unione e conoscenza reciproca (adesso so cosa vuoi e cosa è veramente importante per te, e viceversa), a soluzioni creative (quale soluzione tiene conto di entrambi i nostri bisogni e desideri?), o distruttivo, se lascia i partner distanti, feriti, o con la sensazione di non essere compresi e amati dal partner. Per “litigare bene”, e fare in modo che un conflitto porti ad una maggiore intesa e alle soluzioni creative a cui abbiamo accennato sopra, è importante che ci sia la disponibilità da parte di entrambi sia ad esprimere esplicitamente le proprie emozioni e i propri desideri, sia ad ascoltare il punto di vista dell’altro ed accoglierlo.
E magari i conflitti non ci sono perché non c’è amore
Ci sono coppie che dicono di non litigare mai, di essere sempre d’accordo su tutto, e sono molto orgogliose di questo, non considerando che probabilmente uno dei due sta rinunciando ad esprimere i propri bisogni o le proprie preferenze per assecondare l’altro….e tutto ciò e molto triste.
A volte ci accontentiamo ma non ce ne rendiamo conto: ci auto-convinciamo di essere del tutto appagati, o che il partner sia in tutto e per tutto la persona che vogliamo al fianco (è un processo inconscio, che tende ad evitarci frustrazioni, conflitti interni o dissonanze cognitive). In pratica facciamo come nella favola de “La volpe e l’uva”: ci convinciamo di volere quello che abbiamo, o di non volere quello che ci manca. Questo spiega perché certe coppie dichiarino una piena soddisfazione (in buona fede), anche se dall’esterno le mancanze della coppia, o il loro accontentarsi, ci appare evidente.
Ora prenditi un attimo e rifletti: cosa cerchi in questa relazione? Se tieni alla relazione ma le cose non vanno come desideri, è giusto fare qualcosa per sbloccare la situazione. Questo non significa pestare i piedi per terra o ingaggiare battaglie a colpi di litigi e male parole. Meglio dialogare, in modo calmo e assertivo, spiegando le ragioni del tuo scontento. Solo se ci si è resi conto di che cosa si ha bisogno per se stessi allora si è in grado di alimentare il mondo a due, formando l’equilibrio della coppia.
Il lavoro su se stessi che risolve la coppia
Esiste un consiglio universale che può garantire l’appagamento di qualsiasi coppia: lavorare sulla propria identità, capirsi profondamente e conoscere i propri bisogni! Quando amiamo commettiamo spesso un grande errore, rimpiccioliamo il nostro mondo, trascuriamo le nostre priorità e talvolta anche gli amici e iniziamo a dedicarci esclusivamente alla relazione e all’altro, dimenticandoci di dare spazio e valore a noi stessi. In realtà, quando iniziamo una relazione, il nostro mondo dovrebbe ampliarsi e non restringersi.
La verità è che il nostro mondo esisteva anche prima dell’altro e, anche se l’altro un giorno andrà via, continuerà a esistere, certo, ne sarà sconvolto, ma continuerà a esistere con i suoi punti fermi, uno di questi è la tua identità e la tua capacità di starti vicina. Certo, non tutti sono capaci di essere presenti per se stessi, «di esistere per me e non più per te» ma questa è una capacità che si apprende! Come spiego nel mio libro «Il mondo con i tuoi occhi», quando sappiamo guardarci bene dentro, riusciamo a cogliere i nostri bisogni e a muoverci nella direzione giusta per appagarli, così la relazione soddisfacente diverrà una naturale conseguenza delle nostre scelte personali, del nostro modo di essere. Cinque capitoli che ti porteranno alla scoperta di quel potenziale che, da troppo tempo, è assopito dentro di te e non chiede altro di esplodere! Per immergerti nella lettura del libro “Il mondo con i tuoi occhi” e farne tesoro, puoi ordinarlo qui su Amazon oppure acquistarlo in libreria.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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