5 comportamenti di abuso psicologico che passano inosservati

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Nessuno è esente dalla violenza psicologica. Chiunque può rientrare nel profilo psicologico del maltrattatore che non ricorre alla violenza fisica, ma alla violenza psicologica. Essendo una forma più sottile di violenza, che di solito proviene da persone vicine, come il partner, un famigliare o un amico, è più difficile da individuare. Per questo motivo possiamo esserne vittima senza rendercene conto. La caratteristica alla base del modus operandi del manipolatore affettivo è la convinzione che tutto sia a lui dovuto. Il manipolatore colpevolizza, si deresponsabilizza, semina zizzania, sottovaluta, si “vittimizza”, cambia i propri atteggiamenti, è indifferente alle esigenze degli altri, fa leva sui sentimenti, sui rapporti, svaluta le persone, tende a screditare, nasconde sempre i suoi fini, “usa” gli altri. Parte dal presupposto di ‘meritarsi’ che gli altri facciano tutti i sacrifici possibili per lui e senza nemmeno esprimere un ringraziamento in cambio.

Nessuno è completamente invulnerabile alla manipolazione, basta pensare alle pubblicità, nessuno acquista beni solo perché percepisce un autentico bisogno. E, proprio come una bella pubblicità, il manipolatore si sa vendere bene. Una fragilità nascosta, le parole giuste pronunciate nel momento del bisogno e zac, è fatta: tutti possono cascarci e finire nella sua trappola. Un rapporto erosivo, distruttivo e annientante. Nessuna esagerazione: a lungo andare, un rapporto amoroso con un narcisista erode anche l’autostima più tenace. Come i postimi di una sbornia, anche i segnali di un abuso emotivo si riconoscono facilmente.

Comportamenti e frasi tipiche di abuso psicologico che passano inosservati

L’abuso psicologico è una forma di maltrattamento emotivo che può manifestarsi in molteplici modi, alcuni dei quali possono passare inosservati agli occhi di chi ne è vittima o di coloro che gli sono vicini. Ecco alcuni esempi sottili forme di abuso psicologico che possono sfuggire alla percezione. Faccio presente che gli esempi riportati di seguito vedono l’uomo come manipolatore e la donna come vittima. Tuttavia, è del tutto evidente che i ruoli potrebbero essere invertiti in alcuni casi e interessare anche le coppie omosessuali.

1. Ti dice che ti ama, ma di fatto ti sta dicendo che sei sbagliata!

Il messaggio positivo, di amore, ha decisamente più peso sul piano emotivo, e permette di far passare l’altro messaggio: che hai qualcosa di sbagliato.

“Sei bruttina però ti amo lo stesso.”
“Mi piaci tanto, anche se sei cicciottella.”
“Ho un debole per te, stupidina”
“Sei perfetta, anche se hai un carattere che dovresti cambiare”

2. Ti dice che ti ama, ma di fatto ti fa capire che non ce la farai senza di lui oppure che nessun altro ti vorrà

Come sopra, lo zucchero indora la pillola amara: ti sta dicendo che sei rifiutabile, non amabile, indegna di affetto, incapace, inetta.

  • “Non ti amerà mai nessuno come ti amo io.”
  • “Non troverai mai nessuno come me.”
  • “Non ne combini una giusta … che faresti se non ci fossi io che mi preoccupo per te …”

3. Ti dice che ti ama, ma ti ricatta

Una potente manipolazione fa leva sull’attaccamento affettivo per ottenere qualcosa da te.

  • “Se mi ami quanto ti amo io, fai come dico.”
  • “Se tu continui a fare di testa tua, io sarò costretto a …”
  • “Dai, non uscire con la tua amica, stai con me. Scegli: o lei o me!”

4. Ti dice che ti ama, ma fa la vittima

Si tratta di un rovesciamento dei ruoli: porsi nella posizione di vittima sofferente, ma lo scopo è quello di ottenere controllo su di te, facendoti sentire in colpa.

  • “Io così non ce la faccio più, ti amo da morire, ma mi fai soffrire troppo!”
  • “Siete tutti contro di me, anche tu che dovresti amarmi non mi aiuti.”
  • “Se mi devi trattare così, è meglio che la faccio finita!”

5. Usa parole gentili, ma dice bugie, ti fa credere cose non vere, nega l’evidenza

Questo tipo di manipolazione mira a far vacillare la tua percezione della realtà, facendoti dubitare di te stessa. Più crescono i tuoi dubbi, più lui ottiene potere su di te.

  • “Ti sbagli, io non ho mai fatto quello che dici …”
  • “Come puoi lontanamente pensare che … non hai capito niente!”
  • “Hai frainteso, le cose non sono affatto andate così.”

6. Usa parole gentili, ma nega ogni responsabilità personale e alla fine la colpa è sempre tua

Il manipolatore è tipicamente una persona che non si assume responsabilità, non vede i propri errori e non li riconosce; cerca di convincerti che sei tu ad aver interamente provocato la situazione problematica di cui si sta discutendo.

  • “Se io faccio così, è perché tu …”
  • “Se non fosse per i tuoi problemi, potremmo essere più felici.”

Come difendersi dal manipolatore affettivo

Voglio precisare che colui o colei che cade facilmente vittima della manipolazione ha una personalità fragile, bisognosa d’affetto, è pertanto poco consapevole dei propri bisogni. Ne consegue che la soluzione risiede proprio in questi aspetti.

La vera soluzione non va ricercata nel manipolatore il quale difficilmente cambierà il proprio atteggiamento, ma risiede nell’individuo che si lascia manipolare.  Il primo passo è prendere coscienza che si è vittima della manipolazione. Perché se è vero che il manipolatore gioca sporco, ottiene ciò che vuole e annulla le sue vittime, è altrettanto vero che la vittima non è costretta a stare lì. Purtroppo, soprattutto nei rapporti sentimentali, quella briciola di attenzioni che il manipolatore offre è più importante di tutto il male che causa.

Ascoltati

Un sano equilibrio nell’individuo comporta necessariamente l’ascolto e la presa di coscienza di sé, ovvero la consapevolezza dei propri bisogni, emozioni e sentimenti. Ascoltarsi può essere utile per individuare ciò che manca e che desideriamo e di conseguenza scoprire cosa fare per ottenerlo. Spesso però preferiamo eludere il confronto con se stessi, perché questo ci permetterebbe di accorgerci di ciò che non ci rende pienamente soddisfatti nella vita e costringerci ad operare un cambiamento.

Perciò, se percepisci che c’è qualcosa che non va, non “liquidare” la tua emozione facendo finta che non sia mai esistita. Presta attenzione invece e ti accorgerai che ha davvero qualcosa da dirti. Forse vuole proprio dirti: “l’amore è crescita e non distruzione!

Impara a vedere le cose da un’altra prospettiva

Siamo abili a dispensare consigli utili ma quando si tratta di noi stessi siamo i peggiori consiglieri e questo succede quando si “nega la propria sofferenza” ovvero ci rifiutiamo di ammettere la realtà. E peggio, molto spesso, proviamo a convincere gli altri, per cercare di convincere noi stessi.

Di fatto, mentire a se stessi o agli altri ci protegge solo temporaneamente. Prima o poi finirai comunque per doverti confrontare con la realtà che ti riguarda, e questo ti risulterà ancora più doloroso di quanto sarebbe stato se fossi stato/a onesto/a con te stesso/a. Forse è giunto il momento di guardarsi dentro e capire. Se ti riesce difficile, prova a immaginare che quello che stai vivendo tu stia succedendo al tuo miglior amico. Cosa potresti vedere? Quasi sicuramente noterai molti dettagli ai quali non avevi pensato e che ti daranno informazioni utili su come ti stavi comportando tu in quel momento per ‘farti manipolare’ e su come si stava comportando il tuo interlocutore.

Accetta che il manipolatore non cambia

È inutile cercare di cambiare l’altra persona, o pensare di essere la cura del manipolatore affettivo. Il manipolatore non guarisce se non attraverso un lungo e consapevole percorso terapeutico. Allora sei tu che dovrai cambiare il modo di comunicare con il manipolatore, capire le sue trappole e non entrarci. È importante fissare dei limiti. Impara a non anteporre i suoi bisogni ai tuoi.

Accetta di farti aiutare

Capire di essere manipolati non è semplice. Un buon manipolatore sa come farti sentire importante anche se in maniera fittizia. Se ritieni di essere in una relazione tossica in cui il tuo partner cerca di manipolarti emotivamente ma non riesci a uscirne, non tenere tutto dentro. Non vergognarti. Parlane con i tuoi cari, i tuoi amici oppure rivolgiti ad uno psicologo.

Accetta di sbagliare

Non sei perfetto, esattamente come tutti gli altri esseri umani. Se ti dovesse capitare di essere manipolato, non condannarti. E’ la cosa peggiore che puoi fare e ti potrebbe portare dritto verso una nuova manipolazione.

Invece, non giudicarti negativamente, accetta quello che è accaduto e cerca di trarne insegnamento. La manipolazione, soprattutto in forma lieve, è un fenomeno nel quale ognuno di noi può incappare nella vita oppure, senza accorgersene, può utilizzare nei confronti di un’altra persona. Quindi, se questo accade, rialzati e continua a testa alta. Riprendi quindi la tua vita in mano e lascia andare cattiverie, calunnie e sensi di colpa. Non lasciare a nessuno in mano la tua felicità, sei TU il padrone.

Essere maltrattati o denigrati, non è un obbligo!

Nessuno dovrebbe essere costretto a subire comportamenti manipolatori. Allora sì che le cose dovrebbero cambiare e se il tuo partner non cambia (e solo difficilmente cambierà), chi dovrà cambiare sarai tu. Anche in questo caso, cambiare in meglio.

Anche se non lo sappiamo, avevamo un mondo e una vita completa anche prima che il nostro partner arrivasse. Ciò che possiamo fare oggi, è continuare a prenderci cura del nostro mondo, a prescindere dalle azioni dell’altro. Certo, non tutti sono capaci di essere presenti per se stessi, alcuni sembrano più bravi a occuparsi degli altri e non di sé, ma anche questo cambierà. Come spiego nel mio libro «D’amore ci si ammala, d’Amore si guarisce», quando sappiamo guardarci bene dentro e riusciamo cogliere i nostri bisogni più profondi, riconoscendoci nella nostra interezza saremo capaci di muoverci nella direzione giusta per appagarli, a prescindere dall’altro! La soddisfazione relazionale diverrà la naturale conseguenza delle nostre scelte personali, del nostro modo mentale.

In questo libro imparerai  che non serve “tappare i buchi” e che si può vivere la solitudine come parte integrante del proprio essere… Allora sì che sarai capace di fermarti, prendendoti tempo per te stesso, senza l’urgenza di dover correre ai ripari, di dover cercare compagnia a tutti i costi, di dover occupare il tempo per non sentirti, per non ascoltarti, per non viverti… Perché, chi sa amarsi non è mai solo…E come scrivo nell’introduzione del libro “Non è mai l’amore di un altro che ti guarisce ma l’amore che decidi di dare a te stesso”. Il libro lo trovi su Amazon, a questo indirizzo  e su tutti gli store online.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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