A volte le brutte esperienze sono solo brutte esperienze, altre volte possono insegnarci qualcosa, ma solo se abbiamo gli occhi per guardare in faccia ciò che ci è accaduto e non sempre è facile. La sofferenza non è mai bella, anzi, a dirla tutta è logorante, la vita sa essere spesso ingiusta e noi che abitiamo su questo mondo, non possiamo fare altro che resistere e vivere al meglio delle possibilità che abbiamo e, quando possiamo, costruirci nuove opportunità!
Spesso gli insegnamenti che ci impartisce la sofferenza sono inconsapevoli e non ci dirigono verso al direzione sperata, anzi, ci annichiliscono. Vediamo 10 cose che fai se hai sofferto molto e ti dirò, inoltre, come tentare di spezzare ogni circolo vizioso, anche quando non sai più datare la sua origine… già, perché certe sofferenze ce le portiamo dietro da così tanto tempo, che ormai fanno parte di noi.
Vai avanti con il «pilota automatico»
Il dolore, quando non elaborato, finisce per rendere le tue giornate più pesanti. È del tutto normale essere affaticati dopo un intenso sforzo fisico o psichico che sia, tuttavia, la tua stanchezza mentale sembra essersi cronicizzata, tanto che già da un po’ vai avanti con il pilota automatico, senza più prestargli le dovute attenzioni. Semplicemente, fai ciò che va fatto. Resisti, stringi i denti e vai avanti senza guardarti dentro. Vai avanti veloce, hai tanta fretta… quando invece dovresti solo rallentare e guardare le complessità che ti porti dentro.
Senti di vivere in un mondo ingiusto
Ogni minimo intoppo pesa. Gli imprevisti della vita, anche quelli più piccoli come il traffico cittadino o la fila alla posta, possono sembrare ostacoli insormontabili, non hanno più il loro “peso specifico” ma hanno un peso relativo ai tuoi vissuti, proporzionale ai torti che hai dovuto subire.
Se hai mandato giù troppi bocconi amari, sei diventato semplicemente intollerante e ogni minimo inconveniente ti appare inaccettabile. Ormai sei saturo di tutto e la tua comprensione verso i limiti/difetti/inefficienze del prossimo sembra essersi (a giusta causa) esaurita.
Grandi o piccine che siano, tutti siamo impotenti verso le ingiustizie del mondo ma tu sembri subirle più di tutti. Vorresti riscattare chissà che cosa ma, in realtà, l’unica cosa che puoi fare è costruirti la tua isola felice, senza prendere sulle tue spalle i mali di tutti.
Non riesci a fidarti
La tua sfiducia nel prossimo ha radici così lontane tanto da farti credere che tu sei fatto così. In realtà, ogni volta che pensi «sono fatto così», stai solo dicendo «tanto tempo fa ho imparato a comportarmi così». Ciò che sei oggi è il frutto di ciò che ti hanno insegnato ieri. Se non riesci a fidarti di nessuno, è perché qualcuno che un tempo per te era importante, ti ha deluso.
Promesse infrante, torti subiti e attenzioni genitoriali negate, sono gli ingredienti “giusti” per demolire la tua fiducia. Il problema non è neanche più la sfiducia in sé ma le conseguenze. Chi non si fida, anche quando ama, implicitamente tende a trattare l’altro come qualcuno che prima o poi lo ferirà, questa credenza non emerge palesemente, in genere sale a galla con un pensiero astratto che in fondo, tutto è destinato a finire.
A malapena credi in te stesso
La fiducia è una questione di sicurezza. Se ho fiducia nelle mie risorse e so di poter contare su spalle robuste e larghe, allora so che se fidandomi di te, tu dovessi ferirmi, io posso contare su di me per riprendermi e proteggere il mio benessere. Quindi tutte le volte che agisci con diffidenza verso il prossimo, in realtà, non stai credendo in te stesso. Questo non dovrebbe meravigliarti. Quando la sofferenza prende il sopravvento, l’autostima non sembra più prioritaria. In fondo, se da tempo cammini nel fango, perché dovresti preoccuparti di lucidare le scarpe? Inevitabilmente si sporcheranno al prossimo passo.
Ti proteggi troppo
Nel disperato tentativo di proteggersi, molte persone si precludono una miriade di opportunità. Non mi apro per non soffrire… Intanto soffro e mi resta la chiusura. Non mi espongo per proteggermi dalle brutte figure… Intanto non vivo. Dico sempre di sì per proteggermi da un rifiuto… e intanto dico «no» a me stesso e mi ficco in situazioni scomode… Come è chiaro, ogni tentativo eccessivo di auto-protezione, è estremamente limitante. Ci causiamo altra sofferenza per proteggerci dalla sofferenza. Allora cosa fare? Impara a conoscerti e a dare valore a tutto ciò che fa parte di te!
Non ti conosci affatto
Come ho scritto nel primo punto, è necessario che tu rallenti per iniziare a guardare le mille complessità che ti porti dentro, le tante sfaccettature che ti rivelano qualcosa su di te. Chi ha sofferto molto, infatti, il più delle volte non si conosce affatto: il dolore fa sentire soli, separa, allontana tutti e spesso ti allontana anche da te stesso. Non è un “allontanamento” tangibile ma lo si nota negli effetti: si fa sempre più fatica a soddisfare quei bisogni più profondi, si fa sempre più fatica ad ascoltare tutte le voci che abbiamo dentro… ci fa sentire insoddisfatti quando in realtà dovremmo essere orgogliosi di ciò che siamo.
Non sai tenere lontano chi ti fa soffrire
Ormai è chiaro, la sofferenza genera altra sofferenza, non lascia spazio all’autostima, genera comportamenti difensivi che sono controproducenti e… ti mette accanto alle persone sbagliate, che non si accorgono di te.
Vuoi riscattarti
Finalmente. Ecco l’unico aspetto positivo. Chi ha sofferto molto ha generalmente molta fame! Vuole riscattarsi dai torti subiti, vuole emergere, spezzare le catene, distaccarsi da manipolatori e approfittatori, vuole finalmente affermare se stesso ma…. non sa come farlo! Se bastasse la volontà, allora chi ha alle spalle un vissuto difficile, sarebbe campione del mondo in tutto, dato che di volontà ne ha da vendere! La rabbia fa parte del pacchetto e può essere un buon propulsore ma da sola non basta.
Nell’affermazione di sé e, in generale, per raggiungere qualsiasi obiettivo, non basta la forza di volontà ma ci vogliono gli strumenti giusti. Prova a smontare un bullone con la sola forza di volontà, ciò che ne otterrai sarà mani dolenti e un bullone ancora ben saldo. Prova invece a svitarlo con la chiave giusta e otterrai il risultato sperato. La forza di volontà è solo la spina trainante ma da sola non serve a monto, anzi, da sola genera tanta frustrazione per i risultati che sembrano non arrivare mai.
Viviamo in una società che lascia davvero poco spazio all’identità personale, alla cultura della cura emotiva… La nostra società verte più sull’apparire che sull’essere, quindi fin da bambini ci insegnano a mostrarci educati, a dire grazie e prego… ma non ci insegnano come comprenderci, in realtà non provano neanche ad ascoltarci o a capirci… è tutto un dettare le condizioni. Puoi usare la tua voglia di rivalsa per dettare da solo le tue condizioni di vita, per costruirti la tua isola felice e affermarti per ciò che vuoi essere e non per ciò che la sofferenza ti ha insegnato. Nel mio libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» (il più consigliato dagli psicologi e bestseller 2022) ti fornisco gli strumenti giusti per trasformare la tua volontà in qualcosa di più. Perché tu meriti la tua isola felice. Puoi trovare il libro in tutte le librerie o su Amazon, a questo indirizzo, sarà il regalo più bello che tu possa farti.
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
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