Comportamenti tipici delle persone che non sopportano il tuo successo

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Tutti noi abbiamo dei sogni e degli obiettivi da raggiungere. I sogni rendono interessanti le giornate più grigie, ci spingono ad impegnarci al massimo per farli propri;  sono il motore dell’anima! Chi non osa non vive veramente. Solo se hai l’audacia e il coraggio di cavalcare i tuoi sogni, avrai più possibilità di riuscire a farli diventare qualcosa di tangibile e reale. E anche se non li afferrerai tutti, ma solo una parte, anche se sai di poter fallire, potrai comunque sentire dentro di te l’ebbrezza e l’euforia di vivere nel modo in cui vuoi.

Quante volte ti sarà capitato di sentire le classiche frasi:

  • Come ti è venuta questa idea?!
  • Smettila di sognare, metti i piedi per terra.
  • Ma sei pazzo?!
  • Non credo che ce la farai, ma se ti vuoi rovinare, fai pure.
  • Ma stai scherzando?
  • Lascia perdere queste sciocchezze!
  • Se nessuno c’è mai riuscito ci sarà pure una ragione, no?

Ecco, se una di queste frasi ti è familiare, è probabile che hai incontrato un distruttore di sogni. In effetti, è una persona normale: ha un lavoro, una famiglia, magari sembra anche sicuro di sé e pienamente soddisfatto/a della propria vita. C’è una caratteristica che però lo contraddistingue ed è l’incapacità di starti vicino mentre tu realizzi il tuo sogno. Può essere un parente, un amico, un collega, un conoscente ma fondamentalmente una persona tossica che ha come un unico obiettivo nella vita quello distruggere i sogni degli altri!

Soffermiamoci ora sul disprezzo

Il disprezzo ingiustificato è legato a doppio filo con l’autostima; ci costringe a un continuo confronto tra noi e gli altri, o meglio, tra ciò che non va nella nostra vita e l’immagine distorta e superficiale che abbiamo della vita altrui. Da questo confronto ossessivo e distorto ne usciamo inevitabilmente sminuiti, frustrati, sconfitti.

Di certo, si può provare disprezzo per una persona che ti ha fatto del male, che ha deluso le tue aspettative, che ti ha tradita….E se il disprezzo si manifestasse nei confronti delle persone che hanno solo avuto la colpa di emergere nella vita? In questi casi, direi che a monte del disprezzo, vi è una ferita più profonda che emerge ogni qual volta qualcuno brilla più di sé.

Questo atteggiamento intrinseco prende il nome di Sindrome di Procuste, una patologia mentale abbastanza grave e dannosa sia per l’individuo che ne soffre sia per le persone che frequenta e può essere visto in tutti i contesti, da quello personale a quello professionale. Chi è affetto da questa sindrome, oltre a provare costantemente invidia per chi raggiunge un traguardo, tenta anche di ostacolarlo per evitare che possa avere maggiore successo.

Il mito di Procuste

C’era un letto particolare nella mitologia greca: “il letto di Procuste”. Procuste è il soprannome di un leggendario brigante greco che attendeva i viandanti sulla strada da Atene a Megara. Costui possedeva due letti di diverse misure. Non appena catturava una persona, la posizionava su uno di quei letti. Se la vittima era grande e corpulenta, era costretta a sdraiarsi sul letto più piccolo, e Procuste tagliava il suo corpo in modo da farlo combaciare con la misura del letto.

Se, al contrario, il malcapitato era minuto, era obbligato a distendersi sul letto grande; per far coincidere la misura del suo corpo con quella del giaciglio, Procuste lo piallava e lo stirava, proprio come si fa con la pasta di una torta o di una pizza, slogandone prima gli arti.

Attualmente, questo personaggio mitologico viene associato alle persone che ricorrono al boicottaggio, all’umiliazione o all’inganno per fare in modo che gli altri non diventino una minaccia. In pratica, invece di sforzarsi di migliorare e sviluppare ulteriormente le loro capacità, decidono di limitare le capacità degli altri.

Sindrome di Procuste, proiettarsi a un mondo parallelo mediocre

Chi soffre della Sindrome di Procuste vive nel mondo che ha elaborato nella sua mente, un mondo parallelo che lo porta a sconnettersi dalla realtà. Infatti, spesso è portato a sentenziare giudizi irrazionali che si basano sulla sua visione distorta della realtà.

Anche se vive chiuso nel suo mondo irrazionale, non disdegna a confrontarsi con gli altri; confronto ovviamente che lo porta a convincersi che le persone siano tutte mediocri. Non ammetterà mai che qualcuno possa brillare più di lui o di lei, così invece di sforzarsi di crescere come persona e allargare i propri orizzonti, cerca di limitare quelli degli altri. Alla lunga, chi soffre della Sindrome di Procuste finisce per sviluppare profondi malesseri emotivi dato che inevitabilmente, manifesta un comportamento profondamente disadattivo.

Come si riconosce la persona che soffre della Sindrome di Procuste

In genere, il disprezzo, sebbene sia un sentimento logorante per chi lo prova, è distruttivo ma non patologico. Lo diventa nel caso in cui vi è una regressione ingiustificata del sentimento caratterizzata da ostilità, avversione, antipatia, odio intenso, aggressività.

Chi soffre della sindrome di Procuste identifica ciò che l’altro possiede, non tanto come qualcosa di intensamente desiderato, ma addirittura come qualcosa che gli è stato tolto. In conseguenza di questa percezione distorta della realtà,  si sente deluso e attaccato e, per difendersi, reagisce in maniera ostile. L’aggressività può essere anche solo emotiva, non necessariamente materiale o peggio sottile, subdola. Vediamo le caratteristiche principali di questi individui

1. Hanno un atteggiamento prepotente per nascondere la loro insicurezza e il sentimento d’inferiorità

Sebbene non voglia ammetterlo, chi soffre di questa sindrome prova una enorme sensazione d’inferiorità, motivo per cui si sente costantemente minacciato dalle persone ambiziose. Ma la paura e l’insicurezza di solito si manifestano come arroganza perché queste persone sono perfettamente in grado di mascherare le loro mancanze.

2. Reagiscono mettendosi sulla difensiva

Per coloro che soffrono della sindrome di Procuste, chiunque può diventare il nemico. Per questo motivo di solito reagiscono a qualsiasi commento mettendosi sulla difensiva e attaccando per cercare di superare il loro rivale e contenere la minaccia percepita.

3. Deformano la realtà a loro vantaggio

Il termine “letto di Procuste” è anche usato per riferirsi a un errore in cui queste persone tendono a cadere: distorcono la realtà in modo tale che si adatti alle loro idee. In pratica, invece di accettare i dati oggettivi, li manipolano a piacimento per farli corrispondere alla loro immagine della realtà.

4. Hanno molti pregiudizi

Mostrano una certa resistenza nei confronti del diverso. Hanno forti pregiudizi nei confronti di gruppi sociali o etnici diversi dal loro, o nei confronti di persone che hanno orientamenti politici o sessuali diversi.

5. Vogliono apparire ambiziosi

Sono competitivi, ostinati, permalosi, aggressivi, iper-attivi e con abbondanti energie. Hanno una mentalità estremamente logica e giudicante, orientata a sminuire l’operato altrui, per cui credono almeno a livello di coscienza superficiale di essere i migliore di tutti.

6. Sviluppano una forte resistenza al cambiamento

Abbiamo tutti una certa resistenza al cambiamento, ma le persone con la Sindrome di Procruste sono ancora più resistenti perché temono di non essere in grado di adattarsi e al cambiament. Tutto ciò che li fa uscire fuori dalla loro zona di comfort genera rifiuto e paura.

7. Sentono il bisogno di stare al centro dell’attenzione

Hanno un’alta opinione di se stesse e vogliono essere sicure che tutti riconoscano quanto sono brave. Sono spesso i pavoni del loro gruppo e difficilmente riescono a stare in disparte mentre qualcun altro è al centro dell’attenzione. Di solito per presentarsi agli altri utilizzano una personalità fittizia sostenuta da un’intricata rete di bugie

Come difendersi?

Chi soffre della Sindrome di Procuste ha un unico scopo: sentirsi superiore rispetto agli altri. La comparazione non trova limiti: dagli oggetti posseduti ai successi scolastici dei figli, dal numero di mete turistiche alla mera vanità.

E se gli altri dovessero superarlo in qualcosa, allora dovrà correre ai ripari per mettersi subito in pari. Qualora il «mettersi alla pari» non fosse possibile, troverà un modo per surclassarlo anche in modo effimero, con frecciatine velenose o bassezze varie. Ciò che queste persone non sanno è che a chi brilla di luce propria, non gliene frega nulla della competizione! È vero che le frecciatine possono essere fastidiose, ma è altrettanto vero che se questo suo malsano meccanismo non viene assecondato, la competizione rimarrà solo nella sua testa.

Il modo migliore per difendersi da chi soffre di questa sindrome è avanzare per conto proprio, cercare nuovi contesti in cui trovare la possibilità di realizzarci al massimo come individui. La realizzazione personale corrisponde al benessere, ciò significa che per difenderti da questi individui, hai solo bisogno di distaccarti e dedicarti alle attività che davvero ti gratificano. Poi li distruggerai, involontariamente, con la tua felicità. Quando ci sentiamo gratificati, le frecciatine velenose scivolano via in un batter d’occhio. Siamo nati tutti per credere in noi stessi e nessuno dovrebbe sentire il bisogno di screditare gli altri per credere in sé.

Riparti da te

Accertato di non poter controllare i sentimenti delle persone, è arrivato il momento di concentrarti su di te e i tuoi bisogni. A lungo hai vissuto nell’ombra per il bene della relazione, per il bene delle persone a te care! Eppure non è servito. L’amore, l’affetto non si controllano: o c’è o non c’è.

Se non ci accettiamo, non significa che siamo inaccettabili! Significa solo che non abbiamo avuto la possibilità di completato quel processo di autonomia emotiva che avremmo dovuto attraversare durante l’infanzia. I nostri genitori, per un motivo o un altro, non hanno saputo/potuto sostenerci nelle nostre conquiste. Anzi, alcuni genitori ci hanno reso le cose davvero difficili. Ora che siamo adulti, però, sta a noi emanciparci, sta a noi affermare la nostra identità di persone complete.

Riparti da te, metti in atto una riorganizzazione totale della tua vita per riallinearti e capire a cosa dare priorità. Non agire per assecondare idee altrui e non sentirti obbligata/o a scegliere solo perché qualcun altro se lo aspetta. Tutto ciò che ti serve, risiede nel tuo essere, nella tua persona. Non devi dimostrare niente a nessuno, non ne hai il bisogno. Focalizza nuovi obiettivi: non è importante quali siano. Il senso del traguardo è nella capacità di rialzarsi dopo una caduta e puntare di nuovo sulle proprie risorse. Aggiungi alla tua quotidianità un sorriso e permetti a te stesso di godere del qui e ora. E ricorda sempre…I rapporti che ci fanno vivere male, hanno un’unica funzione nella nostra vita: QUELLA DI  FARCI SPRECARE TEMPO. E tu sei disposta/o a sprecare il tuo tempo prezioso con chi non merita la tua presenza?

Chi rinuncia all’idea di essere responsabile di se stesso, rinuncia anche alla possibilità di una vita appagante

Ecco, allora ognuno di noi dovrebbe prendere in carico se stesso, prendersi in carico la responsabilità del proprio benessere! Questa assunzione di responsabilità finirà per fare una cernita nella propria vita, una selezione naturale dei legami, trattenendo solo persone genuine (non colpevolizzanti e che, come noi, hanno imparato a prendere in carico se stessi). Se vuoi finalmente occuparti di te e considerarti la priorità della tua vita, ti consiglio la lettura del mio libro bestseller «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce», lo trovi in tutte le librerie e su Amazon, a questo indirizzo.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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