Avere una mente reattiva e ricettiva, avere una visione fuori dagli schemi, impostare ragionamenti non convenzionali, sono doti molto apprezzate e ricercate. il potenziale della mente umana è molto più ampio di quanto comunemente immaginiamo. La genialità non è un dono innato. È piuttosto, una capacità che possiamo coltivare e sviluppare per tutta la vita. La creatività gioca un ruolo fondamentale in questo processo. Poiché ci permette di pensare in modo innovativo e di superare gli schemi convenzionali.
La personalità e il QI sono spesso visti come domini distinti del funzionamento umano ma non è esattamente così
Da qualche decennio, la ricerca suggerisce che l’intelligenza potrebbe essere un fattore intrinseco della personalità. Nel testo pubblicato dai ricercatori dell’Università di Cambridge, «The Cambridge Handbook of Intelligence» (Cambridge University Press), i neuroscienziati sottolineano che molti tratti delle personalità coinvolgono, in modo diretto, processi e abilità cognitive. Cosa significa? Che per “funzionare” e regolare i comportamenti, in modo indiretto, usiamo l’intelligenza.
Il QI è tradizionalmente misurato con “test di abilità”, mentre la personalità e classicamente misurata con questionari. Ma questo riflette più una lacuna nel mondo scientifico che non una reale differenza nel dominio del funzionamento umano. I ricercatori della Cambridge University hanno dimostrato che è possibile misurare l’intelligenza proprio attraverso la personalità. Insomma, l’intelligenza ha bisogno di un nuovo volto perché è quella che potrebbe guidare la gran parte di elaborazioni cognitive e, di conseguenza, il comportamento. È sbagliata l’idea di base che l’emotività debba essere scissa dall’intelligenza perché le nostre emozioni dipendono dalla nostra capacità di riflettere, di relazionarci e appagarci… siamo abbastanza intelligenti da riuscirci? Vediamo alcune implicazioni pratiche.
Il QI come “tratto di personalità”
Sulla base delle loro osservazioni, i neuroscienziati della Cambridge University hanno proposto di iniziare a vedere il QI come un tratto di personalità e non come un’abilità a parte. Perché facendo intrinsecamente parte dell’uomo, ne condiziona ogni aspetto della vita: comportamento compreso.
Comportamenti tipici delle persone con un buon QI
Correlazione tra QI e altri tratti di personalità. Il team della Cambridge University non si è limitato ha queste premesse teoriche, è passato all’azione somministrando classici test per il QI a un campione di circa 500 persone -che coprivano diversi livelli di istruzione- e poi ha correlato i risultati con la personalità (anch’essa misurata con questionari classici). Cosa è venuto fuori? Vediamolo subito.
1. Si sa organizzare
La programmazione, la pianificazione a lungo termine, sono abilità correlate alla memoria di lavoro, un aspetto che studi precedenti hanno collegato in modo diretto all’intelligenza e alla rapidità mentale. Chi ha un elevato QI è abbastanza lungimirante, riesce a prevenire gli imprevisti e sa scandire bene le sue giornate.
2. È disordinato
Nonostante le capacità organizzative non manchino, un elevato QI è negativamente correlato all’ordine. Probabilmente chi ha un elevato QI non ha bisogno di grandi punti di riferimento, quindi sottovaluta aspetti come la disposizione.
3. Non è socievolissimo
Le abilità sociali non sono compromesse, tuttavia, chi ha un elevato QI, non sembrerebbe essere molto socievole, nonostante abbia buone capacità di leadership.
4. un leader naturale
Un buon leader tende a essere un ottimo ascoltatore: è capace di porre le giuste domande, di ascoltare con attenzione gli altri e comprenderne subito i bisogni. Riesce a esprimere il proprio punto di vista senza aggressività, ma con ferma decisione. Capacità che vedremo anche più avanti!
5. È tenace
La tenacia è il motore psicologico che ci spinge all’azione e ci toglie dall’empasse quando la vita ci colpisce con inevitabili battute d’arresto. Insomma, chi ha un’elevata intelligenza non si arrende: sa che con la giusta dose di calma e usando il ragionamento, una soluzione si trova! Impegnarsi nel raggiungimento dei propri obiettivi, sfidando le difficoltà, non è da tutti!
6. Sa farsi capire
Hanno un’elevata intelligenza verbale, questo li rende potenzialmente buoni comunicatori. Avere una buona intelligenza verbale, però, non necessariamente significa che chi ha un QI elevato sa esprimere i propri bisogni e farli rispettare, perché queste sono abilità che si apprendono.
6. Stabilità emotiva
La stabilità emotiva regala una certa immunità alla manipolazione e non solo. Chi ha un elevato QI è capace di regolare i propri stati emotivi senza riversarli sugli altri. Non ha paura di rimanere solo, né di essere abbandonato. Non sente che “deve essere salvato”, né tenta di “salvare” o cambiare gli altri. Chi ha una buona stabilità emotiva sa di essere responsabile della sua vita e soprattutto, è in grado di prendere decisioni in linea con i suoi bisogni. Non vive la vita passivamente incolpando il destino delle sue frustrazioni, non ha una reattività che può mettere a rischio il suo benessere o le sue relazioni… piuttosto è proattiva: è orientata al cambiamento, al miglioramento e all’autoaffermazione.
7. Si sa autocontrollare
Le gratificazione a breve termine sono una tentazione per tutti ma… sembra che chi ha uno spiccato QI può “resistere” più facilmente. L’autocontrollo, inoltre, è correlato a una buona qualità della vita. Grazie a questa capacità e la pianificazione a lungo termine: chi è intelligente sa adoperarsi per costruirsi al meglio il suo futuro. Qui, però, mi sento di fare una precisazione.
I test del QI e della personalità, sono una misura del funzionamento interno della persona e non dell’ambiente in cui queste vivono. Se, da un lato, essere intelligenti ti dà buone premesse, dall’altro, l’ambiente sociale in cui viviamo, dovrebbe darti modo di usare al meglio le tue caratteristiche (che siano legate alla personalità o al QI!). Insomma, puoi avere tantissimi dardi alla tua cerbottana naturale, ma se l’ambiente in cui vivi ti rema contro, dovrai comunque faticare parecchio per raggiungere i tuoi obiettivi! Analogamente, potrai avere anche un QI elevato, ma se alle tue spalle ci sono traumi e vissuti difficili, quell’intelligenza non te li cancellerà di un colpo, ti aiuterà solo a… non lasciarti sopraffare!
8. È intellettualmente impegnato
Tra tutte le caratteristiche viste fin ora, questa è la più intuibile. Chi è intelligente ha fame di conoscenza. Ma non quella superficiale da scrolling dei social. Chi ha un elevato QI sembra essere naturalmente portato ad alimentarlo: le nuove conoscenze consentono di acquisire nuove abilità da mettere al servizio di se stesso e, con le nozioni giuste, da mettere al servizio della propria soddisfazione personale o del proprio sviluppo professionale. La lettura di libri e la capacità di fare riflessioni profonde su se stesso e sul mondo, sono ottimi alleati.
9. È dotato di rapidità mentale
La Velocità di Elaborazione indica il tempo in cui riusciamo a svolgere un determinato compito cognitivo. Questa abilità è strettamente collegata alla capacità di elaborare informazioni (verbali, visive, spaziali) in modo veloce, automatico ed efficiente.
10. E’ creativo
Le menti brillanti sanno liberare il potenziale creativo proprio perché sono in grado di concedersi delle pause quando ne hanno bisogno. E’ proprio nei momenti di pausa e di sospensione delle attività quotidiane e della concentrazione che la nostra mente creativa entra in funzione e sopraggiungono intuizioni che possono aiutarci a risolvere.
Usare il proprio QI per assicurarsi appagamento nella vita e nella coppia
Allenare la mente non richiede uno sforzo straordinario. È una sfida accessibile e affascinante che può portare a risultati sorprendenti. Il segreto sta nell’essere consapevoli delle nostre capacità, nella coltivazione della creatività!
Possiamo avere la macchina migliore ma senza le condizioni giuste, potrebbe essere uno spreco. Molto spesso, anche chi è dotato di un elevato QI non riesce a sfruttare il proprio potenziale perché non sa come farlo. In effetti, se ci pensi, fin da bambini ci insegnano a contare, fare calcoli, a studiare dai libri… ma nessuno ci spiega come poter usare quel potenziale al servizio del nostro benessere.
Eppure, sfruttando al meglio le proprie abilità cognitive -la propria intelligenza- è possibile garantirsi una vita appagante. Esiste questo pregiudizio che l’emozione e la cognizione siano due mondi scissi, separati alla nascita, ma non è affatto così. Lo studio di Cambridge ha dimostrato come il nostro intelletto è fortemente correlato ad alcuni tratti di personalità ma è intuibile: è chiaro che la nostra intelligenza ci può guidare nel mondo, nelle modalità in cui stringiamo legami e nell’apprendere dai nostri errori. Questo, però, non avviene in modo automatico perché -come premesso- nessuno ci dice come fare. Eppure costruirsi una vita appagante è possibile, proprio sfruttando le nostre capacità cognitive.
Ci pensi se riuscissi a fare di più per te stesso? Da un lato, potresti dipendere meno dagli altri, potresti costruire una sana autonomia. Dall’altro, saresti in grado di stringere legami reciproci e gratificanti. È difficile usare le proprie capacità organizzative, di programmazione e di intelligenza verbale nella coppia perché in questi ambiti ci facciamo guidare dagli apprendimenti del passato. Quelli che noi chiamiamo “impulsi”, “propensioni” o “gusti”, non sono altro che nozioni apprese e iscritte nella nostra memoria fin dall’infanzia.
Correlazione tra intelligenza e vissuto difficile
E’ possibile diventare più intelligenti? Lavora sui vecchi condizionamenti! L’utilizzo dell’intelligenza ha molto a che fare con quello che pensiamo di noi stessi: siamo convinti di valere e di poter contare sulle nostre facoltà mentali, o la nostra tendenza è di arrenderci in partenza di fronte a ciò che esula dalle nostre abitudini perché ci raccontiamo che noi non siamo capaci? A proposito di questa seconda tipologia, posso assicurarvi che nel passato di queste persone si trova di solito un’infanzia ricca di insuccessi scolastici e rapporti traumatici con insegnanti e genitori. Se sono presenti vecchi condizionamenti relativi all’apprendimento, o alla fiducia in sè questo limiterà fortemente l’accesso alle proprie capacità intellettive. La buona notizia è che, elaborando i vecchi traumi relativi all’apprendimento o a un passato difficile, le proprie potenzialità tornano disponibili per una nuova visione di se stessi, per un utilizzo più pieno della propria intelligenza.
Ciò che mi sento di consigliare, per rallentare i ritmi e riconquistare le funzioni perdute, è la lettura del mio libro che s’intitola «Il mondo con i tuoi occhi. Fornisce tutti gli strumenti utili per imparare a pianificare gratificazioni a lungo termine, per non lasciarsi sopraffare e soprattutto, per apprendere a ragionare in modo intelligente sui dilemmi che ci butta addosso la vita quotidiana (relazioni interpersonali, lavoro, famiglia…). Allora impara a guardarti con i tuoi occhi, impara ad amarti, inizia davvero a donarti tutto ciò (considerazione, stima, fiducia, sicurezza, rispetto, amore…) che non ti è mai stato concesso. Ed è quello che ti auguro. SIl libro è disponibile in tutte le librerie o a questa pagina Amazon
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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