Il bisogno di confermare il proprio valore è insito nell’essere umano. Fin quando questo bisogno non invalida la propria esistenza e tanto meno destabilizza chi ci circonda, può essere uno sprono a migliorarsi. Il problema sorge quando questo bisogno diventa disfunzionale e invalidante. Tracciare un confine è semplice: basta pensare a quelle persone che perdono di vista i propri desideri per assecondare falsi bisogni, nati per compiacere gli altri o per trasmettere una determinata immagine di sé. In questo ultimo caso, mi riferisco a quelle persone che sentono la necessità di sentirsi superiori a ogni costo, a quelle persone che pur di ottenere conferme finiscono per sminuire il prossimo e farlo sentire un inetto, un buono a nulla, perennemente sbagliato.
Queste persone sono pronte a mettersi in mostra per qualità che spesso non possiedono
Non lasciano spazio agli altri a causa di un’eccessiva fame di conferme: questo aspetto egoistico può risultare opprimente per chi li circonda. Tutto gira intorno a loro e non è possibile alcuno scambio, non può instaurarsi nessuna comunicazione a meno che non sia unilaterale! Per avere una stabilità emotiva, ognuno di noi deve accettare che non può essere perfetto; tutti abbiamo dei difetti e non si può pretendere di piacere a tutti. Ma se la fiducia in se stessi è bassa, diventiamo incapaci di accettare questa realtà. Una volta accettata l’idea che ognuno di noi ha qualità e difetti, non si avverte il bisogno di sopravvalutarsi in continuazione.
Alla radice delle manie di grandezza
Sebbene questo atteggiamento tenda a irritarci, esso affonda le sue radici nell’infanzia. Quando da piccoli non veniamo accettati oppure siamo continuamente sminuiti, e quindi non riconosciuti nella nostra individualità e originalità, finiamo per negare la nostra fragilità, non solo agli altri ma anche a noi stessi, costruendoci una realtà di facciata dove tutto è perfetto e giusto. Tutto questo avviene per difenderci ed evitare altre delusioni.
Volendo approfondire meglio il concetto, bisogna introdurre il concetto dell’Ego e dell’IO. Il nostro ego spesso può rappresentare un vero e proprio limite e in molti casi è proprio lui che tenta di bloccarci completamente portandoci verso una serie di profezie che si auto avverano. Chi durante l’infanzia non ha avuto modo di strutturare il proprio IO a causa del proprio vissuto difficile, ha sviluppato un Ego compensato, che può diventare smisurato, in relazione ai soprusi subiti.
Come si comportano le persone che hanno bisogno di sentirsi importanti
Come già accennato, queste persone possono essere la fonte di potenziali sofferenze… questo articolo ti aiuterà a identificare facilmente coloro che sentono il bisogno di sentirsi importanti
1. Hanno sempre fretta
Ci hanno fatto credere che una persona impegnata sia una persona importante. Pertanto, chi si sente inferiore sembra avere sempre fretta. Quando sei in compagnia di questa persona puoi persino diventare ansioso perché guarderà continuamente l’orologio, camminerà più velocemente o dirà sempre che ha poco tempo. Il suo obiettivo è far sembrare che ti stia facendo un grande favore concedendoti il suo tempo, al punto che potresti arrivare a sentirti a disagio.
2. Classificano gli eventi ordinari in modo da farli sembrare più importanti
Le persone che hanno bisogno di sentirsi importanti ricorrono spesso a un linguaggio “speciale” per nominare gli eventi della vita quotidiana in modo tale che sembrino più importanti. Ad esempio, possono riferirsi alla semplice chiamata di un cliente come ad una “teleconferenza”. Queste persone non fanno mai cose normali, la loro vita è sempre piena di impegni e attività importanti.
3. Sono costantemente preoccupati
Le persone impegnate sono persone preoccupate e quindi, per darsi importanza, queste persone evitano di apparire rilassate. Pertanto, ti diranno sempre delle loro preoccupazioni e problemi, amplificando al massimo le loro ripercussioni. In realtà, sono autentici specialisti nel presentare situazioni che per gli altri sarebbero quasi delle benedizioni, come grandi problemi o preoccupazioni.
4. Fanno aspettare gli altri
Le persone importanti non hanno un minuto libero, quindi non saranno mai i primi ad arrivare. Calcolano il tempo in modo da farti aspettare un po’, e poi arriveranno scusandosi dicendo che avevano un impegno “importante e urgente”. In questo modo cercano di farti notare che sono più importanti di te. Di solito è molto difficile incontrarsi con loro perché dicono di avere sempre l’agenda piena e devono fare i salti mortali per trovare un “buco” per voi.
5. Esagerano i loro risultati
Le persone che soffrono di complesso d’inferiorità cercheranno di compensare i loro “difetti” o “debolezze” esagerando i loro risultati. È normale che cerchino parole elaborate per descrivere il loro lavoro, in modo che sembri una posizione di maggiore importanza e responsabilità. Allo stesso tempo, proveranno a minimizzare i tuoi successi, affermando che non sono poi così grandi o ti faranno notare i tuoi errori e fallimenti del passato.
6. Credono di essere più intelligenti e capaci
Quando le persone insicure si sentono minacciate, attivano i loro meccanismi di protezione compensativa. Se pensano che potresti oscurare la loro intelligenza e abilità, si concentreranno sul discredito facendoti notare i tuoi errori e debolezze. In gruppo, è normale che cerchino di portare l’argomento della conversazione sul proprio terreno, per tornare ad essere al centro dell’attenzione.
7. Sono ipercritiche
Le persone insicure si confrontano continuamente con gli altri, ma dal momento che non sopportano di sentirsi inferiori, cercano di denigrarli. Per questo motivo, sviluppano spesso un atteggiamento ipercritico che può finire per farti sentire male perché nulla di ciò che dici o fai sarà mai degno di lode. A volte ti senti come parte di una competizione truccata dal momento che non puoi mai vincere.
Più il nostro Ego è spropositato, maggiori sono i problemi che possono nascere dentro di noi.
Quando si parla di un ego ingigantito si fa riferimento allo stato in cui una persona crede di essere un individuo completamente diverso da ciò che è realmente. Ha cioè una visione di se stesso differente rispetto alla realtà. Chi, invece, ha una buona autostima ha un ego che possiamo dire “basso”; non ha bisogno di dover dimostrare di valere al mondo, in quanto è già consapevole del proprio valore.
Tanto più grande è la ferita, tanto maggiore è lo sforzo che l’Ego deve fare per proteggere l’Io. In altre parole, chi ha ricevuto un messaggio incoraggiante, chi ha trovato un ambiente amorevole e accettante, crescerà dotato di una buona autostima, e dovrà ricorrere a poche difese e manifestazione egoiche per dire al mondo che egli esiste. Al contrario chi è stato squalificato, denigrato, svilito, sviluppa un Io fragile, senza sponde sicure, e dovrà ricorrere a un Ego, che possiamo anche chiamare un falso Sé, di facciata, per nascondere la propria insicurezza.
Un “Io” non ben strutturato, può portare un individuo dunque ad essere in balia del proprio Ego Smisurato, il che vuol dire assumere comportamenti arroganti, autocelebranti….insomma essere sempre sotto i riflettori, al centro dell’attenzione. E’ come se chiedesse implicitamente al mondo intero: “dimmi che esisto, dimmi che valgo”. E spesso è disposto a tutto pur di ottenere un briciolo di attenzione, un attimo di gloria.
Si innesca cosi un circolo vizioso nel quale ci si prodiga in modo ossessivo e sproporzionato per avere più visibilità, conferme, approvazione pur non avendo riscontro dall’esterno. Una sorta di implorazione implicita per essere riconosciuto bravo, meritevole, in gamba, efficace, ecc.
Complesso d’inferiorità e strategie compensative
Queste strategie compensative hanno due obiettivi. Da un lato, sono un meccanismo di difesa che le fa sentire superiori agli altri, così possono proteggere un “io” fragile. D’altra parte, le aiuta a difendersi, in modo tale che gli altri non scoprano quelli che considerano essere i loro “punti deboli”. Il problema è che costruendo questo “guscio esterno” con il quale intendono presentarsi sotto una luce più favorevole, terminano isolandosi. Alla persona che soffre di complesso d’inferiorità risulterà difficile fidarsi degli altri perché non vuole che scoprano i suoi punti deboli, così invece di lasciare che la aiutino, alzerà una barriera e non si connetterà emotivamente. Pertanto, non sorprende che uno studio condotto presso l’Università dell’Anatolia abbia dimostrato che coloro che si sentono inferiori e insicuri si sentono anche più soli.
Naturalmente, a questo isolamento sociale contribuiscono anche le pessime strategie compensative che possono utilizzare, che spesso consistono nel minare l’autostima degli altri e farli sentire inferiori. In pratica, queste persone non cercheranno di crescere e superare i loro limiti, ma cercheranno di arrampicarsi sulle spalle degli altri per vedere più lontano e sembrare più alti. Non si sforzeranno di brillare di più, ma faranno di tutto pur di spegnere la luce degli altri. Ovviamente, è molto difficile mantenere un rapporto di qualsiasi tipo con una persona che è costantemente in competizione con noi e cerca di “schiacciarci”. Alla fine, interrompere la relazione è una sorta di meccanismo di sopravvivenza psicologica.
Apri gli occhi e prendi il controllo della tua vita
La vita ti metterà a dura prova con situazioni ed eventi a cui non puoi sfuggire e che magari ti arrecheranno dolore, fanno parte di quel pacchetto che chiamiamo vita, ma sappi che non saranno mai insormontabili. Ciò che accade fuori non è mai responsabile del tuo stato d’animo interiore. Il vero e unico responsabile è il tuo atteggiamento mentale nei confronti di ciò che accade. Chiediti: sto davvero vivendo la vita che voglio? Se la risposta è negativa, chiediti il perché, e agisci. Inizia a crearti la tua vita, non perdere più tempo, è arrivato il momento di smettere di seguire gli altri, di giudicare, di soffermarti sulle discussioni. Inizia a goderti la vita come meriti. Ricorda sempre: tu NON sei inferiore a nessuno se credi in te stesso.
Una lettura che può cambiarti la vita
Molto spesso sento dire che per cambiare basta la forza di volontà. Questa è la credenza più ingenua del mondo! Prova a svitare un bullone con la sola forza di volontà, finirai per farti solo male le dita! Il bullone lo devi conoscere, devi saperne il calibro e poi disporre di una chiave inglese e capire il verso giusto per svitarlo. Ecco, per il cambiamento è così, solo che in gioco non c’è solo un verso e un calibro da decifrare… Devi conoscerti, hai bisogno di capire come funziona la tua mente e poi adoperare, uno a uno, tutti gli strumenti necessari per cambiare e svoltare nella vita.
Nel mio nuovo libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», ti parlo di relazioni ma, ancora di più, ti parto di te e di cosa puoi fare per te stesso per costruirti una vita appagante, lavorando sui carichi emotivi che ti porti dal passato. Come ti ho spiegato, le nostre esperienze ci rendono ciò che siamo ma noi non siamo impotenti. Sono molte le cose che puoi fare per te stesso e che puoi spiegare al tuo partner, nozioni che fino a oggi ignori. Perché come scrivo nell’introduzione del libro “Non è mai l’amore di un altro che ti guarisce ma l’amore che decidi di dare a te stesso”. Il libro lo trovi in libreria, su Amazon a questo indirizzo e su tutti gli store online.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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