Comportamenti tipici di uno psicopatico

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Quando si parla di psicopatia, c’è ancora molta confusione. Lo psicopatico è assimilabile al freddo calcolatore, privo di emozioni e assetato di potere oppure al portatore di caos, che agisce in preda ai suoi impulsi? Insomma, uno psicopatico somiglia più al Jocker del Cavaliere Oscuro o all’avvocato Patty Hewes della serie Damages? La risposta è, entrambi. Ecco perché ci si può confondere. All’apparenza, ci ritroviamo dinanzi a comportamenti antitetici, da un lato il controllo e dall’altro l’impulso. Alla base, però, vi sono caratteristiche comuni come l’assenza di rimorso, il senso di diritto e la completa mancanza di empatia. Nei soggetti psicopatici si verifica una sorta di afasia semantica (Cleckley, 1941), cioè l’incapacità di comprendere ed esprimere il significato delle esperienze emotive. Tale deficit potrebbe essere alla base del mancato sviluppo delle emozioni morali. Vediamo insieme quali sono i comportamenti tipici di uno psicopatico seguendo i due profili. In psicologia, infatti, si possono delineare due profili psicologici differenti.

Si parla di psicopatia ad alto funzionamento per indicare lo psicopatico freddo e calcolatore, e psicopatia a basso funzionamento per descrivere i soggetti dall’affettività incontrollata e della spiccata impulsività. Anche se le basi sono le medesime, gli psicopatici ad alto e a basso funzionamento hanno un background neurobiologico differente. Per esempio, gli psicopatici impulsivi hanno una forte risposta autonomica allo stress, mentre gli psicopatici ad alto funzionamento sono ipoattivi, mancano di risposte alla paura. Vediamo tutti i dettagli comportamentali.

Comportamenti tipici dello psicopatico ad alto funzionamento

Lo psicopatico ad alto funzionamento è quello che potresti frequentare senza neanche accorgertene. Riesce a camuffare bene la sua totale mancanza di empatia, l’insensibilità e l’incapacità di stringere relazioni affettive. Il suo comportamento appare normotipico, è inserito nella società ed è solo osservandolo più da vicino che iniziano a palesarsi i segnali. Tutti i suoi comportamenti, infatti, non nascono da una genuina affettività ma sono sempre finalizzati alla ricerca di vantaggi personali.

Attua comportamenti manipolatori di ogni genere. Utilizza le sue capacità cognitive per creare schemi automatici con cui circuisce l’altro: sfrutta le fragilità altrui per ricavare un suo tornaconto che generalmente è di tipo materiale. Sempre osservandolo da vicino, si noterà un pattern di emozioni superficiali. Queste persone, infatti, non sono capaci di provare emozioni profonde. Quando i suoi classici mezzi manipolatori falliscono, può utilizzare comportamenti coercitivi, minacciosi, che sfociano nell’aggressività. Attenzione! Qui l’aggressività, la minaccia, il ricatto (morale o materiale) sono sempre utilizzati in modo strumentale, cioè sempre per ottenere qualcosa in cambio.

I suoi comportamenti evidenziano una dinamica ricorrente: lo sfruttamento dell’altro e delle situazioni per ottenere un tornaconto. Anche se da lontano può affascinare, è bene ricordare che lo psicopatico è una persona senza scrupoli, che mente e usa le persone come fossero oggetti inanimati, non gli importa se le rompe o le danneggia. Non avendo empatia, risponde solo a una logica di guadagno.

È molto controllato e ciò chi consente di non rispondere a offese e incassa anche torti e umiliazioni, o almeno non rispondere nell’immediato. Lo psicopatico ad alto funzionamento sa aspettare il momento giusto e sicuramente coglierà la prima occasione per rifarsi con gli interessi. Non dobbiamo pensare agli psicopatici ad alto funzionamento esclusivamente come persone brillanti e di successo, talvolta possono condurre vite anche squallide. Ne riporto un esempio reale, cambiando alcuni dettagli e usando un nome di fantasia per tutelare l’identità del soggetto.

Il caso di Luca

Luca è un uomo di 50 anni. Vive con una piccola pensione e diversi espedienti, pertanto, pur avendone l’età, in occasione della pandemia, ha deciso di lasciare il lavoro, era impiegato in un’azienda farmaceutica. Luca ha moltissimo tempo libero, lo trascorre a pescare, a curare il giardino e a circuire la vittima di turno che, in base alle circostanze, può permanere anche per anni. Luca si affianca a una tipologia precisa di persona: disponibile, ingenua, materialmente generosa e senza grandi aspettative. L’uomo approccia con lusinghe e attenzioni, mostra il classico fascino superficiale del manipolatore. Si finge uno spirito libero del tutto autosufficiente, un padre modello che ha avuto la sfortuna di aver perso la moglie per una malattia. In realtà, la moglie di Luca è viva, sono divorziati da almeno dieci anni e ha cambiato paese. Non vuole avere niente a che fare con lui.

Luca si racconta come un padre premuroso, ma nella realtà, gli scambi con i figli sono privi di profondità. Il suo saperci fare sta nei dettagli, può regalare il pescato del giorno oppure ortaggi del suo giardino ma quando si tratta di qualcosa di più impegnativo, le sue braccia sono fatte solo per prendere. La sua avidità lo porta a compiere gesti senza scrupoli. Un esempio? Alla povera malcapitata di turno era stata rubata la bicicletta, ecco che Luca arriva e si offre di prenderle una nuova bici. La povera malcapitata dà i soldini a Luca che però gli porta un modello dal prezzo nettamente inferiore. La povera malcapitata scoprirà questo dettaglio solo diversi mesi dopo e alla fine Luca giurerà di essere stato truffato a sua volta dal venditore ma dello scontrino, nemmeno l’ombra! Quando si chiedono prove concrete della sincerità, queste mancano sempre. Le prove, arrivano puntualmente quando l’impegno del gesto da confutare, richiede un costo minimo! Ecco perché lo psicopatico disorienta, perché riesce a dare conferme marginali, il tanto che basta per abbindolarsi l’altro.

L’uomo ha un deposito di 150 mq all’interno del quale accumula oggetti sapientemente sottratti alla sua rete sociale (usare la parola amici, affetti o parenti, è difficile con determinate persone), oggetti che poi rivende. Tra questi, figura anche la bici riparata della sua malcapitata. Nessuna è a conoscenza di quel deposito, quando se ne parla, Luca afferma di avere conservati degli oggetti a cui è legato sentimentalmente, appartenuti alla moglie.

Gli altri come oggetti e le caratteristiche salienti

Luca appare affidabile, affabile, un buon padre, un uomo che si è fatto da solo e che si gode la “meritata” pensione. Dietro questa facciata si nasconde un approfittatore che, per il suo tornaconto, arriva a fare anche promesse d’amore. Gli inganni amorosi sono molto frequenti, si possono definire i cavalli di battaglia degli psicopatici. Dopo tempo, si scoprì che Luca aveva avuto una relazione d’amore con un’impiegata comunale, la quale giocò un ruolo importante per fargli avere dei permessi. L’impiegata è stata puntualmente scaricata quando non serviva più ed era divenuta ormai di peso, ricattata poi per l’illecito che per lui aveva commesso. Ogni relazionale stretta da Luca è finalizzata a qualcosa, anche a banalità, ma vede sempre un suo tornaconto in termini materiali o di status sociale. Gli psicopatici, infatti, ci tengono ad apparire migliori di tutti, al di sopra di tutto, moralmente superiori (quando per ragioni economiche non possono apparire socialmente superiori, fanno in modo di rimarcare che loro sono al di sopra della società).

Questo racconto, così semplice, ci fa capire che gli psicopatici non sono solo quelli che vediamo in tv. Non sono solo i colletti bianchi, i banchieri o gli imprenditori criminali. Sono anche persone all’apparenza semplici che non avendo mezzi e intelletto per grandi truffe, si limitano a soggiogare il prossimo come possono. Sono sempre pronti a umiliare, tradire, ingannare anche nelle piccole cose, per avere un vantaggio. La vita di uno psicopatico (grandiosa o meno) è sempre molto squallida perché provi di affetti sinceri, quindi attenzione a essere ammaliati da questi personaggi!

Ricapitoliamo le caratteristiche: loquacità e superficialità, egocentrismo (tutto gli è dovuto) e grandiosità (senso di superiorità), assenza di rimorso o senso di colpa, mancanza di empatia, falsità e manipolatività, affettività superficiale. Si approfittano soprattutto dei più deboli e delle persone socialmente fragili.

Comportamenti tipici dello psicopatico impulsivo

È buffo costatare che lo studio dei soggetti psicopatici ha avuto inizio con la nascita della psichiatria. Uno dei primissimi manuali di riferimento del mondo clinico (Mental Deficiency Act del 1913) faceva riferimento alla psicopatia come “moral imbecility”, letteralmente, imbecillità morale. Gli psicopatici impulsivi, ancora oggi, sono definiti “psicopatici a basso funzionamento” o “psicopatici di insuccesso”. Sono guidati da:

  • Comportamenti impulsivi anche senza senso
  • Ricerca di sensazioni forti
  • Maggiore sensibilità alla ricompensa
  • Maggiore reattività alle provocazioni
  • Difficoltà a interrompere un’azione una volta intrapresa
  • Mancanza di senso di colpa
  • Assenza di un senso morale
  • Disinibizione totale
  • Aggressività

Anche in questo caso vi è una palese mancanza di responsabilità, ma il forte controllo dello psicopatico ad alto funzionamento è sostituito da una forte disinibizione e dall’incapacità di controllare gli impulsi. Lo psicopatico impulsivo è una persona fuori controllo. Può entrare nel salone di un parrucchiere, farsi fare il taglio, dei trattamenti specifici e poi uscire senza pagare, urlando agli addetti che sono dei cialtroni, che non meritano i suoi soldi perché avrebbero dovuto trattarlo con i guanti! Per le sue caratteristiche, lo psicopatico impulsivo è molto più facile da individuare. Al contrario dello psicopatico ad alto funzionamento, quello impulsivo ha spesso problemi con la legge. Non riesce ad aderire alle norme sociali e per questo è facile da riconoscere.

Appassionato di psicologia e voglioso di migliorare?

Se sei un appassionato di psicologia, ti consiglio la lettura del mio libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita». Bada bene! Non si tratta di un manuale dedicato alla psicopatia, bensì allo sviluppo di quei meccanismi disfunzionali che fanno parte della nostra vita quotidiana. Per esempio: perché siamo portati a legare con psicopatici e manipolatori? Perché scegliamo sempre il partner sbagliato? Oppure, perché non ci facciamo rispettare come vorremmo? Se ci chiedono dei favori, diventiamo accondiscendenti con gli altri anche quando vorremmo dire un netto “no”? Perché se desideriamo una cosa (metterci in forma) poi finiamo per farne un’altra (mangiare schifezze e condurre una vita sedentaria)? Non è la forza di volontà che ci manca, ma semplicemente un metodo, un’educazione emotiva che ci faccia da guida! Ecco perché ti consiglio di leggere il mio libro che ad oggi ha aiutato decine di migliaia di persone (è già annoverato tra i bestseller 2022). S’intitola «Riscrivi le Pagine della Tua Vita», lo trovi in tutte le librerie e su Amazon, a questa pagina. Buona vita! Ps. quando lo leggi, dimmi cosa ne pensi su Instagram!

Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» edito Rizzoli
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