Comportamenti tossici di chi ha bisogno di dominare

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Ci sono dinamiche che viviamo senza riconoscerle. A volte, ci sembra normale che una persona voglia “decidere per il nostro bene”, ci sembra naturale dover sempre spiegare cosa proviamo, dove siamo stati, perché abbiamo fatto una certa scelta. Ci sembra amore, attenzione. Ma poi ci accorgiamo che qualcosa ci toglie il respiro. E allora ci fermiamo a riflettere: è cura, o è controllo?

Non tutte le persone che esercitano un controllo tossico si rendono conto di farlo. Alcune dominano per insicurezza, altre per bisogno disperato di non sentirsi in balia dell’altro. Altre ancora ripetono meccanismi appresi nell’infanzia, in contesti familiari dove “chi amava, comandava”.

10 Comportamenti tossici di chi ha bisogno di dominare

Questo articolo non vuole etichettare, ma accendere uno sguardo consapevole: su chi, magari, ci sta accanto… ma anche su quella parte di noi che, a volte, ha bisogno di sentirsi un passo avanti per non sentirsi un passo indietro.

Chi ha bisogno di dominare non sempre urla, non sempre impone con la forza. A volte domina con la colpa, con la manipolazione, con il silenzio punitivo. Ed è proprio lì, nella sottigliezza, che si nasconde il veleno più pericoloso: quello che non riconosci e che, proprio per questo, ti penetra più a fondo.

Vediamo allora insieme i comportamenti tossici più comuni di chi ha bisogno di dominare. Non per giudicare, ma per riconoscere. E – se serve – per proteggersi.

1. Sminuire costantemente l’altro

Uno dei comportamenti più diffusi di chi ha bisogno di dominare è lo sminuire l’altro, anche in modo apparentemente leggero. Frasi come “ma figurati, non è niente”, “non esagerare”, “non capisci nulla di queste cose” servono a spostare la percezione del valore: il tuo sentire viene invalidato, le tue opinioni svalutate, le tue emozioni minimizzate.

Questa forma di dominazione psicologica agisce lentamente, ma in modo devastante. Chi la subisce inizia a dubitare di sé, a sentirsi meno competente, meno interessante, meno degno. È una strategia sottile che indebolisce l’altro per sentirsi più forti.

2. Avere sempre bisogno di avere ragione

Per alcune persone, avere ragione è una questione identitaria. Non si tratta solo di vincere una discussione, ma di affermare la propria superiorità, il proprio predominio. Chi ha bisogno di dominare spesso fa ricorso alla logica, al sarcasmo, alla manipolazione del discorso per portare tutto a proprio favore.

Anche quando l’altro esprime un’emozione personale, chi domina lo riporta su un piano razionale, o addirittura lo ridicolizza. Questo meccanismo ha una funzione precisa: negare l’impatto emotivo dell’altro per rimanere in controllo.

3. Decidere al posto tuo (per il tuo bene)

Un classico delle relazioni tossiche è la falsa premura. Chi ha bisogno di dominare spesso prende decisioni al posto tuo – su cosa mangiare, cosa indossare, con chi uscire – con la giustificazione che “è meglio così”, “fidati di me”, “io ti conosco bene”.

In realtà, queste scelte non sono vere attenzioni: sono strategie per mantenere il potere sulla tua autonomia. Anche quando sembrano piccoli gesti, il messaggio sottostante è chiaro: “Tu non sei in grado di decidere da solo”.

4. Fare leva sulla colpa

La colpa è uno strumento potentissimo nelle mani di chi vuole dominare. Chi controlla spesso ti fa sentire inadeguato, ingrato, egoista, anche quando hai semplicemente agito nel rispetto di te stesso. Può dire frasi come:

  • “Con tutto quello che faccio per te…”
  • “Sei cambiato da quando stai con quelle persone…”
  • “Sei tu che mi fai diventare così”

Attraverso questo meccanismo, il controllo si traveste da dolore, da amore sofferente, da delusione. Ma la verità è che ti sta punendo per aver messo un confine.

5. Applicare il silenzio come punizione

Non tutti gridano. Alcuni dominano con il silenzio. Quando l’altro smette di parlarti senza spiegazioni, quando si chiude a riccio per giorni, quando ti ignora per “farti capire”, sta esercitando un controllo relazionale profondo.

Il silenzio punitivo è una forma di prevaricazione emotiva: induce ansia, insicurezza, senso di colpa. Ti costringe a inseguire, a chiedere perdono, a dubitare di ciò che è successo. E, nel frattempo, la relazione diventa una trappola.

6. Isolarti gradualmente

Chi ha bisogno di dominare tende, nel tempo, a minare i tuoi legami: inizia criticando i tuoi amici, facendoti notare quanto siano inutili o falsi. Poi arriva ai familiari. Infine, ti fa sentire che solo lui o lei può capirti davvero.

L’isolamento non avviene mai tutto insieme. È progressivo. Ed è funzionale: meno supporto hai, più diventi dipendente da chi ti domina. L’isolamento è una strategia di controllo che si maschera da gelosia o bisogno di esclusività, ma in realtà è un modo per avere campo libero.

7. Fare gaslighting

Il gaslighting è una tecnica di manipolazione psicologica in cui la persona dominante distorce la realtà per farti dubitare della tua percezione. Ti dice che sei troppo sensibile, che ti inventi tutto, che le cose non sono andate come dici.

Il risultato? Ti senti confuso, colpevole, sbagliato. Inizi a chiedere conferme, a secondare chi ti destabilizza, a mettere in discussione anche i tuoi ricordi. Chi usa il gaslighting vuole destabilizzarti per restare al centro della tua realtà.

8. Renderti dipendente emotivamente (o economicamente)

Un’altra dinamica tipica è creare dipendenza. Può essere emotiva (“senza di me saresti perso”) o economica (“ti mantengo io, quindi decido io”). In entrambi i casi, chi domina ti toglie potere: ti fa sentire piccolo, incapace, bisognoso.

Questa dipendenza non nasce per caso. Viene costruita nel tempo, spogliandoti della fiducia in te stesso. Finché non ti rendi conto che stai camminando con le sue stampelle, quando potresti avere le tue gambe.

9. Essere imprevedibile

Chi domina spesso alterna gesti d’amore e freddezza glaciale. Questo crea un’altalena emotiva che ti tiene incollato. La mente cerca di recuperare la fase “positiva”, e resiste a quella negativa. È il principio della coazione a ripetere: rivivi inconsciamente dinamiche familiari nel tentativo di risolverle.

L’imprevedibilità è una forma di controllo molto potente: ti impedisce di rilassarti, ti tiene in uno stato di iper-vigilanza emotiva. E finisci per adattarti a tutto, pur di non perdere quei rari momenti in cui ti senti visto.

10. Usare la tua fragilità contro di te

Chi ha bisogno di dominare spesso ascolta i tuoi punti deboli solo per usarli contro di te. Le tue insicurezze diventano armi. I tuoi sogni, bersagli. Le tue ferite, ricatti emotivi.

È una dinamica crudele, ma molto diffusa. Chi domina ha bisogno di tenerti in posizione di inferiorità. E più ti apri, più offri materiale per essere colpito. Una relazione sana non funziona così: la tua fragilità dovrebbe essere accolta, non strumentalizzata.

Da dove nasce il bisogno di dominare?

Spesso, chi domina è stato dominato. Ha vissuto umiliazioni, trascuratezza, insicurezze profonde. Ha imparato che l’unico modo per sentirsi al sicuro è controllare l’altro. Che amare significa essere superiori, vincere, imporsi.

Ma l’amore non ha nulla a che vedere con il dominio. L’amore sano è ascolto, reciprocità, scelta continua. Non è mai coercizione.

Chi ha bisogno di dominare è, in fondo, terrorizzato dall’idea di essere rifiutato, abbandonato, sminuito. E così prevarica. Per non sentire. Per non cadere. Per non perdere il controllo.

Cosa fare se ti riconosci in una relazione così?

Se leggendo ti sei riconosciuto, non sentirti sbagliato. Spesso restiamo in queste dinamiche per abitudine, per paura, per affetto. Ma puoi iniziare a dire no, a mettere confini, a chiedere rispetto.

Puoi cercare alleati – amici, terapeuti, letture – che ti aiutino a ritrovare la tua voce. E soprattutto: puoi ricordarti che nessuno merita di sentirsi meno, mai, in nessuna relazione.

Meriti relazioni in cui puoi abbassare le difese, non costruire armature

Forse, leggendo queste parole, hai sentito un nodo allo stomaco. Forse hai riconosciuto dinamiche che vivi ogni giorno, ma che non avevi mai osato chiamare con il loro nome. Magari ti sei accorto che per troppo tempo hai confuso il controllo con l’amore, l’attenzione con il dominio, la cura con la paura di essere lasciato.

Non c’è nulla di sbagliato in te. Restare in relazioni così non è debolezza: è spesso un atto di fedeltà a un copione che conosci da sempre. Forse nella tua storia l’amore è stato condizionato, legato al dover essere “giusto”, “utile”, “obbediente”. E così hai imparato che amare significa adattarsi, sottomettersi, restare anche quando tutto dentro grida di andarsene.

Ma l’amore autentico non ti chiede di essere meno. Non ti chiede di zittirti, di giustificarti, di implorare attenzioni.
L’amore vero ti lascia spazio, ti fa fiorire, ti aiuta a sentire che non devi più difenderti per esistere.

Nel mio libro “Il mondo con i tuoi occhi”, ho voluto dare voce proprio a questo percorso: quello che parte dalla consapevolezza e arriva, passo dopo passo, alla libertà interiore.
Non è un manuale che ti dice cosa fare, ma una mappa emotiva per ritrovare te stesso, oltre le maschere, oltre le paure, oltre i condizionamenti che ci hanno insegnato a chiamare “normalità” relazioni che, in realtà, ci consumano.

Se ti sei sentito invisibile, svalutato, intrappolato in una relazione dove il tuo sentire non trova posto, sappi che puoi ricominciare. E puoi farlo con dolcezza, senza colpe, senza forzature. Il primo passo è guardarci dentro con sincerità. Il secondo è scegliere, ogni giorno, di onorare ciò che sei.

Non sei nato per vivere in punta di piedi. Meriti una vita che ti somigli. Meriti relazioni in cui puoi essere fragile senza temere di essere schiacciato. Meriti uno sguardo che non ti misuri, ma ti accolga.

E se stai cercando le parole giuste per iniziare questo viaggio, io sono con te. “Il mondo con i tuoi occhi” non è solo il mio libro: è anche, forse, il primo specchio gentile che stavi aspettando. Il mio libro è disponibile in libreria e qui su Amazon

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