Controllo coercitivo, come genitori e partner possono soggiogarti

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Nella stragrande maggioranza dei casi, le tattiche manipolatorie sono difficili da individuare in una relazione (sentimentale o affettiva). Eppure gli effetti sono palesi, il dolore c’è e si sente tutto, allora perché passano inosservate? Ciò accade perché la persona che le subisce, ha normalizzato le dinamiche vivendole come parti integranti del rapporto. Per lei/lui, sono “schemi normali”. Ecco perché è importante sensibilizzare e fare chiarezza su ciò che non è tollerabile, ed ecco perché oggi ti parlerò del controllo coercitivo, una forma di abuso emotivo che può arrivarti a deprivare della tua identità.

Che cos’è il controllo coercitivo?

In un contesto relazionale, il controllo coercitivo ti depriva della libertà di esprimere pienamente te stesso… a tua insaputa. Giorno dopo giorno, ricatto dopo ricatto, minaccia dopo minaccia, finisci per aderire a un codice di condotta e di pensiero che in realtà non appartengono a te. Il controllo coercitivo somiglia a una vera e propria alienazione. Chi lo subisce, finisce per annientarsi. Il motivo? Nella relazione ha ingoiato così tanta paura, che si sentirà più al sicuro a deprivarsi dei propri bisogni per vivere a pieno quelli dell’altro.

Si parla di manipolazione affettiva sempre in termini amorosi, ma non sono solo le relazioni di coppia implicate. Anche (e soprattutto) le relazioni genitore-figlio possono impregnarsi di questo meccanismo altamente lesivo.

Nel rapporto genitore-figlio, uomini e donne hanno le medesime possibilità di subire questo destino. Nelle relazioni di coppia, invece, uno studio statistico (Myhill, 2015) ha dimostrato che sono in prevalenza le donne a subire coercizione e abuso, questo è vero anche tenendo conto delle minori segnalazioni da parte degli uomini. Comprendere quali sono gli indicatori per riconoscere il controllo coercitivo può aiutarti a essere più consapevole e finalmente chiamarti fuori da relazioni logoranti, siano esse con un partner, siano esse con un genitore.

Minacce

Ogni forma di abuso psicologico crea un conflitto inconscio tra il bisogno di sentirsi amati e accettati dall’altro e il bisogno di esprimere se stessi. Quando si è bambini o si è cresciuti in un ambiente invalidante, il bisogno di accettazione e amore prevale sul bisogno di affermare la propria identità. Il risultato? L’autostima si disgrega e si vive nel disperato tentativo di essere apprezzati e amati dagli altri (genitore o partner, in base alla fase evolutiva in cui si trova la persona).

Le minacce, pertanto, anche se all’apparenza possono sembrare sciocche, non lo sono affatto: fanno leva sul bisogno d’amore che, nell’individuo, prevale su tutto il resto, persino su se stesso. Le minacce vertono sull’implicita prospettiva di perdere quell’amore, di perdere quell’approvazione. Sia nella coppia che nel legame genitore-figlio, suonano più o meno così:

  • «Tu fai quello che vuoi, però… poi non venire da me!»
    Che significa, letteralmente: «scordati di avere il mio supporto se non fai come dico io! Io non ti accetto in modo incondizionato, ti accetto e ti apprezzo solo se fai ciò che mi conviene»
  • «Sì sì, ma poi te ne pentirai»
    Che significa: «Ti assecondo, questa te la concedo, ma poi troverò il modo per fartene pentire»
  • «Se lo fai rischi grosso!» oppure «Se tu fai così, allora io….»
    Si tratta di minacce belle e buone, di ricatti che mirano a condurre i tuoi comportamenti in una direzione ben precisa, quella che desidera il tuo partner o genitore disfunzionale.

Poi ci sono anche minacce punitive: «se fai questo, porterò il cane al canile, vuol dire che non lo meriti». Poi c’è il grande classico «dopo tutto quello che ho fatto per te!», che significa letteralmente. «io ho fatto delle cose per te perché volevo qualcosa in cambio che tu non mi stai dando. Non credere che l’abbia fatte per affetto o amore incondizionato, io neanche so che significa “amore incondizionato”, so solo che se ti do qualcosa, poi PRENTENDO qualcosa». Purtroppo, chi finisce in relazioni romantiche d’abuso, è probabilmente cresciuto con un genitore a sua volte lesivo e controllante, quindi non ha mai conosciuto l’amore incondizionato e, come detto in precedenza, vive tutto come se fosse “naturale”. Molto triste.

Umiliazioni

Il controllo coercitivo può funzionare solo se di fronte abbiamo una persona priva di autostima. Un bambino che cresce con un genitore controllante non riuscirà mai a sviluppare una propria identità e quel sano amor proprio. Da adulti, però, possono provarci, possono tentare di rafforzare la propria identità… ma questo è un rischio che il partner abusante (e come lui il genitore manipolante) non può correre. Ecco perché genitori e partner spesso ricorrono alle continue umiliazioni, si assicurano che l’altro non riesca a “sbocciare” così da continuare lo sporco gioco coercitivo.

Ecco che qualsiasi occasione diviene quella giusta per sminuire risultati, screditare, lanciare frecciatine. Nella maggior parte dei casi si usa il sarcasmo o l’ironia velenosa, in questo modo, possono accusare l’altro di essere eccessivamente permaloso o sensibile e lavarsene le mani. D’altronde, queste persone non si assumono la responsabilità di nulla, figuriamoci poi di aver offeso deliberatamente qualcuno!

Chi vive per controllare l’altro ne trae, come beneficio, una sensazione di valere. Anche loro hanno avuto dei vissuti difficili, tuttavia hanno imparato a usare l’altro e a trarre piacere dal dolore inflitto. Meccanismi estremamente patologici dai quali, quando impari a riconoscere, ti terrai alla larga. Allora le umiliazioni e lo scherno che ti muoveranno saranno soltanto il riflesso di chi hai di fronte e non racconteranno nulla su chi sei tu!

Chi ti muove scherni e critiche, non ti conosce perché non ti ha dato mai la possibilità di manifestarti per ciò che sei veramente. Ecco perché dovresti imparare a farti scivolare via ogni insulto.

Isolamento

Genitori abusanti così come partner abusanti, hanno ancora una cosa in comune, il possesso. Loro non ti amano, vogliono solo possederti e per farlo, sono disposti a tutto. Ecco allora che inizieranno a dipingerti un mondo cattivo, dove gli amici pensano solo a se stessi, dove nessuno è disposto a tenderti una mano. Non solo ti daranno questa tragica rappresentazione della realtà (quando al mondo, esistono persone disponibili, bisogna solo imparare a riconoscerle!), ti diranno anche che tu non ce la farai. Te lo diranno in modo implicito, con le critiche e le umiliazioni, con le minacce e i sotterfugi.

Tutto questo per portarti a isolarti a sentirti sola… loro, così, saranno il tuo unico punto di riferimento. Tu, inevitabilmente, ti sentirai solo. Perché tutto questo? Semplicemente, tu sei di loro proprietà e non vogliono dividerti con altri. A tale scopo potrebbero far leva anche sui sensi di colpa. In questo scenario lui/lei si dipinge come fragile e bisognoso, così tu ti sentirai costretto a stare a casa, in fondo, dopo tutto quello che ti hanno fatto credere di aver fatto per te…! Il minimo che tu possa fare è stargli vicino, no? NO! Perché loro non fanno mai nulla per te, ricordalo, tutto ciò che fanno è solo per se stessi!

Possono sminuire i tuoi interessi per scoraggiare qualsiasi attività, possono enfatizzare le disattenzioni di un amico per farti capire che non ti merita (mentre loro sì, loro ti meritano eccome).

Controllo

Per esercitare il controllo, che siano genitori o partner, usano la maschera della preoccupazione o della gelosia. Ecco allora che il tuo cellulare deve essere sempre raggiungibile. Guai se non rispondi! Guai se non mandi il messaggio o non avvisi in determinate circostanze. Loro si preoccupano così tanto… in realtà, fanno questo solo per controllarti, anche se poi diranno che fanno tutto solo per il tuo bene, perché ha detta loro parlano sempre al tuo bene!

In realtà, queste persone non sanno neanche che cos’è il tuo bene. Come premesso, sanno pensare solo a se stesse e a come le fa sentire la tua dipendenza da loro. Già, perché giorno dopo giorno, ti hanno indotto a essere dipendente da ogni loro volontà. Un altro mezzo usato per esercitare il controllo, è il trattamento del silenzio, non rivolgendoti la parola, ti puniscono e fanno terrorismo psicologico ogni volta che qualcosa va storto.

Coercizione sessuale e obblighi vari

È molto triste. Talvolta un partner si sente “costretto” a soddisfare l’altro perché sa che altrimenti perderebbe dei “benefici”. Questo accade soprattutto quando la persona dipende economicamente dall’altra. In realtà, la dipendenza economica è solo il risultato di una coercizione più totalitaria, altrimenti la vittima avrebbe tante risorse per poter avviare un’attività di reddito tutta propria. Non nego che nella nostra società vi sono difficoltà economica, ma non è neanche possibile negare che vi sono opportunità di guadagno. Chi ha un’autostima a pezzi ed è abitata a vedere il mondo come malevolo, queste opportunità non riesce neanche a vederle.

Cosa fare?

Il confronto è sempre consigliato. Se ne hai la possibilità rivolgiti a un professionista (anche sfruttando il bonus psicologo o recandoti al centro di ascolto della tua asl di appartenenza), fallo. Cerca di coltivare la tua rete sociale, in particolare, se hai una persona fidata del tutto esterna alla tua famiglia e alla tua relazione, puoi provare a confidarti con lei per iniziare a valutare diverse prospettive ed eliminare ogni dubbi. All’inizio la confusione è alta e i dubbi sono mille!

Lavora su te stesso, cerca di individuare i tuoi bisogni e rispettali. Rafforza la tua identità personale e rivendica il tuo valore di persona completa. Amati e valorizzati per tutto quello che sei e non per quello che qualcuno ti lascia intendere.

Quando inizierai ad amarti, allora sarà facile per te circondarti di persone che ti accettano per ciò che sei realmente e non per ciò che ti inducono a essere, persone che finalmente diano il giusto valore alla tua persona. Il tuo valore esiste, devi solo iniziare credere in te come nessuno ti ha mai insegnato a fare. Come imparare? Nel mio bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita“ (il libro più consigliato dagli psicologi) ti insegno a rivendicare il tuo valore di persona completa, degna di stima e meritevole di amore. Ti prendo per mano e ti conduco alla scoperta di ciò che sei realmente e non quello che ti hanno indotto a credere gli altri. Puoi trovare il mio libro in tutte le librerie (l’editore è Rizzoli) o su Amazon,  a questo indirizzo.

Nota bene: se ti interessano le dinamiche psicoaffettive che governano la nostra vita, stiamo facendo un tour di incontri in tutte le librerie e biblioteche d’Italia. L’accesso è gratuito. Ti segnalo alcune delle date:

  • 21 settembre (ore 18:30), Galleria Rizzoli (g. V. Emanuele), Milano
  • 22 settembre (ore 18:30), Mondadori (cc Vialarga), Bologna
  • 29 settembre (ore 18:30), LaFeltrinelli (cc GreenPea), Torino
  • 5 ottobre (ore 17:30), Libreria Rinascita (p.zza Roma), Ascoli Piceno
  • 12 ottobre (ore h.18), LaFeltrinelli (p.zza dei Martiri), Napoli
  • 21 ottobre (ore h.11), Biblioteca Malatestiana, Cesena
  • 27 ottobre (ore h.18:30), Libreria Libraccio (via Nazionale), Roma

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore del libro bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” – Rizzoli
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