Convivenza forzata nella relazione disfunzionale

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor
Illustrazione: Brian Rea

La convivenza forzata può mettere a dura prova anche la coppia più felice. Le abitudini cambiano, l’individualità è minacciata da spazi ristretti e campi d’azione condivisi. Se le coppie felici possono disorientarsi, le coppie disfunzionali sono quelle più a rischio: la convivenza è insostenibile e diviene motivo di malessere interiore.

Nella coppia disfunzionale non c’è reciprocità, non ci sono equilibri e c’è chi prevarica sull’altro. Tutto questo in un clima difficile: le tensioni emotive della coppia si aggiungono allo stress tensivo del coronavirus, un cocktail esplosivo che può far scoppiare la coppia.

In alcuni casi la coppia non scoppia ma implode. Parliamo di quelle coppie dove vige il principio della convenienza. Nell’ideale, la coppia dovrebbe basarsi su amore, rispetto reciproco e condivisione d’intenti, dove l’intento principale è l’unione e il bene reciproco. Nei fatti, alcune coppie decidono di rimanere nella relazione dopo aver fatto un attento bilancio. Il bilancio può prendere in esame diverse componenti quali:

  • Fattori economici
  • Status sociale
  • Paura di ricominciare
  • Fattori abitativi
  • Paura della solitudine

Insomma, se l’unione non si basa sulla stima reciproca e i compromessi sono troppi, la convivenza forzata diviene un vero e proprio campo minato. Non diverso il discorso delle coppie disfunzionali unite da un incastro relazionale dove l’incastro è dettato da una dipendenza affettiva, un legame spasmodico all’altro sulla base di un conflitto irrisolto, paura della solitudine o sindrome dell’abbandono.

In tutti questi casi, il clima vissuto in questi giorni, porta a un inevitabile aumento del volume delle emozioni: ogni minimo intoppo viene vissuto come insostenibile.

Un piccolo screzio si trasforma in intolleranza totale che può essere palesata (con continui litigi e scatti d’ira) o contenuta (disturbi psicosomatici come prurito e mal di schiena, depressione, ansia, annichilimento). I tentativi di contenimento mal riusciti danno vita a con comportamenti passivi aggressivi, frecciatine e tentativi subdoli di ferire l’altro.

Nelle coppie disfunzionali si resta insieme compromesso dopo compromesso ma quando tutto diventa insostenibile, è la stessa coppia a peggiorare la situazione. Ogni elemento della coppia non fa altro che alimentare il malessere dell’altro… questo è vero quasi* sempre, perché in una coppia ognuno ha le sue responsabilità.

Un battibecco può essere disinnescato, una lite può essere placata e uno stato d’animo alterato può essere calmato e rassicurato. Ma il lavoro da fare è tanto.

Il distacco a ogni costo

Quel *quasi è dettato dalle coppie disfunzionali dove uno annienta l’altro. In questo caso, il grado patologico raggiunto è elevato o sfida la legalità. Parliamo delle coppie dove c’è un partner violento che sfoga la sua frustrazione a forza di colpi fisici (non solo emotivi).

Parliamo delle coppie dove c’è un partner invischiato in problemi di dipendenza (alcolismo, gioco d’azzardo, droghe…) mai trattati, ne’ riconosciuti. In questi casi l’unica via d’uscita è la porta di casa, la separazione fisica diviene indispensabile a costo di scomodare parenti o amici.

Ognuno di noi ha il sacrosanto dovere, verso se stesso, di mettersi in salvo: se una relazione fa male, non c’è compromesso che tenga, bisogna staccare la spina, bisogna mettersi in salvo. Magari la convivenza forzata può essere la spinta che ti serve per agire, per cambiare finalmente aria e iniziare a respirare davvero! 

Nelle relazioni disfunzionali che non oltrepassano quel limite di sicurezza, si può fare qualcosa per arginare le implicazioni legate alla convivenza forzata ma è necessaria la volontà di entrambi.

Esercizi terapeutici per una convivenza civile

Il problema delle relazioni disfunzionali risiede in una cattiva gestione dei confini interpersonali. Chi, a prescindere dal coronavirus, vuole salvaguardare la propria relazione, può approfittare del tempo libero per iniziare una terapia di coppia online. Sono molti i terapeuti che offrono servizio di terapia di coppia via skype: un’occasione d’oro per riscrivere tutte le regole e dinamiche di coppia.

In un ambiente abitativo ristretto, per vivere insieme senza danneggiarsi è necessario cambiare qualcosa! Intanto che provate a maturare l’idea della terapia di coppia, di seguito vi proponiamo alcuni servizi da fare da soli e con il partner.

1. Aggrappatevi ai ricordi

Se state insieme, ci sarà un perché! Anche se adesso vedete tutto nero, nella vostra storia ci sarà stato sicuramente un periodo più roseo. Appellatevi a quello e ripartite da qui.

Questo esercizio va fatto in coppia. Prendete vecchie foto, sfogliate diari e riesumate antiche memorie. C’è stato un tempo in cui ridevate insieme? Non vi soffermate su cosa è cambiato… limitatevi a ricordare.

Provate anche a scrivere su un foglio, quali sono le doti dell’altro che vi hanno colpito durante la vostra conoscenza. Cosa vi ha fatto avvicinare? Ripartire da quello che è stato è un buon modo per gettare nuove basi.

2. Il diario degli errori

Questo è un esercizio individuale. Prova a scrivere un diario dove segni tutti i contesti in cui il tuo partner ti ha indispettito. Segna le tue motivazioni e i comportamenti irritanti del partner. Fai passare un po’ di tempo e rileggi queste note quando sei calmo (almeno il giorno successivo).

Prova a riflettere: quanto la tua emotività ha amplificato gli effetti del comportamento del partner? C’è un meccanismo di “rabbia spostata” che non ci dà tregua e non lascia scampo a nessuno, te compreso!

Lo stress finanziario, i mercati fermi, le preoccupazioni per il contagio, i kg in più legati alla vita domestica, i bambini a casa, gli anziani da accudire, le bollette da pagare in un clima di maggiore precarietà… questi grossi cambiamenti hanno un impatto enorme sulla nostra psiche: generano ansia e frustrazione che spesso è trasformata in rabbia.

La frustrazione trasformata in rabbia è difficilissima da gestire perché non viene riconosciuta e… sì, viene spostata sull’altro. Ecco perché un diario è utile mettere nero su bianco ciò che è stato vissuto a livello emotivo per riguardarlo con occhi più razionali.

3. L’agenda dei compiti da fare

L’agenda va condivisa. Si tratta di un esercizio da fare in due.

In casa ci sono tante faccende da svolgere e questa convivenza forzata, con un po’ di propositività, si può trasformare nell’occasione per cooperare: la gestione casa è una responsabilità che dovrebbe essere distribuita su ogni componente. A volte i compiti non sono distribuiti in modo equo, altre volte c’è chi presume di fare più dell’altro ma a conti fatti non è così…. per raggiungere il filo della matassa, un’agenda può essere utile. Si aumenta la consapevolezza e chi fa poco in casa, può mettersi in discussione.

E’ importante scrivere i compiti assegnati a ogni componente della famiglia per non cadere in distorsioni. Per ogni giorno, ogni componente ha le sue faccende da svolgere… oppure, chi preferisce la flessibilità, per ogni giorno che passa si possono segnare i compiti svolti in casa.

Le relazioni disfunzionali sono sbilanciate per eccellenza: in casa c’è sempre uno che fa tanto e un altro che si adagia, a volta senza neanche esserne troppo consapevole.

I papà possono aiutare tanto nei lavoretti in casa o nella gestione domestica: caricare il bucato o stendere la biancheria sono compiti accessibili. Non pretendiamo tutto e subito ma procediamo a piccole dosi, i cambiamenti importanti possono avvenire gradualmente.

4. Esprimere le proprie emozioni

Dire ciò che si pensa in modo pacato e rispettoso, può essere un grosso antidoto per prevenire disturbi di natura psicosomatica.

E’ importante ascoltare e contenere gli sfoghi del partner ma è altrettanto importante farsi ascoltare e cercare rassicurazioni nell’altro.

Siamo portati a lamentarci e riferire al partner solo quando ci ferisce… proviamo a riferire all’altro anche quando ci fa stare bene, questa semplice espressione fungerà da rinforzo positivo così da valorizzare quanto di può ci può essere nella coppia… inoltre alleggerisce anche il clima pesante che si vive in casa.

5. Ritagliarsi spazi di individualità

Anche un bilocale può riservarvi spazi individuali. Assicurati di seguire attività solo tue: nel web ci sono tantissimi corsi gratuiti che puoi seguire, dai corsi fitness su youtube alle lezioni di lingue, ma anche realizzare un puzzle o un rompicapo qualsiasi!

L’importante è crearsi una piccola oasi da dedicare a un’attività gratificate che possa prescindere dalla relazione.

Note

Da questa convivenza forzata può nascere un momento di riflessione. Non tutte le coppie sono destinate a stare insieme. Se nonostante gli esercizi terapeutici e altri sforzi, la situazione non cambia, dopo la pandemia del coronavirus puoi provare a mettere le distanze e chiudere la tua storia. Magari questa convivenza forzata ti ha aperto gli occhi sul tipo di vita che vuoi condurre, se non è questa, puoi fare in modo di cambiarla! In bocca al lupo!

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