Cosa accade al tuo corpo quando sei depresso

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

La depressione rappresenta la prima causa di disabilità al mondo. I processi infiammatori organici sono strettamente correlati nella fisiopatologia della depressione. Mentre una buona fetta di popolazione pensa che la depressione sia una malessere presente «solo nella testa» di chi ne soffre, la comunità scientifica sa bene gli stati depressivi coinvolgono tutto il corpo.

Nota bene! Questo articolo sarà un po’ tecnico. Per noi di Psicoadvisor è doveroso diffondere nozioni e sensibilizzare i nostri lettori sull’importanza della salute mentale perché questa non è affatto scissa dalla salute fisica. Vedremo insieme come vissuti emotivi di tristezza, ansia, sentimenti di inutilità, irritabilità (…), sono correlati a un’attività immunitaria che danneggia il nostro organismo. Il quadro non è così «oscuro» la ricerca ha anche evidenziato delle vie d’uscita.

È ormai accertato che nei pazienti depressi si verifica una disregolazione del sistema immunitario che ne ostacola una prognosi favorevole. Ecco perché è così difficile uscire dalla depressione: stanchezza cronica, intorpidimento e infiammazioni non sono uno stato aleatorio ma stati concreti presenti nel corpo di chi ne è affetto.

Depressione e malattie del corpo

La depressione è associata a una significativa riduzione della durata della vita sia per la sua correlazione al suicidio, sia per un marcato aumento della vulnerabilità fisica a disturbi quali:

  • Malattie cardiovascolari
  • Ictus
  • Malattie autoimmuni
  • Diabete
  • Cancro

I dati evidenziano una forte disparità di genere della diffusione di buona parte delle malattie autoimmuni. Per esempio,il lupus eritematoso sistemico e la sindrome di Sjogren vedono un un rapporto donne/uomini para a 9:1. Cioè per ogni 10 persone colpite, 9 sono donne e una è un uomo. Anche l’artrite reumatoide presenta una maggiore prevalenza nelle donne, che hanno una probabilità di sviluppare la malattia rispetto agli uomini da due a tre volte più elevata.

Stando ai tassi di prevalenza della depressione (Belmaker e Agam, 2008), sulla popolazione statunitense, questo disturbo colpirebbe il 21% delle donne e l’11% degli uomini. Le donne, infatti, tenderebbero a rimuginare e i pensieri ossessivi di «non valore» sembrerebbero il meccanismo di mantenimento dei sintomi depressivi. Gli uomini tenderebbero a manifestare i disagi psichici in altro modo (es. dipendenza da sostanza e abuso di alcol).

Non solo i pazienti depressi sono più vulnerabili ai disturbi elencati in precedenza, il decorso della malattia diviene inoltre più difficoltoso da trattare ( Benros et al., 2013. Windle e Windle, 2013. Bortolato et al., 2017. Katon, 2011).  La nostra vita psichica influenza il sistema immunitario e, viceversa, le cellule immunitarie condizionano l’attività cerebrale.

Cosa accade al corpo quando soffri di depressione

In parole molto semplici, il corpo di una persona depressa va incontro a forti infiammazioni legate a una disregolazione del sistema immunitario. Le molecole protagoniste di questa disregolazione sono le citochine e gradualmente, vedremo insieme le diverse correlazioni evidenziate dalle ricerche scientifiche.

È vero che si tratta di studi correlazionali, cioè di ricerche che ci dicono solo che il fattore A (es. depressione) è associato al fattore B (es. infiammazione) ma non ci spiegano il nesso causa-effetto. Ciò significa che la ricerca, allo stato attuale, non ha ancora tutte le risposte che vorremmo, ma può comunque aprirci gli occhi sull’importante ruolo del benessere mentale: ciò che avviene a livello psichico conta e ha un forte impatto sul nostro corpo.

L’immagine in basso mostra la fitta connessione tra sistemi di neurotrasmissione, vissuti emotivi tipici della depressione e attività immunitaria. Per esempio, nel cerchio giallo, quello della serotonina, sono elencati alcuni sintomi tipici della depressione. I sintomi depressivi correlati al sistema della serotonina sono:

  • Tristezza
  • Inappetenza o appetito eccessivo
  • Senso di colpa
  • Sensazione di non valere, sentirsi inutili
  • Ideazioni suicide
  • Irritabilità
Neuron, Volume 107. Luglio 2020

Tutti questi vissuti psichici sono collegati a determinati fattori immunitari. I sistemi di neurotrasmissione si influenzano reciprocamente. Nella zona centrale dell’illustrazione si sovrappongono stati mentali depressivi associati all’attività del glutammato, dopamina, serotonina e noradrenalina, quali:

  • mancanza di piacere (anedonia)
  • Rallentamento psicomotorio
  • Disturbi del sonno
  • Umore

A loro volta, questi stati mentali sono stati correlati a fattori immunitari. La dopamina guida la nostra motivazione, il nostro sistema di ricompensa così come la nostra tendenza alla socializzazione o all’isolamento. La noradrenalina regola gli stati di eccitazione corporei (e quindi i livelli di energia) e le alterazioni di tutti i neurotrasmettitori citati possono causare stati d’ansia.

L’infiammazione cronica

Gli stati infiammatori sono la conseguenza dell’attivazione del sistema immunitario a seguito di lesioni, infezioni o irritazioni. Molti fattori immunitari sono attivi in ogni momento della nostra vita, non solo in caso di minaccia, la loro attività è necessaria per mantenere uno stato di equilibrio dell’organismo. È la disregolazione di questa attività basale che è correlata a diversi disturbi psichiatrici, compresa la depressione (Murphy, 2012).

Gli effetti dell’infiammazione cronica sono associati alle citochine (molecole prodotte dal sistema immunitario, che agiscono su diversi organi bersaglio tra cui anche il cervello). Esistono due grandi famiglie di citochine: pro-infiammatorie e anti-infiammatorie. Mentre le citochine anti-infiammatorie (per esempio, IL-4, IL-10, IL-13) diminuiscono la risposta del sistema immunitario, le citochine pro-infiammatorie (per esempio, IL1, IL-6 o TNF), aumentano l’attività del sistema immunitario, innescano infiammazioni.

Nei soggetti depressi e ancora di più, nelle persone con depressione mascherata*, è stato evidenziato un livello più elevato di citochine. Nell’illustrazione in alto si legge spesso la sigla TNF. Questa molecole promuove l’infiammazione e l’attivazione endoteliale (l’endotelio è il tessuto che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni, da qui la correlazione tra depressione e malattie cardiovascolari).

*La depressione mascherata è un disturbo in cui i sintomi depressivi si manifestano in modo subdolo e non palese. Possono esserci disturbi paradossali come la tendenza alla produttività, l’efficienza a ogni costo e forti somatizzazioni come stanchezza cronica e affaticabilità. Si tratta di un disturbo molto dibattuto perché di difficile diagnosi, si pensi che è stato eliminato dall’ultima versione del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). Per tutte le informazioni sulla sintomatologia: depressione mascherata.

Disturbi gastrointestinali

Molte citochine presenti nello schema (per esempio IL-13) esercitano un effetto sull’epitelio intestinale. Per semplificare, ti ricordo che stati di infiammazione del lume intestinale (la parete interna dell’intestino) sono associati a «malattie funzionali» come la sindrome del colon irritabile, problemi di assorbimento e diversi disfunzioni del tratto digerente.

Correlazioni con il tumore

Uno studio condotto tra il 1994 e il 2008 su 165.000 persone di età adulta, ha evidenziato che il disagio psicologico potrebbe essere correlato a determinati tipi di tumore, come il cancro dell’intestino, tumore alla prostata, al pancreas, all’esofago e alla leucemia. Lo studio ha coinvolto il dipartimento di ricerca dell’University College of London, dell’Università di Edimburgo e dell’Università di Sydney ed è stato pubblicato sull’autorevole British Medical Journal.

Quale cura?

Premessa doverosa. Nota Bene: le forme cliniche e subcliniche di depressione dovrebbero essere sempre trattate con la dovuta accortezza e con l’ausilio di psicoterapeuti e psichiatri.

Prestare attenzione al proprio benessere psicologico dovrebbe essere prioritario. Ecco finalmente una buona notizia. La ricerca ha dimostrato che l’attività fisica tende a regolare e mitigare le alterazioni dei sistemi neurotrasmettitoriali associati alla depressione. Per una persona depressa non è affatto semplice fare esercizio fisico, questa potrebbe essere una bella sfida, da porsi in modo piacevole, una prima forma di cura da dedicare a se stessi, senza strafare.

La ricerca dimostra che l’esercizio fisico, moderato ma costante, riesce ad avere un impatto tale sul sistema nervoso centrale da poter essere preso in considerazione come un trattamento efficace per la depressione (Gujral et al., 2017).

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A cura di Anna De Simone, psicologo – esperto in neuropsicobiologia
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