Nello stomaco sentiamo le farfalle, ma cosa accade nella nostra testa quando siamo felici? Ciascuno di noi è alla costante ricerca della felicità, e lo psicologo ed umanista Abraham Maslow ha persino proposto una Gerarchia dei Bisogni , una piramide che racchiude dalla base all’apice le esigenze a cui ciascuno di noi si appella nell’arco della vita. La felicità, in questo modello, rappresenta il risultato dell’appagamento di ciascuno di questi bisogni.
Secondo le neuroscienze odierne, la felicità ed altre esperienze emozionali sono il risultato di reazioni elettrochimiche che avvengono nel cervello in risposta ad uno stimolo. Questa teoria molecolare è da tempo sostenuta da uno dei padri della struttura molecolare del DNA, lo scienziato Francis Crick.
Nella sua Astonishing hypothesis, sulla ricerca scientifica dell’Anima, afferma che “tu, le tue gioie e dolori, i tuoi ricordi e ambizioni, il tuo senso di identità personale e del tuo libero arbitrio, sono in realtà non più che il comportamento di un vasto assemblaggio di cellule nervose e dei loro neuroni associati”
La chimica della felicità
Se a livello emotivo descrivere la felicità è molto complesso, a livello chimico invece possiamo definirla come un mix di:
- dopamina – neurotrasmettitore prodotto dal cervello che influenza il nostro comportamento, l’umore e la motivazione ed è utilizzata per contrastare la depressione
- ossitocina – l’ormone dell’amore, rilasciato durante gli orgasmi e l’allattamento, dona un senso di benessere
- serotonina – neurotrasmettitore prodotto dal cervello e dall’intestino che regola l’umore e l’appetito e viene utilizzato contro la depressione
- endorfine – sostanze prodotte dal cervello simili all’oppio che procurano euforia.
Per la prima volta un team di ricercatori ha “filmato” in sequenza come si attiva il cervello quando è stimolato dalla serotonina, la cosiddetta “molecola della felicità”. Lo studio, pubblicato sulla rivista Cell Reports, è frutto della collaborazione tra il gruppo di ricerca guidato da Alessandro Gozzi del Center for Neuroscience and Cognitive System dell’Istituto Italiano di Tecnologia (CNCS – IIT di Rovereto) e quello di Massimo Pasqualetti del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa.
“Il funzionamento del cervello si basa su un’estesa rete di comunicazione tra neuroni appartenenti a regioni diverse. Capire con quali regioni cerebrali comunica una specifica popolazione neuronale è di fondamentale importanza, soprattutto se quella popolazione neuronale è implicata in molteplici disturbi neurologici e psichiatrici.
Nel caso della serotonina, i ricercatori hanno potuto osservare che questa specifica popolazione di neuroni attiva tutti i distretti del cervello, ma non nello stesso momento. Le prime regioni ad essere interessate sono ad esempio l’ippocampo e la corteccia cerebrale, non a caso due aree deputate a regolare il comportamento emotivo.
Queste scoperte contribuiscono a svelare il meccanismo della neurotrasmissione serotoninergica aprono la strada ad una maggiore comprensione, e quindi a possibili nuove cure, di importanti patologie neuropsichiatriche quali ansia, depressione, schizofrenia e autismo”.
La scoperta è stata possibile grazie ad una metodologia innovativa nata dalla combinazione di due tecniche. Grazie alla chemogenetica gli scienziati hanno agito su un modello animale in cui, attraverso la somministrazione di un farmaco, hanno attivato selettivamente i neuroni che producono serotonina; quindi attraverso la risonanza magnetica funzionale, hanno “filmato” in tempo reale le regioni cerebrali che si accendevano.
La ricerca nel dettaglio
Per catturare pochi secondi di felicità ci sono voluti però anni di lavoro. “Ben quattro” spiega il professor Pasqualetti raccontando l’esperimento riuscito grazie alla creazione di modelli genetici modificati. E’ sul cervello del topo, l’animale la cui struttura è più simile a quella umana, che gli studiosi hanno potuto osservare e registrare le reazioni. “La genetica molecolare ci permette di studiare le risposte comportamentali, ricreando le condizioni esistenti in natura per comprenderne i meccanismi“.
Il lavoro è stato svolto su due binari
Da una parte la chemogenetica per lo sviluppo di un modello animale in cui, attraverso la somministrazione di un farmaco, sono stati attivati selettivamente i neuroni che producono serotonina. In una fase successiva, la ricerca ha potuto imboccare il secondo binario: l’osservazione delle reazioni intracellulari con la risonanza magnetica funzionale.
“Solo grazie alla combinazione delle due tecniche – prosegue Pasqualetti – abbiamo potuto vedere, nel dettaglio e minuto per minuto, che questa specifica popolazione di neuroni attiva tutti i distretti del cervello, ma non nello stesso momento”.
In particolare, lo studio è basato sulla scansione temporale che rivela la quantità di sangue raggiunta in un dato distretto cerebrale. Così l’occhio umano ha potuto finalmente vedere, sulle cavie in stato di sedazione, dove i neuroni del cervello hanno lavorato di più.
“Le aree che si sono accese in una manciata di secondi sono l’ippocampo e la corteccia cerebrale, – spiega il professore – non a caso le due regioni deputate a regolare il comportamento emotivo. Proprio le due strutture cerebrali che mostrano deficit funzionali nel caso di patologie neuropsichiatriche come la depressione”.
Le scoperte che contribuiscono a svelare il meccanismo della neurotrasmissione serotoninergica aprono la strada a una maggiore comprensione e quindi a possibili nuove cure, di importanti patologie come l’ansia, la schizofrenia e l’autismo.
E intanto cosa possiamo fare per aumentare le nostre gratificazioni?
Aristotele ha scritto che “la felicità è la conseguenza di un atto”, cioè è il risultato non di fortuna, ma di utilizzare al meglio le tutte le opportunità che incontriamo nella nostra vita”. La corteccia prefrontale, che abbiamo visto essere l’area del cervello che impara come ottenere gratificazioni da un preciso comportamento, potrebbe essere addestrata per sopprimere le emozioni negative e renderle, quindi, più felici?
L’idea di poter avere gli strumenti per poterla aumentare, manipolare e conquistare non passa di certo inesplorata. Si può far leva, quindi, sulla molecola della felicità, la dopamina, aumentando i suoi livelli nel corpo attraverso i sensi, inclusa la stimolazione musicale.
È possibile raggiungere la felicità attraverso l’auto-controllo, applicando tecniche di meditazione e rilassamento orientali che ci permettano di aumentare le emozioni positive e controllare gli impulsi negativi.
Secondo studi di neuroimaging, infatti, la meditazione porta a un aumento dell’attività della corteccia prefrontale sinistra, legata alle emozioni positive, e una diminuzione del coinvolgimento della corteccia parietale nella percezione della nostra posizione nello spazio, riconducendoci così più vicino all’IO interiore.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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