Una delle ragioni per cui non abbiamo abbastanza equilibrio nella nostra vita è perché la cura di noi stessi viene molto spesso tagliata fuori dai nostri programmi. La paura di non raggiungere l’obiettivo è una delle leve più forti che alimenta l’abitudine a procrastinare. Rimandare, tutto sommato è fonte di certezza. Non fai, non agisci, dunque resti dove sei, in quella che i più preparati definiscono “zona di comfort”. Resti, sostanzialmente, in quello che conosci, in quella situazione di cui comprendi pregi e difetti e che magari vivi da tempo in modo totalmente insoddisfacente ma che alla fine, in fondo, ti sta bene così perché…..la conosci! Perché non è carica di ignoto e quindi non nasconde insidie.
È la tua “zona sicurezza”, il nido in cui vai a rifugiarti alla sera ripensando alla tua giornata non troppo bella, ma anche non troppo brutta, insomma la classica “giornata media” che passa oggi e tornerà domani, quando ancora troverai un’altra scusa per rimandare.
Quante volte abbiamo ascoltato o pronunciato il detto “Sbagliando si impara!”
Eppure culturalmente siamo soliti attribuire all’errore una valenza negativa. La paura di sbagliare fa indietreggiare ai primi ostacoli e porta a demordere a prescindere, poiché il terrore del fallimento supera, almeno apparentemente, la possibilità di riuscire. Visto che sarebbe doloroso questo fallimento, il piacere dell’eventuale successo passa in secondo piano.
Quindi, tendiamo a rimandare ogni cosa: “la dieta a partire da lunedì, l’esame quando sarò più preparato, un nuovo lavoro quando avrò più soldi” … e intanto il tempo scorre e la frustrazione aumenta di giorno in giorno.
Rimandiamo un esame perché non siamo preparato? No, rimandiamo un esame perché sostenerlo equivale ad affrontare una prova e questo può tradursi in un fallimento. Rimandiamo la decisione di cambiare lavoro perché non abbiamo la possibilità di rinunciare alla nostra attuale paga? No, rimandiamo il cambiamento perché farlo può significare barattare il nostro bisogno di sicurezza con la libertà e questo ci spaventa un bel po’.
Ed è ancora peggio quando decidiamo di rinunciare in partenza! Diventiamo abili sabotatori nel raccontarci di non essere all’altezza, di non essere fisicamente attraenti, di non poter fare diversamente e così rimaniamo ancorati a un lavoro che non amiamo ma che non abbiamo il coraggio di cambiare, a una relazione divenuta solo una semplice compagnia (nel migliore dei casi) ma che temiamo di interrompere …
Perché è difficile reagire?
C’è sempre un motivo dietro ogni comportamento, scelta, emozione, parola, gesto. E vale lo stesso anche quando non facciamo proprio nulla e rimandiamo soltanto.
Dobbiamo considerare che il nostro cervello, soprattutto quell’area speciale collegata alle emozioni e agli affetti, è estremamente restio ai cambiamenti. È quindi normale dire a se stessi “cerca di resistere ancora un po’, “chissà, le cose forse miglioreranno”. Se però con il passare del tempo non cambia nulla e la sensazione di infelicità resta immutata, è tempo di dire a se stessi “merito di meglio.”
Non importa se….c’è sempre tempo per reagire
Non importa se certe cose non le abbiamo imparate prima; tutto si può imparare nella vita! Non importa quanti anni abbiamo; non è un caso se la vita ci ha messo di fronte a un cambiamento proprio ora … prima forse non saremmo stati pronti o forse c’è qualcosa che dobbiamo imparare ora. Non importa se abbiamo vissuto tanti anni in funzione dei figli e ci ritroviamo oggi a dover ricominciare a vivere, non c’è nulla di male, anzi…
E non importa se si è conclusa una storia d’amore con una persona che pensavamo fosse la persona della nostra vita. Meglio una sana solitudine ad una falsa presenza vicina. La prima ci dà la possibilità di avere un futuro, la seconda, ci tiene prigionieri
Non è mai troppo tardi per meritare di più
Analizziamo, per un istante, la parola “tardi”. È tardi quando abbiamo un appuntamento fissato a una data ora e, per qualsiasi motivo, non siamo arrivati in tempo oppure è tardi quando dimentichiamo il fornello e si brucia la cena.
Due semplici esempi per indicare un aspetto essenziale: quando è tardi, non c’è modo per tornare indietro; per quanto ci sforziamo, la cena ormai ha passato il punto di cottura e non siamo arrivati puntuali al nostro appuntamento. Quando, invece, si parla dell’intera vita di una persona e soprattutto di ricerca della felicità, la parola “tardi” non esiste, non è applicabile. È sempre un buon momento per lottare e conquistare il meritato benessere.
Il fattore “paura”
È la paura la barriera che, in molte occasioni, ci impedisce di costruire la nostra felicità o, per lo meno, di raggiungere quello che sogniamo, ma che si trova qualche passo oltre la nostra zona di confort. Una cosa che facciamo di solito, senza esserne del tutto coscienti, è camuffare la paura con la rassegnazione, con pensieri come “è quello che ho a disposizione, che devo sopportare; se lo lascio, probabilmente starò ancora peggio”.
Siamo talmente abituati a camuffare la paura, da restarne intrappolati, perché ci siamo rassegnati. Troppo facile dire: “devo essere una persona meno insicura”. No, perché spesso non abbiamo tutti le stesse caratteristiche e molti di noi, tutta questa spavalderia non ce l’ha. Ma alla fine va bene così, basta saperci convivere e fare della propria insicurezza un punto di forza.
La paura va intesa per quello che è in realtà: un’emozione che ci mette in allerta quando ci troviamo di fronte ad un pericolo. È un errore nascondere o non ascoltare questo istinto naturale: occorre capirlo, elaborarlo e, infine, agire nel modo più adeguato. Non dobbiamo “avere paura della paura”: è importante imparare ad ascoltarla, perché è un chiaro segnale di inquietudine e di malessere interiore. E la soluzione sta nell’agire. Non possiamo aspettare che gli altri ci diano ciò che ci aspettiamo dalla vita.
E anche se non sappiamo cosa ci aspetterà, quando decidiamo di fare un grande passo, sicuramente quel cambiamento farà sì che diverse cose restino alle spalle. E si alimenterà la speranza che solo il nuovo sa regalare. Se quel lato positivo che fino ad ora abbiamo spinto in basso, riuscirà a risalire, allora avremo capito che davvero, possiamo meritare molto di più.
Il momento migliore è ORA
Abbiamo detto che la parola tardi non si può applicare alla felicità o alla ricerca del benessere. Sappiamo anche che la paura è un segnale d’allarme che ci avvisa quando non stiamo bene, quando la nostra situazione è intollerabile. E allora, perché non reagiamo? Il semplice fatto di razionalizzare la paura, di mettere da parte gli atteggiamenti limitanti e le insicurezze ci permetterà di liberarci di tutte quelle corazze chi ci impediscono di avanzare come persone.
È possibile che in questo momento stai vivendo una fase complicata della tua vita: lavoro, famiglia, amore, insoddisfazioni personali. A volte, piccoli cambiamenti portano a grandi risultati. Per questo motivo, dobbiamo trovare una soluzione a queste difficoltà, queste matasse intricate che ci soffocano, che ci rubano energia e ottimismo.
La soluzione sta, in molti casi, proprio nell’agire: superare la linea della paura, la zona di confort, l’immobilità e, soprattutto, dimenticare pensieri come “il mio treno è già passato” oppure “ormai per me è troppo tardi” Il nostro momento migliore è ora. Ieri è già passato, domani non è stato ancora scritto, quindi.. perché non provarci?
Il piacere di fare il grande passo
La paura ci accompagna sempre, soprattutto quando decidiamo di fare il grande passo, quel cambiamento che lascerà un bel po’ di cose alle nostre spalle. Non sappiamo quello che troveremo o se quello che facciamo avrà un buon esito. La paura sarà un compagno inseparabile. Tuttavia, in questo caso, si tratta di un timore emozionante e pieno di speranza, perché è tutto nuovo e perché cominciamo finalmente a reggere il timone della nostra vita. Fare il grande passo è un’esperienza che arricchisce. Non è mai troppo tardi.
Ognuno di noi merita il meglio, in ogni istante, in ogni momento della nostra vita. Invece di aspettare che siano gli altri ad offrircelo, vale la pena conquistarlo con le nostre forze.
Si parla molto di quanto non si ha abbastanza, di quanto si desidera di più o di diverso e questo è l’infelicità, è vedere il cielo sempre grigio di nuvole, è fare calcoli continui sulla propria vita, è preoccuparsi e lamentarsi, è chiudersi agli altri, è chiedersi continuamente “sarò all’altezza? C’è un solo trucco, immergiti completamente nell’azione, cercando di godertela, di essere interamente in quello che stai facendo. Non avrai più tempo per pensieri inutili. Le cose capitano quando capitano.
Se ancora stai leggendo questo articolo, forse hai davvero voglia di rinegoziare le tue scelte di vita. Mettiti in gioco, sbaglia quanto vuoi, ma non raccontarti delle bugie. Eh sì, perché la vita è una scelta. Riguarda se vivere o non vivere una vita significativa e di valore. Dichiara “sono pronto!” e prendi la decisione che da questo momento cambierà in meglio la tua vita.
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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