Cosa puoi fare per iniziare a vivere la vita che meriti

| |

Author Details
Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Il dolore emotivo è una realtà universale che ogni individuo sperimenta durante la vita. È una risposta naturale a eventi dolorosi, stressanti o traumatici. Mentre il dolore fisico è visibile e tangibile, il dolore emotivo può essere altrettanto intenso ma più difficile da comprendere e gestire.Forse a qualcuno capita di passare molto tempo nel passato, vivendo di rimpianti, magari ricordando periodi felici di una vita passata che non tornerà più. Oppure capita di confrontarsi con gli altri. Gli altri sembrano vivere così felici e soddisfatti mentre noi? Siamo fermi e bloccati dal nostro dolore. Ad alcuni capita infine di chiedersi il perchè di tanto dolore, di pensare che la vita sia ingiusta, o pensare di essere sfortunati.

Il dolore può fare tante cose

Può renderti più impulsivo o più riflessivo, più arrabbiato o più paziente, può renderti più cinico o più compassionevole, più indifferente o più sensibile, più superficiale o più profondo, più diffidente o più fiducioso (…). Già, come hai intuito, il dolore può modellarti in tanti modi e fare di te tante cose ma, per quanto triste sia ciò che ti è capitato, in nessun caso ti dà più diritti degli altri e, in nessun caso, dovresti smettere di lottare per conquistare un destino migliore.

La vita può essere molto ingiusta, talvolta addirittura crudele, ma non per questo puoi scaricare il tuo dolore sugli altri e, non per questo devi rinunciare alla tua fetta di felicità. La sofferenza non svanisce con la rabbia, le accuse, il rancore o le critiche. Il dolore necessita di essere vissuto, compreso, attraversato, consolato e poi lasciato andare. La sofferenza, quando non vissuta fino in fondo, può trasformarsi in rabbia, frustrazione e voglia di rivalsa. È assecondando queste “emozioni di superficie” che ti condanni a infelicità certa. Quando qualcosa di irreparabile e tragico si verifica, hai il sacrosanto dovere, verso te stesso, di adoperarti per guarire, riflettere e agire. Guarire dal dolore, guarire dal passato, non significa tornare indietro nel tempo o recuperare il bene perduto. Guarire significa imparare ad andare avanti tentando di cogliere ciò che di bello ancora può riservarti la vita.

Ricorda che puoi raccogliere solo ciò che credi possibile, quindi se parti prevenuto, sei già sconfitto. Se lavori su fiducia e apertura, e perseveri con coraggio, sei già a metà strada! La vita non è come il golf in cui ti regalano dei punti extra se parti svantaggiato, nella vita non esiste una corsia preferenziale per chi ha sofferto tanto. Quella corsia, però, puoi costruirtela da solo. Puoi farcela. Non costruirti altra malasorte solo perché, nel tuo passato, sei stato realmente sventurato. Guarisci dal tuo passato e inizia a vivere per davvero. Sii l’eroe di te stesso. Salvati!

Salvati dal tuo passato

Possiamo ripartire dal nostro dolore per coltivare sicurezza, fiducia, apertura, compassione, la giusta dose di pazienza e la misura opportuna di sensibilità. Ma come si fa tutto questo? Innanzitutto si parte con l’accettazione e, di conseguenza, la regolazione emotiva, due temi fondamentali in psicologia ma troppo sottovalutati. È difficile accettarsi (e accettare in pieno le proprie emozioni, così da poterle regolare) perché nel nostro passato abbiamo avuto esperienze che ci hanno insegnato ad alienarci, a invalidarci.

L’invalidazione comunica chiaramente che i tuoi stati d’animo, i tuoi pensieri e le tue azioni non hanno senso, sono stupidi, inadeguati o eccessivi, che non valgono l’interesse, il rispetto e che quindi, non meritino un tempo e uno spazio. Eppure tu meriti un tempo e uno spazio, inizia a ritagliarti un tempo e uno spazio per prenderti cura di te.

1. Non rimuginare, rifletti!

Emozioni e pensieri sono intrinsecamente connessi. Le tue emozioni condizionano i tuoi pensieri e, i tuoi pensieri, condizionano le tue emozioni. Capirai che da questa interdipendenza possono nascere potenti circoli viziosi o… virtuosi. Già, perché si può sentire pensare anche consapevolmente. Troppo spesso lasciamo la mente vagare per conto suo, cosicché i nostri pensieri e le nostre emozioni divengono un riflesso incondizionato di una moltitudine di fattori che sfuggono alla nostra consapevolezza. Se invece impariamo a riflettere davvero, le emozioni che proviamo inizieranno ad avere più senso e, nel giro di poco, anche i pensieri diventeranno meno rumorosi.

La nostra mente non deve necessariamente essere un luogo caotico in cui vivere, può essere molto sgombra e focalizzata ai tuoi obiettivi, primo tra tutti, il tuo benessere! Da dove iniziare? Inizia migliorando quei pensieri disfunzionali, figli di una forte invalidazione passata. Se, in preda all’angoscia dei fallimenti ti interroghi: «Cosa c’è che non va in me?» prova invece a chiederti «Cosa è successo? Cosa mi ha fatto provare questo dolore? Cosa mi ha impedito di…?». Rifletti prima di rispondere, non alimentare il circolo dell’autoalienazione, ovvero, non dare risposte che non sono vere motivazioni. Chi, in passato, è stato invalidato, più che rispondersi tende a darsi delle condanne. Beh, rifletti e sii benevolo. Risponditi come farebbe il tuo migliore avvocato difensore.

2. Cura la tua sensibilità

Il riflettere (e non rimuginare!) cognitivamente sulle tue emozioni, il ragionarci sopra trasformando le emozioni in parole, può aiutarti a diminuire l’intensità dei tuoi carichi negativi. Se anche tu fai parte della schiera delle persone «mooolto sensibili», sappi che questi primi due punti ti daranno modo di dosare in modo opportuno le tue emozioni. Uno studio* con risonanza magnetica funzionale, ha scoperto che chi riesce a esprimere con parole le proprie emozioni, assegnando una spiegazione al vissuto emotivo, riesce ad attivare aree del cervello che rallentano l’escalation emotiva.

Ciò significa meno scatti d’ira, meno paura, ansia, evitamenti, procrastinazione…! Un bel traguardo. *Lo studio citato: Affect Labeling Disrupts Amygdala Activity in Response to Affective Stimuli, 2007, M. Lieberman et al. Ecco alcune domande che possono aiutarti a riflettere e possono fare la differenza, soprattutto se le usi in sostituzione con le classiche frasi auto-invalidanti (sono un buono a nulla! etc.). 

  • Perché penso questo? Mi sto forse auto-invalidando?
  • Quali prove supportano questi pensieri?
  • Sono “prove vere” o è sempre il frutto della mia auto-invalidazione?
  • Mi sto forse comportando come un giudice troppo severo?
  • In quale altro modo posso pensare a questa situazione?
  • Cosa vuole dirmi questa emozione?
  • Questa emozione mi sta aiutando? Forse, tanto tempo fa, mi ha aiutata in qualche modo?
  • Ho bisogno di ricordare a me stesso che le emozioni sono stati passeggeri.
  • Quando è stata l’ultima volta che non mi sono sentito così?

3. Libera la mente

Quando proprio non riesci a fare il punto della situazione nella tua mente e i tuoi pensieri fanno così rumore da impedirti anche di cimentarti in un’attività piacevole, libera la tua mente… tenendola impegnata! Cimentati in qualcosa di impegnativo come il colorare un libro di illustrazioni! Questa attività è meccanica ma non troppo, richiede attenzioni per non “uscire dai bordi”. Magari colora ascoltando il silenzio. Se metti la musica, ascolta musica nuova e non sempre le stesse canzoni che con molte probabilità sono associate a ricordi. Ecco, parliamo dei tuoi ricordi. Sai che puoi usarli per sentirti meglio?

4. Usa i tuoi ricordi

Ricordare è un termine molto suggestivo, deriva dal latino «recordari» e significa «riportare al cuore». Quando ricordi, riporti al tuo cuore qualcosa di te. Nella tua vita quotidiana, cosa richiami al tuo cuore? Ecco, prova a riflettere sui contenuti passati che riproponi alla tua mente. Quando ricordi il tuo passato, lo fai per soffermarti su ricordi piacevoli o spiacevoli? Il contenuto di ciò che riporti al cuore, parla dei tuoi successi o dei tuoi fallimenti? Parla di abbandoni o conquiste? Senso di uguaglianza e stima o inadeguatezza e inferiorità? Se nel bel mezzo del nulla provi vergogna per un episodio di 5 anni fa, ecco, ti stai invalidando! Ti stai facendo sopraffare dal dolore, ti stai allontanando dalla guarigione.

La tua tendenza a ricordare il passato può svelarti il modo in cui tu ti approcci al presente e al futuro. Per esempio, se la tua mente tende a richiamare spesso figuracce, soffermarsi sui fallimenti e sulle ingiustizie subite, probabilmente anche quanto ti proietti al futuro non lo fai con serenità. La tua mente, nel presente, può rimuginare sugli imprevisti del futuro, sulle preoccupazioni, su cosa andrà storto, sulle ingiustizie che potrai subire (…). Già, perché il modo in cui tu ricordi il tuo passato si riflette sul modo in cui tu pensi e ti proietti al futuro. Ecco come si scandisce il tuo destino: lo costruisci tu pensiero dopo pensiero, o peggio, timore dopo timore. Questa non è stregoneria, ma è l’effetto Rosenthal o della profezia che si autoavvera.

Se sei insicuro, ingabbiato nel dolore (a causa dei tuoi vissuti passati) ti traccerai involontariamente una traiettoria fatta di altra sofferenza, altra instabilità e insicurezza. Quando finisci per ricordare qualcosa di brutto del tuo passato, ostinati a scavare nei tuoi ricordi per sostituirla con qualcosa di bello. Ricordi l’ultima volta che ti sei sentito soddisfatto di te? Ecco, ripensa a quella sensazione, tu sei quella stessa persona.

5. Dedicati a ciò che può darti sollievo

Fai una lista delle cose che ami è ricordati di dedicarci del tempo su base quotidiana. È giusto voler essere efficienti, laboriosi… ma è ancor più giusto prendersi cura di sé. Se la tua identità stenta ad affermarsi e ti senti spesso insicuro, ricorda di coltivarla.

Pensare attivamente a cose che ti portano gioia (incentrate sul piacere personale, che non devono essere condivise con altri!) allena la tua mente a ricercare ciò che può soddisfare i tuoi bisogni a lungo termine. Quindi cosa aspetti? Richiama le attività che ti piace svolgere, non deve essere nulla di monumentale, anche piccole gioie che ti danno piacere, piccole quanto una tazzina di caffè!

Esigiamo da noi grandi cose, enormi imprese e grandi conquiste, tanto che dimentichiamo l’importanza delle piccole cose

Partire dalle piccole cose, provare e riprovare, concedersi sempre un’altra opportunità e soprattutto imparare a concederci lo spazio che fino a oggi ci è stato negato. È questo il mezzo che abbiamo per rinascere e guarire dal passato. A molti di noi non è mai stato concesso lo spazio di cui avevamo bisogno per poter allargare le spalle con fierezza, è arrivato il momento di prendercelo da soli. Non abbiamo bisogno di conquistarcelo perché già ci spetta per diritto.Se vuoi diventare davvero la migliore versione di te stesso, ti consiglio di leggere il libro di psicologia e self-help: «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» (disponibile a questo indirizzo Amazon e in tutte le librerie d’Italia), accumulerai un mucchio di consapevolezze su chi sei e cosa puoi fare per te stesso, per uscire dall’empasse e vivere meglio. Se il ristagno in cui ti trovi riguarda la sfera sentimentale e senti che il tuo scoglio più pesante è l’insoddisfazione dei legami che stringi e la mancata autonomia, allora puoi trovare gli strumenti che ti servono leggendo il manuale di psicologia «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce». Anche questo disponibile su amazon e in tutte le librerie.

Nota bene: se ti interessano le dinamiche psichiche che governano la nostra vita, noi di Psicoadvisor stiamo facendo un tour di incontri in tutte le librerie e biblioteche d’Italia. L’accesso è gratuito. Ti segnalo alcune delle date:

  • 29 settembre (ore 18:30), LaFeltrinelli (cc GreenPea), Torino
  • 5 ottobre (ore 17:30), Libreria Rinascita (p.zza Roma), Ascoli Piceno
  • 12 ottobre (ore h.18), LaFeltrinelli (p.zza dei Martiri), Napoli
  • 21 ottobre (ore h.11), Biblioteca Malatestiana, Cesena
  • 27 ottobre (ore h.18:30), Libreria Libraccio (via Nazionale), Roma
  • Le date di novembre e dicembre saranno proposte sui nostri canali social

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirmi su Instagram:  @annadesimonepsi e su Facebook fb.com/annadesimonepsi
Puoi seguire le pagine ufficiali di Psicoadvisor su Facebook: sulla fb.com/Psicoadvisor e su Instagram @Psicoadvisor