Cosa succede al tuo corpo quando soffri per amore

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor
“Il peggior modo di sentire la mancanza di qualcuno è esserci seduto accanto e sapere che non l’avrai mai.” Gabriel García Márquez

Nulla è tanto importante come conoscere l’amore e imparare ad amare. La capacità di amare è troppo spesso lasciata al caso, data per scontata… ma in realtà bisogna imparare ad amare proprio come impariamo a leggere o a scrivere. Innamorarsi, provare sentimenti ed emozionarsi è positivo… Il problema sorge quando ci si imbatte in relazioni insane, che fanno solo soffrire, perché l’amore s’intreccia con la dipendenza affettiva o con la necessità di soddisfare vecchi bisogni insoddisfatti e curare ferite del nostro passato. Può essere facile e veloce innamorarsi.Tuttavia, può essere altrettanto facile anche cadere in vere trappole affettive, che ci offuscano la mente.  Di conseguenza, diventa difficile capire che abbiamo una relazione problematica e probabilmente che ci siamo innamorati della persona sbagliata o comunque non adatta a noi.

Quando abbiamo la tendenza a costruire rapporti complicati o basati su bisogni insoddisfatti, forse dovremmo analizzare la nostra capacità di costruire relazioni affettive mature. Possono esserci carenze affettive infantili che riaffiorano e ancora condizionano la nostra vita oppure una più “banale” bassa autostima che ci porta inconsciamente ad innamorarci di persone che, già in partenza, non possono ricambiare il nostro sentimento.

In pratica ci possiamo innamorare di chi ci rifiuta o di chi certamente non è in grado di ricambiare il nostro amore con la medesima intensità. Chi non ha sofferto per amore? Di certo innamorarsi della persona sbagliata o vivere un amore non corrisposto non è una cosa così rara, anzi.

Chi non riesce a gestire la fine di una relazione o un dolore amoroso, può incorrere in pensieri distruttivi come: “Ho chiuso con l’amore, non voglio più soffrire” Per diverse persone una relazione sentimentale diventa inevitabilmente un’esperienza ripetitiva e devastante.

Pene d’amore e conseguenze sul nostro organismo

E non solo dal punto di vista affettivo ma anche per le conseguenze che le pene d’amore hanno sul nostro fisico. La sofferenza amorosa, infatti, coinvolge potentemente anche il nostro organismo con una serie di sensazioni tipiche: mal di stomaco, insonnia, crisi di ansia, attacchi di panico, inappetenza, mal di testa, senso di vuoto…..

Ti sembra insolito? Se al primo appuntamento hai sperimentato quella sensazione tanto viscerale delle “farfalle allo stomaco”, perché l’amore o i conflitti di coppia, nella stessa misura, non potrebbero causare effetti fisici meno piacevoli? Anche nausea o attacchi di fame si possono aggiungere all’elenco.

Le delusioni d’amore fanno male all’anima e al corpo

Chi pensa che le pene d’amore si limitano ad un dolore dell’anima si sbaglia di grosso. La verità è che essere lasciati, soffrire per amore, tormentarsi per chi ci ha ferito e deluso, fa male sul serio, anche al resto dell’organismo! A cosa assomigliano le pene d’amore? Come ci si sente, dentro e fuori? Cosa si scatena nel nostro cervello quando soffriamo per amore?

Il dispiacere causato dalla fine di una relazione importante è un lutto che pesa sul corpo in modo significativo

Nel nostro cervello, le sensazioni provocate dall’innamoramento vanno ad attivare alcune aree situate nel tronco encefalico, nella stessa zona in cui si collocano alcuni degli istinti vitali legati alla sopravvivenza. Si sa da tempo che le zone del cervello che si attivano quando ci si innamora o si sperimenta l’orgasmo sono quelle della cosiddetta area tegmentale ventrale, la stessa che si accende quando si assumono droghe come la cocaina.

In pratica, quando si troviamo davanti alla persona amata ci comportiamo come dei tossicodipendenti. Quando il rapporto si conclude entriamo in una sorta di stato di astinenza, in cui il desiderio dell’altro si riaccende anche solo al vedere una sua foto o un post pubblicato sui social.

Inoltre, il fatto di soffrire per amore attiva le stesse aree del cervello che si accendono quando si soffre per un dolore fisico, tant’è vero che si avverte un dolore localizzato simile a quello del cuore che si spezza. Questo avviene perché il sistema nervoso centrale elabora nello stesso modo il dolore fisico e quello psicologico.

Oltre a somatizzare l’ansia e il dispiacere attraverso i comuni sintomi che tutti abbiamo sperimentato almeno qualche volta nella vita, il dispiacere amoroso può causare un calo immunitario e far aumentare la produzione di ormoni dello stress nocivi per la salute del muscolo cardiaco.

Oltre al calo immunitario si può incorrere anche in altri problemi: nel sangue aumentano i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, causa di insonnia, inappetenza e senso generale di debolezza. Un forte stress può anche determinare un indebolimento dei capelli, con conseguente caduta (per fortuna temporanea).

Amore malato e psicosomatica

Con un amore malato, compaiono dermatiti, sfoghi cutanei, asma e patologie intestinali. E le manifestazioni allergiche si acuiscono, segnalando che il corpo rifiuta di essere contaminato da un modo d’amare che nuoce alla salute.

L’espressione “rimanere scottati in amore” non sembra tanto metaforica. Infatti,  la sofferenza amorosa può essere paragonata ad una bevanda bollente che ci cade addosso e ci ustiona la pelle. E’ questo che proviamo quando veniamo lasciati dal partner.

Esiste anche una patologia specifica, nota come “sindrome del cuore spezzato

In termini scientifici è definita “cardiomiopatia di Tako-tsubo”), per fortuna piuttosto rara, che può portare anche alla morte. E noi donne abbiamo la peggio quando soffriamo per amore: possiamo essere colpite dai sintomi del mal d’amore sette volte più di quanto non accada ai maschietti! E anche la sindrome del cuore spezzato è quasi prevalentemente femminile.

Non si tratta solo di maggiore fragilità o di emotività più spiccata delle donne: gli uomini hanno infatti un numero maggiore di recettori di adrenalina rispetto alle persone di sesso femminile, motivo per cui sono in grado di gestire meglio lo stress e l’ondata chimica che esso rilascia.

Come si affronta tutto ciò?

A livello più strettamente psicologico è l’autostima a risentirne più pesantemente: il fatto di sentirci abbandonati e la perdita del nostro oggetto del desiderio ci porta a interrogarci sulla nostra adeguatezza, sugli errori che possiamo aver commesso e su cosa può esserci di sbagliato in noi. Come comportarci?

PRIMO STEP

La prima cosa da fare è compensare la mancanza di dopamina con altri mezzi, tra cui l’attività aerobica. Lo stesso vale per tutte quelle attività che ci fanno scoprire cose nuove. L’attività sportiva aumenta il livello di serotonina e riduce i dolori corporei. Un’altra cosa da fare è eliminare tutti i ricordi che ci fanno pensare ai nostri ex: “quando gli alcolizzati decidono di smettere di bere fanno sparire tutte le bottiglie.”

SECONDO STEP

Occorre dare tempo al tempo. Per fortuna le aree del cervello che presiedono a questi meccanismi tendono a riportarsi in equilibrio e ci spingono a guardare al futuro, secondo principi atavici che presiendono alla necessità di sopravivenza della specie. Il fatto di trovarci soli, ci porterà presto a uscire allo scoperto in cerca di nuovi contatti sociali e di nuovi rapporti. Per aiutare questo naturale meccanismo, gli esperti suggeriscono di non cedere alla tentazione di crogiolarsi troppo a lungo nel dolore, ma di fuggirlo il più possibile, anche evitando luoghi e situazioni che possono riportarcelo alla mente.

TERZO STEP

Pensare positivo. Non possiamo svegliarci e fingere che tutto sia perfetto, ma ci sarà di grande aiuto vedere la vita in modo più positivo e ottimistico. Adesso siamo da solo, ma chi dice che è una cosa negativa? Pensiamo a tutto ciò che magari abbiamo guadagnato: il nostro spazio personale, la libertà di andare e venire a nostro piacimento, nessun litigio

RICORDA…..

Sei una bella persona che può avere successo da sola così come in una coppia, un individuo con integrità e responsabilità, una persona che può governare la propria vita senza aver bisogno di nessuno. Niente ti renderà più felice di condividere la tua vita con persone che ti valorizzano e che davvero vuoi al tuo fianco.

“Incominciai anche a capire che i dolori, le delusioni e la malinconia non sono fatti per renderci scontenti e toglierci valore e dignità, ma per maturarci” (Hermann Hesse)…Ricorda che la felicità, quella vera, è nel tuo cuore. Adesso il cuore ti sembra rotto come un vaso di cristallo, in realtà la sua luce proveniva da te non dalla persona che avevi accanto. Riscopri quella luce, guarda dentro te stessa. Ti stupirai nello scoprire quanto i tuoi sentimenti siano puri, meravigliosi!

Prepararsi a ritornare single? No, preparati a essere te stesso! Il resto verrà da sé…

Ritornare single non è semplice. Quando il partner va via, con lui andrà via anche un pezzettino di noi e questa non è una frase fatta. Nello stare in coppia ci identifichiamo sì come parte di un noi. Quando si lascia o si viene lasciati, dobbiamo tornare a identificarci esclusivamente con un «me» e questo significa molto, significa cambiare il proprio senso dell’identità. All’inizio è del tutto naturale sentirsi disorientati, persi: è innegabilmente uno sconvolgimento quello che si sta verificando.

Per prepararsi a ritornare single (ma anche per stare meglio in coppia!) è saggio rafforzare quel «senso di me», quel senso di identità personale che prescinde dall’altro e anzi, prescinde da tutto ciò che è esterno da sé (anche quindi dalla famiglia di origine). È importante imparare a definirsi come una persona completa, degna di stima, soddisfatta di sé e quindi in grado di “propagarsi“. Propagarsi significa affermarsi, accrescere un senso di sé che possa trasmetterti sicurezza e fiducia. Questo può avvenire solo attraverso la conoscenza di sé.

Quanto pensi di conoscerti?

Quando siamo in coppia, diventiamo abitudinari e, come ti ho spiegato in precedenza, tante volte mettiamo da parte noi stessi e i nostri bisogni pensando di perseguire un bene comune. In realtà, ogni volta che rinunciamo a soddisfare un nostro bisogno, ci allontaniamo da noi stessi, da chi siamo davvero, fino a sentirci confusi.

Questo si evince soprattutto se abbiamo difficoltà a prendere decisioni, a non sapere esattamente cosa vogliamo, se ci definiamo entro un dominio ma poi non assecondiamo in nessun modo quella definizione…! Per esempio, io mi definisco un’amante del mare e dei fondali marini, ma poi non faccio nulla per coltivare questa passione. Inneggio la vita libera, le gite fuori porto e le avventure, ma poi ho una vita abitudinaria… Quando ti allontani da te stesso, vedi un enorme gap tra le definizioni che hai di te e i tuoi comportamenti. Un gap che per fortuna si può colmare.

Sperimenta nuovi modi di essere

Imparare a conoscersi significa sperimentare se stessi, cimentarsi in piccole e grandi imprese. Il modo migliore per farlo è iniziare un percorso psicoterapeutico. Se ti va di fare un vero viaggio introspettivo alla scoperta di chi sei, se ti va di analizzare te stesso, i tuoi vissuti emotivi e le tue storie relazionali, dall’infanzia all’età adulta, posso consigliarti la lettura del mio libro (già bestseller!) «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» edito da Rizzoli.

Intendiamoci, un libro non può cambiarti la vita ma può aiutarti a costruire relazioni migliori, con te stesso e con gli altri. Il cambiamento, poi, sarà inevitabile, sarà la naturale conseguenza di un’autentica scoperta di sé. Curare i nostri legami, le nostre ferite, i nostri conflitti… curare il nostro benessere, è un dovere imprescindibile che abbiamo verso noi stessi. Nel libro, troverai molti esercizi psicologici pratici che potranno aiutarti in mondo tangibile fin da subito.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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