Cosa ti succede se permetti agli altri di approfittarsi di te

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

 

Nella società in cui viviamo, complessa, frenetica, “liquida”, spesso il rispetto è poco… praticato. Che avvenga tra persone conosciute o perfetti estranei, la mancanza di rispetto prende varie forme e maniere nella quotidianità delle relazioni personali e professionali: uno sguardo, una frecciatina, una battuta, una frase poco gentile, con varie forme (a volte sottili) di prevaricazione, di menefreghismo, di indifferenza. Persone effettivamente capaci di passare sopra ad altri esseri umani con trattori carichi di indifferenza, menefreghismo, arroganza, scarsa capacità empatica, se non vera e propria crudeltà.

Nessuno merita il nostro sostegno, il nostro amore e la nostra stima più di noi stessi

Ti sei mai chiesto/a perché più sei disponibile nei confronti delle persone intorno a te e più queste pretendono o danno tutto per scontato o ne approfittano o mostrano scarso interesse nei tuoi confronti? Sai perché succede? Perché siamo noi per primi a mancarci di rispetto! E lo facciamo in tantissimi modi, anche se può sembrare strano.

Ad esempio, ogni volta che facciamo qualcosa anche se non ci va davvero. E non parlo di situazioni gravi come non guadagnare abbastanza per vivere. No, parlo di tutte le volte in cui possiamo scegliere e non seguiamo quello che vorremmo davvero. Quando non ci va di incontrare una certa persona ma accettiamo l’invito, oppure quando ci sforziamo in un’attività che in realtà non ci piace.

Molte volte sorridiamo o “stendiamo un velo pietoso” se qualcuno ci fa sentire a disagio, per esempio con un commento sgradevole. Se stiamo zitti e se mettiamo in atto questo comportamento inoltre, mandiamo un chiaro messaggio all’altro, è come se indirettamente gli dicessimo “puoi mancarmi di rispetto, te lo concedo”. Quindi se non stabiliamo dei limiti, diamo all’altro il permesso di approfittarsi di noi.

Se è vero che il primo amore non si scorda mai, ricordiamoci che per essere davvero felici bisogna prima imparare ad amare se stessi. L’amore per gli altri è direttamente proporzionale all’amore che abbiamo per noi stessi. “Non sono abbastanza”, “Non ho abbastanza”, “Non faccio abbastanza”, pensieri come questi si insidiano nella mente costringendoci a scelte poco funzionali.

Accettare situazioni disfunzionali equivale a sentirsi destinati non meritevoli di qualcosa di meglio. Di conseguenza si smette di combattere, si pensa solo di non valere niente e questo è quello che capita tipicamente nei contesti di manipolazione psicologia: “penso io di aver sbagliato, penso io di essermelo meritato, di aver cercato che mi capitasse questo”.

Che immagine abbiamo di noi stessi?

“Impara a piacere a te stesso. Quello che pensi tu di te stesso è molto più importante di quello che gli altri pensano di te.” Con questa citazione, già 2.000 anni fa, Seneca voleva comunicare l’importanza del non farsi condizionare dal giudizio delle altre persone e imparare ad amare se stessi prima degli altri. Un errore che spesso commettiamo è pretendere amore, rispetto, stima dalle persone che ci circondano: ci piace sentirci apprezzati, speciali. Ma perché aspettare che siano gli altri a farci sentire importanti? Perché dare questo valore agli altri?

Quanto valiamo? Quanto sentiamo di meritare?

Non siamo abituati a guardarci dentro e quindi le risposte potrebbero non arrivare subito ma prendere coscienza di chi siamo e quanto valiamo, è il primo passo per andare incontro alla vita che desideriamo. Probabilmente l’immagine che ci siamo fatti di noi stessi deriva da alcune opinioni dei nostri genitori, dei nostri professori o dei nonni, zii e parenti… ma non c’è scritto da nessuna parte che dobbiamo portarcela dietro per sempre.

Non è semplice liberarsi da certe etichette che ci sono state appiccicate addosso e magari inconsapevolmente. Tuttavia è più doloroso tenersele, se si considerano le conseguenze a lungo termine. Se nessuno ti ha mai detto bravo/a, sono orgoglioso/a di te, questo non significa che sei una persone fallita. Se nessuno ti ha mai abbracciato e detto ti voglio bene, questo non significa che non meriti amore.

Tutti meritiamo di essere amati, stimati e apprezzati, ma tutto ciò deve partire, in primo luogo, da noi stessi

Nessuno merita il proprio amore più di se stesso; è così che si costruisce l’autostima, la forza e la determinazione.  Siamo l’unica persona con cui dovremo irrimediabilmente convivere. Amare se stessi significa, prima di tutto, accettare quello che siamo; con i nostri errori e i nostri successi, i nostri momenti belli e quelli meno belli.

Sappiamo che amare se stessi non è semplice, e che inoltre siamo stati educati con esigenze e con responsabilità che dobbiamo portare a termine, per ottenere un riconoscimento sociale. Lottiamo per ottenere l’ammirazione degli altri, per sentirci connessi in qualche modo al mondo. Eppure, dipendere dal riconoscimento degli altri ci rende estremamente infelici, genera in noi un’insoddisfazione che non sappiamo come superare, dato che il nostro mondo ruota in funzione degli altri.

Non è possibile controllare il comportamento delle persone con le quali interagiamo!

Possiamo però imparare a stabilire dei limiti che se oltrepassati porteranno a delle conseguenze. È fondamentale chiarire cosa siamo disposti a tollerare e cosa no in una relazione, che sia tra amici, conoscenti colleghi di lavoro o in famiglia. Scegli di rispettarti quando gli altri non lo fanno!

Impara a rispettare te stesso

Chi non rispetta se stesso apre la porta alla manipolazione degli altri, si lascia condurre e finirà per sentirsi personaggio secondario della propria storia. Quando siamo consapevoli di meritare più del rispetto altrui, sentiamo l’importanza di coltivare aspetti interiori come l’assertività e l’autostima. Un aspetto comune dell’infanzia e dell’adolescenza è la ricerca di approvazione, di sicurezza: abbiamo la necessità estrema di sentire l’amore dei nostri genitori, l’apprezzamento dei compagni di classe e così via. Questa risposta degli altri ci fa sentire importanti.

Bisogna rendersi conto che nessuno è perfetto; le persone a volte sbagliano. I nostri familiari possono commettere errori, gli amici talvolta ci deludono e non sempre la coppia offre ciò di cui abbiamo bisogno. È in queste occasioni che si scopre l’importanza di “amare se stessi”, di tirare fuori quella forza interiore fatta di amor proprio che ci rende meno vulnerabili ai colpi bassi della vita.

Passi per coltivare l’amor proprio

Fin dall’infanzia ci insegnano a rispettare gli altri. I nostri genitori ci insegnano a rispettare gli adulti e gli altri bambini, ci dicono quando le nostre parole o azioni possono danneggiarli e, se manchiamo di rispetto a qualcuno, ci incoraggiano (talvolta addirittura ci costringono) a chiedere perdono. Tuttavia, ci si dimentica di qualcosa d’importante nell’equazione: il rispetto per se stessi.

Spesso viene più naturale denigrarci o svalutarci che riconoscere qualità, punti di forza e competenze personali. Nonostante ciò coltivare l’amor proprio è essenziale per il conseguimento del proprio equilibrio e l’affermazione di sé stessi.

Di fronte alla mancanza di rispetto delle persone che ci circondano è fondamentale imparare a mettere distanze.  Quando ti allontani da chi è tossico o da qualcosa che si rivela tossico, ti stai amando. Quindi se vuoi stare bene con te stesso/a, devi riflettere e capire chi e cosa hai intorno, come vivi le situazioni e cosa senti. Devi soprattutto accettare che non puoi piacere e andare d’accordo con tutti.

Sei tu l’amore della tua vita

Nel corso della vita si hanno molti amori, molte persone care: figli, genitori, nonni, fidanzati… ebbene quando non ci amiamo, l’immagine che proiettiamo di noi stessi è insicurezza, rancore, ansia.

Le persone che non si apprezzano aspettano che lo facciano gli altri, creando situazioni di carenza affettiva ed emotiva da cui possono derivare forti crisi esistenziali. La vita vera inizia nel momento in cui si diventa pilastri di noi stessi. “Sono importante, merito di essere felice, merito rispetto e amo me stesso.” Queste affermazioni non sono un atto di egoismo, piuttosto di libertà. Nel momento in cui ci convinciamo di meritare il meglio, saremo capaci di andare avanti con più sicurezza e, ancora di più, di dare amore.

Meriti di essere felice

Non si va alla ricerca della felicità, si trova ogni giorno dentro di te. Per questo motivo devi smettere di cercarla nelle altre persone e cominciare a coltivarla dentro il tuo cuore. “Come si fa?”, ti chiederai. Come posso sapere se ogni decisione presa mi porterà alla felicità? Non sempre è possibile saperlo a priori, perché la vita è fatta anche di rischio, di strade che si incrociano; spesso ci si imbarca in più di un’avventura. A qualsiasi cosa dai inizio, però, non dimenticare questo principio: “merito di essere felice, merito di essere rispettato/a”. Se una di queste condizioni non viene soddisfatta, sii deciso: allontanati dalle situazioni che turbano o minano il tuo amor proprio.

L’amore per se stessi comincia dentro se stessi

Hai presente quella vocina che è sempre lì pronta a giudicarti, rimproverarti e a buttarti giù di morale? Quella che ti mostra tutte le cose peggiori che potrebbero accadere. Quella voce che ti dice che non vali abbastanza, che tanto non ce la farai mai e che quindi, tanto vale non provarci nemmeno…

A volte quella vocina usa meccanismi più subdoli, rafforzando una narrativa personale fatta di “vorrei ma non posso”: vorrei inviare il curriculum per quella posizione ma credo di non essere all’altezza delle loro aspettative. Oppure: vorrei mangiare in modo più sano ma non ho tempo di mettermi a cucinare. Questo tipo di dialogo interno non è basato sul giudizio e sembra innocente, neutro. Tuttavia, è fatto di scuse che servono ad auto-limitarci: è un tipo di dialogo dietro cui ci barrichiamo per non affrontare paure e insicurezze. E, nell’ottica di costruire la fiducia cieca in noi stessi, questo tipo di dialogo è altrettanto deleterio.

Voglio dirti un “segreto”: oltre quella parte di te che pensa di non essere meritevole, c’è un’altra parte di te tenera, coraggiosa e saggia, che sa affrontare tutto e prendersi cura di sé e degli altri….devi solo connetterti con la parte più autentica di te. Ecco un piccolo esercizio. Guardati allo specchio e pronuncia questa frase guardandoti negli occhi: “quello che voglio è importante, io sono importante, la mia felicità è importante”.

Sii consapevole di CHI SEI

Sicuramente conosci il tuo colore preferito del momento (è normalissimo se cambia!), quando sei nato e le scarpe che preferisci indossare. Ci sono, però, tantissime cose di te che ignori completamente e per questo a volte ti senti confuso, disorientato sulle scelte da prendere o addirittura incoerente (stare con chi ti fa soffrire, procrastinare cose che a lungo termine ti fanno bene, ignorare i tuoi bisogni autentici…). In realtà, non c’è niente di incoerente nel provare desideri ed emozioni contrastanti. Anche queste sono il frutto di un “giudice severo”, perché se da un lato inneggi la forza, il controllo e la determinazione, dall’altro ci sarà sicuramente una parte di te che desidera la fuga e la perdita di controllo e che quindi spingerà verso delle condotte che sembrano remarti contro.

Tutto questo è “razionale” nella logica delle emozioni… solo che non conoscendoti profondamente, non sapendo come funziona la tua psiche, tu non puoi saperlo! Se ti va di iniziare a conoscerti davvero, sappi che ho scritto un nuovo manuale di psicologia (già bestseller), s’intitola «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», lo puoi trovare a questa pagina Amazon e in tutte le librerie d’Italia.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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