Hai mai pensato che i tuoi occhi non vedono mai soltanto “la realtà”, ma sempre anche un riflesso del tuo mondo interiore? Ogni volta che osserviamo un’immagine, il cervello non si limita a registrare linee e colori: interpreta, seleziona, sceglie cosa mettere in primo piano e cosa lasciare sullo sfondo.
A volte, ciò che ci colpisce per primo non è affatto casuale: è il risultato di abitudini emotive, ricordi inconsci, sensibilità profonde che orientano la nostra percezione. È come se il nostro mondo interno si specchiasse nell’esterno, trovando subito ciò che gli assomiglia di più.
Questo è il principio dei test proiettivi per immagini: figure ambigue, capaci di essere viste in modi diversi, diventano specchi della psiche. Non rivelano verità assolute, ma ci offrono indizi preziosi su ciò che, in questo momento, guida la nostra attenzione e i nostri vissuti.
Il test che stai per fare funziona così: osserva le 6 immagini ambigue e nota quale dettaglio ti colpisce per primo. Poi leggi il significato corrispondente: potresti scoprire qualcosa di sorprendente sul tuo modo di vivere le emozioni e le relazioni.
Le 3 immagini e i significati psicologici
Ogni immagine che osserviamo non è mai neutra: il nostro sguardo sceglie, mette a fuoco, dà priorità a ciò che somiglia di più al nostro mondo interiore. Per questo i test con figure ambigue sono interessanti: ciò che colpisce per primo non parla soltanto della vista, ma del modo in cui viviamo desideri, relazioni e ricordi. Nella foto in alto ci sono sei figure ambigue: ciò che ti colpisce per primo svela qualcosa del tuo mondo interiore.
1. Il vaso o i due volti
Se vedi il vaso per primo:
Forse cerchi subito una forma che contenga, qualcosa che metta ordine nel caos. Dentro di te potrebbe esserci il bisogno di cornici sicure, di un bordo che impedisca alle emozioni di traboccare. È un modo prezioso di dare senso alla vita: creare un “contenitore” che protegge. Ma a volte, dietro questa ricerca di forma, si nasconde la paura del contatto autentico, quello che non puoi prevedere né controllare.
- I tratti che ti definiscono: sincerità, bisogno di equilibrio.
Se vedi i due volti per primi:
Il tuo sguardo si accende quando incontra l’altro. Non cerchi la cornice, cerchi lo scambio. La tua identità si riflette negli occhi altrui: è lì che ti senti esistere. È un dono raro, che ti rende capace di cogliere sfumature invisibili. Ma può diventare anche un vincolo: se ti definisci solo nell’incontro, rischi di smarrire il confine che separa il tuo bisogno da quello dell’altro.
- I tratti che ti definiscono: altruismo, sensibilità relazionale.
2. La giovane donna o la vecchia signora
Se vedi la giovane donna:
Dentro di te pulsa il desiderio del futuro: rinascite, nuove possibilità, scenari ancora da scrivere. Ami proiettarti in avanti, verso ciò che può portarti vitalità. È slancio e coraggio, ma talvolta è anche fuga: correre incontro al domani per non sentire il peso di ciò che hai già vissuto.
- I tratti che ti definiscono: ottimismo, entusiasmo.
Se vedi la vecchia signora:
Il tuo sguardo si posa sulla memoria, su ciò che il tempo ha già depositato. È la voce della saggezza, della prudenza, della misura. Questo ti protegge, ti radica, ti permette di non buttarti in avventure senza pensiero. Ma può diventare anche rinuncia: se ti affidi troppo all’esperienza passata, rischi di chiudere la porta al nuovo.
- I tratti che ti definiscono: realismo, saggezza.
3. L’albero o i volti nascosti tra i rami
Se vedi l’albero:
A colpirti è la stabilità. L’albero è radice, continuità, qualcosa che resiste al vento. È il tuo bisogno di appoggi, di punti fermi, di relazioni che restino salde. È una forza, ma può diventare anche una gabbia se ti impedisce di vedere i dettagli vivi e mutevoli che danno colore alla vita.
- I tratti che ti definiscono: affidabilità, concretezza.
Se vedi i volti nascosti:
Il tuo occhio non si accontenta dell’evidenza. Vuoi andare oltre, decifrare, cogliere ciò che altri non vedono. È una forma di sensibilità che ti rende empatico e attento, ma può diventare anche fatica: vivere con un radar sempre acceso, alla ricerca di segnali nascosti, può lasciarti in allerta continua e impedirti di fidarti. A volte la vita non nasconde nulla: è già lì, in chiaro.
- I tratti che ti definiscono: intuito, profondità emotiva.
Il significato psicologico di questi test
Non si tratta di predizioni o etichette definitive: ciò che colpisce per primo cambia in base al momento che stai vivendo. È un riflesso dello stato emotivo attuale, non della tua identità per sempre.
La psicoanalisi ci insegna che ogni percezione è colorata dal nostro inconscio: vediamo fuori ciò che portiamo dentro. Le neuroscienze confermano: il cervello non registra passivamente, ma costruisce la realtà attraverso modelli predittivi. E questi modelli sono plasmati dalla nostra storia affettiva.
Per questo i test proiettivi non servono a “incasellare”, ma a suscitare domande: perché ho visto questo e non altro? Quali bisogni, paure o desideri sto vivendo ora?
Queste immagini non danno etichette né diagnosi
Raccontano solo qualcosa di come guardi il mondo adesso, in questo preciso momento della tua vita. La cosa più importante non è quale figura hai visto per prima, ma come ti sei sentito leggendo il significato, se ti sei riconosciuto o se hai provato resistenza.
Perché, in fondo, i test proiettivi servono a questo: non a dirti chi sei, ma ad aprire domande. E a ricordarti che il tuo sguardo non è mai neutro: è la voce della tua storia, dei tuoi bisogni e delle tue ferite.
Un test per immagini è come uno specchio: non ti mostra tutto, ma riflette una parte di te che, forse, non avevi notato. Ciò che ti colpisce rivela ciò che il tuo mondo interiore sta portando in primo piano.
La prossima volta che ti sorprendi a dire “mi ha colpito subito questa cosa”, prova a fermarti: quel dettaglio parla anche di te, della tua sensibilità, dei tuoi bisogni nascosti.
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