Se dai significato alla sofferenza, perderà ogni potere su di te

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Anche se la psicoanalisi moderna si è allontanata completamente dalla prima teoria freudiana, sono molti i concetti del padre della psicoanalisi che vale la pena conoscere. Quella del titolo non è una frase fatta ma la conclusione della prima teoria freudiana: la consapevolezza è alla base della guarigione e del cambiamento.

Il metodo clinico psicoanalitico, ai tempi di Freud, mirava a far emergere ciò che è inconscio per consentire all’individuo di scaricare l’accumulo d’affetto associato a quei vissuti perturbanti (reali o immaginati) mai elaborati e confinati nel profondo.

Solo attraverso una profonda conoscenza di sé è possibile ottenere un cambiamento reale della personalità. Una delle differenze fondamentali (ancora in auge) tra psicologia dinamica e psicologia cognitiva sta nell’approccio clinico: l’intervento dinamico non è rivolto alla cura dei sintomi ma al cambiamento strutturale della personalità. L’obiettivo è di rendere il paziente meno vulnerabile a possibili ricadute e fomentare una maggiore autonomia e libertà. La remissione dei sintomi sarà una spontanea conseguenza del cambiamento agito a monte sul sistema di personalità.

Non sei tu il protagonista della tua vita

Secondo Freud, tutto ciò che è doloroso, perturbante o inaccettabile per l’Io, viene confinato nell’inconscio associato a un “accumulo d’affetto”. Questo accumulo di affetto incapsulato e confinato nell’inconscio consiste in una componente emotiva che resta attiva e che lavorando in profondità condiziona i vissuti della persona fino a causare sintomi nevrotici e psicosomatici.

Ciò che viene ripartito nell’inconscio può generare conflitti, incongruenze, desideri discordanti… fino a manifestazioni più importanti come:

  • Ansia e Fobie
  • Ossessioni
  • Disturbi di personalità
  • Sintomi psicosomatici
  • Depressione

Tutto questo perché un meccanismo di difesa ha tentato di proteggerci da una scomoda realtà. In alcuni casi, i meccanismi di difesa hanno effetti negativi perché i contenuti psichici isolati nell’inconscio funzionano come “elementi patogeni” che ci disorientano. I meccanismi di difesa, quando disfunzionali:

Dividono e indeboliscono la personalità

La persona può perseguire contemporaneamente scopi contraddittori oppure non riuscire ad agire secondo la sua volontà (come, per esempio, chi tenta di seguire una dieta ma mangia troppo, altre forme di auto-sabotaggio, il perseverare di relazioni sbagliate…).

Impediscono la correzione cognitiva

La “correzione cognitiva” è un potente strumento di guarigione, è ciò che ci consente di dare un significato coerente alle esperienze. Per quanto dolorosa possa essere, ogni sensazione ha un suo significato e conoscerlo ci consente un’elaborazione emotiva più efficace.

Aumenta la forza del dolore

Rimanendo nell’inconscio, il contenuto psichico isolato dalla coscienza non può ottenere disconferme, ciò ne determina un aumento della potenza. Per quanti anni possano passare, un dolore confinato nell’inconscio non va via da solo, anzi, invece di diminuire con il tempo tende ad aumentare la sua forza. Questo spiega perché anche i più piccoli traumi infantili possono essere drammatici: hanno avuto una vita per consolidarsi nutrendosi giorno dopo giorno.

Un’altra differenza saliente tra psicologia cognitiva e psicologia dinamica sta nell’organizzazione della cognizione. Per la psicologia dinamica: la percezione è influenzata dallo stato emotivo in cui il processo cognitivo si verifica.

I ricordi si organizzano in base alla dimensione affettiva

In altre parole: ciò che è ripartito nell’inconscio influenza fortemente il nostro stato emotivo, i nostri modelli comportamentali, i nostri ricordi, le percezioni che abbiamo della realtà e degli altri, quindi influenza la nostra intera esistenza.

Con questa breve spiegazione avrai capito che se sono stati isolati contenuti psichici dall’elevata forza emotiva, l’inconscio non ha un ruolo marginale ma diventa il protagonista della tua vita. Al contrario, un Io forte e padrone dei suoi contenuti psichici, può muoversi in modo coerente con la sua volontà e non rischiare alcun tipo di sintomo.

Se qualcosa del tuo passato ti fa stare male, non devi strappare via le foto dall’album dei ricordi, ti basterà solo cambiare didascalia, dare un nuovo significato a ciò che hai vissuto.

Se dai significato alla sofferenza, essa perderà ogni potere su di te

Come è possibile portare alla coscienza ciò che è nascosto nell’inconscio? L’approccio clinico di Freud verteva sull’interpretazione dei sogni, dei lapsus, degli atti mancati, del transfert e di tutte quelle che considerava manifestazioni dell’inconscio. L’approccio clinico della psicologia dinamica contemporanea è radicalmente cambiato. Un trattamento psicoterapeutico o psicoanalitico potrà indubbiamente aiutarti nel dare il giusto significato alle tue emozioni ed esperienze.

La teoria freudiana parla di “associazione ideativa” come mezzo utile per scaricare l’ammontare d’affetto dei contenuti psichici rimossi. L’associazione ideativa è una tecnica che mira ad alleggerire i carichi emotivi che lavorando in background condizionano la tua vita.

E’ una strategia che consiste nel collegare le esperienze vissute ad altri contenuti presenti nella tua vita… in pratica, dando un significato a quel determinato vissuto emotivo questo acquisterà coerenza e potrà finalmente essere integrato nella tua personalità in forma di apprendimento, ricordo o esperienza.

L’Associazione ideativa consente la profonda elaborazione di una sofferenza e ne riduce la forza. Svolge anche una funzione di correzione cognitiva: un vissuto doloroso può essere confrontato in modo attivo con la vasta gamma di esperienze emotive che hai vissuto nell’arco dell’intera esistenza, ciò permetterà al dolore di mostrarsi entro una prospettiva più ampia.

Un dolore può essere contestualizzato, può avere nomi, spiegazioni, può essere spiegato e rivalutato. Con l’elaborazione si ridimensiona il carico emotivo associato al dolore: non si smette di soffrire ma si fa in modo che tale dolore non agisca più come il protagonista della tua vita.

Con la corretta elaborazione, quando intendi portare a termine un obiettivo, nel tuo inconscio, non ci sarà più nessuno che ti rema contro!

Dalla consapevolezza razionale all’elaborazione emotiva

L’insight, cioè la presa di consapevolezza, è utile per dare un significato ai propri vissuti interiori e arrestare il perpetuarsi dei sintomi. Tuttavia, la sola presa di coscienza non sempre determina -da sola- il cambiamento!

Se l’insight avviene solo a livello razionale probabilmente i sintomi scomodi non cesseranno di esistere. E’ necessario che la presa di coscienza dei contenuti inconsci  venga integrata con il resto della personalità mediante il processo di correzione associativa.

L’assimilazione, quando i vissuti dolorosi sono ancestrali, può avvenire gradualmente: i vissuti vanno elaborati e rielaborati più volte fin quando non saranno completamente assimilati nella personalità.

Determinismo psichico

Molte persone non sanno di avere conflitti interiori, vivono la loro vita nella più vaga inconsapevolezza… tuttavia, se ci sono dei sintomi (di natura psicosomatica o comportamentale) questi hanno un’origine.

Un altro tesoro lasciato in eredità da S. Freud è la teoria del Determinismo Psichico. Secondo questa teoria, qualsiasi azione mentale (pensieri, emozioni, intenzionalità, comportamenti, attrazioni, bisogni…) ha una causa e uno scopo. Analogamente, anche i sintomi hanno una causa e uno scopo. Sottovalutarli o ignorarli è solo un atto di noncuranza.

Fin quando si tratta di sintomi compatibili con le proprie ambizioni e aspirazioni di vita è possibile adoperarsi in una tollerante convivenza. Talvolta, però, si parla anche di sintomi invalidanti come l’ipocondria (con o senza disturbi psicosomatici), ansia, attacchi di panico, agorafobia e disturbi che colpiscono il corpo (mal di testa ricorrente, colon irritabile, sudorazione eccessiva…).

La decisione di iniziare un percorso psicoterapeutico è difficile da prendere, va maturata ma non va mai sottovalutata. La salute mentale rientra a pieno titolo nel settore sanitario.

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
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