La manipolazione è un fenomeno che ci ha toccato da vicino almeno una volta nella vita, è giusto riconoscere che in qualche occasione probabilmente abbiamo assunto il ruolo del manipolatore ma in moltissime occasioni siamo invece stati manipolati divenendo vittime.
Allora… che fare? Potremmo conoscere alla perfezione la psicoanatomia di un manipolatore ma se non possediamo le armi adeguate per affrontarlo molto probabilmente termineremo per cadere nella sua ragnatela. Per approfondimento leggi pure “Come gestire un manipolatore”
Prima regola: non cercate di essere onesti con un manipolatore emotivo, se mostrate un dispiacere sincero vi verrà ritorta contro.
Esempio: “Sono veramente arrabbiata perché ti sei dimenticato del mio compleanno”
Risposta: “Mi fa sentire triste che tu possa pensare che stavo dimenticando il tuo compleanno, è dovuto al grande stress personale che sto affrontando in questo momento, ma vedi non volevo impensierirti. Hai ragione avrei dovuto condividere tutto questo dolore (non stupitevi di vedere lacrime vere a questo punto) e metterlo da parte e concentrarmi sul tuo compleanno”
Ecco! I manipolatori non sono affatto dispiaciuti ma dopo che hanno detto quelle parole non vi lasciano praticamente più niente da dire. E improvvisamente vi ritrovate a dover gestire la loro angoscia e tranquillizzarli!!! In ogni caso se siete stati tirati in ballo in questo gioco, non arrendetevi!
Per approfondimento leggi “La trappola del manipolatore adulatore”
Di seguito vi riassumo cinque stretegie che non solo permetteranno di affrontare con esito positivo un manipolatore ma che inoltre contribuiranno alla crescita personale e al mantenimento dell’adeguato equilibrio psicologico.
1. Esprimi ciò che disapprovi e come ti senti
Una delle tecniche di manipolazione si incentra sulla critica. Quando critichiamo i comportamenti, le attitudini, le decisioni e le capacità…di una persona, normalmente questa si sente meno sicura ed è più propensa ad accettare le esigenze del manipolatore.
In altri casi, la persona adotta un’attitudine difensiva, quasi aggressiva, io direi diretta a contrastare tutti gli argomenti che la infastidiscono. Nel primo caso la manipolazione si realizza a partire dalla gestione della nostra autostima, nel secondo caso a partire dal controllo delle nostre emozioni. In una forma o l’altra, restiamo alla mercè del manipolatore.
Che fare?
Esprimere le nostre idee in modo chiaro e semplice. È imprescindibile che l’altra persona si dia conto che non potrà influenzare il nostro giudizio o la capacità riflessiva partendo dalla manipolazione della nostra autostima o delle nostre emozioni. Controbattere aggressivamente gli argomenti dell’altro, che molte volte non hanno un fondamento solido, porterebbe solo ad una discussione inutile ed all’impossibilità di intendersi.
Dovremo sempre tenere presente che il nostro obiettivo non è semplicemente “non lasciarci manipolare per nessuna ragione al mono” ma quello di modificare la situazione.
Perchè questo obiettivo? Perchè sicuramente la persona che tenterà di manipolarci è una persona importante per noi e noi saremo quindi interessati a giungere ad un accordo vantaggioso, sia per mantenere una buona relazione personale o per sviluppare un’attività insieme. Così, è essenziale che il nostro messaggio non solo sia comprensibile ma che inoltre sia ricevuto dal nostro interlocutore con la minore resistenza possibile.
Ricordiamoci inoltre che esprimere come ci sentiamo in merito a qualcosa o a qualcuno è una tecnica altamente efficace, sempre che sia messa in atto in modo corretto e nel rispetto dell’altro. Quando il nostro interlocutore ci ascolta parlare dei nostri stati d’animo avrà la percezione che la comunicazione fluisce, è aperta e sincera. Inoltre, lo “obbligheremo” a mettersi nei nostri panni, ad essere empatico con ciò che proviamo così probabilmente rifletterà sugli effetti del suo comportamento da manipolatore.
2. Esprimersi in prima persona
In molte occasioni il manipolatore porta la conversazione in terra di nessuno, fa critiche senza personalizzare, da una posizione non compromessa; lasciando sempre una via di fuga nel caso che qualcuno gli chieda a chi si riferisce.
La migliore difesa contro questa strategia comunicativa è quella di personalizzare, personalizzare, personalizzare…parlare sempre in prima persona e chiedere chiarimenti. Un esempio potrebbe essere: “io sento che ti stai riferndo a…è così?”.”Obbligarlo” a prendersi la responsabilità del suo criterio di giudizio normalmente disarma il manipolatore e blocca la sua strategia.
3. Delimita le responsabilità e accetta i tuoi errori
Un’altra delle tecniche manipolatrici per eccellenza è quella di fare sentire in colpa la persona, fargli sentire la responsabilità di tutto ciò che è accaduto, quello che succede e che accadrà.
In alcune occasioni abbiamo una certa parte di responsabilità ma la nostra quota di “colpa” non è infinita. Una strategia molto efficace è quella di delimitare le nostre responsabilità e riconoscere i nostri errori. Abbiamo diritto a sbagliare ma nessuno ha il diritto di approfittarne e lacerare la nostra autostima perchè abbiamo commesso un’errore.
Riconoscere le nostre difficoltà e la nostra parte di responsabilità indica che siamo persone mature, responsabili delle nostre azioni, e quindi poco manipolabili. Tuttavia, resta una domanda: come mettere in pratica i tre punti precedenti?
4. Esprimiti con fermezza, serenità e fiducia
Abbiamo già detto che una delle armi preferite del manipolatore è quella di giocare con le emozioni. Per questo motivo è imprescindibile stabilire il dialogo da una posizione di fiducia, ferma e serena.
Dobbiamo tenere sempre presente che al manipolatore non interessa iniziare un dibattito costruttivo ma solamente raggiungere i suoi obiettivi, per questo motivo se gli offriamo alcuni argomenti logici che contraddicono le sue idee, probabilmente prenderà le nostre opinioni e le riutilizzerà secondo i sui interessi. Ricordiamo sempre che anche la miglior idea si può vedere in una prospettiva diversa e il manipolatore è molto abile nel giocare con le diverse possibilità.
Quindi…che fare?
Riconoscete che le sue idee sono valide, non le criticate, anzi meglio, utilizzate frasi come: “comprendo il tuo punto di vista e lo rispetto; nonostante credo che…” oppure: “il tuo punto di vista è adeguato; ma anche così esiste sempre la possibilità che…”. In questo modo si inserisce un modello nella conversazione: rispettando le opinioni altrui, dando valore alle sue idee conferiremo per contro anche valore alle nostre.
Per prima cosa, iniziamo a sostituire il fastidioso “ma…” con parole come: tuttavia, comunque, nonostante…che risultano meno dure e vengono accettate meglio.
Assumere questa strategia, anche se non è totalmente infallibile, senza dubbio ci aiuterà a controllare le nostre emozioni e offrire di noi un’immagine più serena.
5. Sentitevi liberi di negarvi.
Se abbiamo basi solide e sufficienti contro l’idea che ci viene proposta, allora…negarsi non sarà un peccato. Però, non dovremo perderci in scuse banali o spiegazioni auto-incolpanti. Esprimere il nostro disaccordo è un diritto che ci permette di stabilire i nostri limiti ed evidenziare gli stessi di fronte alle persone che ci stanno intorno.
Accettare le richieste altrui per evitare una discussione molte volte implica il rinunciare ad una parte della nostra individualità e cedere di fronte alla manipolazione. Così basta essere coerenti e dire: “No”, tutte le volte che sia necessario.
Decidere di combattere la manipolazione non ci porta su di un sentiero semplice da percorrere, incontreremo molti ostacoli. Molte volte questo implica il rinunciare alle posizioni comode che abbiamo assunto per tutta la durata della nostra vita, che sia nell’ambiente familiare o sul lavoro, ma senza dubbio ci permetterà di essere più coerenti con noi stessi e ci renderà più facile trovare la via per trovare il nostro equilibrio emotivo.
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