Dipendenza da gioco, risvolti psicologici

| |

Author Details
Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Investire nella fortuna di tanto in tanto per sperare in una vincita cospicua può essere divertente, stimolante e per nulla condannabile!

Il gioco online e nelle sale rappresenta dunque una sana forma di svago a patto che vi sia la chiara consapevolezza che le probabilità di perdere sono infinitamente superiori a quell’unica di vincere, e che “si giochi il giusto: una cifra compatibile con le nostre finanze.

La dipendenza da gioco ovvero la ludopatia

Purtroppo, questo approccio “sano” ai giochi d’azzardo  cede il passo a situazioni problematiche o peggio patologiche. Come diretta conseguenza si rischia di entrare nel tunnel della ludopatia dal quale molto spesso, da soli, è difficile tirarsi fuori..

Parliamo di una vera e propria malattia psichiatrica che fino a poco tempo fa era inclusa nell’ampio gruppo dei disturbi da discontrollo degli impulsi, come il disturbo ossessivo compulsivo (DOC), e che più di recente è stata riclassificata nell’ambito delle dipendenze:  gioco d’azzardo patologico (GAP)

Nel caso del gioco, la compulsione/dipendenza, più o meno severa, induce a giocare in modo del tutto irragionevole e incontrollato, anche se non si hanno risorse economiche sufficienti a compensare le perdite, ritrovandosi quindi ben presto seriamente indebitati e in condizioni di seria difficoltà familiare, professionale e sociale.

Il gioco e le ripercussioni in famiglia

Il gioco patologico, inoltre, non travolge il solo giocatore, ma coinvolge tutto l’insieme delle sue relazioni: la famiglia, le amicizie, il lavoro. Non sembra ci sia la giusta percezione della gravità del problema: il giocatore non è come l’alcolista o il tossicodipendente, che sente sul suo corpo gli effetti del proprio vizio; il gioco d’azzardo non riceve lo stesso stigma sociale, come se non fosse altrettanto socialmente nefasto.

Gli uomini sono più propensi delle donne a giocare d’azzardo e a sviluppare dipendenza. Le donne invece, risultano meno attratte dal gioco e tendono a sviluppare la ludopatia in età più avanzata, in presenza di stati ansioso-depressivi, disturbo bipolare, insoddisfazione, solitudine e ritiro sociale;

Ludopatia e comorbilità

Una caratteristica tipica del GAP è la comorbilità: spesso, oltre alla patologia legata al gioco d’azzardo, le persone risultano infatti affette da altre dipendenze: consumo di alcol e/o di altre sostanze psicotrope legali e/o illegali e da altre patologie psichiatriche e comportamentali quali depressione e bipolarismo, disturbi d’ansia e disturbo da deficit di attenzione iperattività (ADHD) o disturbi della personalità di tipo Narcisistico, Antisociale e Borderline.

Dal punto di vista squisitamente medico, questi soggetti presentano un aumentato rischio di sviluppare patologie quali ipertensione, ulcera peptica ed emicrania.

Dipendenza da gioco d’azzardo, sintomi

Chi sviluppa questa dipendenza può manifestare distorsioni cognitive (per es. negazione, superstizione, eccessiva fiducia in se stesso o un eccessivo senso di potere e di controllo) e spesso anche sintomi fisici quali: alterazioni dell’alimentazione, cefalea, insonnia e sintomi specifici dell’ansia (tremori, sudorazione, palpitazioni ecc.).

La dipendenza da gioco si caratterizza per alcuni atteggiamenti disfunzionali:

  • pensiero ossessivo del gioco, che diviene una costante della vita quotidiana, fino a interferire con il lavoro, gli interessi abituali, le relazioni familiari e sociali;
  •  necessità di quantità crescenti di denaro per ottenere l’eccitazione desiderata
  • irrequietezza o irritabilità quando si tenta di ridurre o smettere di giocare;
  • bisogno di giocare d’azzardo quando ci si sente a disagio;
  • ricorso alla menzogna per nascondere l’entità del coinvolgimento nel gioco d’azzardo; ecc. e differenziato per livelli di gravità
  • tendenza a ricordare e raccontare di scommesse e vincite precedenti
  • tendenza a minimizzare la propria propensione al gioco e i suoi effetti negativi;
  • senso di colpa e depressione dopo aver perso grosse cifre o aver contratto debiti a causa del gioco;

Ludopatia, cause

Sono diversi gli elementi che possono aumentare il rischio di diventare giocatori d’azzardo patologici. Uno degli aspetti principali che genera la dipendenza dal gioco d’azzardo è la volontà-necessità di sfuggire ad alcune sensazioni sgradevoli strettamente connesse alla vita quotidiana, come le relazioni con il partner oppure i rapporti lavorativi o ancora le difficoltà economiche. Può accadere, quando il morale è a terra, di pensare che una serata al casinò possa lenire il proprio animo ferito.

Può sviluppare più facilmente dipendenza da gioco chi ha già a posteriori un disagio psicologico, magari un’infanzia problematica con genitori dipendenti da droghe o gioco d’azzardo. Queste persone hanno elementi di familiarità e vulnerabilità e per loro il gioco diventa un regolatore emotivo, quasi un antidepressivo. Vediamo nello specifico i principali elementi che possono aumentare la probabilità di diventare giocatori “problematici” o patologici

La presenza di altri disturbi psichiatrici

Diversi disturbi come ansia, depressione, disturbi di personalità (per esempio, disturbo borderline), alcolismo o abuso di sostanze, disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) e comportamenti compulsivi possono favorire la dipendenza da gioco

La familiarità per gioco d’azzardo patologico o altri disturbi psichiatrici

I disturbi che contemplano comportamenti impulsivi/compulsivi possono correlarsi alla dipendenza da gioco

Alcuni aspetti della personalità

Chi per esempio ha uno spirito spiccatamente competitivo, l’irrequietezza/iperattività, la tendenza ad annoiarsi in fretta

Dipendenza da gioco, la cura

Curare una dipendenza da gioco non è per nulla semplice, tuttavia è possibile. I familiari possono aiutare la persona cara ma, spesso, tendono ad assecondare le sue richieste economiche, ad esempio, fidandosi quando afferma che sta tentando di smettere, che non succederà più, che è l’ultima volta.

Non bisogna dimenticare che la ludopatia è una malattia e come tale va affrontata, sfruttando tutti i mezzi a disposizione.  L’autoconsapevolezza e l’ascolto sono i primi passi in assoluto. Chi soffre di  ludopatia solitamente nega e arriva a nascondere anche a se stesso la gravità della sua dipendenza dal gioco d’azzardo. Può rivelarsi efficace seguire un percorso terapeutico al fine di

Accanto agli strumenti comportamentali (gestione del denaro, del tempo libero, dei debiti, ecc), uno degli interventi riconosciuti a livello internazionale come fra i più efficaci nel trattamento di una Dipendenza da Gioco è la Psicoterapia di Gruppo, anche nella versione più semplice dei Gruppi di Auto-Aiuto (Giocatori Anonimi).

I gruppi sono composti da persone con ludopatia di vario grado e in diverse fasi del percorso di recupero, che imparano le une dalle altre e si sostengono vicendevolmente attraverso il racconto della propria esperienza, delle proprie difficoltà e dei propri successi, sotto la guida di un “conduttore” esperto della malattia.

Invito alla riflessione

Se hai la mania del gioco corri subito ai ripari e rivolgiti alle strutture di sostegno di tali dipendenze. Tieni presente che il gioco non inizia come un problema. Però il tuo modo di giocare può cambiare e può aumentare senza che tu te ne accorga, fino a diventare più ingombrante nella tua vita ed è lì che può diventare un problema.

Se speri di smettere da solo non è soltanto un’illusione ma è concederti la possibilità di portare l’intera famiglia al fallimento totale sotto ogni punto di vista.

Per maggiore approfondimento vi invito a visitare la pagina dedicata del Ministero della salute

Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirci su Facebook:
sulla Pagina Ufficiale di Psicoadvisor, sul mio account personale o nel nostro gruppo Dentro la PsichePuoi anche iscriverti alla nostra newsletterPuoi leggere altri miei articoli cliccando su *questa pagina*.
© Copyright, www.psicoadvisor.com – Tutti i diritti riservati. Qualsiasi riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione scritta è vietata. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.