La dispnea è caratterizzata dal respiro difficoltoso, forzato e accompagnato da una sensazione di disagio soggettivo. Questa avviene in seguito ad un superlavoro respiratorio o quando vengono sollecitati i centri del respiro situati nel tronco encefalico o i recettori posizionati nelle vie aeree superiori, spazio interstiziale e alveolare, oppure i muscoli respiratori e la parete toracica.
La dispnea ansiosa, come la dispnea organica, viene ravvisata dal paziente in modi differenti:
- Senso di affanno
- Fame d’aria
- Senso di peso sul torace
- Incapacità di effettuare un respiro profondo
Si parla di dispnea acuta quando la difficoltà respiratoria compare all’improvviso, mentre in caso di malattie croniche di varia natura può comparire gradualmente.
La dispnea è spesso il sintomo principe delle patologie delle vie respiratorie (soprattutto polmonari), ma può essere anche causata da cardiopatie o da disturbi neuromuscolari. Quando la dispnea viene generata da stress o da ansia si parla di dispnea ansiosa. La dispnea può anche essere dovuta ad una maggior richiesta di ossigeno da parte dell’organismo, oppure essere compensatoria ad un ostacolo della ventilazione polmonare.
Dispnea ansiosa e l’alterazione del respiro
Respirare è un fondamento della nostra esistenza, per questo se interviene qualcosa che lo rende difficoltoso si generano timori e ansie. Da quando nasciamo il respiro diventa un’abitudine che, se viene messa in crisi, ingenera la paura che ci assale.
Persino se si tratta di una semplice rinite allergica, si avverte la “sensazione di soffocamento” per l’incapacità di respirare con il naso, dimenticando che, se il naso è chiuso, si può respirare con la bocca. Come risulta dalle molteplici tipologie di dispnea e dalle diverse cause scatenati, non è facile fornire una diagnosi in maniera chiara e lineare sin da subito.
Il paziente ad esempio riferisce una “crisi di asma bronchiale” e magari l’asma non c’entra perché il paziente è ansioso e la causa non è organica. A volte ci si può trovare nella situazione opposta: il paziente denuncia un attacco d’ansia, quando si scopre che si tratta d’un gap respiratorio.
La dispnea fisica può facilmente essere scambiata per ansia ma la presenza di sibili respiratori soprattutto se presenti da tempo e se ben valutati, possono rimuovere il dubbio ed eliminare la componente psichico-emotiva. I pazienti che risentono di dispnea appartengono a differenti tipologie:
- Ci sono persone che tendono a “considerare normale” un modo anomalo di respirare, fino al punto in cui la condizione non può più essere trascurata.
- I soggetti affetti da BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva, una serie di malattie a carico di bronchi e polmoni) che hanno un’importante compromissione respiratoria possono ridurla anche abbastanza velocemente con l’adozione di nuove tecniche respiratorie.
Mentre i soggetti ansiosi sono di due tipi: quelli che hanno una dispnea ansiosa su cui si instaura una dimensione fisica e quelli che, al contrario, hanno una patologia sulla quale si innesta “un aspetto ansioso”. Per eliminare la dispnea da un soggetto ansioso è necessario rimuovere la causa responsabile dell’ansia. Nel contempo ridurre lo stato debilitante di una dispnea organica, significa andare ad agire sugli aspetti ansiosi che la accompagnano e ne amplificano il problema.
La prima cosa quindi che è importante da capire è se il paziente affetto da dispnea ansiosa sta parlando di “ansia” o di “asma”, perché quest’ultima, se sotto-diagnosticata, comporterebbe successivamente serie conseguenze.
Dispnea ansiosa: la notte facilita la crisi respiratoria
Il calar della notte è sicuramente il momento peggiore per il paziente che soffre di dispnea ansiosa, specialmente se si trova solo in casa, senza la confortante presenza di qualcuno che possa soccorrerlo in caso di bisogno. Il solo pensare che possa sopraggiungere la crisi respiratoria fa vivere il paziente di dispnea ansiosa come sempre sull’orlo del disastro.
Il buio e lo stato ansioso sono una pessima combinazione per riuscire a distinguere una dispnea organica da una dispnea ansiosa, specie tra i pazienti giovani dove la dispnea asmatica tende ad accentuarsi di notte ed a confondere ulteriormente le due problematiche.
Psiche e respiro si mescolano
Possiamo distinguere essenzialmente tre situazioni che ingenerano diverse condizioni di dispnea ansiosa:
- una situazione emotiva impegnativa fa rilevare una percezione acuta della dispnea (uno stato di ansia anomala, un’ansia da prestazione, un attacco di panico, un disturbo psicosomatico)
- un disturbo psichico che attiva una dispnea ansiosa (ansia psicogena)
- una cronicizzazione della dispnea ansiosa e quindi un disturbo anomalo del respiro che diventa continuativo (depressione, iperventilazione cronica).
Quali sono i fattori scatenanti
Sono diversi i fattori che possono scatenare un attacco di dispnea ansiosa. Sono condizioni che portano a fare quelle inspirazioni prolungate, così profonde, che sembra non ci appartengano ma che si devono effettuare per forza perché se non si fanno può risultare fatale.
- Un particolare modo di percepire la vita può essere predisponente: quando ci si sente costretti nella quotidianità, quando si vive come “soffocati” dentro una gabbia che toglie il respiro, quando si attraversa la quotidianità come un nido di rovi.
- Gli irrisolti – sono quei conflitti interiori che albergano dentro di noi, ci opprimono come macigni e “stringono la gola”.
- Gli attacchi di panico – nulla fa soffrire di più del senso di asfissia che provoca un attacco di panico che in molti casi si accompagna ad un senso di morte imminente.
- L’ansia sociale – la paura che assale quando si deve per esempio affrontare una platea o si deve parlare di fronte a persone che ci mettono in soggezione. Si taglia il respiro e viene la voglia di scappare lontano.
- Problemi depressivi – che provocano sbalzi di umore e che fanno alterare il ritmo della respirazione.
- Anche i pazienti asmatici possono essere soggetti a episodi di dispnea ansiosa a causa di timori o ansie che possono appesantire la condizione della loro malattia già così compromettente il loro modo di respirare.
Dispnea ansiosa: conclusioni
Bisogna tenere presente che trascurare un respiro anomalo può essere pericoloso e ricordare che non sempre può esserci un farmaco che agisce come una bacchetta magica rimuovendo una condizione che deriva dalla nostra psiche e non da una causa organica.
Una faccia di bronzo è una gran cosa da mostrare al mondo, ma di tanto in tanto, quando sei solo e non hai il pubblico intorno, devi, penso, toglierti la maschera, nient’altro che per respirare. Altrimenti, credo proprio che soffocheresti. (O. Wilde)
Autore: Vincenzo Garlando- Medico Specialista in malattie dell’apparato respiratorio.
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