Le distorsioni cognitive che ci autosabotano

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Quando ero ragazza, mia nonna mi ripeteva sempre “non cambiare la vecchia strada per la nuova“. Il suo era un modo per dirmi che certe abitudini non vanno mai cambiate.

Questo vecchio detto popolare rende appieno il concetto di pregiudizio limitante. Infatti, scegliere determinate esperienze perché ci risultano familiari ci impedisce di uscire dalla nostra zona di comfort e quindi di crescere emotivamente.

Quando non siamo in grado di valutare le alternative e preferiamo restare nella zona conosciuta, non stiamo sfruttando il nostro pieno potenziale e alla fine del percorso probabilmente potremmo chiederci: cosa sarebbe successo se …?

Ci piace pensare che siamo persone razionali, che la maggior parte delle nostre decisioni vengono prese soppesando i pro e i contro. Questa convinzione ci dà un senso di sicurezza e ci conforta. Tuttavia, giorno dopo giorno siamo vittime di distorsioni cognitive.

Cosa sono i pregiudizi limitanti?

I pregiudizi cognitivi sono deviazioni del processo del pensiero che portano a distorsioni, ad un giudizio inesatto o ad una interpretazione illogica degli eventi. In molti casi, queste distorsioni sono dovute alla necessità di prendere una posizione rispetto a determinati stimoli ma senza avere tutte le informazioni necessarie. Così possiamo trarre delle conclusioni sbagliate.

Ovviamente, le distorsioni cognitive ci permettono di agire in fretta ma non sempre ci fanno prendere la decisione migliore. Infatti, spesso ci trattengono bloccati nella nostra zona di comfort, dove ci sentiamo al sicuro, e ci impediscono di sviluppare tutto il nostro potenziale.

Le distorsioni cognitive più limitanti

Anche se a volte pregiudicare una situazione (tocco il fuoco quindi mi brucio) può essere utile per prendere decisioni sicure e in tempi rapidi altre volte può portare a giudizi e decisioni sbagliate.

Uscire da questo modo di pensare, dalla propria sfera di comfort, può portare a valutare nuove opportunità. La buona notizia è che una volta che si impara a riconoscere i pregiudizi cognitivi non saremo più alla loro mercé.

1) Effetto conferma

E’ la forma di pregiudizio più diffusa infatti colpisce quasi tutti indistintamente. L’effetto conferma consiste nel ricercare, dare credito e selezionare tutte quelle ipostesi o informazioni che supportano la nostra credenza. Ad esempio “Sono brutto e nessuna donna mi vuole. Le donne vogliono solo le persone belle”. La persona che soffre di questo tipo di pregiudizio tenderà ad arroccarsi nella propria convinzione escludendo così qualsiasi altra alternativa.

Come vittime di questo pregiudizio tendiamo a chiuderci a nuove idee o posizioni che sono diverse dalle nostre, ci trinceriamo nella nostra posizione e ci rifiutiamo di fare un passo ulteriore, se non altro per raggiungere un’intesa con l’altra persona o per allargare i nostri orizzonti.

2) L’effetto carrozzone 

Molte persone lo negano forse perché non se ne rendono conto ma spesso e volentieri seguono la massa. Basta che una grande parte si schieri – anche sbagliando – e le persone pur non sentirsi isolate si aggregheranno senza pensarci due volte. Pensate quante pubblicità si basano su questo: “Già 100.000 persone hanno scelto…” oppure XYZ la cosa preferita dagli italiani. Non è così? Le aziende non investono centinaia di migliaia di euro per niente.

3) La negatività

Molte volte si sente dire devi “essere positivo” e di non essere pessimista ma questo non è un semplice atto volontario. Studi recenti – sempre se ce ne fosse stato bisogno – hanno dimostrano che il nostro cervello ha la tendenza ad avere ricordi negativi piuttosto che positivi. I media lo sanno da sempre. Ecco perché nei giornali o telegiornali ci sono sempre notizie di tragedie, furti, maltempo (è sempre l’inverno più freddo o l’estate più calda). Perché la nostra mente ha la tendenza a dare rilievo alle notizie negative. Madre Teresa di Calcutta disse non farò mai una manifestazione CONTRO la guerra, semmai a FAVORE della pace.

4) La fissità funzionale

Un altro pregiudizio limitante riguarda la tendenza ad abituarsi a fare sempre le stesse cose. Nell’incapacità di trovare soluzioni alternative a quelle abitudinarie; vedere le cose sempre dalla solita prospettiva e farle sempre nello stesso identico modo. Questo meccanismo è ben conosciuto tant’è che alcune famose case automobilistiche hanno cercato di affrontare il problema della fissità nei confronti delle auto elettriche.

5) La proiezione

Questo tipo di pregiudizio lo sperimentiamo ogni volta che pensiamo che la persona che ci sta di fronte la pensa come noi. O che arriverà alle nostre stesse conclusioni. Niente di più sbagliato. Il modo di pensare delle persone è la conseguenza di fattori che per forza di cose è diverso dal nostro. Spesso non ci rendiamo neanche conto che col passare del tempo il nostro pensiero o le nostre convinzioni possono cambiare. E quello che una volta ci andava bene ed era accettato improvvisamente non lo è più.

6) Distorsione del passato

La distorsione retrospettiva è forse tra i più dannosi pregiudizi cognitivi in quanto chi ne è colpito è convinto che tutte le decisioni prese in passato sono state giuste più di quanto lo siano state realmente. Questo tipo di revisione del ricordo lo facciamo per sentirci meglio in quanto non è più possibile modificare il passato e quindi ci auto-inganniamo convincendoci di aver optato per la scelta migliore tra quelle disponibili.

Tuttavia, l’auto-inganno non è mai la soluzione migliore, perché ci impedisce di imparare dai nostri errori e ci blocca in un circolo vizioso. L’assunzione di un atteggiamento obiettivo per quanto riguarda le nostre decisioni, ci permette di crescere e sviluppare ulteriormente il nostro potenziale, cambiando forse il modo in cui abbiamo intrapreso il cammino o facendoci scegliere una direzione diversa la prossima volta.

7) Paura della perdita

Chi lascia la vecchia strada per quella nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova. Molto spesso tendiamo a rimanere agganciati a situazioni affettive, lavorative o non vogliamo cambiare questo o quello oggetto, per la paura di perdere quello che abbiamo. Per la paura di cambiare. Quante persone rimangono a lavorare in posti dove non si trovano bene?

8) Effetto ancoraggio

Si tratta della tendenza ad “ancorarsi” ad un elemento o una parte delle informazioni ignorando il resto. Siamo vittime di questo pregiudizio quando, per esempio, compriamo considerando solo il prezzo del prodotto o quando ci arrabbiamo con il nostro partner per un incidente isolato concentrandoci solo su un difetto e non vediamo il resto delle qualità della persona.

L’effetto ancoraggio ci porta ad adottare una visione molto distorta della realtà, è come se ci muovessimo nella vita indossando dei paraocchi che ci permettono di vedere solo alcuni dettagli. In questo modo non analizzeremo mai le situazioni nel loro insieme, non avremo una visione globale degli eventi e, con il tempo, questo ci farà prendere delle pessime decisioni.

9) La scatola nera, l’effetto famiglia

L’ho lasciato per ultimo e fosse molti lo danno per scontato ma soprattutto da piccoli registriamo tutto. Quante volte compiamo delle scelte solo perché ci risultano familiari? Questo tipo di impronta molto spesso l’abbiamo ricevuto durante l’infanzia dalla nostra famiglia, e questo ci trasmette una certa sicurezza. Votare questo o quel partito, preferire questa o quella marca di auto, di pasta e così via. Anche questo ci impedisce di valutare bene le alternative.

NOTA BENE
Se pensate di non essere mai state vittime di queste distorsioni cognitive, probabilmente state soffrendo di ciò che si conosce come: “pregiudizio del punto cieco“, che significa non rendersi conto dei propri pregiudizi considerando se stessi come una persona che ha meno pregiudizi rispetto agli altri.

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