È arrivato il momento di «tagliare via» i rapporti che logorano

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Nella vita di ognuno di noi si compie, in modo del tutto naturale, una “selezione umana”. Questa “selezione naturale”, metaforizzando quanto teorizzato da Charles Darwin, è un meccanismo chiave dell’evoluzione personale secondo cui, durante il corso della vita, si ha un progressivo (e cumulativo) aumento degli individui con caratteristiche ottimali per l’ambiente in cui vivono. Ciò significa che se una persona tossica non trova un ambiente favorevole per prosperare, non tarderà a cambiare strada e a uscire dalla tua vita!

Ma ciò significa anche che se nella tua vita ti imbatti in modo progressivo e cumulativo con persone tossiche, c’è qualcosa che non va nella tua selezione umana e hai bisogno di agire, hai bisogno di compiere potature umane.

La selezione naturale è passiva

La selezione naturale delle persone che fanno parte della tua vita avviene in modo spontaneo; la selezione umana può essere definita come un processo passivo.

Se vivi in pace con te stesso, in armonia con i tuoi bisogni interiori, nella tua vita ti ritroverai in compagnia di chi sa davvero apprezzarti. Non avrai difficoltà a stringere rapporti autentici e a coltivare, in ogni legame, una preziosa risorsa emotiva. In questo contesto, le potature umane potrebbero servirti a correggere quello che la selezione umana ha già fatto per te.

Al contrario, se ancora non hai sviluppato un senso del sé auto-efficace, finirai per circondarti di persone che ti sminuiscono e ti screditano. L’efficacia interpersonale è relativa alla gestione delle relazioni, una bassa auto-efficacia ti porterà a stringere legami svilenti, ti porterà a circondarti di persone screditanti, che possono tradire, manipolare, mentire (…), porterà a stringere legami fatti di assenze e vuoti emotivi. Al bisogno di essere accondiscendente e di piacere a tutti

Da dove nasce questo desiderio di piacere a tutti?

Compiacendo gli altri, si tenta di compensare quella mancanza affettiva che ci ha ferito e fatto sentire escluso dal nostro gruppo di pari. Questo è il classico “Per essere amato devo FARE qualcosa per gli altri, se non lo faccio rimarrò da solo/a”.

L’approvazione degli altri è allora visto come una sorta di nutrimento dal quale finiamo per essere dipendente, gommando letteralmente la propria identità. Ciò che cerchiamo di evitare è l’isolamento, la solitudine e quella voce che ci dice da una parte “Non sono amato/a” mentre dall’altro lato echeggia un “Non valgo nulla”.

E questo comportamento di compiacenza ci espone ad alcune persone sbagliate, i famosi “predatori”: gli opportunisti e i perversi narcisisti sono tra i più temibili e difficili da debellare. In poche parole, provando di piacere a tutti avrai maggiore possibilità di cadere sulle persone sbagliate. In questo ultimo caso la selezione umana (intesa come processo passivo) non basta, è necessaria una certa reattività, è necessario compiere le potature umane.

È il momento di compiere le Potature Umane

I rami secchi vanno recisi, sono aridi, appesantiscono e impediscono ai raggi del sole di irradiarsi a pieno. Così sono le relazioni tossiche: asfittiche, sottraggono vitalità e forza espressiva.

Le risorse cognitive dell’essere umano non sono infinite, così, ogni giorno, facciamo una selezione e decidiamo (più o meno consapevolmente) a cosa o a chi dare la priorità, a cosa e a chi concedere le nostre attenzioni. Le persone tossiche ci privano di risorse preziose e non solo: chi non ha ancora sviluppato un grosso valore di sé potrebbe rimanerne schiacciato.

Allora cosa fare?

Ecco che si passa dalla selezione naturale a un processo attivo e deliberato che passa per la valutazione. La prima domanda da porti: come mi fa sentire quella determinata persona? Come mi fa sentire vivere questa dinamica relazionale? L’introspezione è fondamentale per comprendere le dinamiche relazionali ricorrenti. Un percorso di psicoterapia potrebbe essere utile per incrementare il proprio senso di auto-efficacia e imparare finalmente a conoscersi profondamente.

Ogni relazione dovrebbe essere basata su un reciproco scambio, un dare/avere. Questo concetto ti aiuterà non solo a definire le relazioni per ciò che sono realmente, ti consentirà inoltre di tenere lontane quelle persone che tendono solo ad avere senza dare nulla in cambio.

Lo scambio e il confronto sono essenziali e nessuna relazione dovrebbe essere unidirezionale. Partendo da questo, imposta delle aspettative di lealtà e affidabilità e taglia fuori dalla tua vita chi non ti restituisce il rispetto e la stima che riceve da te.

Circondati di persone realmente degne della tua stima e capaci di ricambiare e cura le tue emozioni. Le potature umane non riguardano solo persone da allontanare dalla propria vita ma anche onerosi dispendi di tempo e cattive abitudini. Che senso ha vedere un gran numero di telegiornali al giorno per accumulare preoccupazioni e angoscia? Che senso ha avere amici su FB che postano solo contenuti che non ci piacciono? Anche qui una valutazione preliminare, seguita da una scelta consapevole, può migliorare la nostra esperienza di vita.

E quando le relazioni non possono essere “tagliate”?

Partiamo dal presupposto che nessun rapporto è vincolante. Il lavoro si può cambiare, gli affetti familiari si possono deludere (e abbandonare)… ma a che prezzo? Purtroppo viviamo in un mondo imperfetto dove le scelte forzate esistono. Quindi ci accontentiamo di “rimanere forzatamente” in una relazione che mal sopportiamo.

Quando la possibilità di eseguire una potatura umana non è contemplata, diventa necessaria la strada del distacco emotivo. Non è qualcosa di troppo difficile: dipende da quanto sei invischiato in quella relazione.

In una relazione tossica genitore-figlio, in cui il figlio ha dovuto subire anni di torti e abusi, il carico emotivo è enorme, stesso discorso quando si parla di una relazione con un ex partner con il quale si condivide un figlio… In alcune circostanze non è più lecito “subire” ma non è neanche possibile andare via. La maturità emotiva può conferire un nuovo significato alla parola “tolleranza”.

La tolleranza non ha più un significato di subordinazione ma diventa l’arma migliore. Tolleranza e distacco diventano le armi per disinnescare l’altro, per farsi scivolare addosso maldicenze e frecciatine.

Se le convinzioni, le idee e i modi di fare dell’altro sono in contrasto con i tuoi, tu non puoi pretendere di cambiarli… ciò che puoi fare è un passo indietro, ciò che puoi fare è ridurre il rapporto ai minimi termini. In questo caso la potatura non riguarda la persona da mandare via ma le risorse emotive che deciderai di smettere di investire!

Quelle risorse potrai usarle per te stessa, per coltivare il tuo benessere in altri momenti e in altri luoghi. Passo preliminare, però, è accettare l’altro, accettare quanto l’altro ti abbia deluso, accettare il dolore che hai sofferto… Accettare una situazione, per quanto dolorosa possa essere, non significa subirla, bensì significa andare avanti per la propria strada nonostante tutto. Andare avanti al meglio delle proprie possibilità, perché la vita va curata.

Riscrivi le Pagine della Tua Vita

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Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» edito Rizzoli
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