Ogni nostra scelta, da quella più facile a quella più difficile, contiene in sé l’ombra del disappunto per ciò che non abbiamo scelto e cui abbiamo pertanto rinunciato. Parallelamente, anche i momenti più belli celano in sé un velo di tristezza, per la consapevolezza che presto o tardi avranno fine. In realtà, ciò che ci spinge ad andare avanti è la ricerca della felicità – ma come realizzarla? Per molti attraverso il possesso di oggetti o nella sperimentazione di determinate situazioni; questo modo di fare, tuttavia, ci lascia – in fondo – stressati ed insoddisfatti. Meglio dunque provare a vivere distaccati dal risultato di ogni situazione, focalizzati sul presente e sull’impegno a migliorarci. Ovvero, come spiega il racconto del saggio indiano e del turista, attraverso il distacco emotivo.
Psicoracconto sul distacco emotivo
Un turista americano viaggia a Calcutta, con il solo scopo di visitare un famoso saggio. Il turista si sorprese nel vedere che il saggio viveva in una stanza molto semplice ma piena di libri. Gli unici mobili erano un letto, un tavolo e una panca. Dove sono i suoi mobili? – chiese il turista.
E il saggio gli chiese a sua volta: – e dove sono i tuoi?
– I miei? – Sorpreso, il turista risponde – Ma io sono qui solo di passaggio!
-Anche io … – concluse il saggio.
Questa favola rappresenta perfettamente uno dei pilastri del buddismo, filosofia alla quale ha attinto recentemente la Psicologia: il distacco emotivo, che è una delle principali vie per raggiungere la pace spirituale, il benessere e la felicità. Tuttavia, è anche una delle leggi più difficili da mettere in pratica.
La legge del distacco ci insegna a focalizzare l’attenzione su quello che desideriamo
Ci insegna a fare i passi necessari per conquistare i nostri sogni e trovare sicurezza nella saggezza dell’incertezza, lasciando andare ogni attaccamento al risultato. Un passo essenziale per raggiungere i nostri obiettivi.
Focalizzazione significa messa a fuoco. In pratica focalizziamo quando definiamo bene i termini di una questione, di una situazione, di un problema. Ci riusciamo quando attiviamo la nostra attenzione, quando ci concentriamo su un obiettivo o su un pensiero. Attivare vuol dire rendere attivi quindi mettere in moto e canalizzare le nostre capacità su quel punto, su qualcosa che vogliamo risolvere o raggiungere.
Un pensiero concentrato è frutto di motivazione e allenamento. Essere focalizzati insomma è una scelta di fiducia, entusiasmo, determinazione ma anche un processo che si apprende. Spesso siamo vittime delle nostre stesse cattive abitudini, dei nostri rinvii, dei nostri timori. Spesso non riusciamo a perseguire ciò che vorremmo perché ci facciamo travolgere da troppi affanni, smarriamo i nostri scopi e i nostri sogni in un marasma di impegni, vaghiamo tra mille cose senza afferrarne davvero neanche una.
A cosa serve il distacco emotivo?
Uno dei fondamenti di qualsiasi percorso di miglioramento personale o professionale consiste nell’avere obiettivi precisi, concreti e misurabili. Ci piace sapere quando raggiungeremo l’obiettivo pur sapendo che ciò richiede determinati criteri. In pratica, come facciamo a sapere quando ce l’abbiamo fatta? Beh, è semplice capirlo: se voglio perdere peso per avere un aspetto più piacevole, basta che controllo la bilancia dopo un tot di mesi, il peso raggiunto ci dirà se ci sono riuscita. A volte però la risposta può essere più complessa: se voglio diventare una persona “migliore” e “stare meglio”, quali sono i criteri per capirlo? Che significa voglio stare meglio?
A monte di tutto dovrei chiedermi: cosa voglio veramente?
Facciamo un esempio: voglio un’auto di lusso. Ok, ma perché? Perché guidarla mi farebbe stare meglio. Bene, ma perché voglio sentirmi così?……….Ed ecco, si arriva alla vera essenza della risposta: Tutto ciò che voglio nella vita è ESSERE FELICE
A questo punto è legittimo chiedersi: come cerco la mia felicità? La cerco fuori di me, quindi nel possesso di oggetti o nella sperimentazione di determinate situazioni, oppure la cerco dentro di me, come un’identità che prescinda dall’esterno?
In analisi, il primo tipo di ricerca è fonte inesauribile di stress e insoddisfazione: fino a che non ho quello che voglio, mi sentirò ansiosa di ottenerlo. E più sperimenterò ansia e frustrazione, più attrarrò… lo stesso: ansia e insoddisfazione! Ecco perché è importante provare a vivere distaccati dal risultato di ogni situazione che sperimentiamo. Dobbiamo imparare a vivere con l’impegno per migliorare il nostro futuro, ma restando focalizzati sul momento presente. In altre parole, muoversi verso quello che si desidera distaccandosi emotivamente dal risultato finale.
L’attaccamento è espressione di insicurezza
La legge del distacco emotivo indica che dobbiamo rinunciare al nostro attaccamento alle cose; ciò non significa rinunciare ai nostri obiettivi. Non dobbiamo rinunciare all’intenzione, ma piuttosto all’interesse per il risultato. A prima vista, potrebbe sembrare una variazione non sostanziale, ma in realtà, è un enorme cambiamento nel modo in cui comprendiamo il mondo e il nostro modo di vivere.
In effetti, nel momento stesso in cui perdiamo l’interesse per il risultato, ci allontaniamo dal desiderio, che viene spesso confuso con il bisogno, spingendoci così a perseguire obiettivi che in realtà non ci soddisfano. In quel momento, abbiamo adottato un atteggiamento più rilassato, e anche se può sembrare un controsenso, in questo modo ci risulterà più facile ottenere ciò che vogliamo. Questo perché il distacco si basa nella fiducia nelle nostre potenzialità, mentre l’attaccamento si basa nella paura della perdita e nell’insicurezza.
Quando ci si sente insicuri, ci si attacca alle cose, alle relazioni o le persone. Tuttavia, il dato curioso è che più sviluppiamo questo attaccamento, e più cresce la paura della perdita. Questa paura non riguarda solo la nostra stabilità emotiva, ma ci può anche spingere a creare dei modelli di comportamento disfunzionale.
Per esempio, possiamo sviluppare un attaccamento malsano alle cose, come le persone che non possono vivere senza il loro smartphone e che soffrono addirittura di allucinazioni uditive causate dall’abitudine di essere perennemente in attesa della chiamata successiva o di un messaggio. Naturalmente, si può anche cadere vittima di schemi relazionali dannosi che soffocano la persona che amiamo e danneggiano profondamente la relazione.
Tuttavia, il distacco emotivo suppone un altro modo di relazionarsi, implica non dipendere da ciò che possediamo o dalla persona con la quale abbiamo stabilito dei legami affettivi. È importante capire che “distacco” non significa non amare, ma essere autonomi, liberi dalla paura della perdita per iniziare veramente a godere di ciò che abbiamo o della persona che amiamo. Il distacco non significa non godere e provare piacere per l’esperienza ma, al contrario, cominciare a viverla più intensamente, perché le nostre esperienze non sono più offuscate dalla paura della perdita.
Il distacco è parte integrante (e fondamentale) dell’arte di far accadere le cose che vuoi
Chi pratica il distacco verso i proprio obiettivi vive sereno, completamente soddisfatto e rilassato, ed è proprio questo non-attaccamento, paradossalmente, a portare verso l’obiettivo in modo rapido e sicuro. Perché il “bisogno” da che cosa deriva? Dalla mancanza di quella stessa cosa. Pertanto, quando sentiamo il bisogno di qualcosa, di qualcuno o di qualche situazione, in realtà stiamo esprimendo un sentimento di mancanza. Questa mancanza ci porta ad attrarre, in definitiva, altra mancanza.
I problemi sono opportunità
La Legge del Distacco Emotivo non ci dice che non dobbiamo avere degli obiettivi. Quando abbracciamo il distacco non diventiamo foglie mosse dal vento. Infatti, gli obiettivi sono importanti per marcare la direzione verso cui incamminarci. Tuttavia, il dato interessante è che tra il punto A e il punto B, vi è l’incertezza, un universo quasi infinito di possibilità. Così, per raggiungere il nostro obiettivo, possiamo seguire diversi percorsi e cambiare direzione quando vogliamo. Questo modo di intendere la vita ci porta un altro vantaggio: non forzare le soluzioni ai problemi e mantenerci attenti alle opportunità. Quando si pratica il vero distacco, non ci si sente in dovere di forzare le soluzioni ai problemi, ma siamo pazienti e aspettiamo e, mentre lo facciamo, scopriamo le opportunità.
Di sicuro, ogni problema contiene un opportunità che racchiude un beneficio. Quello che succede è che con la mentalità dell’attaccamento, ci sentiamo impauriti e cerchiamo di forzare la soluzione, quindi la maggior parte delle volte ci concentriamo sulla parte negativa del problema e perdiamo l’opportunità che questo racchiude.
Tuttavia, quando crediamo che ogni problema contiene i semi dell’opportunità, ci apriamo a una più vasta gamma di possibilità. Così, non solo soffriremo molto meno nelle avversità, ma troveremo la soluzione più velocemente e questo ci permetterà di crescere come persone.
Per capire meglio cosa intendo, ecco una definizione di attaccamento: ogni volta che pensiamo a come vorremmo che cambiassero per poter essere felici, allora NON siamo distaccati dal risultato della situazione che stiamo vivendo.
Un esempio: se il mio partner mi trascura, invece di focalizzarmi su come cambiarlo e sul dolore che mi procura, dovrei distaccarmi da tutto questo e concentrarmi sulle opportunità che mi ruotano intorno: potrei frequentare una persona che riesca davvero ad appagare i miei bisogni insoddisfatti nel rapporto di coppia che sto attualmente vivendo. Ecco, focalizzarsi solo su quello che desideriamo e nello stesso tempo vivere e apprezzare quello che sperimentiamo ora, come parte indispensabile del percorso verso la realizzazione del nostro obiettivo.
Questo non significa che non dobbiamo credere più nei nostri progetti
Significa semplicemente che la nostra felicità deve essere indipendente dal risultato finale. Significa che dobbiamo focalizzarci sul presente ed essere se stessi piuttosto che voler raggiungere a tutti i costi un risultato nel nostro futuro. Quando impareremo a non farci influenzare eccessivamente da quello che vogliamo cambiare, vedremo letteralmente “comparire” nella nostra vita i nostri desideri, ci divertiremo e saremo più liberi e felici di quanto non siamo stati finora.
Bisogna evitare che un desiderio diventi una fissazione, un qualcosa del quale non possiamo fare a meno; se vogliamo un obbiettivo dobbiamo staccarci dall’ansia, dalla fretta del risultato e dai dubbi sul suo raggiungimento. Tutte queste emozioni negative alimenterebbero niente altro che un senso di mancanza, una forte inquietudine, che di fatto ci impedirebbe di realizzare i nostri sogni.
Hai presente quello che succede in amore? A volte, quando ci innamoriamo intensamente, pensiamo di non poter più vivere senza la persona oggetto del nostro desiderio; la nostra felicità comincia a dipendere da fattori esterni e viviamo il desiderio di conquistare l’amore dell’altra persona con dolore, inquietudine ed un’ansia tremenda: presto diventiamo paranoici, frettolosi e di fatto intralciamo con i nostri stessi pensieri e comportamenti la realizzazione del nostro sogno d’Amore: poniamo in essere mosse ardite, affrettate, trasmettendo all’altra persona un senso di bisogno e di debolezza che di fatto finirà per allontanarla.
Quando ci accorgiamo di desiderare qualcosa così fortemente da non poter vivere senza, mettiamoci davanti a uno specchio e diciamo a noi stessi: “OK, non ho davvero bisogno di questo per essere felice. Voglio solo illudermi. Quello di cui ho davvero bisogno è il miglior risultato possibile per questa situazione, qualunque esso sia. Mi serve soltanto avere la consapevolezza che sto dando il meglio di me.”
Imparare a distaccarsi è un attitudine che si può sviluppare con la volontà e a piccoli passi
Se ricerchi la vera pace, devi imparare che questa non può essere autentica se ancora hai paura di perdere qualcosa o qualcuno, non può esserci pace se questa dipende da condizioni esterne, non può esserci pace se devi recitare ruoli che non sono tuoi, non c’è pace fintanto che vivi sotto l’incantesimo del canto della paura.
Ecco un piccolo esercizio per iniziare a distaccarti da qualcosa di materiale. Prova a vedere cosa senti dentro nel prendere un vecchio oggetto che non vuoi buttare via perché ti ricorda “un momento”, prova a staccarti da quell’oggetto, prova a zittire la paura di fare un gesto che di sicuro non cambierà la tua vita, ma che certamente cambierà qualcosa all’interno di te. Quindi se vuoi davvero riprendere i redini della tua vita, non lasciarle in mano alle tue emozioni o cose e persone fuori di te. Non diventerai una persona fredda, distante, distaccata dagli altri, sarai semplicemente più centrata, consapevole e compassionevole. Vivrai una vita più piena e serena perché sarai presente in ogni istante.
Il lusso di sentirsi liberi, sempre
In qualsiasi ambiente, dovremmo concederci sempre il lusso di sentirci a nostro agio. Certo, il make-up, le griffe, in un corpo in forma, possono essere fonte di sicurezza, ma dobbiamo ricordarci che in nessun caso dovrebbero essere l’unica fonte di sicurezza. In nessun caso dovremmo apprezzare noi stessi in base a quanto riteniamo di essere apprezzabili dagli altri! Ognuno di noi, uomo o donna che sia, ha un suo valore intrinseco, è unico, speciale, irripetibile. Dovrebbe bastarci questa consapevolezza a farci stare bene con noi stessi.
Se non ci accettiamo, non significa che siamo inaccettabili! Significa solo che non abbiamo avuto la possibilità di completato quel processo di autonomia emotiva che avremmo dovuto attraversare durante l’infanzia. I nostri genitori, per un motivo o un altro, non hanno saputo/potuto sostenerci nelle nostre conquiste. Anzi, alcuni genitori ci hanno reso le cose davvero difficili. Ora che siamo adulti, però, sta a noi emanciparci, sta a noi affermare la nostra identità di persone complete.
Esigiamo da noi grandi cose, enormi imprese e grandi conquiste, tanto che dimentichiamo l’importanza delle piccole cose
Partire dalle piccole cose, provare e riprovare, concedersi sempre un’altra opportunità e soprattutto imparare a concederci lo spazio che fino a oggi ci è stato negato. È questo il mezzo che abbiamo per rinascere e guarire dal passato. A molti di noi non è mai stato concesso lo spazio di cui avevamo bisogno per poter allargare le spalle con fierezza, è arrivato il momento di prendercelo da soli. Non abbiamo bisogno di conquistarcelo perché già ci spetta per diritto. Se vuoi diventare davvero la migliore versione di te stesso, ti consiglio di leggere il mio libro: «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» (disponibile a questo indirizzo Amazon e in tutte le librerie d’Italia), accumulerai un mucchio di consapevolezze su chi sei e cosa puoi fare per te stesso, per uscire dall’empasse e vivere meglio. Se il ristagno in cui ti trovi riguarda la sfera sentimentale e senti che il tuo scoglio più pesante è l’insoddisfazione dei legami che stringi e la mancata autonomia, allora puoi trovare gli strumenti che ti servono leggendo il mio ultimo libro «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce». Anche questo disponibile su amazon e in tutte le librerie.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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