Ecco i segnali che ti stai accontentando troppo in amore, in amicizia e in famiglia

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

In tutti i rapporti che portiamo avanti, che siano con amici, colleghi, parenti o amanti, non abbiamo bisogno di grandi paroloni, regali o gesti eclatanti, tutto ciò che ci serve è onestà emotiva. In fondo non chiediamo molto quando pretendiamo semplicemente di essere riconosciuti nel nostro valore, di essere accolti per ciò che siamo e non per ciò che si aspettano da noi. Purtroppo, troppo spesso, gli altri ci desiderano o ci respingono solo in base a ciò che facciamo (o non facciamo) per loro.

I legami sono fortemente condizionati dalle aspettative, se le infrangiamo, se per un attimo smettiamo di essere ciò che vogliono gli altri e iniziamo a pensare a ciò che desideriamo per noi stessi, allora la relazione diventa burrascosa. Allora è lecito chiedersi: non è triste dover dare qualcosa in cambio, dover rinunciare a parti di sé, per ricevere un po’ di vicinanza e considerazione? A questo punto, non sarebbe meglio stare da soli? Rinunciare all’altro piuttosto che a se stessi e ai propri bisogni?

Ogni volta che ci accontentiamo di una relazione che mortifica i nostri bisogni, che non ci fa sentire liberi di esprimerci, stiamo mancando di rispetto a noi stessi, al nostro valore di persone complete e degne di stima. Qui di seguito ti riporto alcuni esempi che potrebbero farti aprire gli occhi sull’equilibrio delle relazioni che instauri.

7 segnali che ti stai accontentando troppo

Non leggere pensando solo al tuo partner, estendi le tue riflessioni a tutti i tuoi rapporti, amicizie e parentele comprese. I legami più sbilanciati che causano tanta, troppa sofferenze, spesso nascono in famiglia e quei modelli relazionali finiscono per replicarsi nel rapporto con gli altri.

In pratica il nostro ruolo è sempre lo stesso: se in famiglia eravamo (o siamo) quello maturo e comprensivo, che si mette da parte per il bene dell’altro, allora con gli amici saremo sempre quello che capisce, che accetta anche se soffre. Le aspettative che ci hanno caricato addosso fin da bambini, trovano sempre il modo di farsi sentire.

Ti svalutano costantemente

Sentirsi svalutati significa provare una sensazione di scarsa considerazione. Questa sensazione non sempre viene riconosciuta, in genere, nel tempo si trasforma in ansia, nel bisogno di «voler essere abbastanza» e ancora di più, nel bisogno di «dimostrare il proprio valore». Tuttavia, quando proviamo a “svelarci” o semplicemente raccontare qualcosa che abbiamo fatto, questa viene sminuita. Quando raccontiamo qualsiasi cosa, ciò che riceviamo in cambio è un «cosa credi? Non hai fatto niente di speciale».

Ambivalenza relazionale

Alcune persone sono ambivalenti, pertanto, da un lato possono lodarti e farti sentire apprezzata, tuttavia, quando possono, non perdono occasione per sottolineare una tua mancanza. L’ambivalenza è drammatica perché da un lato alimenta il legame e dall’altro distrugge la tua autostima.

Non puoi esprimerti

Se ti senti costretto a evitare determinati argomenti e soprattutto, se nella relazione devi omettere la tua opinione, allora sappi che ti ritrovi in una relazione in cui non puoi essere te stesso. Questo si verifica soprattutto in famiglia, quando per assecondare l’idea che i genitori hanno di noi, arriviamo a mentire. Possiamo mentire su qualsiasi cosa perché sappiamo che se fossimo sinceri, perderemmo la loro approvazione.

Allora sappi questo: quell’approvazione non c’è mai stata! Il rapporto è unidirezionale. Tu puoi contare sul loro affetto solo se assecondi le loro aspettative. Questo è molto diverso dall’amore incondizionato che un figlio dovrebbe conoscere e se oggi è così, sappi che lo era anche durante la tua infanzia. Allora, fin da bambino, hai imparato che per essere apprezzato non puoi esprimere chi sei veramente. Un apprendimento pessimo che crea insicurezza e mancata indipendenza.

Ti tradiscono

  • Ogni volta che qualcuno sminuisce i nostri sentimenti, sta tradendo il nostro valore.
  • Ogni volta che l’altro non ci ascolta e ci bolla con una sua idea, tradisce la nostra stima.
  • Quando l’altro calpesta i nostri sentimenti, tradisce anche ciò che nutriamo per lui/lei.

Il tradimento non è solo quello che vede inganni o scappatelle. Possiamo essere traditi in tanti modi e, ogni volta che subiamo un tradimento senza mettere le giuste distanze psicoaffettive, ci stiamo accontentando e stiamo -anche noi- svalutando il nostro valore.

Si coalizzano

Questo è uno scenario tremendo ma molto comune, sia in ambito famigliare che sul lavoro e in campo sentimentale. Per esempio, se il tuo partner sparla continuamente di te con la sua famiglia, ti stai accontentando di qualcuno che non ti stima, figuriamoci poi amarti! L’amore è tutta un’altra storia! Chi ti ama ti rispetta e non parla male di te.

In famiglia, un fratello e un genitore possono coalizzarsi per pretendere da te qualcosa oppure solo per il sadico gusto di sminuirti. Purtroppo alcune personalità hanno bisogno di sminuire l’altro per stare bene con se stessi o per alimentare una falsa unione. Le circostanze possono essere molto diverse. Se senti di “non fare squadra” con il partner o con la tua famiglia, se da sempre senti di essere l’unico membro della tua squadra personale… Allora sappi che è venuto il momento di far valere il tuo team e mettere sani confini.

Non ti senti capito

Questa cosa del “sentirsi incompresi” va chiarita. Da questa sensazione alle affermazioni graffianti tipo «è tutto nella tua mente» oppure «sei troppo sensibile» è un attimo! Eppure non c’è niente di astratto nell’incomprensione. Questa si può rilevare in modo concreto. Se tu esprimi una preoccupazione o un bisogno che viene invalidato, non ti stanno offrendo comprensione! Non ci stanno neanche provando a capirti… hanno già deciso per te come dovresti (o non dovresti) sentirti. Quindi non c’è spazio per il vero te e le tue reali emozioni, c’è spazio -ancora una volta- solo per quello che si aspettano da te.

Senti di non stimare questa persona

La stima è un percorso a due corsie, tu la dai e la ricevi. Se sei circondato da persone che non apprezzi, allora potrebbe essere necessario rivedere un po’ di cose. Muovere un trattamento irrispettoso o sfidante, non giova alla tua salute psicofisica. Fai qualche passo indietro e, se necessario, riduci le interazioni al minimo indispensabile. Perché alimentare un legame con qualcuno che non apprezzi?

Questo è ancora più pericoloso quando quel qualcuno è il partner. Può succedere che in preda alle reazioni biochimiche delle prime fasi dell’innamoramento, partiamo in quarta per poi, più avanti, renderci conto che quel rapporto non è così bello come ce lo immaginavamo. Sappi che se stai con una persona che ti fa soffrire, e ti accontenti di un legame che non è ciò che desideravi per te, non lo fai perché «lo ami» (o la ami), lo fai perché stai proteggendo il legame. Perché siamo programmati geneticamente per portare avanti legami di attaccamento, questo diviene funzionale alla sopravvivenza della specie soprattutto nei primi anni di vita, quando non siamo autosufficienti. Cosa succede? Che se manca una sana «sufficienza emotiva», sentendoci ancora non autosufficienti, continuiamo a proteggere legami anche se non ci fanno crescere, anche se ci fanno stare male. Ricorda che questa è solo una trappola che ti tende la tua mente. Come disinnescarla? Semplicemente lavorando sulla tua emancipazione emotiva, il resto (gli allontanamenti, il riscatto, l’affermazione personale…) verrà da sé.

Non siamo fatti per accontentarci

I legami non sono come i mobili IKEA, non si possono semplicemente assemblare i pezzi e via, c’è bisogno di attenzione, cura e impegno. Il problema dei legami è che questo concetto di “cura” e “reciprocità” sono davvero in pochi a capirlo. Si tratta di perle rare dall’inestimabile valore. Ognuno meriterebbe una perla così nella propria vita ma sono difficili da riconoscere e attrarre… ecco perché poi finiamo per accontentarci. Eppure, gli affetti più sinceri e gli amore, non dovrebbero mai essere QUELLI CHE CI CAPITANO PER CASO, dovrebbero essere quelli che abbiamo scelto con consapevolezza e partendo da una sana autonomia emotiva (così da non rimanere invischiati in incastri).

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Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
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