La ricerca del benessere e della felicità coincidono con il desiderio di autorealizzazione. Ognuno di noi attraverso l’attivazione delle proprie risorse cerca in qualche modo di realizzare se stesso utilizzando al meglio le personali attitudini.
Tutto ciò prende il nome di autoformazione, ovvero la possibilità di dare a se stessi la forma che sentiamo intimamente più nostra ed autentica. Purtroppo la vita e le abitudini quotidiane attivano dei meccanismi che spesso costringono le persone ad eseguire routine che mortificano il piacere abbassando il tono dell’umore e rendendo i vissuti grigi e scarsamente entusiasmanti.
Tutto ciò produce la deformazione, ovvero la perdita della propria autenticità che coincide con l’allontanamento da se stessi, dai propri bisogni e da tutto ciò che sentiamo come nutriente. Il corpo agisce, la testa vaga altrove e le emozioni progressivamente si congelano.
Alla scoperta della propria autenticità
Le pratiche bioenergetiche integrate sono un sistema che in qualche modo cercano di aiutare il praticante a tornare ad essere presente a se stesso attraverso il respiro, la visualizzazione ed il gesto intenzionale. Lo scopo è quello di indagare i blocchi emozionali che si manifestano a livello corporeo attraverso tensioni e rigidità muscolari, cercare di scioglierli attraverso il gesto intenzionale ed il respiro, poi, successivamente, verbalizzare ciò che è stato esperito per andare ad integrare gli aspetti scissi di sé.
Questo meccanismo attiva un processo di autotrasformazione, ovvero di cambiamento volto verso la scoperta della propria autenticità che ha a che fare l’emergere delle personali attitudini, desideri e bisogni, soffocati spesso dalle scorie inautentiche che sentiamo come nostre ma che in realtà sono frutto di condizionamenti e convinzioni sbagliate di se stessi.
L’obiettivo è risvegliare il proprio sentire, fidandosi di ciò che si prova ed alimentando le energie sopite dalle abitudini deleterie in modo da tendere progressivamente verso la realizzazione di sé. Le pratiche bioenergetiche integrate sono un mezzo che consente ad ognuno di darsi la propria forma attraverso l’autoascolto, la progressiva scoperta di sé, l’eliminazione dell’inautentico, l’incremento del potenziale bioenergetico, l’espressione delle attitudini e quindi l’autorealizzazione.
Alla scoperta delle pratiche bioenergetiche
Il concetto di pratiche bioenergetiche si fonda sull’incontro delle diverse discipline orientali come il Qigong ed il Tai Ji, con le tecniche meditative e la bioenergetica occidentale. Lo scopo è quello mettere al centro il praticante con i suoi bisogni ed utilizzare in maniera creativa il gesto e la respirazione al fine di aiutare la persona a connettersi con se stessa, con il corpo e le sue tensioni, accogliendo e lasciando fluire senza giudizio tutto ciò che viene avvertito a livello emotivo.
Senza addentrarci troppo sugli aspetti formali della disciplina, è importante capire quali sono i punti cardine che la caratterizzano.
Aspetti pratici di base: tutto il percorso si basa sull’ascolto del proprio stare in posizione (in piedi, seduti e sdraiati) e sui gesti intenzionali fondamentali: sollevare abbassare, torcere, prendere, lasciare, aprire, chiudere, ecc. L’assunzione di ogni posizione e l’esecuzione dei gesti suggeriti è caratteristico del personale sentire soggettivo. Non esistono movimenti corretti o movimenti sbagliati. Tutto si rifà a come ognuno sente se stesso in quel preciso momento.
Dopo l’esecuzione dei movimenti è importante verbalizzare ciò che è stato avvertito a livello emotivo, ad esempio: cosa ho preso quando chiudevo le mani? Cosa lasciavo di me quando spingevo via espirando? Cosa allontanavo da me quando ridefinivo i miei confini camminando?
E’ importante anche verbalizzare come ognuno si sia sentito nell’assumere certe posizioni: debolezza nelle gambe, fragilità nelle braccia, ecc. Tutto questo aiuta a il praticante a capire come si relaziona con la realtà e quali cambiamenti eventualmente effettuare per incrementare il proprio benessere.
Alcuni suggerimenti tecnici: il lettore può provare a mettere in pratica alcune tecniche senza dimenticarsi mai che al centro c’è il proprio sentire e non il movimento. Occorre sempre auto interrogarsi sulle sensazioni avvertite e provare a ricollegarle agli accadimenti della propria vita personale.
Rigenerazione in posizione seduta
Stando seduti con le gambe incrociate e gli occhi chiusi, provare a tenere la schiena dritta, immaginando un filo che parte dal centro della testa e che tiri verso l’alto.
Con gli occhi chiusi, la lingua sul palato e le mani incrociate sotto l’ombelico, provare a percepire una sensazione di calore, o di freddo, a seconda del proprio stato d’animo in quel preciso momento.
Il tentativo di percepire un qualcosa a livello sensoriale può servire anche come strategie per allontanare dalla mente pensieri di vario tipo, come preoccupazioni o desideri.
Lo scopo è quello di dialogare con il corpo attraverso l’immaginazione; liberando la mente da altri pensieri, è possibile percepirsi anche attraverso l’improvvisa e personale visualizzazione di colori o di immagini strutturate.
Sollevare il cielo
Una volta aperti gli occhi è possibile, inspirando, sollevare le mani fino all’altezza dello sterno, lasciando scorrere tutto ciò che emerge, come la visualizzazione di scene, colori o pensieri e ad espirare, cedendo all’ambiente le eventuali “scorie”, ovvero i pensieri o le sensazioni negative.
La fase dell’espirazione coincide con lo stendere le braccia verso l’alto (seguite dallo sguardo) e poi ricongiungere le mani all’altezza dell’ombelico.
L’energie positive sono immaginate come un flusso che dal terreno e dal cielo salgono lungo il corpo fino ad incontrarsi in prossimità dell’ombelico.
Nella fase di espirazione le energie si liberano in tutto il corpo e quelle negative (se emergono) vengono spinte fuori dalla bocca e dal gesto di spingere.
Trasmettere il calore: in coppia
In coppia, seduti uno davanti all’altro si poggiano le mani su quelle del compagno e si inizia a provare a percepire il calore che può fluire armonicamente in maniera circolare. Una forma di comunicazione importante che consente di donare positività e di riceverla, una forma di condivisione che consente al corpo di dialogare utilizzando il suo specifico linguaggio.
Cosa lascio di me quando tocco la persona davanti? Cosa accolgo dell’altro? Questo calore percepito a cosa lo ricollego, dentro di me? E’ un calore piacevole?
Torsioni e distensioni
Stando in piedi, con le gambe leggermente aperte e flesse e le braccia distese lungo i fianchi, iniziare a inspirare e a torcere il busto prima a sinistra e poi a destra.
Ad ogni torsione corrisponde una successiva fase di rilassamento, in modo da prendere coscienza della dinamica tensione/rilascio, sia a livello fisico che psicologico. Cosa mi accade quando entro in tensione? Come sento il mio radicamento a terra? Riesco ad ancorarmi al suolo quando entro in torsione? Sono presente a me stesso? Posso fidarmi del mio senso di radicamento? So stare sulle mie gambe autonomamente? I gesti possono essere ripetuti nel numero che sentiamo necessari per noi stessi.
Quelli che ho indicato sono soltanto alcuni esempi di pratiche che possono aiutare le persone a provare ad entrare in contatto con se stesse e con le proprie emozioni attraverso l’ascolto del respiro in ogni fase del lavoro, cercando di leggere i messaggi che il corpo ci invia in quel preciso istante.
A cura di Andrea Guerrini, psicologo e pedagogista
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