Esistono 8 tipi di relazione: di che tipo è la tua?

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Le relazioni interpersonali costituiscono una parte importante della nostra vita. Le relazioni che stringiamo sono regolate dai confini che impostiamo con l’altro. I confini sono quelle linee invisibili (create inconsapevolmente da te) che ti separano dagli altri, che creano vicinanza e distanza, che separano e uniscono. Grazie ai confini puoi sentirti, al contempo, come un individuo a sé (con un’identità tua ben definita, gusti e bisogni personali invalicabili…) e come parte di un qualcosa (come una coppia, la famiglia…). I confini in psicologia, dunque, regolano i legami interpersonali e fanno emergere in te solitudine (quando sono troppo rigidi e impostano troppa distanza con tutti) o senso di uguaglianza, rispetto, reciprocità e unione (quando sono ben regolati).

I confini che imposti con l’altro definiscono anche il tipo di relazione. Dei confini molto definiti e rigidi, possono essere perfetti per un collega di lavoro, ma sono del tutto inopportuni per scandire la vicinanza con il partner di turno! Queste linee invisibili, oltre ad aiutarti a mantenere integra la tua identità (senza farti condizionare dagli altri) definiscono anche ciò che ti aspetti dagli altri, cosa puoi tollerare e cosa, invece, ritieni inaccettabile in una relazione! I confini contribuiscono a costruire la tua rete di supporto sociale così come quella degli affetti più stretti (amici, familiari, partner, conoscenti affidabili…).

In questo articolo, mi soffermerò sulle relazioni più intime come quelle che instauriamo con un compagno o potenziale tale. Le relazioni intime non sono tutte uguali, in base alle caratteristiche, ne possiamo identificare 7. Vediamo come sono fatte e come sono in grado di soddisfarti in base ai confini che imposti.

1. Relazione platonica

Nelle relazioni platoniche i confini svolgono un duplice ruolo: uniscono sul piano emotivo e separano su quello fisico. Queste relazioni implicano un legame stretto dove la componente fisica è assente. Sono caratterizzate da:

  • Vicinanza affettiva
  • Tenerezza
  • Comprensione reciproca
  • Rispetto e stima
  • Fiducia e cura
  • Supporto
  • Onestà
  • Profonda accettazione reciproca
  • Amore romantico, non passionale

Una relazione senza sesso può durare? Certo. Tutto dipende dalle esigenze della coppia. Da un sondaggio condotto nel primo semestre del 2022 dalla società di analisi dei dati e statistica YouGov, il 19% delle donne (e 10% di uomini) preferirebbe una relazione d’amore forte e travolgente senza coinvolgimenti fisici. È anche vero che, altre statistiche, riferiscono che nel 60% dei divorzi la causa è la mancanza di sesso. Quindi la relazione platonica deve soddisfare le aspettative di entrambi i componenti.

2. Relazione platonica a metà: quando il sesso è negato

Quando un componente è affamato di sesso e l’altro è reticente, si creano forti tensioni. Il problema è legato soprattutto al mancato confronto. Chi viene rifiutato sul piano dell’intimità fisica, si sente frustrato e invece di parlarne in modo assertivo, finisce per trasformare la sua delusione (e spesso anche il senso di umiliazione) in agiti di rabbia piuttosto che creare un dialogo aperto. Si comincia a litigare su tutto riducendo la possibilità di recuperare una vita intima appagante. In ultima fase, la persona affamata potrebbe deciderne di sorvolare sulla questione e stringere un’altra storia, non perché non ami più l’altro ma perché mostrare i propri appetiti sessuali nella coppia è fonte di dolore.

3. Relazioni romantiche

Le relazioni romantiche sono caratterizzate da tutto quanto visto per la relazione platonica, in aggiunta abbiamo l’impegno per un progetto di vita condiviso, la passione e l’intimità. In una relazione romantica sana, i confini regolano perfettamente l’unione tra i due e l’individualità dei due componenti. Il rapporto è detto interdipendente.

L’interdipendenza prevede un grado di reciproca dipendenza ma questa viene vissuta in modo del tutto sano. Si è capaci di vivere la profondità del legame ed essere, al contempo, perfettamente autonomi. Stare insieme all’altro significa poter contare sull’altro ma anche sulle proprie risorse. Un buon grado di autostima permette di trovare il giusto equilibrio nella coppia. Si parla di interdipendenza perché si ha (e si dà) l’appoggio dell’altra (e all’altra) persona.

In una relazione si parla di dipendenza quando l’altro diventa necessario per soddisfare qualsiasi bisogno, anche quello di definire la propria identità! Il pensiero di base, per voler semplificare, risulta questo: ho bisogno di te per esistere. Sicuramente avrai sentito parlare anche di codipendenza. Le relazioni di “codipendenza” sono rapporti disfunzionali dove la persona percepisce il suo valore nella misura in cui riesce a essere utile all’altro. La differenza tra dipendenza affettiva e codipendenza è che nella prima si può scegliere un compagno che non ha particolari problemi, nella seconda, l’oggetto della dipendenza è una persona problematica, bisognosa di supporto costante. Vi sono poi relazioni codipendenti in cui i due partner, in modo alterno, si comportano da salvatori dell’altro. In base ai confini che tu e il tuo partner impostate, le relazioni romantiche possono essere più o meno appaganti e possono declinarsi in:

4. Relazioni ad alta distanza affettiva

Nella coppia, uno o entrambi i partner possono regolare i confini in modo rigido, scandendo forti distanze con l’altro. Quando entrambi i partner hanno uno stile di attaccamento evitante, tendono a vivere la relazione come un leggero piatto di contorno e non come la portata principale della vita. La loro portata principale, in genere, sono gli interessi personali (hobby, passioni, sport, cani, gatti…) o la carriera, in cui investono gran parte delle loro energie. La coppia manca completamente della profondità garantita dall’unione.

Quando è solo uno dei due componenti a scandire distanze mediante confini rigidi, in genere, l’altro partner soffre di dipendenza affettiva. La relazione vede una dinamica ricorrente: un partner sfuggente e un partner che rincorre. Un partner evasivo, che non vuole fare progetti, reticente all’ascolto empatico e incapace di offrire vicinanza e l’altro che mette in gioco tutto se stesso e, pur di ricorrere la sua idea di amore, è disposto ad accontentarsi delle briciole di una relazione.

5. Relazioni senza confini

Le relazioni simbiotiche non sono caratterizzate da una sana interdipendenza bensì da un annullarsi per l’altro. Talvolta i partner si annullano reciprocamente e qui la relazione non cresce, non evolve con il tempo perché sono gli stessi partner a non cambiare. Le relazioni funzionali sono in piena evoluzione perché composte da due individui che, con lo scorrere del tempo e le nuove esperienze, cambiano! 

Quando mancano i confini, la relazione è caratterizzata da un comportamento di stretta dipendenza all’altro: nella relazione simbiotica, il vero e proprio punto centrale è la dipendenza affettiva ed il mancato confine tra i due partner. Per via di questa dipendenza, i due soggetti si fondono senza possibilità di individualità; questa dipendenza diventa ancor più evidente nel timore della separazione: i partner temono che ciò possa avvenire e vivono continuamente con questa paura. La conseguenza? Scambio continuo di effusioni, scambio continuo di rassicurazioni… la coppia appare, dall’esterno, perfetta, ma è chiaro che nel tempo non cambia mai.

I partner possono condividere gli stessi hobby, gli stessi progetti e sembrano essere complici in tutto. Fanno tutto insieme ma la trappola è proprio qui, nella loro vita esiste solo un noi e non più un io e te, tipico dell’interdipendenza. In uno sviluppo psicoaffettivo sano, ognuno di noi sente il bisogno di autonomia insieme a quello di unione, l’interdipendenza soddisfa entrambi questi bisogni.

6. Il partner dominante fa coppia con il remissivo

Un altro tipo di rapporto in cui i confini sono assenti è quello in cui un partner domina sull’altro. Il partner sente di dipendere dall’altro che non dovrà mai deludere (come nel caso precedente), ma qui, l’altro presenta dei tratti di personalità caratteristici come l’eccessivo senso di diritto (tipico di alcuni disturbi di personalità). Il partner dominatore prevarica sull’altro. La relazione è caratterizzata da:

  • Vittimismo e colpevolizzazioni
  • Mancanza di supporto
  • Assenza totale di stima e reciprocità
  • Comportamenti di controllo
  • Ostilità
  • Comportamenti passivi-aggressivi
  • Disonestà
  • Il partner viene usato e non amato
  • La relazione diviene fonte di stress

Un partner dominante viola costantemente i tuoi confini. In psicologia, violare un confine significa abusare dell’altro. Significa prevaricare i suoi bisogni, violare i suoi diritti di stima, la sua fiducia, significa minare la sua autostima. Una relazione del genere, quindi, verte sull’abuso emotivo e tutto questo nasce perché una persona non sa porre dei confini. Non sa mettere quei benedetti paletti!

7. La relazione aperta

La relazione aperta è un tipo di relazione consesualmente non monogama.  Il sondaggio citato in precedenza ha messo in evidenza che l’8% delle donne e 15% degli uomini, per sentirsi pienamente appagato in una relazione di coppia, preferisce fare sesso con altre persone esterne della coppia, pur affermando di amare il partner. La maggiore libertà sessuale sembrerebbe apportare benefici in questo tipo di coppie.

8. Frequentazione – relazione occasionale

Le relazioni occasionali implicano una serie di appuntamenti che possono prevedere intimità, connessione e sesso ma senza alcuna aspettativa di impegno. Sono molto diverse dalle coppie aperte perché nelle relazioni aperte vi sono confini psicologici molto vicini, c’è quindi estrema vicinanza affettiva tra due partner e c’è impegno. Le relazioni occasionali possono comprendere anche gli amici di letto. Sono all’opposto delle relazioni platoniche in quanto qui sono presenti confini affettivi elevati (manca la vicinanza affettiva) e confini fisici azzerati (vertono infatti sul sesso).

In queste relazioni la frequenza degli incontri è molto variabile. Inoltre alcune persone coinvolte in relazioni occasionali non sono neanche consapevoli dello scarso impegno dell’altro. Ecco perché, se sospetti di avere una frequentazione che non ti condurrà da nessuna parte, è tuo diritto chiedere all’altro di chiarire le sue intenzioni. Se lo scopo della frequentazione è affine, allora non vi sono attriti ne’ scompensi, al contrario, se sei innamorato di una persona che non vuole impegnarsi e non riesci a scandire i tuoi confini interpersonale, rischi di finire in una relazione dipendente.

Che tipo di confine hai?

Come avrai intuito, i confini regolano gli scambi dare/avere, oltre che la distanza (e vicinanza) tra te e gli altri. Se nella vita ti ritrovi sempre a dare senza ricevere in cambio una equa contropartita, probabilmente non hai mai imparato a definire i tuoi confini. I confini, infatti, sono la chiave per ottenere il giusto rispetto e la stima senza doverli rivendicare con fatica. Ho approfondito questo tema nel IV capitolo del mio libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita», dove spiego in dettaglio come impostare dei sani confini per avere relazioni appaganti. Il libro è bestseller 2022 e già aiutato decine di migliaia di persone a trovare il proprio equilibrio di coppia. Puoi trovarlo in tutte le librerie o su Amazon, a questa pagina.

Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» edito Rizzoli
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