Essere una cosa sola in amore: dipendenza simbiotica

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

L’amore, quello bello e duraturo, viene spesso associato all’idea di “diventare una cosa sola”. Partendo da questo desiderio di unità, concetti come “essere autonomi”, “essere lontani”, “distanziarsi” appaiono l’esatto contrario dell’amore e sono vissuti come una minaccia per il rapporto.

Quante volte ci è successo di avere una sana invidia per quelle coppie che si riempiono di effusioni plateali, che amano mostrare il loro amore e fare sempre tutto insieme? Ecco, mi riferisco alle coppie simbiotiche. Molti pensano che si tratti di una relazione sana e duratura, in effetti potrebbe esserlo ma in alcuni casi si tratta di un tipo di relazione invalidante… la vera minaccia per la relazione di coppia.

È sempre l’incapacità di resistere alla solitudine del proprio io individuale che crea l’impulso a entrare in rapporto simbiotico con qualcun altro. Appare evidente da ciò la ragione per cui le tendenze masochistiche e sadiche sono sempre coesistenti. Erich Fromm

Perchè? Il modello simbiotico di relazione trasforma il rapporto in una prigione, in una gabbia dorata perché pretende, incosciamente, subdolamente che uno dei due soggetti o entrambi rinuncino al loro Essere.

Coppia simbiotica e i suoi limiti

La caratteristica principale di una coppia di “simbiotici” è rappresentata dalla reciproca dipendenza tra i partner: mancano i confini interpersonali; in pratica, più che un incontro tra due individui si ha la costruzione di un unico corpo psichico. Queste coppie non conoscono il litigio, la diversità e la contrapposizione di opinioni e desideri individuali. I due infatti, si comportano come se a prendere decisioni fosse sempre una persona sola; lo scambio è estremamente ridotto e così come le possibilità di dialogo, anche il potenziale di cambiamento e la creatività sono atrofizzati. Gli spazi individuali si annullano, nel loro spazio difficilmente entra linfa nuova, aria fresca, sempre e solo IO e TE.

Il prezzo da pagare è la propria autonomia, la propria individualità, il proprio spazio. Questa modalità di stare insieme copre dei bisogni primari che l’individuo non ha riempito e crede di non poter colmare da solo. Perché? Perché prima di essere partner di una coppia, l’individuo è individuo.

Genesi del rapporto simbiotico

Il nostro vissuto di adulti è plasmato dalla prima fase della nostra vita: i nostri sentimenti, i nostri pensieri, le nostre idee del mondo, le nostre idee sull’amore e sulla coppia hanno origini infantili. E sempre in quel tempo, si creano anche le strutture deficitarie. Questa premessa varrà ovviamente per tutti gli scenari che andremo ad esplorare, ma per ora mi focalizzo sulla coppia simbiotica.

Perchè da adulti si trova nella simbiosi la propria forma d’amore?

Genitori simbiotici

Quasi sicuramente, chi concepisce l’amore simbiotico come unica espressione d’amore ha riscontrato lo stesso meccanismo nei propri genitori; se questo è il nostro caso, inevitabilmente, a livelli profondi, ci portiamo dentro questa immagine che volente o nolente condiziona il nostro vissuto di oggi: solo se simbiotica una coppia è una coppia di amore. Perchè?

Di solito i bambini nati da una coppia simbiotica si sentono tagliati fuori da quel grande amore, vivono una situazione di separazione, esclusione, rifiuto. La dose di amore che i genitori normalmente riversano sui figli, a questi bambini è negata, o perlomeno è inferiore al bisogno. Di conseguenza, il bambino sperimenta un grande vuoto che “pensa” sarà possibile riempire solo incontrando l’anima gemella.

Simbiosi tra genitori e figlio

Altro aspetto da considerare nell’origine del rapporto simbiotico è la simbiosi che il genitore instaura col bambino. Bimbi che sperimentano l’amore solo nella relazione esclusiva, profonda col genitore, andranno alla ricerca della stessa forma una volta adulti.

Per esempio: una madre che vive solo per il figlio, che lo adula, che trova in lui la soddisfazione che forse le manca col marito, non aiutando di conseguenza il bimbo a separarsi da lei nella crescita; in questi casi, il padre è assente e non adempie al suo compito di aiutare il bambino a individuarsi.

Questa separazione la devono portare avanti gli adulti, perché il bambino nella simbiosi sta bene, ha tutto quello che desidera, tutti i suoi bisogni primari sono soddisfatti, e da adulto cercherà la stessa “cuccia” confortevole a scapito della propria individualità

Caratteristiche della coppia simbiotica

I due partner sono come due bambini impauriti dal buio, si tranquillizzano a vicenda e, paradossalmente, l’insicurezza dell’uno è fonte di sicurezza per l’altro. Ognuno si sente sicuro di muoversi solo se accanto a sé cammina l’altro e se il ritmo e la velocità dei loro passi è uguale, nel percorrere un cammino comune e nella medesima direzione.

Gli effetti collaterali della simbiosi

Nonostante tutta l’unità e l’unione di questo mondo, rimangono comunque individui separati e senza che se ne accorgano la loro individualità cerca in tutti i modi di farsi valere. Questo processo può portare allo scoppio di furibondi litigi, oppure può portare la sessualità a non trasmettere più gioia. I rapporti sessuali che sopravvivono molte volte vengono messi in atto solo per senso del dovere e poiché il più delle volte l’esperienza è frustrante si moltiplicano i motivi per “amarsi” sempre meno.

Un’altra forma in cui l’individualità fa sentire la sua protesta è l’insorgere di sintomi fisici inspiegabili: allergie, emicranie, disturbi di stomaco o gravi depressioni: possono essere contromisure messe in atto dall’inconscio contro l’estinzione della nostra individualità.

I segnali sono chiari ma spesso non vengono interpretati correttamente. Sopprimere la propria personalità, cercare di accontentare il proprio compagno sempre ed in ogni momento significa fingere. Fingere con se stessi, nella relazione e con la persona che amiamo. Fingere e amare sono due parole che non dovrebbero avere nulla in comune eppure molto spesso sono vicine, complementari, sono la base di relazioni di coppia.

Fingere porta solo alla morte della coppia e del nostro essere. Non serve ad amare di più o in modo più profondo, non serve a proteggere il partner e neanche a divenire degli ottimi altruisti.

Come guarire dal rapporto simbiotico?

Consapevolezza dei ruoli all’interno della coppia

La coppia simbiotica per evolversi, maturare e far emergere l’individualità dei soggetti dovrebbe concentrarsi su alcuni punti importanti, fondamentali per la relazione stessa. Per prima cosa bisogna liberare il proprio compagno dal ruolo di vice – mamma o papà: nei rapporti simbiotici è sempre presente la pretesa che l’altro si comporti come una madre o un padre. Per riuscire in questo, è cruciale stabilire un rapporto giusto con i propri genitori. Si tratta in realtà di due compiti: abbandonare il ruolo infantile nei confronti dei genitori e ristabilire rapporti normali con loro su un piano adulto.

Consapevolezza del proprio sesso

Altro aspetto fondamentale, è stabilire un buon rapporto con il proprio sesso. Chi vive un rapporto simbiotico ha difficoltà nel riconoscersi: le donne non si sentono davvero femminili e gli uomini non si sentono davvero virili. Ciò dipende dal fatto che non hanno preso realmente possesso della propria vita.

Consapevolezza della propria individualità

Per ultimo, e non meno importante, scoprire la propria individualità e costruirsi il proprio mondo. E’ importante che ognuno dei partner scopra di possedere e di aver bisogno di una isola tutta per se, che è il proprio mondo e non quello del compagno, dove potersi ritirare nel momento opportuno.

Quando il processo di delimitazione e di avvicinamento si compie pienamente, si arriva un punto in cui fusione e autonomia non vengono più percepiti opposti tra loro. Ognuno dei due è intero in se stesso ma allo stesso tempo si sente profondamente unito all’altro. Distanza e delimitazione non distruggono l’amore, ma lo rendono più vivo e profondo.

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